mercoledì 29 maggio 2013

Troia (FG), lunedì 27 maggio 2013. NUOVA PUBBLICAZIONE EDITA DALLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE: GIULIANO PIAZZI IL COPERNICO DELLA SOCIOLOGIA.



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia


UN INNOVATIVO ED INEDITO MODELLO DI INTEGRAZIONE  
PER UNA UNIVERSITÀ ORMAI VISTOSAMENTE IN DIFFICOLTÀ 
A COINVOLGERE E FORMARE GLOBALMENTE I PROPRI STUDENTI



“È dal 1987, 25 anni fa, che si sono incontrati per la prima volta Giuliano Piazzi, direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Urbino, e Mariano Loiacono, direttore del Centro di Medicina Sociale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Foggia”.
Così ha inizio l’ultima pubblicazione, a cura di Mariano Loiacono, intitolata “GIULIANO PIAZZI. IL COPERNICO DELLA SOCIOLOGIA”, edita dalla Fondazione Nuova specie (collana “Protagonisti nuovi”): 

un saggio polifonico che contiene, come in un’orchestra: la musica del primo violinista Piazzi; i clarinetti di alcuni suoi ex studenti inseriti nei loro diversi territori regionali; la mia rapsodia (quella del dr. Mariano Loiacono, ndr.) che intende raccontare e testimoniare, con la dovuta parresia, questa ultraventennale ed inedita avventura”.
Il saggio ricostruisce, con semplice e profonda coerenza, le tappe principali di questo incontro, attraverso le testimonianze di chi lo ha vissuto dal di dentro e ne ha lasciato traccia, "sapere emotivo" 
"Il Corpo d'Amore è un rapporto empatico, intuitivo, ‘caldo’. A lungo andare questo rapporto dà origine a una memoria situata nell’emisfero destro del cervello. Questa memoria contiene le istruzioni affinché il cognitivo o emisfero sinistro sia sempre unito al Corpo d’Amore. È in tal senso che questa memoria è un sapere, un sapere emotivo. Quindi non semplici emozioni, ma sapere, sapere emotivo".

L’interesse principale di questo libro consiste, a mio parere, nella documentazione di un “innovativo ed inedito modello di integrazione per una Università ormai in crisi di identità e, vistosamente, in difficoltà a coinvolgere e formare globalmente i propri studenti”.
 
Le analisi e le riflessioni che vi sono contenute, infatti, mi hanno in maniera immediata riportato al mio vissuto di studentessa universitaria e alla mia esperienza di formazione tradizionale, nei confronti delle quali nutro una certa frustrazione, poiché ne ho sentito fortemente l’inutilità, l’astrattezza, la sterilità e l’assenza della capacità di pescare e di ritornare alla vita individuale e collettiva: 

C’è poco da fare e da dire, i giovani rappresentano l’età più generosa e creativa di una società; se solo fossimo capaci di non castigarli in rituali formativi sterili, e avessimo l’ardire di sentirli accanto come protagonisti attivi e critici! Quanto disagio giovanile c’è perché questo star male diventa una modalità efficace per castigare istituzioni vecchie che insistono e persistono in relazioni asimmetriche, castranti e punitive-sanzionatorie per comportamenti giudicati contrari ai modelli-valori dominanti in quella istituzione!”.
 

La formazione universitaria, per quella che è stata la mia esperienza ed il mio parere, si fonda essenzialmente su una trasmissione astratta, lontana dalle esigenze concrete della vita e dalle sue sfide epocali (mutamento antropologico, disagio diffuso). Essa chiede al giovane studente lo studio e la ripetizione di teorie scritte dai depositari dell’Alto Sapere, che in niente sono modificati, men che meno arricchiti, dal sapere emotivo dello studente. In tal modo, un giovane individuo, nel pieno delle sue potenzialità e creatività bio-organiche ed analogiche, si trova a dover passare vari anni della propria vita rappresentando la parte di semplice ripetitore e, nei casi migliori, approfonditore di teorie già sfornate da quegli “ipse dixit”. 
Non gli è richiesto, anzi espressamente vietato, di poter attingere al proprio sapere emotivo profondo, e non è in alcun modo accompagnato ad affrontare le sfide del mutamento antropologico in atto, che spesso si manifestano con diverse sintomatologie di disagio diffuso  (incluso quello asintomatico). La conseguenza è che spesso la sola forza di volontà e i buoni propositi non sono sufficienti per arrivare alla conclusione del percorso formativo, e così va a finire che, il più delle volte, proprio quelli “più dotati” lasciano l’università prima del tempo, sentendosi inadeguati e incapaci per gli studi.
 

Per quanto mi riguarda, il motivo principale per cui sono riuscita a portare a termine la mia formazione universitaria e post-universitaria è dovuto proprio al fatto che ho potuto fare esperienza di questo laboratorio di "antropologia del mutamento e studi umanistici" rappresentato dal "Progetto Nuova Specie" che il dottor Loiacono da oltre 40 anni porta avanti e che, per 6 anni, si è intrecciato fruttuosamente con l'Università di Urbino attraverso il LAM Studium.

La novità rivoluzionaria, che Giuliano accettò fu quella di permettere che si iscrivessero allo Stage, e ricevessero regolare attestato universitario, anche persone non laureate e non iscritti a corsi di laurea universitari. Poterono così partecipare casalinghe, che avevano solo frequentato le elementari, idraulici, genitori di figli disagiati, religiosi, infermieri, contadini, disagiati in trattamento, ecc.. Personalmente, non avevo mai accettato che queste persone non potessero sedere tra i banchi dell’Università e assaggiare sprazzi di teoria offerti da professori che dovevano essere ‘chiarissimi’ nella loro esposizione, specialmente quando dovevano parlare di vita; infatti, di vita nessuno si può ritenere ignorante, trattandosi di un argomento sperimentato da tutti in prima persona”.

Molti studentiarrivavano alla prima settimana intensiva con il cipiglio di chi ha strumenti professionali per osservare e valutare le esperienze ordinarie che si svolgevano fuori dell’Università. Ma il contatto continuo, soprattutto con gli "psicotici" e con gli  "anticamente abili" (i cosiddetti disabili), li costringeva ad abbandonare ben presto la trincea del codice simbolico-razionale  e a tuffarsi nella propria profondità per risvegliare i codici più antichi (codice bioorganico o delle emozioni, codice analogico o del corpo), da tempo assopiti e trascurati per sottomettersi al codice simbolico-razionale, privilegiato dalle varie istituzioni sociali, l’Università in primis”.
 

Il modello di integrazione sperimentato e ricostruito nelle pagine del libro costituisce, in tal senso, una vera e propria rivoluzione ed una pietra miliare nell’ambito della formazione universitaria, un “matrimonio tra sangue blu e popolani, tra templi della conoscenza e baracche di periferia, tra dinamiche didattiche umanistiche e dinamiche di vita profonda che coinvolgevano in diretta tutti e tre i codici (codice bioorganico o delle emozioni, codice analogico o del corpo, codice simbolico-razionale)”.

È, perciò, una vera e propria “occasione mancata”, una perdita importante, come è “parresicamente” riportato nelle pagine finali del saggio, non aver dato continuità a questa preziosa sperimentazione, così vitale per tanti studenti che vi hanno preso parte - come dimostrano gli interventi degli ex studenti di Sociologia, riportati nelle pagine centrali del testo -, e per tanti altri che avrebbero potuto prenderne parte ancora, come dimostra drammaticamente il fatto che “gli studenti si presentano ormai sempre più dismaturi e disagiati, e vengono scalfiti sempre meno dal solito setting che si svolge nelle aule universitarie”.
 

Se è vero che “oggi il Corpo d’Amore può iniziare a storicizzare i propri valori: la completa e dinamica autopoiesi, l’armonia forte e dinamica tra emotivo e cognitivo, materia e spirito, bios e logos”, è allora necessario creare le occasioni e lavorare perché questo sia possibile concretamente.

Per quel che io conosco, nessun professore ha mai fatto questo all’Università e lo ha ripetuto per tanti anni. C’è voluto il grande amore per l’uomo e per la ricerca che indubbiamente Giuliano possiede in grado straordinario, senza aver paura di perdere la faccia o di subire vessazioni da parte di colleghi con la puzza al naso, chiusi nei loro rituali-privilegi di classe e alla debita distanza da ogni ‘letame’ umano. Da quei diamanti, però, non nascono mai fiori”.


È un commiato riconoscente, ma senza lesinare le ombre, che “devono essere necessariamente presenti in un capolavoro scultoreo”, ad un "prolifico ed appassionante crossingover"  che, pur nella celebrazione della sua conclusione, può costituire una memoria storica ancora piena di semi vitali che potranno forse risorgere e portare nuovo frutto.



Un inizio di “semina” in tal senso può essere rappresentata dall’organizzazione di presentazioni, sul proprio territorio di appartenenza, del libro e dei suoi protagonisti. Chi ha a cuore questa sfida e vuole offrire un suo contributo onesto e fattivo, può contattare la FONDAZIONE NUOVA SPECIE ai seguenti indirizzi mail: coordinamentoalsaregionali@nuovaspecie.com e documentazione.ns@libero.it, a cui è possibile rivolgersi anche per informazioni e prenotazioni del libro.


 

Barbara Loiacono



lunedì 27 maggio 2013

Caserta (NA), domenica 5 maggio 2013. SETTIMANA INTENSIVA IN CAMPANIA. Quinto ed ultimo giorno.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia




SETTIMANA INTENSIVA
A CASERTA.
ULTIMO POST.


 
Oggi 5 maggio, ultimo giorno della Settimana intensiva a Caserta, è previsto il bilancio. Quest’ultimo non è altro che individuare le sensazioni e gli elementi che ci hanno colpito di più e che hanno caratterizzato la settimana. Prima di farlo però abbiamo accolto con un caloroso e sonoro applauso il Dr. Mariano Loiacono artefice e protagonista principale degli ultimi giorni della settimana.

Inoltre abbiamo anche ringraziato l’Associazione Campania per la loro disponibilità  e l’efficiente organizzazione  mostrata.
 
Dopo tanti pensieri abbiamo intonato con grande felicità ed orgoglio il canto “Avanti tutta

Ritornando al discorso bilancio gli elementi captati hanno fornito queste considerazioni:

  • la Settimana è stata interessante e positiva per la maggior parte di tutti i partecipanti;
  • il Fondo comune su cui inizialmente ci si è incontrati è stata la condivisione del “disagio” e del dolore, rendendoci conto che i sintomi partono tutti dallo “stesso porto”, ovvvero dalla relazione genitori-figli. Di particolare rilievo sono stati i ring in cui i partecipanti hanno potuto viversi degli emozionanti incontri-scontri con i propri famigliari;
  • viviamo poco a partire dalle nostre profondità rifugiandoci spesso in schemi esterni, razionali e distanti dalla nostra specificità.

Durante il bilancio, inoltre, da più persone è stato dato riconoscimento all'importanza e all'intensità del rito delle terre danzanti che si ispira alle etno-culture delle “Terre danzanti” ovvero le terre del centro-sud America. Culture e tradizioni ormai adombrate e quasi del tutto polverizzate dalla occidentalizzazione.

Anche l'Unità didattica è stata vissuta in maniera molto coinvolgente ed interessante.

Ultimo aspetto emerso dai diversi bilanci è stata la presenza dei tanti giovani che, a partire dal loro disagio, pian piano crescono come una foresta restituendo alla Vita un polmone forte e tonificato in grado di far soffiare un nuovo e forte vento!

Questo post rimane aperto per chi volesse aggiungere, attraverso i commenti, altri vissuti della domenica che, per mancanza di tempo e nostra memoria, non sono stati sin qui riportati.

Marco

sabato 25 maggio 2013

Collemarino (AN), venerdì 3 maggio 2013. CORSO "INTERCULTURA E DISAGIO" NELLA SCUOLA DI NICOLETTA. III° ed ultimo incontro.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia



 
"INTERCULTURA E DISAGIO":
CORSO FORMATIVO
PROPOSTO DALL'ASSOCIAZIONE
ALLA SALUTE ONLUS MARCHE
ALL'I. C. "ANCONA NORD".
III° INCONTRO.



Arriviamo al 3 maggio, ultimo incontro del corso Intercultura e disagio organizzato nella mia scuola che ha visto la partecipazione continua di un gruppo di dieci insegnanti e dei genitori  che hanno dato la loro continuità al corso, alcuni esterni e poi la presenza di due insegnanti delle scuole medie che stanno lavorando nel progetto del Cerchio magico (Sandra e Cindy) adottandolo nelle loro classi, grazie alla spinta  innovativa della nostra relatrice di quest'ultimo incontro, la prof. Sandra Recchia.

Così com'è stato per ogni incontro, dopo i saluti ho riassunto l'incontro precedente, anche nei contenuti e presentato il programma del pomeriggio mentre la prof. Cindy Recchia, anche lei impegnata con  il Cerchio magico nelle sue classi, ha presentato il Blog e la nostra editoria compreso “Limax” cartaceo e online, anticipando l'uscita del Limax” monotematico sulla scuola che uscirà a settembre. Inoltre ha invitato i partecipanti a scrivere un bilancio sui tre incontri.

Un incontro al femminile in cui si è rivelata la maestria di Sandra che ha saputo con emozione e determinazione guidarci dalla teoria alla pratica.

E' partita dalla sua esperienza d'insegnante e dal suo percorso personale riportandolo poi a ciò che lei ha visto si poteva modificare nelle sue classi per rendere i  ragazzi più vicini ai loro bisogni. Molto significativa è stata la descrizione e l'individuazione delle varie differenze tra la piramide delle gerarchie istituzionali e la Piramide del Sarvas.

Si parte dalla base, dal rapporto con noi stessi, dal basso per costruire, crescere e proseguire poi nelle relazioni con i nostri alunni, fra colleghi, con i gruppi e con le istituzioni, a differenza della scuola che parte dall'alto dalla gerarchia in classe fra gli alunni  e tra colleghi  rispetto al ruolo e gli incarichi.

E' attraverso il Graallasalute sui  tre codici (simbolico, analogico e biorganico) che la prof.ssa Sandra Recchia ci guida per arrivare a comprendere meglio ciò che la scuola si lascia sfuggire dei propri alunni, un potenziale che parte proprio dall'emozioni e dalla possibilità che gli si dà di emergere.

Noi insegnanti riempiamo gli alunni dall'alto, dalle loro teste come se fossero dei contenitori ma quest'ultimi sono già pieni di vissuti e di emozioni bloccati così tanto che le informazioni  non riescono a fluire, c'è apatia,  non si trova la motivazione e si ricorre sempre più a figure specialistiche dando più importanza al fonema e grafema(codice simbolico) che non al vissuto al corpo ad altre espressioni che sono più vicine alla vita..

Il Cerchio magico parte dal codice bioorganico, dalle  emozioni e utilizzando anche il corpo, il racconto le fa emergere, quindi anche il negativo che nella scuola viene penalizzato ha un suo valore, al di là di ciò che appare come l'iceberg che mostra solo l'8% di un alunno ma poi tutto il resto come ne abbiamo accesso e perché lo dovremmo lasciare sommerso e non scoprirlo.

Mettendoci sullo stesso piano possiamo conoscere altro e attraverso la teoria illuminare parti di vita per sciogliere, consentire così un maggiore controllo in classe, una maggiore serenità  e un vuoto che possa fare entrare altro.

La particolarità di quest'ultimo incontro è stato il cambiare setting con il Cerchio fra insegnanti e genitori, il Cerchio magico in una scuola che ha visto coinvolti insegnanti e genitori.

Ancora una volta Sandra con il suo femminile ha saputo proporre  e accompagnare nelle fasi.

Partendo dal logo del G.E.I.P.E.G. Ognuno ha potuto esprimere ciò che vedeva e così aggiungere ogni volta un'informazione in più sia sul Cerchio magico ma anche sulla particolarità del Coordinamento che include in un unico cerchio genitori, educatori, insegnanti in un progetto globale.
 
Così siamo passati a elencare le fasi del Cerchio e abbiamo aperto i pensieri con il bastone della pioggia che una coppia di genitori hanno fatto suonare, rievocando in alcuni ricordi dell'infanzia.
Poi siamo passati ai pensieri e  alle comunicazioni.
 
Ognuno aveva portato qualcosa e tra foto, versi, riflessioni e musica la mamma di un mio alunno trasforma quel momento in ciò che è la Magia del Cerchio attraverso un'immersione molto dolorosa sulla sua infanzia.

Sandra e Davide in questo sono stati molto bravi, l'hanno accolta e attraverso la sua storia hanno fatto emergere ciò che il Cerchio fa venir fuori anche nei ragazzi e riportandoci tutti al fondo comune della vita.

Alla fine lei mi ha abbracciata ringraziandomi ma sono io che ho voluto ringraziare lei. Non avevamo tutto il tempo a disposizione per le altre fasi ma l'assaggio era riuscito. Sandra si è saputa  muovere come se fosse stata la sua scuola, entrando con un femminile che sa emozionarsi e affondando con un maschile che sa osare.

Voglio ringraziare Davide per la sua attiva e importante partecipazione e tutti coloro che in queste settimane mi hanno affiancata con affetto e fiducia.

Alla fine io ho detto che voglio portare avanti il progetto del Cerchio magico nelle mie classi ma che mi sarebbe piaciuto formare un gruppo d'insegnanti che avendo riconosciuto una strada da sperimentare nelle proprie classi, nell'Istituto Comprensivo si potevano avvalere della mia esperienza lavorando in un progetto nuovo e comune.

Alla fine è stato bello vedere sforare l'orario ma le insegnanti ancora presenti a parlare con noi e alcune di loro a proporsi in un gruppo di lavoro sul Cerchio magico.

Nicoletta

giovedì 23 maggio 2013

Troia (FG), giovedì 23 maggio 2013. COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE. Duegiorni marchigiana, sabato 1^ e domenica 2 giugno.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia



COMUNICATO  STAMPA
DEL 23 MAGGIO 2013.

IL CINEMA E LA LETTERATURA PER LA CRESCITA INTERIORE: SABATO 1 E DOMENICA 2 GIUGNO LA FONDAZIONE NUOVA SPECIE IN COLLABORAZIONE CON L’ASS. ALLA SALUTE MARCHE PROPONE DUE GIORNI LETTERARIO-CINEMATOGRAFICI.


La Duegiorni, condotta dal Dr. Mariano Loiacono, epistemologo e Presidente della Fondazione Nuova Specie, prevede lo svolgimento del XII Pomeriggio letterario globale e la prima edizione di “Cinema didattico” in collaborazione col Coordinamento Nazionale “G.E.I.P.E.G.


Sabato 1 giugno, con inizio alle ore 16.00 presso la "Sala Pedinotti" di Palazzo Martinozzi in via Arco d'Augusto 80 a Fano, verrà proposto e interpretato alla luce della Epistemologia globale il racconto Il bozzolo e la farfalla. Il processo di nascita della farfalla, dallo stato di bozzolo-crisalide, servirà da metafora per approfondire i difficili e dolorosi processi di nascita che oggi caratterizzano le persone del terzo millennio che sempre più falliscono nell’abbandonare la situazione di bozzolo-crisalide e maturare la propria specificità.

Verranno evidenziati gli atteggiamenti sfavorevoli al processo di nascita e verranno individuati i paradossi, da affrontare e sostenere, per una crescita umana matura. È di imminente pubblicazione il primo volume “C’era una volta…” che raccoglierà cinque Pomeriggi letterari globali già svolti nelle precedenti edizioni della Duegiorni marchigiana.

Locandina di Luca Pieroni

Domenica 2 giugno, con inizio alle 9.30 e negli stessi locali a Fano, verrà proiettato il film “Les Choristes, la commovente opera prima di Christophe Barratier (2004), campione d'incassi in Francia e significativo esempio di un approccio globale alla crescita di situazioni difficili in un istituto di rieducazione per minori. Seguirà una interpretazione alla luce delle unità didattiche messe a punto dal Dr. Mariano Loiacono e facenti parte de Le 7 corde della Chitarra didattica globale. È prevista la partecipazione attiva e creativa da parte dei presenti secondo la metodologia del “Codestorming”.

L’iniziativa è stata coorganizzata insieme al G.E.I.P.E.G. (Genitori Educatori Insegnanti per un Progetto Evolutivo Globale), un Coordinamento Nazionale nato all’interno della Fondazione Nuova Specie a cui aderiscono docenti, educatori e genitori di tutto il territorio nazionale. Da quattro anni, sono già operanti sperimentazioni de Il Cerchio magico in alcune scuole primarie e secondarie di primo grado delle Marche, Puglia e Romagna. Numerose le riflessioni e le iniziative all’interno delle scuole di ogni ordine e grado a cui la rivista on line “LIMAX” dedicherà un numero speciale nel mese di settembre.

Fondazione Nuova Specie

71029 Troia (FG)
C.F. 94084660714


mercoledì 22 maggio 2013

Collemarino (AN), martedì 23 aprile 2013. CORSO "INTERCULTURA E DISAGIO" NELLA SCUOLA DI NICOLETTA. II° incontro.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia


 
"INTERCULTURA E DISAGIO":
CORSO FORMATIVO
PROPOSTO DALL'ASSOCIAZIONE
ALLA SALUTE ONLUS MARCHE
ALL'I. C. "ANCONA NORD".
II° INCONTRO.



Martedì 23 aprile si è tenuto il secondo incontro del corso "Intercultura e Disagio" che si sta svolgendo alla sede centrale dell'Istituto Comprensivo "Ancona Nord" situato a Collemarino, scuola nella quale lavoro da cinque anni.

Anche per questo secondo appuntamento c'è stata una buona partecipazione sia da parte degli insegnanti che dei genitori ma soprattutto l’ascolto e l’attenzione, rispetto ai tanti corsi ai quali ho partecipato,  è stato  attento e continuo.

Dopo un breve riepilogo del primo incontro sono entrata nel vivo  della II^ giornata parlando dell'esperienza maturata dalla Associazione alla Salute ONLUS Marche sul tema dell'Intercultura.

Il progetto Uguali nella diversità: dall'intolleranza al Crossingover" svoltosi nel 2008  ha visto come protagoniste diverse etnie presenti nel territorio anconetano con le quali è nato un legame profondo ed  ha portato alla nascita del primo "Laboratorio di Danze interetniche" e alla formazione in atto di un Coordinamento tra le varie etnie all’interno del progetto F.I.L.E. (fratelli interculturali laboratorio evolutivo) .

Ciascuno di noi ha già in se tante parti diverse tra loro, tante etnie che non conosciamo e che quindi anche i bambini e i ragazzi che ci ritroviamo a scuola in relazione con noi insegnanti esprimono o dovrebbero esprimere.

Si può solo immaginare la difficoltà a mettere in relazione queste diverse etnie quando poi c’è un alunno che proviene da un'altra cultura.

Quanto più noi le conosciamo queste nostre parti tanto più riusciamo a scambiarle con gli altri ed è proprio attraverso l'unità didattica del Crossingover che  presentandoci qualcosa che è gia nella vita  possiamo spiegare come si passa dall'intolleranza al crossingover (cross- si attraversano e over – si avvicinano si sovrappongono).

Subito dopo il Dott. Silvio Boldrini  è entrato in modo specifico passo dopo passo su quello che avviene quando c'è il Crossingover tra due etnie, in una coppia, tra un insegnante e l'alunno, tra un genitore e il figlio.

I meccanismi che noi pensiamo avvengono solo tra una coppia poi sono gli stessi anche tra una madre e il figlio oppure un’insegnante e l’alunno.

La globalizzazione economica ha coinvolto tutti i paesi, tutte le persone e non si può vedere il nostro star male, la confusione e il disagio che emerge in tutte le famiglie e nelle varie etnie separato da tutto quello che sta avvenendo a livello mondiale  e che ha portato a mettere al primo posto l'economia e non la cultura, le emozioni, i vissuti e tanto altro.

Anche la scuola, che vede una popolazione varia e vasta tra bambini e ragazzi, spesso si trova disorientata sul da farsi proprio per le pluralità di richieste emergenti dagli alunni e dalle famiglie.

L’Unità didattica del Crossingover è stata utilizzata nel progetto tra le etnie e ci ha permesso di entrare in uno scambio di parti con le comunità.

Partendo dalla biologia ogni cellula all'inizio ha 46 cromosomi poi  in quella cellula avviene la  meiosi che significa riduzione, in questo modo ogni cellula madre e padre avrà 23 cromosomi.
 

Il cromosoma materno e quello paterno prima di lasciarsi cosa fanno? Over si avvicinano e cross- si attraversano scambiandosi ognuno il pezzo di cromosoma, ma ogni volta che si scambieranno non sarà mai la stessa parte.

Per crescere, rinnovarsi bisogna perdere qualcosa, ridurre perché altrimenti non si riesce a fare entrare niente di nuovo e non avviene lo scambio di parti.

Anche in una classe in cui ci sono dinamiche tra gruppi di bambini con caratteristiche diverse per far si che avvenga uno scambio tra loro e quindi un arricchimento devono perdere qualcosa delle loro certezze.

Il Crossingover avviene quando come prima condizione c'è l'ascolto.

Ascoltare significa che nel momento in cui  io insegnante ascolto te alunno è perchè quello che dici mi arricchisce, è perché attraverso quello che ascolto, ti conosco, voglio scoprire quello che tu mi vuoi rivelare di te.

Un'altra condizione è l'assenza di Chrònos, di tempo, bisogna dedicarsi del tempo, perdere tempo e bisogna avere il tempo favorevole  il Kairòs  il momento che le cose arrivano.

E infine incontrarsi cioé andare verso qualcosa che ci contraddice e attraversarlo.

Ogni etnia che non conosciamo, nostra, del proprio alunno ci dice qualcosa che ci contraddice ma  poi se riusciamo a perdere ci arricchisce.

Partendo dalla propria esperienza, il Dott. Boldrini ha evidenziato  le difficoltà che un giovane potrebbe avere anche in una famiglia socialmente riconosciuta legate a un non essere ascoltato in profondità il che significa che molte volte di un figlio o di un alunno noi conosciamo molto poco e se non ci spingiamo verso lui non riusciamo a scorgere il cuore di quello che  é veramente... Lui stesso descrive il tutto  con varie tappe nel libro Alla ricerca della mia stella.

Anche  la testimonianza di alcune mamme che freguentano  i gruppi ad Ancona, come la mamma di un bambino della mia prima, sono state testimonianzia di un Crossingover che può e dovrebbe avvenire anche tra tante figure che girano attorno ad un giovane o bambino e gli insegnanti; nel dibattito hanno posto le loro difficoltà nelle gestioni delle classi.

Silvio ha proposto che alla fine del corso possa nascere un gruppo di insegnanti interessato alla progettualità del Cerchio magico che dal corso abbia riconosciuto una strada da sperimentare, uno sguardo verso cui orientarsi, un cammino che partendo dalle emozioni risana favorendo l’apprendimento e le relazioni avendo già la sottoscritta esperienza in tale progettualità.

Voglio ringraziare Silvio che ha saputo dare un taglio incisivo ed emozionale al corso scendendo nella sua storia di figlio e genitore con generosità e umiltà ponendo un ascolto prezioso verso le famiglie e gli insegnanti.

Ringrazio inoltre l’amorevole cura che Sandra e Cindy hanno trasmesso nei prime due incontri, sostenendomi e affiancandomi come due sorelle.

L’incontro si è chiuso invitando insegnanti e genitori a portare un pensiero per il prossimo incontro per entrare nel vivo e concretezza della progettualità del Cerchio magico cercando di passare dalla teoria alla pratica in un laboratorio di vita che possa partire prima da noi.

Nicoletta Pennella

lunedì 20 maggio 2013

Collemarino (AN), venerdì 19 aprile 2013. CORSO "INTERCULTURA E DISAGIO" NELLA SCUOLA DI NICOLETTA.




FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia





"INTERCULTURA E DISAGIO":
CORSO FORMATIVO
PROPOSTO DALL'ASSOCIAZIONE
ALLA SALUTE ONLUS MARCHE
ALL'I. C. "ANCONA NORD".
I° INCONTRO.



Venerdì 19 aprile 2013, l’Associazione alla Salute ONLUS Marche ha tenuto nella sede centrale dell’Istituto Comprensivo “Ancona Nord” di Collemarino il primo incontro del corso di formazione Intercultura e Disagio, fortemente voluto dall’Insegnante Nicoletta Pennella che lavora nella Scuola Primaria di Palombina dall’a.s. 2008-2009.

Questo corso di formazione ha proposto una serie di tre incontri aperto a docenti e genitori:
  1. “il passaggio dalla scuola informativa-formativa di ieri alla scuola informativa-abortiva del mondo globalizzato di oggi” (Dott. Raffaele Cimetti – sociologo);
  2. “il Crossingover nella società globalizzata di oggi” (Dott. Silvio Boldrini – sociologo); 
  3. “il Cerchio magico del G. E. I. P. E. G.” (Prof.sse Sandra Recchia e Cindy Recchia – insegnanti di Scuola media).


Referente della commissione “Intercultura”, l’Ins.te Alessandra Ambrogini ha dato valore a Nicoletta e alla sua intuizione di proporre un corso nel quale osservare, confrontarsi e scambiare rispetto alle difficoltà relative all’incontro delle culture nelle nostre classi. Sempre più numerosi sono gli alunni stranieri nella scuola, ma il problema fondamentale – ricorda Alessandra – non sono i bambini inseriti nelle classi quanto il mettere insieme lingue, modi di fare e di essere diversi

Nicoletta ha ringraziato la commissione “Intercultura per aver colto il suo entusiasmo nel proporre il corso, tutti i colleghi presenti e i rappresentati dell’Associazione alla Salute ONLUS Marche che avrebbero tenuto gli incontri. Nicoletta ha dimostrato molta umiltà e generosità nel presentare il corso: è partita da se stessa, dal suo vissuto di donna e madre di due bambini mulatti, dalle difficoltà vissute sia dal padre dei suoi figli che dalle tante persone straniere incontrate grazie al progetto “Uguali nella diversità: dalla intolleranza al Crossingover dell’Associazione alla Salute.  Le difficoltà che i bambini stranieri incontrano a scuola non sono dunque esclusivamente legate all’apprendimento linguistico, bensì agli aspetti affettivo-emotivo e relazionale.  
 
Ins.te Nicoletta Pennella

Dopo questa breve introduzione, Nicoletta ha passato la parola al Dott. Raffaele Cimetti che ha esordito con un ringraziamento per la presenza numerosa di docenti e genitori; ha ribadito quanto sia importante che i genitori facciano parte della rete che si può tessere con la scuola.

Raffaele, dopo aver accolto e dato valore alle persone dell’assistenza, ha presentato la sua tesi, che avrebbe poi sviluppato durante questo primo incontro: il passaggio da una scuola informativa-formativa (villaggio-mondo nelle società organiche) ad una scuola informativa-abortiva (mondo-villaggio nella società globalizzata).  

Dott. Raffaele Cimetti

Due modelli messi a confronto. Ex-cursus storico della scuola.

Innanzitutto è avvenuto un cambiamento epocale, iniziato circa 60 anni fa, che ha profondamente mutato la società e di conseguenza anche la scuola: il mutamento antropologico. Questo cambiamento epocale, spiega il relatore, ha interessato soprattutto la scuola negli ultimi 20/30 anni, come agenzia di socializzazione.
  • Che cos’è il mutamento antropologico?
“Mutamento” vuol dire “cambiamento” e “antropologico” dal greco ἄνϑρωπος significa “uomo”. Un cambiamento così profondo dell’uomo non si era mai verificato nella storia prima di quel momento. Come se fosse avvenuto un terremoto che ha spaccato la terra al suo interno, tutto ciò che prima era certo e assodato è diventato incerto e complicato.
  • Come funzionava la scuola nel mondo di ieri?
Il modello di scuola era basato l’informazione-formazione ed ha retto discretamente per diverso tempo nel villaggio-mondo che oggi non esiste più. Si tratta del modello di società precedente a questo in cui la città/il paese/il quartiere era un mondo ed era capace di dare gli ingredienti di base affinché ognuno si potesse forgiare un’identità che sarebbe andata bene per tutta la vita. Si trattava di una società semplice e consistente: la scuola era un organo che faceva parte appunto della società organica. Il sociale riusciva ad intervenire nella vita che veniva alimentato dall’esterno e quindi anche dalla scuola che dava una struttura all’individuo. C’erano poche regole in quella società ma condivise da tutte: laddove non arrivava la scuola, arrivava la famiglia o la Chiesa. La scuola aveva una grande valenza sociale e serviva anche di ascensore sociale. Le informazioni in quella società erano poche e dipendevano dalla gerarchia sociale. L’insegnante era colui che deteneva le informazioni ed era riconosciuto per questo. Questa scuola era formativa-informativa: formava le menti e le persone; la scuola ammaestrava. Questa società non era tuttavia un paradiso perché nel sociale così strutturato e chiuso, vi era una grande sofferenza. Garantiva però molto meno aborti rispetto ad oggi, perché vi era un tessuto sociale che lo impediva

Oggigiorno l'individuo è smarrito, frantumato e il terreno gli manca sotto i piedi.

Perché è cambiata la scuola oggi? Se è cambiata, com’è e quanto è cambiata?

La società organica garantiva dunque un legame tra i suoi organi che inglobavano gli individui, tramite l'“obbligo-dovere” e le “funzioni-ruolo”. Oggi invece la società si liquefatta e la colla-legame che manteneva il tutto non regge più. Per questo si passa facilmente dal progetto (anello superiore; anello del giorno) al rigetto (anello inferiore, del buio). 

 UNITA\

Ci ritroviamo spesso di fronte alla contestazione, le dipendenze, le dismaturità, fino alla frantumazione psicotica, addirittura la morte (suicidio/omicidio).
  • Quali sono dunque le caratteristiche del mondo di oggi che ci ritroviamo a vivere nella scuola?
  1. La società veloce che ci risucchia le energie. 
  2. C’è un incessante bombardamento di informazioni. 
  3. Da che il mondo era il villaggio/la città in cui nascevo, è il mondo che è diventato un villaggio; le distanze si sono notevolmente accorciate così come i tempi. 
  4. La società è diventata evanescente, come dicono i sociologi, perché contingente: tutto è possibile, tutto ed il contrario di tutto; si è persa la consistenza e la concretezza. 
  5. La società è complicata e gli individui perdono facilmente il senso di ciò che fanno. 
  6. Gli individui non maturano: non hanno più basi solide su cui costruirsi, sono in balia della virtualità che “offre” la società evanescente. 
  7. Non vi sono più veri riti sentiti che permettono agli individui di segnare i passaggi-tappe della propria esistenza. Non hanno più senso i compleanni, le feste di Natale/Pasqua, ecc. ed è una cosa grave. 

Come si avverte nelle nostre vite oggi?

Oggi ci poniamo molte domande: “Ho detto la cosa giusta”? “Insegno nel modo giusto”? “Sono sulla strada giusta”? Dipende! 

Tutto questo mutamento antropologico a cosa ci ha portato? A perdere il senso e questo lo avvertono tutti: i docenti dal di dentro del sistema scolastico, le famiglie... Eppure abbiamo tante conoscenze, tanti saperi, ma questo non aiuta i giovani a strutturarsi, tanto è vero che oggi si scoppia all’Università.

E’ tutto più complicato persino nei rapporti: intrisi di ambivalenza, diffidenza e senso di solitudine. La conflittualità è all’ordine del giorno: in casa, al lavoro, a scuola... Se tra di noi manca una reale integrazione, come pensiamo di far sì che i nostri alunni stranieri possano sentirsi integrati nelle loro classi? Oggi l’integrazione va fatta nelle case, tra famiglie dello stesso quartiere! Oggi la diversità, la viviamo in famiglia, ma questo non ci deve spaventare perché è fonte di ricchezza
Questo terremoto ha generato diverse forme di disagio all’interno dell’Istituzione scolastica: bullismo, perdita di collegialità, disinteresse, dispersione scolastica, svuotamento della scuola dall’interno. Questa è l’ipotesi presentata dal Dott. Raffaele Cimetti. Oggi si può parlare di disagio diffuso, ossia di manifestazioni svariata di star male che tocca tutti: giovani, adulti, politici, funzionari dello stato. C’è un aumento del burnout e del mobbing: persone che “si bruciano”, non possono più e smarriscono il senso delle cose.

Per staccare e far sedimentare, Raffaele ci regala la canzone “Professore” di Renato Zero che ascoltiamo tutti insieme.



"Rigore e serietà
belle parole professore
fu facile per te
brandire certe verità

Del tuo sapere poi
non sembra soddisfatto il cuore
riuscire a vivere
è tutta un'altra musica

Non puoi punirmi più
per le mie fughe professore
stanco ora sei
di guerre vinte mai

Pagine bianche noi
poco l'inchiostro giovinezza
trovarsi un alibi
mentre quel tempo c' illudeva
mentiva
nel tuo programma sai
non era inclusa la paura
lo devi ammettere...
non basta solo la cultura...
professore
lo devi ammettere
fuori dal libro è molto dura"!

Quale potrebbe essere la scuola del futuro? C’è una scuola del futuro?

Nella scuola formativa-informativa, la paura non era contemplata come ci fa vedere Renato Zero. Oggi invece la possiamo contemplare: partiamo dalla verità che ci può permettere di creare qualcosa di diverso. 

Ma chi ci governa ha realmente tenuto conto dei cambiamenti avvenuti?  

No, non lo ha fatto ed è palese. Negli ultimi anni sono state fatte diverse riforme, facendo diventare la scuola un’azienda... Le riforme sono stati tagli mascherati che sono servite a “fare cassa”. I bisogni profondi legati al cambiamento epocale avvenuto non sono minimamente stati presi in considerazione e c’è stata una scarsa considerazione per gli insegnanti ed operatori e di conseguenza  da parte dello Stato. 

Una scuola diversa è possibile? Se sì, quale e come

Sì, è possibile nonostante tutto, se si recupera il valore della crisi che non va vista solo come la perdita di certezze, ma come una opportunità. La sfida oggi è quella di riuscire a navigare in mare aperto. Dice lo scrittore francese Marcel Proust
"Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi". 
Dobbiamo guardare il nostro mondo con occhi nuovi perché, essendo profondamente cambiato, non servono più gli occhi di ieri: bisogna cambiare punto di vista! La scuola di oggi deve trovare il coraggiare di adottare "nuovi strumenti ottici" per gestire le dinamiche caotiche che si vivono in classe senza ricorrere per forza agli psicologi e ai medici. Oggi in effetti dovremmo superare il tabù del "Chi me lo fa fare? Mi compete"? Dobbiamo riappropriarci delle competenze umane e non leggere le dinamiche più caotiche in termine di "malattia". Bisogna osare e sentirci responsabili; non possiamo solo delegare. 

Quale potrebbe essere la scuola del futuro?

Il termine "scuola" viene dal greco σχολή (scholé) che significa "ozio", ossia riposo, agio, rallentare e quindi creare una realtà devota capace in un mondo veloce di ascoltare. Non dobbiamo avere paura di perdere tempo; non dobbiamo temere di non finire il programma: non dobbiamo mettere al primo piano le informazioni, ma le emozioni dell'individuo. Alla base di tutto c'è il rapporto con me stesso. 


Piramide del Sarvas
Non dobbiamo aspettarci strumenti che provengono dall'alto per metterci in ascolto dei bambini e adolescenti che si trovano nelle nostre classi. Attrezziamoci noi. Per fare questo, le scuole devono saper mettersi in discussione. Altrimenti torniamo al vecchio modello, in cui non si poteva uscire dagli schemi. La critica è un aspetto positivo. Una scuola del mondo globalizzato deve saper trarre linfa dalle persone e dalle singole specificità

Una scuola nuova ha la capacità di fare teoria per custodire una vera memoria storica del fenomeno vivo. La scuola diventa un laboratorio di vita nel quale si creano degli intrecci continui e modificabili. Non perde la parte formativa questo tipo di scuola: l'acquisisce addirittura; diventa una scuola-comunità. E' importante aprire le scuole al territorio per creare un nuovo tessuto

Una proposta concreta: il Cerchio magico del G.E.I.P.E.G.

Sperimentato da diversi anni nelle scuole del Pesarese, in Puglia ma anche recentemente in Romagna, il Cerchio magico è una proposta interessante fatta dal G.E.I.P.E.G. (Coordinamento nazionale che mette insieme "Genitori Educatori Insegnanti per un Progetto Evolutivo Globale") che verrà sviscerata durante il III° incontro.


L'incontro si chiude con una riflessione-dibattito tra insegnanti, educatori, genitori, relatori e nell'attesa dei prossimi due incontri.

Cindy Recchia