Dopo aver pubblicato gli articoli usciti in questi ultimi due giorni, ecco ora una lettera scritta da Fabrizio Bartoli a nome di molti dei partecipanti ai Gruppi alla Salute di Ancona, in risposta alle diffamatorie accuse rivolte al dott. Boldrini e ai Gruppi alla Salute.
La seguente lettera sarà pubblicata tra poche ore dai quotidiani dorici; noi ve la proponiamo in anteprima, integralmente.
Lettera di richiesta e di testimonianza
da parte di un gruppo di utenti del centro diurno “soledalia” di Ancona che hanno aderito ai “gruppi alla salute”, guidati dal dott. Boldrini
All’Assessore regionale alla Salute
Almerino Mezzolani
Al direttore generale della Zona 7
Carmine Di Bernardo
Al dott. Rocchetti direttore del dipartimento di
salute mentale e responsabile del centro diurno “Soledalia”
e.p.c. alla Stampa locale
e.p.c. al Tribunale del malato
Siamo un gruppo di “utenti” del servizio sanitario del dipartimento di salute mentale marchigiano, che per diversi mesi (alcuni da più di un anno) hanno seguito i cosiddetti “gruppi alla salute”, presso il centro diurno “Soledalia” di Ancona, guidati dal dott. Boldrini.
Abbiamo appreso dai giornali la sospensione del dott. Boldrini, come responsabile del centro diurno, e le infamanti accuse rivolte non solo al dott. Boldrini, ma a tutti i partecipanti ai “gruppi alla salute”.
Innanzi tutto chiediamo un incontro con il dott Rocchetti per dare chiarimenti approfonditi relativi all’attività svolta all’interno del centro diurno “Soledalia” di Ancona, e soprattutto chiediamo un locale della struttura pubblica sanitaria per poter continuare, insieme al dott. Boldrini, l’importante attività di terapia di gruppo. Non avere la possibilità di continuare ad usufruire di questo servizio pubblico di assistenza, costituirebbe una grave privazione per numerosi utenti, andando anche a ledere i diritti di libera scelta del metodo di cura sancito dalla nostra costituzione.
Vorremmo intanto, con la presente lettera, dare testimonianza diretta di ciò che realmente succede all’interno delle sedute di terapia di gruppo (gruppi alla salute), che possono senz’altro essere considerati come gruppi di auto mutuo aiuto rivolti agli utenti con disagio mentale e ai loro familiari.
Le accuse del consigliere regionale di An Daniele Silvetti, rivolte all’attività del centro diurno di Ancona e apparse sui giornali, sono gravi, infamanti e del tutto prive di fondamento.
Come utenti del servizio sanitario e liberi cittadini ci sentiamo “calunniati” e ci riserviamo di compiere azioni legali, innanzi tutto nei confronti del sig. Silvetti. Ci si accusa di far parte di un “progetto eversivo”, di compiere un percorso rigenerativo con “canti ossessionanti, messaggi subliminali, con svolgimento di riti o manifestazioni di totale annullamento dell’individuo e di totale dipendenza tale da escludere i concetti di famiglia di appartenenza, psichiatria, religione ecc…”.
Accusa ancora più grave quella di “essere spogliati ed incoraggiati a toccamenti sessuali”.
Facciamo presente che le terapie di gruppo (gruppi alla salute), che si sono svolte per quasi due anni all’interno del centro diurno “Soledalia” di Ancona, sono state registrate (con registrazioni sonore) e ci sono centinaia di fotografie a disposizione di qualunque indagine di tipo ispettivo.
Possiamo testimoniare, in tutta tranquillità, che queste accuse sono false ed inoltre vanno a ledere la salute mentale, già compromessa, degli utenti e dei familiari che hanno partecipato ai gruppi.
Il fatto stesso di essere accusati in modo così infamante in riferimento ad un “totale annullamento dell’individuo e di totale dipendenza tale da escludere i concetti di famiglia di appartenenza”, può costituire, per soggetti sofferenti di gravi disagi mentali, un ulteriore aggravamento della propria salute e della propria autostima.
I “Gruppi alla salute” si svolgono certamente con una modalità diversa dalle altre terapie di gruppo, che vengono svolte normalmente da altri operatori; innanzitutto sono aperti a diverse forme di disagio mentale e anche i familiari sono invitati a partecipare, sappiamo infatti che molto spesso i diversi disagi si originano da dinamiche che avvengono nella famiglia, quindi il coinvolgimento dei familiari viene ritenuto utile per l’utente e terapeutico per gli stessi familiari, che spesso sono a loro volta in difficoltà.
Un’altra caratteristica fondamentale del funzionamento dei gruppi è quella di accogliere il disagio cercando di far sentire l’utente in un ambiente amico e all’interno di una “rete” che può fornire aiuto e sostegno.
Si cerca inoltre di coinvolgere gli utenti anche nelle dinamiche di conoscenza del disagio, facendoli diventare parte attiva e non semplicemente subendo una terapia riabilitativa. Si cerca, all’interno dei gruppi, di far comprendere quanto è importante ridurre le diverse dipendenze che provocano disagio (droghe, alcol, depressione, negatività, ecc..) ed anche naturalmente gli psicofarmaci come del resto viene suggerito da una vasta letteratura psichiatrica. L’efficacia del metodo può essere comprovata in diversi casi, naturalmente ci sono anche risultati non soddisfacenti, il metodo infatti deve essere ulteriormente affinato e sperimentato. L’adesione ai “Gruppi” è libera ed assolutamente non forzata, in qualsiasi momento si può rinunciare alla terapia di gruppo, come è avvenuto per diversi utenti.
Per una migliore comprensione del “metodo alla salute” alleghiamo alla presente una descrizione più dettagliata.
Crediamo che il responsabile del servizio di salute mentale debba in primo luogo difendere ciò che è avvenuto all’interno di una struttura pubblica del servizio, sappiamo che i “gruppi alla salute” sono stati autorizzati a suo tempo ed inoltre più volte altri diversi operatori (in primis il responsabile del servizio), psichiatri, psicologi sono stati invitati a partecipare per meglio rendersi conto di una novità terapeutica di gruppo di auto mutuo aiuto.
Certamente non ci sentiamo di appartenere a nessuna “setta” anche perché proprio i “gruppi alla salute” sono oltremodo aperti a qualsiasi forma di disagio mentale ed anche a persone vicine cosiddette asintomatiche.
Lo scrivente sottoscrive questa lettera a nome di numerosi utenti che hanno partecipato all’attività dei “gruppi alla salute” presso il centro diurno “Soledalia” di Ancona.
In fede. Prof. Fabrizio Bartoli Osimo 09-01-2008
N.B.
Fabrizio Bartoli di anni 57, ha svolto la professione dell’insegnante ad Osimo in provincia di Ancona per oltre 30 anni. Dopo aver conseguito la maturità classica si è laureato in fisica nel lontano 1976; ha assunto incarichi di vide-preside e direttore della sede staccata presso la scuola (ISIS Osimo), ha avuto l’incarico come direttore del Museo di scienze naturali della Provincia di Ancona “Luigi Paolucci” per 6 anni consecutivi. Sposato e padre di tre figli: Alberto (29 a.), Adriano (26 a.) ed Alice (23 a.); ha conosciuto il “Metodo alla salute” (nell’ottobre 2006) praticato presso il Centro diurno di Ancona e presso il centro di medicina sociale di Foggia, diretto dal dott. Mariano Loiacono, a causa del disagio psicologico manifestato dal figlio Alberto.
Allegato:
Il “Metodo alla Salute”
Il “Metodo alla Salute”, sviluppato e sperimentato dal dott. Mariano Loiacono da oltre 30 anni, si basa su un nuovo concetto di salute che possiamo esplicitare partendo dal termine latino “salus”.
“Salus “ viene dalla stessa radice di “salvus” (salvo). “Salv-us” a sua volta deriva dal sanscrito “sarv-as”, il cui significato fondamentale è “intero, tutto”.
Salute e salvezza, dunque, sono solo due punti di vista dello stesso tronco: significa che in quella persona, in quella situazione si ha a che fare con un “intero”, con un “tutto”. Più si è parziali, più vi sono frammenti e meno vi è salute.
Più i vari frammenti, le varie persone della persona sono com-presi in un intero, nel proprio intero, più vi è salute. Più frammenti o persone vengono com-presi, più l’intero, il proprio intero, cresce.
La dinamica di accrescimento dell’intero riguarda tutti (a parte la caratterizzazione iniziale in paziente-operatore, malato-terapeuta) e si esprime in una costante teoria-prassi. Il ruolo di enzima-substrato, in questa dinamica di accrescimento, è reciproco, dialettico, creativo, modificabile in base alle tappe percorse e alla memoria storica “vissuta”. Ognuno si autocostruisce in maniera autorefenziale e progressiva, aiutato da un contesto “devoto”, sensibile al programma specifico di quell’intero.
Le “dipendenze”, gli stili di vita dismaturi e psicotici, le patologie correlate, i disagi asintomatici, la frammentazione comunitaria e istituzionale, la omologazione delle specificità e diversità, sono tutte manifestazioni di parzialità, frammentazione dell’intero e, quindi, di non salute o perdita della salute.
I “Gruppi alla salute”
Il “Metodo alla Salute” si basa essenzialmente nel mettere in pratica in modo assiduo una particolare psicoterapia di gruppo, attivando subito, per i diversi disagi, i cosiddetti “Gruppi alla salute”. Essi rappresentano una nuova metodologia per ri-generare la propria salute, a partire da una delle situazioni prima esposte, e si propongono di raggiungere le competenze sufficienti a vivere da intero e ad accrescere il proprio intero “viaggiando” nella vita reale e rimanendo nel proprio contesto di appartenenza.
La metodologia prevede più incontri settimanali della durata di circa tre ore e mezza. L’intera esperienza è consigliata per due anni, La partecipazione è “aperta”: è possibile uscire o entrare nel gruppo in un qualsiasi momento, purché lo si comunichi.
L’incontro si svolge in quattro fasi:
1. I “pensieri” (riportare una riflessione di vita personale o letta in qualsiasi autore di qualsiasi etnia e cultura”);
2. Le “comunicazioni” (riguardanti il cambiamento personale dello stile di vita, fatti ed eventi di rilevanza personale e/o sociale, altro);
3. L’ “immersione” (entrare nella propria “caverna” per pescare un pezzo della propria vita, bello o brutto, antico o recente, e raccontarlo. Ognuno ascolta senza giudicare e aggiunge liberamente);
4. Il “fondo comune” (tirare fuori dal materiale raccontato, a cominciare da chi per primo ha fatto l’immersione, il respiro-spirito della vita in esso presente, ciò che abbiamo tutti in comune come funzionamento della vita).
L’incontro è condotto da un accompagnatore che ha già fatto in precedenza quel viaggio, si è formato alle dinamiche di vita o di gruppo, si rende disponibile ad accompagnare altri sulla strada da lui già percorsa.
Sono previsti progressivi cambiamenti nei “rapporti con sé”, nei “rapporti forti”, nei “rapporti con i gruppi”, nei “rapporti col Globale”, che connotano in maniera sempre nuova e inedita l’intero di quella specifica persona.