lunedì 30 aprile 2012

Cesenatico (FC), sabato 28 aprile 2012. CORSO APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA. Quarto giornata.


Fondazione Nuova Specie ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono










CORSO "APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA"
ORGANIZZATA DALL'ALSA ROMAGNA.

QUARTO GIORNO



Dopo la giornata intensa di dinamiche forti vissute ieri, Mariano ci ha fatto "cambiare stanza" facendo notare il visibile risveglio di Giovanna avvenuto dopo aver partecipato alla settimana intensiva e a questo corso. Giovanna era arrivata chiusa nel suo sonno/sogno che era la sua soluzione alla mancanza di accompagnamento durante la traversata dell’adolescenza. 

Mariano ha parlato dell’importanza della fase REM e di quanto il sonno/sogno ci aiuti ad elaborare vissuti forti. Oggi sempre più giovani e non, con la soluzione delle psicosi o con l’uso delle sostanze si rifugiano nel sonno ad occhi aperti. A questa soluzione le istituzioni affiancano anche l’uso di psicofarmaci che anziché svegliare la vita di chi se ne è impaurito portano ad assopirla ulteriormente e a non riconoscerla. Come si può fare per risvegliare che si è rifugiato in questo sonno ad occhi aperti? Non servono solo diagnosi se non si creano dinamiche metastoriche, queste dinamiche ci aiutano perché partendo dalla nostra impronta storica ci portano ad esprimere la nostra specificità. Mentre nel villaggio mondo si clonavano gli ingranaggi degli adulti, oggi, che la società globale ci fa vivere in un contesto più fluido, per diventare adulti ci vuole il coraggio di partire dalla sponda infantile e di attraversare la liquidità dell'adolescenza con la nostra specificità come se fosse una gravidanza. 





La traversata è l'apertura del vulcano che apre bocche in tutti e quattro i codici e ci spinge a viaggiare sull'acqua perché l'acqua e’ l'origine della vita. Mariano poi attraverso l'unità didattica della piramide  del Sarvas, spiega le nostre quattro modalità di stare nella storia. 




Il primo piano, e’ quello del rapporto con se stessi ed e’ quello che, se riusciamo  a viverlo produce energie e spinte ascensionali per migliorare anche tutti i rapporti con l’esterno ( rapporti forti, con i gruppi, con il globale massimo quindi il nostro punto di vista sulla vita). 
Mariano è riuscito a condurci nel viaggio dell’adolescenza attraverso l’alternarsi di alcune unità didattiche… l’homelife segue la piramide accompagnandoci con le sue sette note.


Per riuscire a viverci il rapporto con noi stessi più pienamente possibile è importante riuscire a suonare tutte le nostre sette note; lo stato quiete che è la prima nota è quello che deve essere fondato sull’autoreferenzialità, cioè partire da noi, determina il nostro territorio, ed è solo nostro, nessun’altro ci può aiutare a conquistarlo; è importante concederci momenti di solitudine, perché solo con noi stessi possiamo conoscerlo.


La nota successiva che è quella di selezionare i nostri bisogni e per far questo è necessario rompere il nostro stato quiete per risvegliarsi da un sonno/sogno e, con l’utilizzo del nostro codice analogico incominciare a viverci i bisogni più profondi ( la nota della cucina e del cesso).
La transizione, che è la nota successiva, quella del salotto, significa che mentre sto in campo con cose forti transito in altri campi, riuscendo a fare ironia, mettendo quindi in movimento altre mie parti.

Spesso l’adolescente si ferma a quest’ultima nota perché non può interrompere il lavoro di soddisfare questi bisogni che come bocche si aprono in continuazione portando a non vivere la nota della sala da pranzo (cioè il fare festa) e quella della camera da letto che conclude la dinamica per ricaricarsi e mettersi in off, ma spinge a ripetere il ciclo della homelife.
Lo stand by ha la sua importanza perché è una parte che ci permette di ascoltare la nostra metastoria, il nostro spirito.




Per riuscire a suonare ogni singola nota bisogna acquisire know how ed il primo a darci esempio di questo è stato Mariano in riferimento alla storia con Giovanna V.
Mariano  è riuscito ad applicare la griglia della homelife alla storia di Giovanna e alla loro relazione dandoci esempio di come acquisire il proprio know how, e di come ognuno di noi dovrebbe, potrebbe e saprebbe farlo.

Nella ripresa pomeridiana Mariano ci ha fatto conoscere “il sapere come” attraverso altre unità didattiche.
Il cummunitometro e l’unità di crisi ci hanno fatto vedere come l’adolescente vive il ciclo-vita-morte in maniera molto accelerata infatti ciò che prima era una stella diventa una lampadina e sentendo che non riceve luce e calore lascia morire quella cosa e si mette subito alla ricerca di altro.




Per passare dalla sponda infantile a quella adulta è necessario passare dall’univocità dell’imprinting infantile alla molteplicità dell’adulto. Questo passaggio viene favorito dalle spinte che l’adolescente riceve grazie al continuo svegliarsi di bisogni che lo portano a sperimentare, a verificare e ad incarnare verità che partono da lui e non sono solo ereditate dal contesto storico sociale in cui si è formato.

Il quadrangolare ci fa vedere come spesso nell’infanzia siamo riconosciuti solo nell’angolo alfa, poi nell’adolescenza l’angolo beta ci permette di fare teoria e quindi ci spinge verso l’angolo gamma del gioco e della sperimentazione e se l’adolescente non viene bloccato in queste fasi farà una bracciata in avanti nella traversata.




Da tutta la teoria applicata in buona parte alla vita bloccata di Giovanna V. è emersa l’importanza di accompagnare quest’ultima in un rito adolescenziale con l’aiuto di donne che l’hanno facilitata a riprendersi parti congelate, che grazie alle attenzioni.





E' stato bello vedere Giovanna V. emozionata come una adolescente quando Lucia T., Michela e Lucia M., Benedetta, Marta, Monica, Annarita e Titta nella sua stanza, si sono coinvolte per donarle un look da teenager.
Giovanna si è lasciata vestire e truccare, immergendosi con piacere e fiducia e, sulle note di Grease ha fatto il suo ingresso in sala tra gli applausi e lo stupore dei partecipanti. Questo rito ha segnato l'inizio del profondo percorso che Giovanna si è impegnata a fare per liberarsi da nodi suoi adolescenziali.




L'evento musicale è stato organizzato da Gioele; con l'accompagnamento dei tamburi di Paride, e la conduzione di Primo e Giuseppina ci hanno coinvolto tutti in balli sfrenati che hanno liberato il nostro codice analogico.



Benedetta
Francesca
Titta


domenica 29 aprile 2012

Cesenatico (FC), venerdì 27 aprile 2012. CORSO APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA. Terza giornata.





 Fondazione Nuova Specie ONLUS

Presidente: Dr. Mariano Loiacono









CORSO "APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA"
ORGANIZZATA DALL'ALSA ROMAGNA.

TERZO GIORNO




In questo giorno festeggiamo il compleanno di Paride e Annamaria e il 15° anniversario di matrimonio di Bruno e Meris. Il "Signor Tutti" ha donato a ciascuno un regalo gradito.



Solitamente il giorno del compleanno è ritenuto un giorno in cui il negativo non deve essere espresso; invece, come nell’adolescenza non ci sono tempi programmati, così Annamaria ha fatto un dono a sé e a noi,compreso Marino, regalandoci il negativo che ha vissuto nel rapporto di coppia.
 
Nella coppia arriviamo infatti con in dote tutti i debiti che la famiglia di origine ci ha dato, e che nell’adolescenza non siamo riusciti a saldare perché non accompagnati. La vita continua a riproporci ciò che non abbiamo risolto e che ci fa star male. Cerchiamo soluzioni che risultano poi essere parziali come relazioni simbiotiche, sostanze psicoattive, cibo…

Cerchiamo con queste soluzioni parziali di riempire le bocche del vulcano che la vita fa aprire, in particolare nei momenti adolescenziali. Attraverso le dinamiche metastoriche si ha la possibilità di far eruttare bisogni e tagli profondi espressi attraverso i vari codici.



Le bocche del vulcano si aprono nei quattro codici della vita mostrati dal Graal delle Profondità: codice metastorico, bi organico, analogico e simbolico. In ogni persona si aprono in modalità e tempi diversi in base alla sua storia: non esiste un percorso adolescenziale universale.

Ad esempio possono nascere interrogativi rispetto al senso della vita, al chi sono, al dove vado…non bastano più le risposte che si ha ricevuto fino ad ora,si è in continua ricerca. L’accompagnatore per essere tale deve riconoscere le proprie risposte come parziali e porsi in ascolto e in confronto con la ricerca dell’adolescente.

Altre bocche possono nascere nel codice biorganico: in questa fase ha inizio il periodo di trasformazione del corpo sia esternamente che internamente. La donna diventa fertile, la voce cambia, mutano tutti i ritmi: avviene una vera e propria metamorfosi.

Nel codice analogico nasce il desiderio di utilizzare il corpo in modalità differenti rispetto a prima, lo si vuole sperimentare.

Nel codice simbolico si aprono le bocche della contestazione perché si ha la necessità di definirsi sul campo. 

L’adolescenza è una fase di terremoto in cui non ci si può appoggiare ad un terreno solido. Sarebbe importante quindi avere degli accompagnatori capaci di guidarci nell’attraversata del fiume. Purtroppo spesso queste figure mancano, e si creano tagli profondi, come sono emersi in questa giornata nelle dinamiche al femminile.
La dinamica di Giovanna ci ha mostrato quanto lo sguardo censore di suo padre ha potuto bloccare il suo corpo che si stava esprimendo in un gioioso ballo.

 

Floriana ha espresso la difficoltà a sentire il suo corpo e in particolare in vicinanza a quello del padre; in realtà la repulsione è la difesa-resistenza rispetto ad un desiderio insoddisfatto.
Michela ha ripercorso le tappe della sua storia dolorosa legata alla sua famiglia di origine ed in particolare al padre, che l’hanno portata a rendersi invisibile e a cercare una soluzione nella coppia inizialmente simbiotica.



E’ stata una giornata piena e ricca, che si è conclusa nel Cerchio Ritmico tenuto da Paride in cui i codici biorganico e analogico sono stati protagonisti.


Silvia

Daniela

sabato 28 aprile 2012

Cesenatico (FC), giovedì 26 aprile 2012. CORSO APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA. Seconda giornata.




FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono









CORSO "APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA"
ORGANIZZATO DALL'ALSA ROMAGNA


SECONDO GIORNO






Tra le insidie i pericoli, le nostre paure ed i sensi di colpa, da dove partire per iniziare la grande traversata del fiume per giungere serenamente dalla sponda dell'infanzia a quella dell’adultità?


Il vascello su cui viaggiare è il nostro corpo. Esso è quel codice intermedio che ci consente di dialogare con la nostra parte più profonda. Gli psichiatri, esperti drogologi, propongono soluzioni virtuali ai problemi non avendo la possibilità di accedere ai codici più profondi . Spesso ci danno dei sostegni virtuali e ci convinciamo che sono parti nostre. E’ importante che anche un intellettuale sia concreto. Tutti dovremmo essere teoria/prassi.




La nostra vita e’ paragonabile alla figura del Giano bifronte con una faccia rivolta al passato ed una rivolta al futuro. Il Giano posteriore ci riporta indietro nella nostra storia alle prime delusioni, alle antiche sofferenze. La mente è posseduta dal Giano posteriore. Se ci impossessiamo del corpo invece possiamo guardare avanti. E’ importante riprenderci il possesso della " membrana" (la parte che si trova sotto la parte emergente dell’iceberg) e decidere se rivolgere il nostro sguardo fuori o dentro di noi.

Dice Valentina :"Durante il viaggio in macchina ho pensato ad alcuni aspetti della mia adolescenza. Questa mattina ho pianto sollecitata dal pianto di mia figlia Ester, mi ha toccato veramente in profondità. Quando le si avvicinano altre persone urla non avendo il suo territorio che la protegge, anche io mi sono sentita indifesa".



Mariano: "L’acqua e’ Il segno più antico della vita, il pianto accompagna il racconto delle parti più profonde. Quando siamo nel codice biorganico gli altri due codici non si usano più. Il sacco lacrimale è un residuo del liquido amniotico e le lacrime sgorgano quando re-incontriamo le cose più profonde. Oggi non solo le donne ma anche gli uomini possono permettersi di re-incontrare queste parti e far sgorgare le loro lacrime. Tu Valentina non ti sei mai sentita parte della tua famiglia d’origine, ed avresti tanto voglia di piangere per questa assenza. Il pianto di Ester ti fa riemergere questo antico dolore. Vivi attraverso tua figlia le tue parti infantili. Il rapporto complicato con Cristian non ti ha mai permesso di metterti al centro, ora smettila di sfruttare Ester per te. L’esterno ti deve aiutare. Il pianto ti ricollega ai punti "S" (secati, dolenti). A meno che non vuoi clonare tua madre, così come sei non servi a tua figlia. I figli servono per rielaborare parti nostre, ma poi bisogna rielaborare le proprie paure, piangi ma piangi per te stessa. Chi è confuso non riesce a dare paletti. Devono crescere i genitori per poter dare ai figli il cibo necessario, altrimenti si rischia di dare un cibo che a loro non serve più".

Il Simbolico, le Metafore, le Unita Didattiche ci servono per riconoscere le parti più profonde, capire a che punto siamo e concederci di farci aiutare dagli altri. I modelli che apprendiamo da bambini li utilizziamo per i nostri figli, in tal senso i figli sono le nostre protesi. Questo è vero non solo per le mamme ma anche per i papa, anche se per le mamme e più forte. Noi spesso, anche se adulti, abbiamo molta acqua sporca.

Riuscire a collegare i codici profondi con il linguaggio è un segno di crescita. Se la figura del genitore resta quella del padre simbolico e non entra nella profondità , il corpo rimane bloccato. L’abbraccio, il sentire il corpo e le emozioni sono solo l’inizio di un contatto profondo, ma Il gioco e la sperimentazione del corpo devono continuare.

La soluzione di svalutarsi, di rendersi invisibile è piena di rabbia, e motivata dal non voler regalare niente a nessuno perché nessuno ci ha riconosciuto. Non si entra più in dinamica con gli altri che ti usano e non ti vedono. Svalutarsi è una soluzione comoda per non soffrire. Anche se sono stati gli altri a provocare questo stato è inutile dar loro la colpa, bisogna ripartire da se stessi.

Adeguarsi all’esterno è fondamentale per sentirsi riconosciuti all’interno di una famiglia razionale. La psichiatria continua a curare mantenendo la persona lontana dai codici profondi

Ma riprendiamo la storia del nostro transito dalla sponda dell’infanzia: come ci predisponiamo all’attraversamento del fiume?


Che cosa dobbiamo attraversare? L’acqua. E' la parte più antica della storia della vita. La vita è nata nell’acqua, noi cresciamo nell’acqua. Infatti se vogliamo esprimere una cosa profonda la accompagniamo con lacrime di dolore o di gioia. Tutte le parti che compongono l’acqua sono in continuo movimento. Infatti quando inizia una vita nuova si battezza, cioè si immerge nell’acqua. Tutte le ritualità religiose usano l’acqua (nelle chiese cattoliche c’era l’acquasantiera). Anche gli arabi si purificano nelle fontane. Tutte le purificazioni passano attraverso l’acqua. Per cambiare stile di vita è necessario immergersi metaforicamente nell’acqua. Chi fa fatica a stare nell’acqua? Chi ha avuto una vita solida.


Nell’adolescenza si attraversa una fase della vita liquida che non ha consistenza e dove ci si appoggia? Un adolescente si deve appoggiare a se stesso se vuole sfidare la vita. Guai a trovare appoggi per gli adolescenti, se li devono trovare da soli. Stare in una società liquida vuol dire che ciò che prima era solido ora non c’è più pertanto occorre appoggiarsi a se stessi usando il codice analogico. Occorre nuotare con continuità. L’avverbio "ancora" per l’adolescente è d’obbligo. Un altro aspetto: deve nuotare contro corrente, l’adolescente deve andare contro l’imprinting che ha avuto. Deve trovare delle sue soluzioni personali creative. Ma incontra numerose insidie, spesso è stremato e si sente disperato. Dimostrerà apparente sicurezza ma è un modo per soverchiare la fatica, la desolazione. E’ un clandestino che è scappato da una terra e non sa dove andrà. E continuamente richiamato dalla "forza centripeta" della propria famiglia che lo fa tornare indietro. Il desiderio di passività è forte nell’adolescente e vorrebbe che gli altri fossero attivi verso di lui, in primis i genitori. Spesso scelgono la notte per appartarsi da una realtà stremante quale è quella del giorno. La forza centripeta può arrivare fino alla disperazione ed al suicidio. Il suicidio è espressione della forza centripeta, e di mancanza di accompagnamento dell’adolescenza.

Quando l'adolescente sente che non può tornare indietro, per non deludere i familiari preferisce morire. Se vuole andare avanti e non resiste più deve isolarsi con sostanze psicoattive o con il cibo, esso è un ottima dipendenza non rimproverata socialmente (è come una bocca che si attacca al seno). Un altra modalità e trovarsi delle persone di riferimento all’interno del mondo della musica e dello sport. 

L’adolescente è spesso con le cuffie, perché sente il bisogno di separarsi. La rottura dell’infanzia, la perdita dell’utero familiare impongono la traversata (si incontrano insidie ed aiuti). 

L’adolescenza è un meccanismo della vita anche se noi vorremmo che si chiudesse in un periodo. Non è vero. Si raggiunge una fase per poi attraversarne altre, sempre meglio gestite. Le fiabe sono il racconto delle traversate, delle transizioni. Siccome l’adolescenza non è un momento facile nascono in ogni cultura degli archetipi. Nella nostra cultura Ulisse è il personaggio affascinante. 

Chi ha avuto una buona esperienza infantile fa la traversata per prendersi la propria casa in maniera diversa. Questa è l’adultità: riprendersi la propria casa. Abramo esce dalla terra infantile e va. personaggio riconosciuto come padre comune delle tre religioni monoteiste, per raggiungere la sua terra è disponibile anche ad uccidere il figlio.

Un altro personaggio è Mosè. Un figlio allontanato dalla famiglia d’origine che si porta uno spirito inquieto ed attraversa il deserto, proprio come un adolescente. Il disagio è una spinta alla traversata, ci obliga a rimettere in movimento le parti  adolescenziali ed a rimuovere quelli infantili che hanno coperto il disagio.

La metastoria è il personaggio più adolescenziale che esiste perché ci spinge continuamente in avanti. Il mondo degli adulti è povero di risposte, la droga pertanto è un rito d’iniziazione rispetto al sociale; è inutile penalizzare gli spacciatori. Proibizionismo e cura servono a poco. Occorrono riti d’iniziazione dei giovani adolescenti.

Quali sono le fasi da attraversare per giungere all’adultità?

L’antropologo francese Van Ghenep scrisse "I riti di passaggio". Nelle società organiche l’adolescenza e il passaggio dall’infanzia all’adultità. Lo studio di queste modalità condusse Van Ghenet a definire le fasi di un rito di passaggio. La prima è la fase di separazione: chi deve diventare adulto si separa dal clan dal villaggio, separazione dalla sponda infantile dove si è cresciuti come infanti che in quella cultura non hanno diritto di parola. La seconda fase, la transizione cioè un periodo in cui gli adolescenti accompagnati da adulti della comunità di appartenenza devono manifestare le competenze acquisite che poi dimostreranno al villaggio al loro ritorno. Terza fase, la reintegrazione: l’adolescente che ha fatto la transizione si reintegra, ci ritorna da adulto nella sua comunità di appartenenza. Può parlare, ha i diritti degli adulti, si fa la sua capanna prende moglie.

Il rito come avviene? Qual è la struttura? Su quali piani si esprime?

La costruzione della casa adulta avviene dopo un terremoto, un fenomeno impetuoso. Fenomeni che non si possono prevedere o regolamentare. Se la famiglia ha costruito senza prevedere l’eruzione , non la accompagnerà, l’adolescenza scoppierà con una psicosi ed in altri modi imprevedibili. L’adolescente parte da un angolo alfa univoco, per crescere deve odiare l’univocità e diventare molteplice. Molteplicità significa molte pieghe, in adolescenza tra le pieghe ci sono molte cose tagliate, buchi nodi. L’adolescenza è l’occasione per prendere i nodi infantili elaborarli. La molteplicità aiuta a scoprire delle competenze e verificare che ce l’ha, lo deve scoprire lui stesso, l’adolescente. La sponda infantile è l’univocità, attraversando la molteplicità si arriva alla sponda adulta.

La struttura del rito. Come ci si mette in movimento. Per fare una dinamica (vedi la homelife)

Le fasi del terremoto come si susseguono:
Stato quiete, selezione del bisogno. Emergono bisogni forti impellenti. Questo bisogno determina la ricerca del come soddisfarlo. Nasce la rabbia per tutti quegli ambienti che non consentono di esprimere quel bisogno. Nell’ordinario non sono contemplate queste possibilità. La rabbia è cosi forte che posso autodistruggermi, si formano degli aborti o cadaveri adolescenziali. Transizione vuol dire riesco a guardare avanti rispetto alla sponda infantile. Qual è la caratteristica di una homelife di un adolescente: non riesce a fare festa perché non riesce a dare valore a ciò che fa, allora entra nel virtuale oppure riesce ad essere se stesso con i suoi pari di notte. Gli altri pensano che l’adolescente fa festa, invece bisognerebbe aiutarlo a fare festa per quel che ha fatto. L’adolescente ha anche un gran bisogno di stand by (es.: sta chiuso in camera, sta con persone che non lo contraddicono, scrive il suo diario, o ama la compagnia di un animale) gli accompagnatori che lo aiutano a riflettere sono molto importanti. L’adolescente vive un senso di colpa costante.

Noi adulti vorremmo accelerare il processo di crescita per diminuire la sofferenza dell’adolescente, ma questo impedisce uno sviluppo equilibrato.
 


La sera è stato bello alleggerire grazie allo spettacolo di Roberto Mercadini il poeta parlante che attraverso la sua visione ha deliziato con la sua poesia cultural...popolare!

L'intuizione di Martino di associarlo al corso sull'adolescenza è stata davvero una finezza che, ancora una volta ci ha fatto sentire ben accolti qui in Romagna!     

Tiziana Tommasi

giovedì 26 aprile 2012

Cesenatico (FC), mercoledì 25 aprile 2012. CORSO APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA. Prima giornata

Fondazione Nuova Specie ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono 




CORSO "APPROCCIO GLOBALE ALL'ADOLESCENZA"
ORGANIZZATA DALL'ALSA ROMAGNA.

PRIMO GIORNO.


L’inizio del corso è stato preceduto come ormai consuetudine dalla fase dell’accoglienza dei numerosi partecipanti provenienti da svariate regioni italiane, confluiti per questo che si configura come l’ultimo dei tre appuntamenti dell’"Aprile romagnolo".

Aprendo i lavori la presidentessa dell’Associazione alla Salute Romagna, Mariagrazia ha brevemente introdotto il corso; a ciò è seguita la proiezione del video realizzato in occasione del progetto Novazzano’, progetto ‘Oltre le Colonne d’Ercole’ della Fondazione Nuova Specie, tenutosi a Forlì per la cura delle cosiddette "psicosi".


Alcuni partecipanti alla Settimana intensiva appena conclusasi sono poi stati invitati dal Dr. Loiacono a presentarsi, commentando l’esperienza effettuata. In seguito, altri sono stati invitati a presentare le loro motivazioni rispetto alla partecipazione al corso.

In ultimo l’Associazione alla Salute Romagna ha omaggiato i presenti di un quaderno per gli appunti artigianalmente confezionato durante il progetto ‘Novazzano’.

La giornata di oggi, 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo, è stata innanzitutto l’occasione per riflettere sul significato delle feste istituzionali e sulla possibilità di trasformarle in qualcosa di più vicino alla nostra vita: a ben vedere  noi stessi abbiamo lasciato che i nostri ‘territori interiori’ fossero colonizzati e questo corso vuole essere proprio l’inizio di un processo di liberazione da ciò che ci tiene prigionieri.

L’adolescenza è infatti caratterizzata da una poderosa forza di liberazione che irrompe nella nostra vita riportandovi il senso del viaggio; l’adolescente  non si stanca mai, a costo di sfiancarsi, di sperimentare per transitare oltre una realta’ statica.

Ma cosa aspettarsi da questo corso?

Non certamente un corso nozionistico che identifichi l’adolescenza con una fase anagraficamente ben definita della nostra vita, bensì come un aiuto a riconoscere un meccanismo di transizione presente ad ogni età.


Per prima cosa sarà necessario quindi risvegliarsi dalla fase del sonno-sogno e rivolgerci coraggiosamente alla realtà, con un lavoro profondo  o ‘speleologico’ che ci riporti a visitare i cadaveri lasciati dalle nostre adolescenze non accompagnate. 

Vivere cioè il corso pronti alla ‘crisi’, a rompere con i vecchi equilibri, immergendoci in modo intensivo ed emotivo, con continuità, distinguendoci dalla propria storia, disposti ad attraversare lo sballo e la crisi d’astinenza che ne deriveranno.

Il Dr. Loiacono durante la mattinata di volta in volta richiede  l’intervento ed i commenti delle due vallette speciali del corso, Giovanna e Meris, scelte in virtù delle loro doti ed intuito particolari.


Dopo la pausa pranzo una dinamica con Ruggero  è spunto per  teorizzare, a partire dall’unità didattica dell’"Iceberg", sui  quattro livelli indispensabili per stare in salute e su quale sia l’origine delle cosiddette "psicosi".

Per la povertà nei livelli piu profondi (l’oscurità misteriosa o livello metastorico, quello delle emozioni o di ciò che di piu specifico si muove da noi e quello analogico, del corpo o relazionale), il cosiddetto psicotico si rinchiude nel codice simbolico, pur essendo questo soltanto l’8% emergente di ognuno di noi.

Tuttavia  con il passare del tempo, il caos dovuto alle mancanze nei livelli inferiori,  con la forza di  un drago, romperà la membrana etnoculturale di delimitazione ed irromperà con attacchi di panico, ansia ed ossessività arrivando poi a far ipotecare la stessa razionalità. Questo farà emergere quei sintomi riconosciuti dalla psichiatria come tipici di una ‘dementia precox’ o di una mente scissa (schizofrenia).

Per quanto difficile quindi la strada da percorrere è proprio quella proposta nel corso, cioè quella di togliere i veli alla realtà (aletheia) e cominciare con coraggio a sanare in profondita’ senza spaventarsi.

Quali saranno i livelli di sapere o strumenti di cui ci si avvarrà durante il corso?


Il primo, il livello razionale, la parola, espressione di un sapere profondo;  quindi quello relazionale o di membrana, che utilizzera’ metafore e sapere mitopoietico, il  piu’ antico di una collettività.

Poi quello emozionale derivato da ognuno di noi e dalle dinamiche metastoriche.

Infine il livello metastorico o ontologico o archetipico, esprimibile solo con poesie o ipotesi.

Queste poesie sono le sette corde della chitarra didattica globale, o 7 unità didattiche (Graal delle Profondità, la Piramide del Sarvas, la Homelife, il Quadrangolare, Il Crossingover, il Cummunitometro, l’Unità di Crisi) che rappresentano il torace ed il collo (tenuto conto dell’etimologia greca della parola ‘chitarra’) di un organismo la cui testa è costituita dall’Epistemologia Globale e dal Quadrimensionalismo ed i cui arti sono rappresentati dal Progetto Nuova Specie, arti che servono per tradurre in realtà la teoria per cambiare la vita e far nascere nel concreto qualcosa di inedito.

La prima metafora utilizzata nel corso è quella del fiume, dove l’adolescenza rappresenta il lasciare la sponda infantile per attraversare le acque ed arrivare ‘ad olos’ (adultità) cioè ad una maggiore interezza.

Ma  non si può parlare di adolescenza senza ricordare che per quanto in mutamento antropologico, siamo ancora tutti figli del villaggio mondo, etnocultura che faceva della staticità il proprio imprinting e pertanto negava la possibilità di una vera transizione.
Siamo quindi tutti orfani di una vera adolescenza e come Giano Bifronte ("ianua" = porta) siamo sottoposti alla forza centripeta che ci riporta nei nostri vecchi tagli e lacune, riempite di specificita’ altrui.


Ma lo star male, il disagio appunto, oltre all’attrazione stessa verso l’adultità spingeranno nella direzione centrifuga, cioe’ quella della transizione, e la faccia di Giano tenderà a rivolgersi in avanti tanto più quanto più si sapranno utilizzare  le sette corde della chitarra didattica globale, senza cedere alla nostalgia.

Ma come avverra’ questa traversata? Quali le fasi, le insidie ed i pericoli? Con questi interrogativi ci lasciamo, ormai giunta sera, predisponendoci all’ottima cena ed ahimè troppo abbondante.

Dopo cena, una buona parte del gruppo ha condiviso un momento di leggerezza regalatoci da Rachele.

Grazie ai pali presenti appena fuori dall’albergo Rachele ci ha coinvolto in una performance di Pole Dance da lei magistralmente eseguita con ironia e sensualità. Tanti sono stati gli aspiranti ballerini: Mariano, Gioele, Cristian, Monica, Meris e Giovanna.

E dato che siamo in Romagna e lo spirito di intraprendenza non manca siamo anche riusciti a raccogliere una buona e spontanea cifra da devolvere alla Fondazione Nuova Specie.

Paola e Marta

mercoledì 25 aprile 2012

Villamarina di Cesenatico (FC), domenica 22 aprile 2012. III SETTIMANA INTENSIVA IN ROMAGNA. Quinto ed ultimo giorno.

Fondazione Nuova Specie ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono
 




III SETTIMANA INTENSIVA
ORGANIZZATA DALL'ALSA ROMAGNA.

QUINTO GIORNO:
Giornata dei bilanci.




Ok ci siamo, tocca a me preparare il post per l’ultimo giorno della Settimana intensiva, il giorno dedicato al bilancio.


Il bilancio è composto dal Conto economico e dallo Stato patrimoniale e la caratteristica principale del bilancio è che deve sempre quadrare.  E se i numeri non quadrano beh, ci vuole poco a sistemarli… aggiungo un po’ in una colonna…  tolgo un po’ in un’altra e voilà il bilancio è quadrato e la quadratura porta sempre i totali a zero.
 
Un dubbio… forse non è di questo tipo di bilancio di cui ho da parlare, da scrivere.

I bilanci che abbiamo condiviso oggi non portano i totali a zero (quasi scrivevo non portano mai i totali a zero… ah Mariano Mariano, già ho usato due volte il sempre e quasi ci scappava anche il mai, e tutto questo già nelle prime righe).



I bilanci che abbiamo condiviso ci hanno coinvolto ancora una volta (… uhahu ho usato “ancora”), dandoci l’opportunità e la possibilità di rianalizzare/ricomunicare/riimmergere, nell’ottica di quel “nuovo punto di vista” che comincia ad essere conosciuto ed abituale eppur ancora ed ogni volta una scoperta, una novità.
 
Ed così ognuno dei partecipanti ha “messo in colonna” la sua esperienza qui vissuta e condivisa e con l’aiuto e la supervisione del Dr. Loiacono (notare come qui sono più formale e non ho scritto… “Mariano”) ha fatto la somma portandosi a casa il nuovo conto fatto di “numeri” in continuo movimento e trasformazione.


 
E cosa dire a parole. E’ difficile mettere sulla carta tutto ciò che anche oggi è successo (… e … e questo  lo dico sottovoce: anche perché mi è stato chiesto di preparare il post verso la fine della giornata e quindi non avevo preso appunti… gli ultimi bilanci sono stati quelli di due osservatori che sono stati con noi da venerdì pomeriggio).
 


Graziano (“… accendiamo tutti i nostri accendini per illuminare .. fare più luce possibile .. per uscire da queste situazioni di disagio …”) che ha condiviso con noi il ricordo dei suoi sogni giovanili di un Mondo nuovo, sogni poi dimenticati/persi/disillusi e che ora invece, dopo aver  vissuto questi pur pochi giorni con il gruppo, esprime la sua scoperta che quei sogni ancora non sono  dimenticati/persi/disillusi, bensì sono tornati prepotentemente, in modo profondo e realistico, perché la possibilità di un Mondo nuovo può esserci davvero.




Antonella (“… se sei convinta, non c’è la paura”) che ha espresso la sua grande gratitudine perché condividendo le esperienze con il gruppo ha “tagliato via la testa”, il simbolico, il razionale, permettendosi di immergersi negli altri codici più profondi. (Qualcuno avrà notato che ho cominciato a riportare in modo testuale alcune parole … ebbene sì, a questo punto mi è stato detto del Post e ho memorizzato qualcosa … ehehehe!!!).
 
Ha poi preso ancora una volta la parola Mariano, pardon… il Dr. Loiacono che, riferendosi all’intervento di Graziano e di Antonella ha sottolineato come “le strade sono diverse ma confrontandosi queste strade possono unirsi”, chiudendo praticamente la settimana intensiva.
 


Dopo alcune parole di Dario che ha messo in evidenza come lo stress e la tensione che erano stati predominanti nella preparazione e organizzazione della prima Settimana intensiva lo scorso anno, si sono ora trasformati, giunti alla terza esperienza, in coesione/crescita/scambio per i componenti di tutto lo staff organizzativo e questo ha permesso fin da ora e lo permetterà ancor di più per il futuro di avere una visione allargata (verso l’esterno, il territorio, le istituzioni) dell’evento, proponendo quello che potrà essere chiamato un “Aprile Romagnolo”, una serie di appuntamenti  e iniziative che saranno una costante primaverile per l’Associazione alla Salute Romagna.
 
Si chiude la giornata e la Settimana intensiva con una improvvisazione musicale, delicata/intensa/dolce al flauto traverso eseguita da Serena.
 

 
Ah … un’ultima cosa … di bilanci, quelli di cui ho parlato all’inizio, ne ho visti e analizzati tanti e già non ne avevo ancora (notate come non ho usato il mai) trovato uno che faceva andare oltre il codice simbolico ma, addirittura alla fine chiudere tutta una serie di bilanci con una improvvisazione musicale al flauto… mah … forse ha ragione Graziano, un mondo nuovo non solo può essere possibile,  potrebbe essere già iniziato.
 
Grazie.
Primo