
AD ORDONA, UN' ESPERIENZA
INNOVATIVA NEL MONDO
DELLA SCUOLA:
VERSO UN APPROCCIO
PEDAGOGICO-EVOLUTIVO GLOBALE...
Venerdì 17 il
“Punto di Ascolto”, che normalmente si svolge nell’
Istituto comprensivo “Don Bosco” di Ordona, si è spostato nel Centro Anziani del piccolo Comune in provincia di Foggia; lo ha fatto con un
incontro di bilancio e di festa rispetto all’evoluzione che tale progetto ha avuto dal suo esordio tre anni fa sino ad oggi, nonché di riflessione su come si possa indirizzare il prosieguo delle attività per far crescere ulteriormente l’
intreccio tra istituzione scolastica e Metodo alla Salute; l’evento è stato arricchito dalla
presenza dell’ideatore di questo, il
Dr. Mariano Loiacono.
I
responsabili del progetto, l’insegnante
Sabrina Cela e il
Dr. Gianni Chiariello, neuropsichiatra infantile,
hanno brevemente ripercorso la storia degli anni passati, spiegando ai presenti come quest’anno si sia avuta di fatto un’apertura degli incontri, originariamente rivolti ad
alunni, genitori e docenti, alla
realtà sociale del paese in senso più ampio: di fatto, chi ha tratto beneficio dalla frequentazione degli incontri pomeridiani negli anni passati, ha sentito di
condividere questa opportunità anche con persone vicine. E’ stato questo il caso di
Maria, madre di quattro figli: invitata alla partecipazione dagli insegnanti per la vivacità del suo secondogenito, è stata presente a tutti gli incontri svoltisi nei tre anni, trovando la
possibilità di alleggerire se stessa rispetto ai pesi che comportano gli impegni famigliari e professionali, ma anche
di elaborare attraverso un nuovo punto di vista il suo rapporto con il figlio maggiore, adolescente; la modalità differente di approccio al disagio anche asintomatico caratteristica del Metodo alla Salute le è parsa quindi una valida risorsa, da offrire anche ad altri, motivo per cui ha invitato anche
Ilaria a partecipare agli incontri, una bella ragazza di ventiquattro anni il cui malessere è esploso con una forza a lungo compressa dopo la morte di suo padre.
Il valore del “Punto di Ascolto” è quindi andato oltre la prevenzione, l’intercettazione del disagio tra i banchi di scuola, uscendo dall’istituto a percorrere le strade di Ordona, infittendo e
facendo crescere la rete sociale, così come una buona pratica in un piccolo centro può fare. Non a caso l’
Assessore ai Servizi Sociali Maria Grazia Cericola ha offerto a Sabrina la possibilità di
proseguire l’esperienza nei mesi estivi all’interno del Centro Anziani del Comune, che intende aprirsi al territorio come centro sociale e di socialità.
L’
intervento del Dr. Loiacono ha sottolineato come
il primo vero punto di ascolto, da cui tutto questo percorso ha tratto origine, sia stato
l’ascolto che qualche anno fa Sabrina ha saputo avere nei confronti di se stessa: affidandosi nel dare valore, pur nelle difficoltà e paure come accade ad ognuno, a una sua fase di disagio, ha saputo trasformarla in occasione per apportare un cambiamento in senso costruttivo alla sua storia all’epoca ferma, chiusa in se stessa.
Senza questa partenza da un vissuto individuale non si sarebbe costruito nulla di così profondo. Come nella formazione a V che assumono gli uccelli migratori, la cosiddetta Treccia di Berenice, in cui chi vola davanti investe tantissima energia ma agevola gli altri con lo spostamento d’aria che produce, e che per essere efficace richiede un’alternanza continua, dopo una
forte spinta iniziale pressoché solitaria
di Sabrina a questo progetto si è avuto quest’anno il
coinvolgimento più diretto e attivo di suo marito Francesco De Gregorio, che ha saputo cogliere e far crescere il valore che per il suo paese ha avuto e può avere l’infittirsi di una rete sociale reale di condivisione.
Ma come accade per ogni fenomeno vivo, anche nel caso del “Punto di ascolto” partito dalla Don Bosco di Ordona
la storia non dovrebbe confinarsi in un cerchio sempre uguale a se stesso, per quanto buono,
bensì evolvere con movimento a spirale. Per questo il Dr Loiacono ha voluto tracciare, insieme ai presenti, le direttive per l’
ulteriore sviluppo e salto di livello di questo innovativo
approccio pedagogico-evolutivo globale, invitando i promotori a riposare e riflettere nel periodo estivo, per poi dare origine a un
protocollo di intesa che coinvolga anche gli insegnanti che in altri comuni ed in altre regioni portano avanti attività legate al Metodo alla Salute,
professori universitari di pedagogia, psicologi, medici, sociologi, in pratica le varie professionalità che nelle diverse zone di Italia sentano di avere in comune un
punto di vista globale sul disagio e sull’approccio necessario per
intervenire in senso preventivo e riabilitativo, in una società sempre più in crisi in cui, come sottolineava Francesco, l’essere umano non si sente più nutrito e mostra chiaramente di essere alla ricerca di qualcosa che non riesce a trovare.
È il momento di sognare, di osare, di provare a trasformare il “Punto di Ascolto” di Ordona in un laboratorio che fa cultura, approfittando delle caratteristiche di un comune di dimensioni ridotte a tradizione contadina, che fanno dell’intero paese un laboratorio antropologico, facilitando la valutazione dei risultati ottenuti. Per far questo in modo concreto e rendere misurabili e replicabili i risultati,
è necessario far crescere di pari passo l’ambito della documentazione: il tanto materiale sin qui raccolto e quello che si produrrà in futuro, oltre ad essere archiviato andrebbe infatti organizzato secondo griglie interpretative interne al Metodo alla Salute, ad esempio attraverso le unità didattiche; si potrebbe così valutare quali note dell’Home Life il fenomeno vivo (alunno, docente, realtà sociale del paese) esprime all’inizio, durante e al termine di un percorso.
Difatti è solo la replicabilità di una conoscenza a introdurre un cambiamento reale a livello sociale.
Essendo giunto il momento di far crescere una metodologia ancora parziale, proprio relativamente allo sviluppo di griglie di riferimento che facilitino l’analisi dei risultati ottenuti nei vari ambiti di intervento del Metodo alla Salute,
il Dr Loiacono si propone per coordinare, il 22 e 23 agosto p.v., un gruppo di lavoro che stili delle linee guida in tal senso.
L’importanza di questo salto di qualità (che comunque richiede un grande dispendio energetico e di tempo, per cui Francesco ha esortato chiunque interessato a rendersi presente)
è stata ribadita sia dall’insegnante Mirella Di Trani che dalla pediatra Paola Francesca Faldoni, rappresentanti di due mondi, quello pedagogico e quello clinico, che come ha sottolineato il Dr Loiacono stanno andando sempre più a confluire attraverso la pedagogia clinica.
Anche in questo incontro ad Ordona
non sono mancate le dinamiche con cui il Dr Loiacono sa arricchire con maestria i momenti teorici, dalle interazioni con i bambini presenti e con la mascotte Giuseppina, a quella finale con una “Barbie di plastica” dei nostri tempi, una giovane purtroppo giunta molto lontana dalle sue profondità. Proprio con una riflessione sull’
importanza di vivere un continuo intreccio tra prassi e teoria, mettendo insieme in un viaggio di crescita l’albero della vita e l’albero della conoscenza, Sabrina ha chiuso la serata, lasciandoci all’ottimo buffet preparato dalle donne di Ordona.
Proprio
a Sabrina, mia amica e compagna di viaggio, voglio dedicare le ultime righe di questo resoconto: se ripenso ai giorni del 2004 in cui ci siamo conosciute e osservo la strada percorsa sin qui, mi rendo conto che i risultati di oggi, sia sul piano personale che su quello professionale, non erano allora immaginabili. Per questo,
col cuore, la esorto a sognare e osare ancora, con l’onestà e la semplicità che la caratterizza.Ammiro tantissimo, Sabrina, la coraggiosa determinazione con cui hai saputo affrontare le difficoltà di approccio alla mentalità univoca dell’istituzione e del piccolo centro, sapendo conciliare la sperimentazione con il rispetto di ciò che già c’era, chiedendo aiuto quando ti sentivi in un’impresa troppo audace, affidandoti anche ad occhi che per vari motivi restavano esterni al progetto, come i miei.
Sento che anche tu ora puoi fare un passo avanti salendo di livello, riconoscendo il tuo valore a prescindere dagli altri, dall’esterno e dai suoi limiti, piuttosto
maturando un rapporto paritario, di uguali nella diversità, con le persone che oggi ti affiancano (penso a Francesco e Mirella) e che sono la prima discendenza cui hai dato vita in questo progetto.
Con stima, vicinanza e tanto bene,
Avanti Tutta!Dr.ssa Serena Fulgenzi