martedì 31 dicembre 2013

Martinsicuro (TE), venerdì 21 novembre 2013. TERZO INCONTRO DEL PROGETTO - DISABILI O ANTICAMENTE ABILI?


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia


TERZO INCONTRO 
DEL PROGETTO 
DISABILI O ANTICAMENTE ABILI?




Anche oggi, Giovedì 21 Novembre, numerose sono le persone venute all’incontro sull’unità didattica “Il Quadrangolare in movimento” tenuta da tre relatori scesi dalla Lombardia e dal Veneto. Tutti i partecipanti o quasi tutti, sanno perché hanno già partecipato, o se è la prima volta, che questi sono incontri in cui si parla di disagio, di emozioni forti, ma di certo non si aspettavano di iniziare questo terzo incontro con una risata davvero contagiosa, che Primo, uno dei relatori, ha provocato tramite esercizi di respirazione, e forse c’è chi nel ricordarselo ora, ha di nuovo sulle labbra il sorriso. La storia di Primo ha colpito molti perché ha un curriculum quasi invidiabile: militare, banchiere, allenatore, counselor, naturopata, ma l’aver fatto così tante cose lo ha spinto a chiedersi se la sua vita fosse tutta lì, un banchiere, un padre di famiglia, un marito, ma ormai anche una persona inquadrata dentro schemi come l’acqua ferma di una pozzanghera e non più un fiume che scorre. Sentiva che la sua vita seppur buona, normale, non lo soddisfaceva più, lui si racconta oggi come una persona che per l’esterno era affidabilissima, svolgeva qualsiasi ruolo in maniera impeccabile, era perfetto per gli altri, ma lui non c’era più, non si riconosceva, e così mise un po’ in crisi la sua vita fino ad arrivare al Metodo alla Salute, laboratorio antropologico- meta, per andare oltre i singoli ruoli e tuffarsi in un oceano di esperienze diverse e lontane per riscoprire quello che è la vicinanza alla vita e il fondo comune di questo laboratorio.




Come esempio concreto oggi con lui ci sono Alberto e Giacomo, due ragazzi che per anni sono stati l’opposto di Primo: due ragazzi-relitti-scarti della società sotto cure di psicofarmaci e per anni ritenuti cronici dalla psichiatria tradizionale, due ragazzi che oggi insieme a Primo oltre a portare la loro esperienza di “guariti” “ex matti” hanno dato un grande contributo teorico nella presentazione dell’ unità didattica, quindi hanno rappresentato in pieno quello che è il concetto base del  Metodo Alla Salute  cioè una profonda  teoria-prassi che parte dalla vita ed è vicina alla vita.




I nostri tre relatori sono stati anche bravi nel presentare un “quadrangolare in movimento” un ballo con diversi ritmi che cambiavano, come cambiano, e dovrebbero cambiare, i modi di stare nella vita e nelle relazioni, per essere molteplici. Nello specifico, da un ballo quasi sul posto si è passati ad un ballo in cui ci si incontrava con l’altro, si formavano coppie e poi gruppetti fino a terminare il ballo con la creazione di un gruppo allargato e unito che rappresentava le tante diversità presenti nella stanza. Questo ballo ha scatenato anche emozioni e immersioni in storie di vita molto profonde che sono poi ritornate nel consueto feedback finale. Tante sono state anche le domande delle insegnanti a Giacomo che ha aggiunto al suo racconto di sofferenza negli anni di farmaci e lunghi periodi a letto senza uscire, anche un contributo su quello che era stato il suo disagio rispetto la scuola. Argomento che nel prossimo incontro verrà ripreso da Cindy con la presentazione del  G.E.I.P.E.G.

Un applauso di incoraggiamento

Marco Masullo

lunedì 30 dicembre 2013

Martinsicuro (TE), venerdì 15 novembre 2013. SECONDO INCONTRO DEL PROGETTO - DISABILI O ANTICAMENTE ABILI?


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia



SECONDO INCONTRO 
DEL PROGETTO 
DISABILI O ANTICAMENTE ABILI? 

Oggi 15 Novembre nella Sala Consiliare del Comune di Martinsicuro (Te) si è tenuto il secondo incontro del progetto “Disabili o anticamente abili?” al quale hanno partecipato oltre ai ragazzi dell’ANFFAS e ai loro genitori, anche diversi insegnanti, psicologi, e altri interessati: eravamo una cinquantina di persone!

Le relatrici sono state Nicoletta Pennella dell’ALSA Marche e Marinella Santi dell’ALSA Romagna, le quali, come d’abitudine del Metodo, hanno interagito da subito con i partecipanti invitando le persone sedute dietro ad avvicinarsi alle prime file, e coinvolgendo, a condurre insieme a loro, alcuni ragazzi anticamente abili come Mauro, Marta, Marco, Domenica e Francesco che con i loro codici più antenati le hanno aiutate ed accompagnate per tutto il pomeriggio. 

L’incontro è iniziato con il benvenuto delle due presidentesse: Danila Corsi dell’ANFFAS e la nostra Marialetizia Fanesi che ha presentato le due relatrici, che emozionate, hanno riportato ampliamente e con passione quello che è stato ed è il loro percorso nel Metodo Alla Salute e come questo le aiuti nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Si sono fatte conoscere anche per il loro aspetto fragile e umano e questa è una cosa inusuale nei relatori. Poi hanno chiesto a Marta di invitare qualcuno a parlare e lei ha indicato la madre, la sua ex insegnante e poi me: ci siamo abbracciati per 10 secondi (spiegandone anche il senso) e poi ci siamo andati a sedere vicino. 



Le relatrici hanno  illustrato un po’ in linee generali cosa sono i codici e le fasi del Graal alla Salute e come sono strutturati i Gruppi alla Salute introducendo la novità di un codice metastorico che appunto significa etimologicamente “andare oltre la storia” e poi hanno parlato in generale del disagio di oggi introducendo anche le altre Unità didattiche come la Piramide del Sarvas e il Cummunitometro.







Marialetizia infine ha raccolto la trama del pomeriggio tessendo le fila per i prossimi incontri; ha poi chiesto ai partecipanti di esprimere impressioni e perplessità. Bello per me è stato l’intervento della mamma di Mauro che ha confermato che da quando si concede del tempo per stare con se stessa, lei sta meglio e poi voleva capire di più visto che non aveva ancora chiaro come funzionasse questo Metodo alla Salute, ma che però deve viverlo perché è così che si capisce. 

Comunque questa era solo un’introduzione di quello che è il Metodo Alla Salute in quanto seconda tappa di un progetto che sarà un percorso che per chi è interessato durerà fino al convegno conclusivo che si terrà a Marzo 2014.

MARCO MASULLO

venerdì 27 dicembre 2013

Pescara, domenica 24 novembre 2013. ACCOMPAGNAMENTO E RITO DI PASSAGGIO PER MARCO.


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SUBITO DOPO IL CORSAGGIO,
L'APPRODO DI MARCO
IN TERRA PESCARESE!



Ci siamo avviati da Foggia dopo aver trascorso un weekend “di teoria superiore”, il famoso Corsaggio! Eravamo stanchi e la pioggia incessante non prometteva niente di buono. Io, invece, mi sentivo a mio agio, la pioggia mi metteva tranquillità e i miei accompagnatori Mila, Grazia e Riccardo, favorivano questa mia sensazione parlottando tra loro. Non riuscivo a guidare per la pioggia, si vedeva molto poco, io andavo avanti spinta dal desiderio di onorare mio figlio Marco.


Marco, dopo un girovagare incerto per riprendere i contatti con la sua storia passata, ha messo le sue tende mobili a Pescara dove si è iscritto all’Università. Pescara è piena di miei ricordi, è stata luogo del mio stesso girovagare in un momento in cui la razionalità, mia grande compagna e luogo sicuro in cui rifugiarsi, non reggeva lo stress di una condizione interiore che avrebbe voluto esplodere.


Ad accogliere Marco a Pescara c’è stata Marialetizia, disponibile amica abruzzese, che ha fatto ciò che forse avrei dovuto fare, se lo avessi saputo fare: accogliere Marco e la sua nuova casa. Per fortuna il Metodo alla Salute va al di là di ciò che una mamma non sa fare e ci insegna la molteplicità dei ruoli.



I pochi amici abruzzesi hanno partecipato ad un rito di accoglienza semplice e geniale: un disegno della Homelife era al centro di un tavolo come se stesse ad augurare a Marco, in questa nuova fase del suo percorso, di costruirsi la sua propria casa partendo dalle competenze acquisite e dagli strumenti appresi grazie al Metodo alla Salute. Nel nome stesso di Marco, è già contenuto, come ha sottolineato Marialetizia, quello che lui è: Mangiare, Abitare, Riparare, Cacare, Ospitare. C’erano anche Fausto, Alessandro, Roberto… ognuno ha partecipato a modo suo per arricchire la Homelife di Marco aggiungendo anche ingredienti come il sale, la sabbia, il rosmarino… dei pennarelli e la chiave… messi al lato del disegno illuminati da tante candeline. Padrini di Marco sono stati Grazia e Guido. Grazia ha messo la sua firma nella camera da letto della Homelife ricordando il suo accogliere Marco quando, sofferente, si abbracciava al suo corpo femminile e materno, per scoprire il gusto di adagiarsi e di affidarsi. Guido si è reso disponibile per Marco per qualsiasi suo bisogno e Paola, sua moglie, ha confermato questo mettendo l’accento (e la firma) sulla cucina. Il fa del cesso ha visto protagonisti gli altri partecipanti, mentre Riccardo, suo amico e fratello di Nuova Specie, gli è stato vicino per tutto il tempo confermando e rafforzando il crossingover che c’è stato tra di loro.



Io, Lucia, confusa dal Progetto "La Finestra di Babich" che ha risvegliato parti profonde della mia vita, ho riconosciuto a mio figlio che la vita ancora una volta gli vuole bene e lo sta conducendo per mano al di là di ogni possibile previsione umana. “Tu, Marco, hai perso il tuo amico in un incidente stradale due anni fa, stai avendo la possibilità di far emergere, invece, la tua specificità, grazie ad un Metodo che va verso la Salute.”
 

Lucia

lunedì 23 dicembre 2013

Troia (FG), lunedì 23 dicembre 2013. IL MIO ANNO SABBATICO. Scritto del Dr. Mariano Loiacono.

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IL MIO ANNO SABBATICO.
SCRITTO DI MARIANO LOIACONO.



Sabato, dall’ebraico “Shabbat, significa riposo. Nel calendario ebraico l’anno sabatico era “l’anno in cui, ogni sette o sette e sette anni, si concedeva una pausa lavorativa, condonando i debiti e liberando gli schiavi e lasciando ‘riposare’ anche la terra”.

Nel mio caso è l’anno che mi son preso, a partire dal 22 dicembre 2013, giorno del solstizio d’inverno, per chiudere con 47 anni di viaggio-lavoro-progetto, portati avanti sotto la spinta di forti sofferenze vissute a 18 anni. 

Infatti, nel 1966, sperimentai un forte smarrimento perché non mi sentivo più alimentato e spinto avanti nella vita dal punto di vista religioso, filosofico popolare e scientifico che mi avevano trasmesso e che mi aveva sostenuto positivamente fino ad allora. Nella ricerca interiore che ne seguì, per ritrovare una strada maestra, misi da parte i ruoli e gli obblighi-doveri che gli altri si aspettavano da me. Ma dopo circa nove mesi, fui etichettato come squilibrato e fuori di testa e, senza dirmi il vero motivo, fui cacciato dal liceo comboniano nonostante non avessi messo in crisi la mia vocazione. A queste profonde sofferenze, infertami da quella che consideravo la mia vera nuova famiglia, seguì l’aggressione spietata da parte della mia famiglia d’origine che mal digerì il cambio di prospettive che era avvenuto nella mia vocazione.
Il crollo di queste mie precedenti soluzioni mi sprofondò in un mare di dolore-sofferenza senza alcun lenimento da parte dell’esterno. Mi trattenne, dallo smarrirmi definitivo e sintomatico, la convinzione che stavo ricercando-elaborando-sperimentando, a partire da me e dalla mia difficile situazione, un nuovo punto di vista, un approccio globale alla vita che andasse al di là dei tradizionali e parziali punti di vista (religioso, filosofico popolare e scientifico).
Chi mi conosce sa che in tutti questi lunghi 47 anni non ho mai smesso di lavorare la terra, di riscattare i miei debiti, di dedicarmi al Progetto Nuova Specie in maniera totale come se mi sentissi schiavo senza la libertà di altre opzioni. Strada facendo, questo enorme e continuativo lavoro ha prodotto tante cose buone e, se oggi ci sono tante realtà e tante persone per accogliere e intervenire sul disagio diffuso, lo si deve a quella dolorosa e disperata partenza di 47 anni fa.
È inutile ribadire che per la mia vita questo tempo è stato duro e sfiancante, come una lunga e difficile gravidanza. Mi ha fatto compagnia la teoria globale che progressivamente e a sprazzi ho potuto rivelare e completare, e le tante persone che, nel loro smarrimento doloroso, hanno trovato qualcuno che ha saputo accoglierle, accompagnarle devotamente e farle crescere nella propria specificità. In tanti, abbiamo imparato a guardare con fondata fiducia a un possibile cambiamento qualitativo del viaggio della vita e delle espressioni storiche che stanno manifestando prospettive inedite.
In questa lunga gravidanza, ho sentito la vita di Giovanna in simbiosi stretta con me; la sua fedele compagnia mi ha salvato dalla tendenza a fermarmi e abortire, specie all’inizio quando non c’era ancora un popolo di nuova specie, ed erano frequenti gli abbandoni e i tradimenti, facilitati anche dai miei limiti su cui in questi anni ho continuato a lavorare. Parimenti, questa pesante scelta di vita ha limitato i miei rapporti di coppia con Giovanna e di padre verso le mie tre figlie: Barbara, Francesca e Daniela. Ho trasmesso loro significativi debiti, anche per aver voluto-dovuto privilegiare la gestazione del Progetto Nuova Specie e delle tante situazioni di sofferenza che ho incontrato grazie al mio lavoro al Centro di Medicina Sociale.

 http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploads/2012/03/solstizio-dinverno-2008-sole-luna.jpg

Il 22 dicembre u.s. ho voluto vivere il solstizio d’inverno come segno significativo per me e per la mia vita, facendo prevalere una prospettiva luminosa rispetto al lungo periodo in cui ha dominato il buio assieme alla paura di veder scomparire il giorno, sempre più invaso e sostituito dalle tenebre notturne.
Fuori della metafora solstiziale, ho comunicato a Giovanna e alla mia famiglia (e, con questo post, lo comunico anche a chi mi conosce e mi vuole bene) che ho bisogno per la mia vita di un “Anno Sabbatico” in cui in solitudine cercare, creare e solidificare nuove prospettive e nuovi orizzonti.
Sono stufo di quel diciottenne che non si è fermato mai, che si è goduto poco la vita e si è accontentato in questi anni di rimasugli di tempo per approfondire il nuovo punto di vista globale.
Sono stufo di partire dalla sofferenza di quel diciottenne e mettermi a disposizione incondizionata della sofferenza altrui in cui mi rispecchio e verso la quale sono devoto accompagnatore, spesso non riconosciuto e talora bistrattato.
Sono stufo dei vincoli-relazioni simbiotiche e asimmetriche che mi hanno portato a fare sempre per primo e a non esigere reciprocità nello scambio, accontentandomi di essere per tanti quel genitore-famiglia che ho sentito poco presente per me nella mia vita.
Ho voglia di comprendere ancora di più il perché la mia vita si è smarrita a 18 anni; ho voglia, poi, di ricostruire le varie fasi e modalità che mi hanno portato a quell’impoverimento.
Ho voglia di liberare la mia vita dalla dominanza della sofferenza e del dolore.
Ho voglia di vivere situazioni ed emozioni che mi sono mancate, probabilmente sin dal seno materno.
Ho voglia di andare alle mie radici metastoriche prima che fossero menomate e deturpate dalle relazioni difficili e assenti.
Ho voglia di sprofondare dolcemente e piacevolmente nella teoria globale sull’esistenza di cui, da troppo tempo, ho goduto solo a sprazzi; da questo ulteriore approfondimento, ho voglia di sfornare teorie che rivitalizzino, aprano prospettive e spingano a procedere verso il nuovo che sta appena fuori dalla porta e alla nostra portata.
Ho voglia di creare onde ascensionali barbariche e occupare un impero ormai vecchio e decrepito che vive solo di vecchie glorie e di antiche celebrità mentre il suo presente è decadente e il suo fulgore da tempo è tramontato.
Sento che posso permettermi tutto questo perché ormai c’è un popolo di nuova specie, attento e competente verso i tanti diciottenni, e non, smarriti del nostro tempo che mi rimandano a quel mio dolore antico.
Sento che, col recente acquisto della masseria e terreni in zona P.I.P. a Troia (FG), ho portato molti di voi a sentire proprio il Progetto Nuova Specie in tutte le sue articolazioni e sfumature. Il 4-5-6 gennaio p.v. spero che sarete in tanti a prendere possesso di quella nostra proprietà e facilitarne la piena realizzazione progettuale.
Personalmente, ho bisogno di questo anno per ritrovarmi ancora più in profondità per poi sentire qual è il mio nuovo posto in un popolo di nuova specie che adesso deve incarnare il proprio progetto nelle realtà istituzionali ordinarie e mettere le premesse per un mondo di nuova specie che, se non è proprio all’angolo, è dietro la porta.
Questo Natale sabbatico voglio che segni per me la nascita di questa mia nuova fase che spero risulterà feconda e piena di cose buone per me, per Giovanna, per le mie figlie e per ognuno di voi a cui sta a cuore il Progetto Nuova Specie.

Voglio ringraziare Giovanna che, dopo una iniziale reazione negativa a questa mia esigenza, ha accettato positivamente questa mia tardiva voglia e si è messa devotamente a disposizione, anche aiutata dalle mie figlie e dalle tante persone che le vogliono bene e che, ne sono sicuro, sapranno esprimerle il loro affetto in questo mio anno di lontananza sabbatica.
Da chi mi conosce e mi vuol bene, mi aspetto di non essere appesantito con richieste di consulenze per la propria e altrui sofferenza ma che venga rispettato il mio “Shabbat”. Siete in tanti e competenti, perciò, mettetevi in rete, integratevi, miglioratevi l’un l’altro e osate con responsabilità, anche sapendo sbagliare per crescere. Io sono disponibile per bilanci-supervisioni concordate, per corsi di formazione, per eventuali iniziative di ricerca.
Da chi mi conosce e mi vuol bene mi aspetto che voglia regalarmi momenti piacevoli e gioiosi che mi aiutino a sanarmi e a gioire e godere di “ciò che solo io sono.

Mariano Loiacono

domenica 22 dicembre 2013

Ancona, mercredi 11 dicembre 2013. PROGETTO CAP DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS.

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L'INIZIO DEL MIO VIAGGIO
NELLE MARCHE;
L'INIZIO DEL PROGETTO CAP
("CASE APERTE").



Oggi 11.12.13 arrivo, dopo un lungo e avventuroso viaggio, nel “continente” a me sconosciuto che è quello delle Marche (Ancona); sarà per me questo, l’inizio di una nuova ed eccitante esperienza. Così si avvia il Progetto CAP (Case Aperte); un progetto basato nel far transitare l’interessato in nuove ed altre case, dove le famiglie lo accolgono e lo ospitano con amore ed emozione per il nuovo che si presenta.
 


La serata incomincia nella sede dell’Associazione alla Salute ONLUS Marche ad Ancona, dove mi aspettano con gioia, le famiglie che hanno aderito al progetto, qui si deciderà dove andrò.


Hanno partecipato Dina Quarticelli e Marilisa Di Sciuva (responsabili del progetto CAP) che sono state anche le mie accompagnatrici durante il viaggio; Sandra Recchia (Coordinamento nazionale delle Associazioni alla Salute regionali); Monica Glorio, presidente dell’ALSA Marche e componente, aiutata da Enrico Tangorra, di una delle famiglie che si propone di ospitarmi;  la famiglia di Luciano, Teresa, Maria e Paolo Spegne; la famiglia di Moris, Eleonora, Maurizio e Michela Staffolani; la famiglia di Gianlugi, Ulricke, Samuel, Sofia, Maddalena... Vezzoli.


Mi hanno accolto chiedendo la mia storia ed io sono stato ben felice di raccontarla, proprio per cominciare ad avvicinarmi con il codice simbolico ai Marchigiani!



Parlando del Metodo alla Salute e del Dr. Loiacono che l’ha ideato partendo da sé e dal suo disagio, ho poi espresso la speranza di poter riattivare e ricollegare i miei codici profondi, grazie anche al viaggio/avventura del CAP. Cristian Ceglie e gli altri componenti dell’ALSA Bari, me lo hanno proposto/spinto, così in principio mi sono un po’ impaurito, ma allo stesso tempo sono stato comunque felice di accettare ed essere parte integrante del progetto.

 
Siamo così scesi dal codice simbolico all'analogico, con il rito; Maurizio e Michela hanno rappresentato la "figura" dei miei genitori/bambini e mi hanno consegnato a Dina e Marilisa e con devozione sono giunto così alla prima famiglia ospite: famiglia Staffolani che mi ha abbracciato calorosamente e hanno anche letto l’articolo di Barbara Loiacono: "Transitare dalla proprietà privata alle Case aperte".


E’ stato consegnato nelle mani della famiglia il Diario di Bordo che riempiremo insieme di notizie, eventi ed emozioni che proveremo in questo mese nelle Marche.


La serata si è conclusa con balli, musica, foto finali e un gustoso rinfresco.

E allora dai!....avanti tutta con affetto,



Marco Traversa

giovedì 19 dicembre 2013

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), domenica 24 novembre 2013. TERZA GIORNATA.

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Logo del "Corsaggio" di Rachele Amadori




UN CORSAGGIO

PER DIVENTARE PIÙ SAGGI,

PER AVERE PIÙ CORAGGIO

E CUOR SAGGIO.



TRE SOLUZIONI PER RIMANERE INTRAPPOLATI
TRA STORIA E METASTORIA

La giornata è cominciata con la visita della masseria che la Fondazione Nuova Specie sta acquistando.
L’Ingegnere Gianni D’Errico che con competenza e pazienza, ha portato avanti le trattative e tutto l’iter burocratico, ci ha guidati alla scoperta di questo luogo pieno di storia.

La masseria è situata nella zona PIP del Comune di Troia e ci regala subito la vista di un suggestivo panorama. Altro elemento evidente è il vento che simboleggia lo spirito (anemos) e che ci solleva e ci fa respirare portando ognuno di noi in un altro tempo.

Per alcuni affiorano ricordi dell’infanzia, ricordi di un mondo contadino che ha trasmesso anche tante cose buone: la sobrietà , l’essenzialità …
Certo è che per tutti noi è l’opportunità di realizzare un sogno, reso possibile da chi ha sognato restando sempre radicato nella realtà e non ha mai smarrito un altro valore importante della cultura contadina: la concretezza!
L’antenato: Mariano!

Oggi è possibile trasformare un sogno in un sogno concreto: la nascita di un luogo proprio che può unire tutta la rete degli “ermafroditi insufficienti” e che da luglio, momento in cui è probabile che vengano a mancare gli spazi presso l’Ospedale D’Avanzo, può diventare  l’officina per continuare il viaggio del Progetto Nuova Specie.
Inebriati da tanto spirito e buona volontà, ma anche dal profumo del rosmarino che Grazia ha raccolto, ritorniamo a Foggia per continuare il  “COR SAGGIO”.

Nella Aula didattica globale Gianna Stellabotte ci attende Mariano che avvia i lavori dell’ultima giornata di questo primo corso, chiamando i rappresentanti di tutte le Associazioni alla Salute per ascoltare impressioni, suggerimenti ma, soprattutto, rendere “prassi” la “teoria” dei giorni precedenti, accompagnando tutti  a transitare verso nuovi obiettivi e progetti, a spingerci nelle note metastoriche perché rimanere per sempre nelle note storiche significa rimanere nell’INFERNO.
Mariano esorta tutti a sentirsi “proprietari e a mettere in campo ogni tipo di risorsa: economica e progettuale, e,  per questo aspetto, invita chi sente di poter dare suggerimenti, a mettersi in contatto con l’architetto Gino Tartaglia già ideatore del progetto “villaggioquadrimensionale”.

Tutti siamo dell’idea di rispettare e valorizzare la storiadel luogo: dalla stalla, al pozzo, alla “Casina di Mario che conserverà questo nome in onore di Mario, discendente dei proprietari della masseria, morto in un incidente stradale e che ci renderà sempre viva la possibilità che oggi i figli si possono perdere per tante cause, dismaturità, disagio ecc.
Anche le intolleranze, come nel caso di Betta, antenata preziosa dello scambio con la Facoltà di Sociologia di Urbino, può essere l’espressione di un disagio verso l’ambiente, a sua volta "intollerante", verso la sua specificità e progettualità.
 Ovvero possiamo restringere tanto il codice bio-organico che anche la morte può esprimere un intolleranza alla vita.

Tante sono le storie di disagio e “martirio”, di intolleranze alla vita, da cui ri-partire per avviare una nuova fase e ne è un esempio positivo Carla che aprendosi al negativo, e,  a partire dal suo fiore reciso, Francesco, sta trasformando la sua cicatrice in base, in fondamenta per la crescita di tutta l’Associazione Lombardia.
Associazione che opera in una regione che si è svenduta molto nei suoi codici profondi per far sì che crescesse l’economia  e che oggi è in gravi difficoltà, e che in questo senso ha anche come Presidente una persona significativa, una persona che oggi è uno schiaffo per la psichiatria e alla quale Mariano dedica la teoria di oggi.
Un regalo a Marta, esteso anche a Lara e Pina.
Una teoria che riguarda tutti ma che in noi tre, trova un espressione più evidente.
L’espressione di come si può rimanere infognati in un crinale: né infognate nella Storia, né ancora determinate in un Percorso metastorico.
Espressione di tre gradi di una condizione difficile, ambivalente ma anche onnipotente che ci da l’idea di procedere ma che in realtà ci autorizza a non muoverci.
Mariano non si ferma nella parte più difficile per un accompagnatore e, anche se è evidente che anche per lui non è facile essere “spietato” e “crudele”, continua a fare la morulae procede analizzando singolarmente le “tre soluzioni statiche” per imbrogliarsi.
Conclude e ci da respiro, utilizzando due metafore: Giano bifronte e una frase del Vangelo.
Se uno comincia un solco e guarda indietro non è degno di me”, ossia non è degno di una vita intera, una vita vera.
Bisogna “sbilanciarsi” nel solco che si è scelto, bisogna sbilanciarsi nella vita, perché altrimenti non si esce fuori dalle storie di m…. (merda) che abbiamo vissuto e, se vogliamo stare dentro la storia, la storia non finirà mai di darci spunti per rimanere dentro.
Mariano, dopo una breve pausa,riprende il secondo momento della teoria: “La teoria globale secondo il binocolo”.
E’ importante che vita e conoscenza stiano “insieme” anzi se la vita vuole transitare, vuole stare in viaggio, deve avere la capacità di conoscersi, di rappresentarsi e teorizzare.
Purtroppo la teoria non fa parte della nostra tradizione, e al massimo, conosciamo le cose che altri teorici hanno pensato e ci trasmettono nel periodo della formazione scolastica.
Nel nuovo punto di vista ogni fenomeno vivo deve fare la sua teoria che basandosi su un Fondo comune può comunicare anche ad altri sia per essere apprezzata sia criticata seguendo la regola dell’Uroboro o Regola del  “ C. A. C. A. R. E.”

La prima teoria è tratta dalla gravidanza.
Nella gravidanza metastorica, rappresentata dall’albero della vita in viaggio capovolto, il cielo rappresenta l’utero, la placenta le radici con le sue Unità didattiche, il tronco rappresenta il cordone ombellicale e la chioma il feto.

In questo senso la novità di ciò che propone Mariano è che la conoscenza del villaggio-mondo o degli umanoidi è una conoscenza embriogenetica, parziale e per opposti e che si può andare verso l’albero della conoscenza fetogenetica.

Nella fase fotogenetica, sono importanti tutti gli organi e bisogna formare un globale di tutto, per fare questo ci vuole l’Epistemologia globale o un codice globale quale è il Quadrimensionalismo.

Questo se è vero, genererà nuovi globcettori, l’Albero della Conoscenza avrà bisogno di re-cettori ("re capio", prendo in maniera nuova) e percorre una escalation dei recettori.
Grazie alla conoscenza che ha sviluppato e di cui di si è appropriato e grazie al non fermarsi mai nella sua vita, Mariano propone il nuovo globcettore.
Un globcettore che permette di uscire dalla storia ed avere una percezione metastorica con cui comprendere tutta la storia!
Un po' simile ma non uguale a ciò che è il terzo occhio! (Situato fra Storia e Metastoria, ma non come le tre …)

Il Globcettore è:
“Riesco a vedere insieme il Globale della Storia della Vita, riesco contemporaneamente a vedere tutta la storia della vita, ma anche le prospettive metastoriche e ci da gli strumenti per vedere dove la gravidanza metastorica vuole andare”.

È ovvio che la razionalità impedisce assolutamente di vedere al di là e ci fa rimanere nella fogna della storia ma, più si sta nella fogna e più non riusciamo a capire il discorso, il discorso si capisce solo quando si comincia a vivere e a entrare in una prospettiva globale.
Il problema non è concepire una verità o qualcosa che ci trasporta in viaggio; mettersi in viaggio significa capire che non c’è vita senza viaggio e che senza viaggio si muore e quanto  più sentiamo la morte più dovremmo sentire il desiderio, la necessità di viaggiare e abbandonare il territorio del simbolico-razionale.
Per transitare verso la conclusione della giornata, e dopo una foto del gruppo, Mariano propone il video di Matteo: La fine del nulla”. Una modalità che a Matteo serve come auto-terapia, un testo filosofico profondo che può essere utilizzato come meditazione su ciò che abbiamo fatto anche in questo giornate, che potremo cantare tutte le mattine per smaltire le scorie prodotte e su cui dovremo produrre una relazione per il prossimo corso che si terrà il 24-25 e 26 gennaio 2014.

Rachele mostra il logo definitivo del corso che ha modificato nell’immagine dell’albero: un faggio che nel IV Progetto “Rainbowè stato un “grande antenato”.

Chiudono la giornata i pensieri-saluti di Sandra, Enzo e Barbara che è stata anche la Preside di questo corso.
Una Preside che ha svolto il suo lavoro nel senso etimologico del significato di "pre-sedere" è colei che siede davanti in un’assemblea, in un gruppo … per difendere, curare e governare.

Il suo impegno è stato sicuramente all’altezza di tutto ciò, sicuramente agevolando e sgravando di tanto lavoro, di cui fino a poco tempo fa si caricava in prima persona, il Dr. Mariano Loiacono.
Buone riflessioni e buon lavoro …

Pina Pitta