Dopo aver pubblicato gli articoli usciti in questi ultimi due giorni, ecco ora una lettera scritta da Fabrizio Bartoli a nome di molti dei partecipanti ai Gruppi alla Salute di Ancona, in risposta alle diffamatorie accuse rivolte al dott. Boldrini e ai Gruppi alla Salute.
La seguente lettera sarà pubblicata tra poche ore dai quotidiani dorici; noi ve la proponiamo in anteprima, integralmente.
Lettera di richiesta e di testimonianza
da parte di un gruppo di utenti del centro diurno “soledalia” di Ancona che hanno aderito ai “gruppi alla salute”, guidati dal dott. Boldrini
All’Assessore regionale alla Salute
Almerino Mezzolani
Al direttore generale della Zona 7
Carmine Di Bernardo
Al dott. Rocchetti direttore del dipartimento di
salute mentale e responsabile del centro diurno “Soledalia”
e.p.c. alla Stampa locale
e.p.c. al Tribunale del malato
Siamo un gruppo di “utenti” del servizio sanitario del dipartimento di salute mentale marchigiano, che per diversi mesi (alcuni da più di un anno) hanno seguito i cosiddetti “gruppi alla salute”, presso il centro diurno “Soledalia” di Ancona, guidati dal dott. Boldrini.
Abbiamo appreso dai giornali la sospensione del dott. Boldrini, come responsabile del centro diurno, e le infamanti accuse rivolte non solo al dott. Boldrini, ma a tutti i partecipanti ai “gruppi alla salute”.
Innanzi tutto chiediamo un incontro con il dott Rocchetti per dare chiarimenti approfonditi relativi all’attività svolta all’interno del centro diurno “Soledalia” di Ancona, e soprattutto chiediamo un locale della struttura pubblica sanitaria per poter continuare, insieme al dott. Boldrini, l’importante attività di terapia di gruppo. Non avere la possibilità di continuare ad usufruire di questo servizio pubblico di assistenza, costituirebbe una grave privazione per numerosi utenti, andando anche a ledere i diritti di libera scelta del metodo di cura sancito dalla nostra costituzione.
Vorremmo intanto, con la presente lettera, dare testimonianza diretta di ciò che realmente succede all’interno delle sedute di terapia di gruppo (gruppi alla salute), che possono senz’altro essere considerati come gruppi di auto mutuo aiuto rivolti agli utenti con disagio mentale e ai loro familiari.
Le accuse del consigliere regionale di An Daniele Silvetti, rivolte all’attività del centro diurno di Ancona e apparse sui giornali, sono gravi, infamanti e del tutto prive di fondamento.
Come utenti del servizio sanitario e liberi cittadini ci sentiamo “calunniati” e ci riserviamo di compiere azioni legali, innanzi tutto nei confronti del sig. Silvetti. Ci si accusa di far parte di un “progetto eversivo”, di compiere un percorso rigenerativo con “canti ossessionanti, messaggi subliminali, con svolgimento di riti o manifestazioni di totale annullamento dell’individuo e di totale dipendenza tale da escludere i concetti di famiglia di appartenenza, psichiatria, religione ecc…”.
Accusa ancora più grave quella di “essere spogliati ed incoraggiati a toccamenti sessuali”.
Facciamo presente che le terapie di gruppo (gruppi alla salute), che si sono svolte per quasi due anni all’interno del centro diurno “Soledalia” di Ancona, sono state registrate (con registrazioni sonore) e ci sono centinaia di fotografie a disposizione di qualunque indagine di tipo ispettivo.
Possiamo testimoniare, in tutta tranquillità, che queste accuse sono false ed inoltre vanno a ledere la salute mentale, già compromessa, degli utenti e dei familiari che hanno partecipato ai gruppi.
Il fatto stesso di essere accusati in modo così infamante in riferimento ad un “totale annullamento dell’individuo e di totale dipendenza tale da escludere i concetti di famiglia di appartenenza”, può costituire, per soggetti sofferenti di gravi disagi mentali, un ulteriore aggravamento della propria salute e della propria autostima.
I “Gruppi alla salute” si svolgono certamente con una modalità diversa dalle altre terapie di gruppo, che vengono svolte normalmente da altri operatori; innanzitutto sono aperti a diverse forme di disagio mentale e anche i familiari sono invitati a partecipare, sappiamo infatti che molto spesso i diversi disagi si originano da dinamiche che avvengono nella famiglia, quindi il coinvolgimento dei familiari viene ritenuto utile per l’utente e terapeutico per gli stessi familiari, che spesso sono a loro volta in difficoltà.
Un’altra caratteristica fondamentale del funzionamento dei gruppi è quella di accogliere il disagio cercando di far sentire l’utente in un ambiente amico e all’interno di una “rete” che può fornire aiuto e sostegno.
Si cerca inoltre di coinvolgere gli utenti anche nelle dinamiche di conoscenza del disagio, facendoli diventare parte attiva e non semplicemente subendo una terapia riabilitativa. Si cerca, all’interno dei gruppi, di far comprendere quanto è importante ridurre le diverse dipendenze che provocano disagio (droghe, alcol, depressione, negatività, ecc..) ed anche naturalmente gli psicofarmaci come del resto viene suggerito da una vasta letteratura psichiatrica. L’efficacia del metodo può essere comprovata in diversi casi, naturalmente ci sono anche risultati non soddisfacenti, il metodo infatti deve essere ulteriormente affinato e sperimentato. L’adesione ai “Gruppi” è libera ed assolutamente non forzata, in qualsiasi momento si può rinunciare alla terapia di gruppo, come è avvenuto per diversi utenti.
Per una migliore comprensione del “metodo alla salute” alleghiamo alla presente una descrizione più dettagliata.
Crediamo che il responsabile del servizio di salute mentale debba in primo luogo difendere ciò che è avvenuto all’interno di una struttura pubblica del servizio, sappiamo che i “gruppi alla salute” sono stati autorizzati a suo tempo ed inoltre più volte altri diversi operatori (in primis il responsabile del servizio), psichiatri, psicologi sono stati invitati a partecipare per meglio rendersi conto di una novità terapeutica di gruppo di auto mutuo aiuto.
Per una migliore comprensione del “metodo alla salute” alleghiamo alla presente una descrizione più dettagliata.
Crediamo che il responsabile del servizio di salute mentale debba in primo luogo difendere ciò che è avvenuto all’interno di una struttura pubblica del servizio, sappiamo che i “gruppi alla salute” sono stati autorizzati a suo tempo ed inoltre più volte altri diversi operatori (in primis il responsabile del servizio), psichiatri, psicologi sono stati invitati a partecipare per meglio rendersi conto di una novità terapeutica di gruppo di auto mutuo aiuto.
Certamente non ci sentiamo di appartenere a nessuna “setta” anche perché proprio i “gruppi alla salute” sono oltremodo aperti a qualsiasi forma di disagio mentale ed anche a persone vicine cosiddette asintomatiche.
Lo scrivente sottoscrive questa lettera a nome di numerosi utenti che hanno partecipato all’attività dei “gruppi alla salute” presso il centro diurno “Soledalia” di Ancona.
In fede. Prof. Fabrizio Bartoli Osimo 09-01-2008
N.B.
Fabrizio Bartoli di anni 57, ha svolto la professione dell’insegnante ad Osimo in provincia di Ancona per oltre 30 anni. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in fisica nel lontano 1976; ha assunto incarichi di vide-preside e direttore della sede staccata presso la scuola (ISIS Osimo), ha avuto l’incarico come direttore del Museo di scienze naturali della Provincia di Ancona “Luigi Paolucci” per 6 anni consecutivi. Sposato e padre di tre figli: Alberto (29 a.), Adriano (26 a.) ed Alice (23 a.); ha conosciuto il “Metodo alla salute” (nell’ottobre 2006) praticato presso il Centro diurno di Ancona e presso il centro di medicina sociale di Foggia, diretto dal dott. Mariano Loiacono, a causa del disagio psicologico manifestato dal figlio Alberto.
Fabrizio Bartoli di anni 57, ha svolto la professione dell’insegnante ad Osimo in provincia di Ancona per oltre 30 anni. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in fisica nel lontano 1976; ha assunto incarichi di vide-preside e direttore della sede staccata presso la scuola (ISIS Osimo), ha avuto l’incarico come direttore del Museo di scienze naturali della Provincia di Ancona “Luigi Paolucci” per 6 anni consecutivi. Sposato e padre di tre figli: Alberto (29 a.), Adriano (26 a.) ed Alice (23 a.); ha conosciuto il “Metodo alla salute” (nell’ottobre 2006) praticato presso il Centro diurno di Ancona e presso il centro di medicina sociale di Foggia, diretto dal dott. Mariano Loiacono, a causa del disagio psicologico manifestato dal figlio Alberto.
Allegato:
Il “Metodo alla Salute”
Il “Metodo alla Salute”, sviluppato e sperimentato dal dott. Mariano Loiacono da oltre 30 anni, si basa su un nuovo concetto di salute che possiamo esplicitare partendo dal termine latino “salus”.
“Salus “ viene dalla stessa radice di “salvus” (salvo). “Salv-us” a sua volta deriva dal sanscrito “sarv-as”, il cui significato fondamentale è “intero, tutto”.
Il “Metodo alla Salute”
Il “Metodo alla Salute”, sviluppato e sperimentato dal dott. Mariano Loiacono da oltre 30 anni, si basa su un nuovo concetto di salute che possiamo esplicitare partendo dal termine latino “salus”.
“Salus “ viene dalla stessa radice di “salvus” (salvo). “Salv-us” a sua volta deriva dal sanscrito “sarv-as”, il cui significato fondamentale è “intero, tutto”.
Salute e salvezza, dunque, sono solo due punti di vista dello stesso tronco: significa che in quella persona, in quella situazione si ha a che fare con un “intero”, con un “tutto”. Più si è parziali, più vi sono frammenti e meno vi è salute.
Più i vari frammenti, le varie persone della persona sono com-presi in un intero, nel proprio intero, più vi è salute. Più frammenti o persone vengono com-presi, più l’intero, il proprio intero, cresce.
La dinamica di accrescimento dell’intero riguarda tutti (a parte la caratterizzazione iniziale in paziente-operatore, malato-terapeuta) e si esprime in una costante teoria-prassi. Il ruolo di enzima-substrato, in questa dinamica di accrescimento, è reciproco, dialettico, creativo, modificabile in base alle tappe percorse e alla memoria storica “vissuta”. Ognuno si autocostruisce in maniera autorefenziale e progressiva, aiutato da un contesto “devoto”, sensibile al programma specifico di quell’intero.
Le “dipendenze”, gli stili di vita dismaturi e psicotici, le patologie correlate, i disagi asintomatici, la frammentazione comunitaria e istituzionale, la omologazione delle specificità e diversità, sono tutte manifestazioni di parzialità, frammentazione dell’intero e, quindi, di non salute o perdita della salute.
I “Gruppi alla salute”
Il “Metodo alla Salute” si basa essenzialmente nel mettere in pratica in modo assiduo una particolare psicoterapia di gruppo, attivando subito, per i diversi disagi, i cosiddetti “Gruppi alla salute”. Essi rappresentano una nuova metodologia per ri-generare la propria salute, a partire da una delle situazioni prima esposte, e si propongono di raggiungere le competenze sufficienti a vivere da intero e ad accrescere il proprio intero “viaggiando” nella vita reale e rimanendo nel proprio contesto di appartenenza.
La metodologia prevede più incontri settimanali della durata di circa tre ore e mezza. L’intera esperienza è consigliata per due anni, La partecipazione è “aperta”: è possibile uscire o entrare nel gruppo in un qualsiasi momento, purché lo si comunichi.
L’incontro si svolge in quattro fasi:
1. I “pensieri” (riportare una riflessione di vita personale o letta in qualsiasi autore di qualsiasi etnia e cultura”);
2. Le “comunicazioni” (riguardanti il cambiamento personale dello stile di vita, fatti ed eventi di rilevanza personale e/o sociale, altro);
3. L’ “immersione” (entrare nella propria “caverna” per pescare un pezzo della propria vita, bello o brutto, antico o recente, e raccontarlo. Ognuno ascolta senza giudicare e aggiunge liberamente);
4. Il “fondo comune” (tirare fuori dal materiale raccontato, a cominciare da chi per primo ha fatto l’immersione, il respiro-spirito della vita in esso presente, ciò che abbiamo tutti in comune come funzionamento della vita).
L’incontro è condotto da un accompagnatore che ha già fatto in precedenza quel viaggio, si è formato alle dinamiche di vita o di gruppo, si rende disponibile ad accompagnare altri sulla strada da lui già percorsa.
Sono previsti progressivi cambiamenti nei “rapporti con sé”, nei “rapporti forti”, nei “rapporti con i gruppi”, nei “rapporti col Globale”, che connotano in maniera sempre nuova e inedita l’intero di quella specifica persona.
Per i post-fascisti come Daniele Silvetti, ciò che fa scattare la molla del sospetto è la nudità.
RispondiEliminaRepressi come sono, ne sono turbati e sono travolti da pulsioni che non riescono a gestire.
Sicuramente, la terapia che contestano sarebbe per loro salutare.
Mi chiamo Alessandro B, ho 35 anni, sono un professore e frequento il Centro di Medicina Sociale di Foggia da più di due anni. In questo lasso di tempo, oltre ai benefici personali derivati da tale frequentazione, ho potuto constatare come il metodo alla salute, ideato dal dott. Mariano Loiacono, sia riuscito a ridare vita e dignità a molte delle persone che lì ho incontrato, persone spente dall'uso massiccio e continuativo di psicofarmaci, dall'abuso di alcool e di droghe. Persone messe da parte dalla società perchè ritenute a torto pericolose o portatrici di problematiche difficilmente gestibili o risolvibili. In questo lasso di tempo ho avuto anche il piacere di conoscere il dott. Boldrini e molte delle persone che frequentano il Gruppo alla Salute di Ancona, persone che stimo e ritengo degne della massima fiducia per il coraggio che hanno avuto di mettersi alla prova ed intraprendere un percorso così difficile e pieno di ostacoli qual'è quello di aprire un centro che aiuti le persone a superare il proprio disagio. Per quanto riguarda le accuse mosse dal sign. Silvetti al centro diurno "Soledalia" e riportate dal quotidiano "Il Messaggero", posso testimoniare di non aver mai assistito a pratiche che tendessero a indurre stati di dipendenza nei soggetti in cura, tali da allontanarli dalla famiglia o da altre istituzioni, anzi, la presenza e l'accompagnamento da parte dei familiari è uno dei punti essenziali del metodo. Per quanto riguarda poi l' assurdo titolo con il quale, in una locandina, il già citato quotidiano, pubblicizzava l'accaduto, "Sesso come cura al centro mentale" ed alle accuse del già nominato sign. Silvetti, secondo il quale "i pazienti vengono spogliati ed incoraggiati ad atteggiamenti sessuali come pratica rigenerativa", posso testimoniare di non aver mai assistito a tali tipi di pratiche, a meno che non si voglia considerare tali il prendersi per mano, l'abbracciarsi ed il ballare e cantare in gruppo. Concludo questa mia testimonianza ribadendo quanto già detto: queste accuse infamanti, secondo me, non possono che derivare da una conoscenza indiretta e superficiale delle pratiche adottate dal Metodo alla Salute e della competenza ed onestà di chi le mette in atto, come il dott. Boldrini, con l'unico scopo di ridare dignità e speranza di vita a coloro che si sono persi durante il difficile cammino di crescità che la vita richiede.
RispondiEliminaAlessandro B.
...Sono di frettissima ma non volevo far mancare oggi la mia solidarietà al Metodo, ai responsabili del centro e soprattutto a tutti voi che lo frequentate...so per averlo "toccato" ( si può dire o faccio arrabbiare la sanità marchigiana?) cosa è in grado di dare!Teniamoci stretti, uniti.Ho letto e ho sentito una grande tristezza e anche rabbia...sono parole di chi evidentemente non ha "compreso" ! Proprio per niente!Stringete, vi sto abbracciando,Giovanna
RispondiEliminaMa chi è questo Silvetti? quest'uomo che dalle selve non ha imparato nulla? Dicono che un guerriero quando non ha più nulla contro cui combattere combatte contro se stesso! E questo Daniele mi sebra un guerriero che ha perduto il Dio per il quale combattere!
RispondiEliminaMa che tipo di indagini hanno fatto? Certo, il linguaggio giornalistico è sempre terroristico e scandalistico, cerca l'effetto, lo shock, e non posso credere che la sospensione di Boldrini si basi su questo tipo di linguaggio e di indagini!
Ma davvero? Accusano un dottore senza parlare con i suoi pazienti? Dimenticavo la logica, se l'unico scopo di questo Boldrini è creare dipendenze a scopi sessuali, è LOGICO che i suoi pazienti siano tutti manipolati e sottomessi!QUINDI non è importante conoscerli!Non è importante sapre chi sono, cosa pensano, e cosa hanno subito se davvero hanno subito qualcosa! Se poi sono malati mentali,ancora meglio, sono solo non-persone che si possono utilizzare a piacimento per fare un pò di campagna elettorale, o che so dimostrarsi ogni tanto magnanimi e benevoli con chi soffre,ma che dico magnanimi, aperti e dalle larghe vedute!Poi in genere sono carichi di farmaci, non capiscono un cazzo, quindi con chi vai parlare?
Quanti? Trenta al mese circa!? E non usa sostanze, addirittura toglie i farmaci, quindi li manipola e li sottomette con la sua sola forza carismatica...è un genio, neppure Cagliostro riusciva a fare tanto!
Che sarà invidioso questo Silvetti?Ma da dove deriva la sua preoccupazione? vorrei proprio saperlo!
Fortuna insomma che i suoi pazienti possono parlare, sono liberi e spesso sono persone che hanno recuperato quella dignità che si vuole loro negare,quella dignità che deriva dalla conoscenza di sè, della propria famiglia, della propria religione e delle istituzioni in cui viviamo, quella dignità che i vari signori silvetti non sanno più cosa sia, perchè preferiscono la parola facile, e urlata, all'ascolto umile e sincero, preferiscono cavalcare l'onda dei luoghi comuni, degli stereotipi e dei pregiudizi, piuttosto che cercare una sola parola che sia sincera e che possa sinceramente aiutare qualcuno! Quei signori silvetti che si agitano senza agire, che pur di comparire sui giornali non lesinano insulti ed accuse contro persone che evidentemente non conoscono, quei signori che pur di far sentire il proprio nome mettono a tacere quello degli altri!Specie se gli altri sono più deboli!
Grazie Signor Silvetti per il tuo (mi auguro) onesto pensiero rivolto alle persone che frequentano il centro, solo che hai sbagliato!Hai usato un linguaggio fuoriviante che non corrisponde ad alcuna realtà,hai parlato di fatti e persone di cui non eri a conoscenza, hai creato malessere anche se il tuo scopo era fare del bene...hai sbagliato!
Sono valeria v., antropologa, conosco il "metodo alla salute" dal 2004 e credo che sia un immensa risorsa per la città di Ancona!
Vi abbraccio tutti, spero che le cose si risolvano serenamente.
Un caloroso saluto a tutti i visitatori di questo giovane blog,passati e futuri con l'augurio che possano moltiplicarsi presto.Sono un cittadino di Ancona che in questi giorni sta seguendo con interesse tutta la vicenda attraverso le testate giornalistiche locali e non solo...Devo dire e credo di potermelo permettere che sono profondamente e sinceramente indignato e anche molto offeso come uomo ma soprattutto come cittadino.Credo che un'aggressione mediatica portata avanti nelle modalità a cui tutti abbiamo potuto assistere sia veramente un esercizio di una bassezza inconcepibile,di un livello offensivo inaudito.Ma come è possibile che si sia arrivati a ciò?Mi chiedo,ma come può un personaggio anche politico permettersi di arrivare a tanto livello di nefandezza?Ma com'è che permettiamo a certi mezzi di stampa di utilizzare queste proforme(vedi locandine)spudoratamente scandalistiche,per magari vendere più copie?L'assurdità di tutto ciò mi ferisce profondamente....Nello stesso tempo sono contento perchè grazie a questa vicenda mi sono permesso di approfondire un pò la conoscenza di questo tanto vituperato metodo alla salute seppure attraverso quello che se ne può presentare attraverso codesto blog e il sito per adesso...dico per adesso perchè mi sa tanto che andrò a chiedere di poter partecipare a questi gruppi alla salute quanto prima augurando che riprendano presto qui in ancona e sicuramente voglio anche fare un'esperienza a Foggia e magari conoscere il dott.mariano loiacono a cui va tutta la mia solidarietà...parimenti tutta la mia solidarietà la voglio esprimere al dott.boldrini e ai volontari dell'associazione alla salute e anche a tutte le "persone in trattamento"..Siete dei grandi coraggiosi vi ammiro profondamente mi sono molto commosso a fare la vostra conoscenza anche se solo attraverso questi media...si sente la profondità,la vita,il soffio,il respiro oserei dire spirito e verità dalle vostre testimonianze!!!Vi ringrazio di tutto cuore per esserci!!!Cosa dire di questi biechi personaggi rappresentanti delle istituzioni?Desolazione,tristezza,vergogna...Ma sinceramente abbiano il buon senso di mettersi una mano sulla coscienza e di fare presto ammenda delle loro nefandezze(non c'è altra parola che possa descrivere meglio il loro operato).Lo stesso suggerisco ai direttori di certi giornali e agli stessi giornalisti...ma provate a recuperare un minimo di dignità umana...e anche vergognatevi ma veramente.
RispondiEliminaIl disagio evidentemente è molto diffuso ed è arrivato il tempo di fare qualcosa cominciando da sè perchè è chiaro che se l'agire sociale assume certe forme esprime un profondo malessere...Un sincero augurio acchè possiate ritrovare presto un pò di umanità oppure perire nella vostra cattiveria...
Faccio un grande abbraccio caloroso a tutte le persone "umane e di buona volontà" con cui gia mi sento affratellato già domani verrò a cercarvi.
con umiltà e sincerità domenico n.(cittadino di ancona)
Penso che sia giusto far sentire anche la mia voce. Sono un insegnate di inglese di Foggia. Mi chiamo Sabrina Cela. Sono una donna di 45 anni. Scrivere della mia storia significherebbe occuppare pagine e pagine con uno scritto doloroso, per cui mi attengo solo a raccontarvi brevemente ciò che mi è accaduto dal 1990 ad oggi. Mi preme sottolienare che appartengo ad una famiglia di professionisti che non hanno lesinato il loro aiuto e sostegno. Nonostante tutto da quel fatidico 22 Aprile non sono stata mai più bene. Ho iniziato a soffrire di vertigini che mi impedivano di camminare per starda e di farlo faticosamente dentro casa. Nonostante tutto ho continuato sempre a lavorare e a rendere molto in una scuola poco lontana da casa mia. Ho consulatato molti psichiatri, neurologi e psicologi. Con l'aiuto di un mio cugino psichiatra trovai una strada sufficientemente buona: mi rivolsi a un noto psichiatra baraese che mi permise di sopravvivere meglio con l'aiuto di forti psicofarmaci. Gli anni seguenti stetti abbastanza bene ma io sentivo di non essere soddisfatta della vita che conducevo. Cercavo qualcosa che mi desse la possibilità di capirmi, di scoprirmi, di immergermi nella natura e nella esperienza umana. Non sapevo andare al di là della superficie delle cose e continuavo a non capire e a sottomettermi a stili di vita che poco si integravano con la mia personalità. Ho molto sofferto quando mio marito preferì lasciarmi per cercare qualcosa che gli desse la possibilità di scoprire emozioni che con me non aveva potuto vivere. Ho conosciuto il Metodo alla Salute il 3 Giugno del 2003. Sono ancora in trattamento. IL mio è un percorso lungo e difficile ma ora sono cambiate molte cose nella mia vita. IL Metodo bisogna viverlo, è molto difficile spiegare con le parole ciò che si riesce a vivere nei gruppi. A me, in particolar modo, sta salvando la teoria che sta alla base del Metodo. Ora che ho ripreso ad insegnare con un certo entusiamso perchè ci sto io nelle cose che faccio e questa è una bellissima sensazione, trascorro molto del mio tempo libero a cercare di studiare il Metodo, ad immergermi nelle varie situazioni. Sul Metodo si può dire tanto. Io penso che sia molto innovativo e che "scomoda" un pò certe posizioni consolidate, ma sono anche certa che può aiutare tanta gente in un momento in cui il disagio sta diventando diffuso e coinvolge già anche molti bambini. Il Metodo è una risposta altamente "pregiata" di questi mali che ci stanno invadendo. Oltre a stare molto meglio, sento di star acquisendo le competenze per aiutare chi, come me, ha girato tanto prima di conoscere il Centro di Medicina Sociale di Foggia.
RispondiElimina"canti ossessionanti, messaggi subliminali, con svolgimento di riti o manifestazioni di totale annullamento dell’individuo e di totale dipendenza tale da escludere i concetti di famiglia di appartenenza, psichiatria, religione ecc…” Se queste sono le accuse, perchè non parlate a questo sign. Silvetti o a chi di dovere, del rito della preghiera buddista officiato da Pasquina, che veviva appositamente da Roma, svolto in completo silenzio, in completa meditazione. O il sign. Silvetti pensa che una tradizione religiosa millenaria e che conta tra i suoi praticanti milioni di persone possa servire anche lei ad annullare e soggiogare la volontà delle persone?
RispondiEliminaAlessandro Bonante.