sabato 23 gennaio 2010

"Incontri di 'parresia': Dicimmo 'a verità", al CMS di Foggia.


Il 27 gennaio 2010, alle ore 16, si terrà il secondo incontro sul tema "Dicimmo 'a verità".
Si tratta di confronti nati all'interno del
Centro di Medicina Sociale di Foggia per "facilitare" le relazioni.

Spesso ci troviamo a vivere relazioni superficiali con noi stessi, all'interno della coppia, del gruppo familiare, di amici, dei colleghi e così via semplicemente perché non siamo in grado di dirci chiaramente quello che pensiamo e che veramente vorremmo dire. Queste verità non dette apparentemente evitano il sorgere di conflitti, in realtà stanno lì dentro di noi, si sommano, crescono, si ingigantiscono, ci bloccano e, in molti casi, quando non se ne può più, possono esplodere anche violentemente. Diventiamo così bravi a non dire la verità che anche nel rapporto con noi stessi siamo portati ad eliminare proprio quelle parti di noi che ci possono far cadere in crisi.

Il modello dominante, infatti, fin da piccoli ci abitua ad escludere il negativo e tutto ciò che è diverso, ma questa operazione di taglio spesso ci priva del piacere di scambiare con persone che, proprio in quanto diverse da noi, potrebbero arricchirci.

Gli incontri, in realtà, nascono con il "Dicitencello a 'sta cumpagna vostra", riprendendo una canzona napoletana il cui testo - per orecchie attente ed allenate a cogliere elementi utili a comprendere il funzionamento della Vita - contiene la descrizione dei meccanismi che caratterizzano la maggior parte delle relazioni e che impediscono lo sgorgare di energie positive. Ma può una canzone dare degli insegnamenti per la Vita?

Il
Dr. Mariano Loiacono, attraverso gli strumenti dell'Epistemologia Globale da lui elaborata, ci ha permesso di leggere in maniera più profonda anche il testo di questa canzone e di capire come i "meccanismi psicotici" presenti in ciascuno di noi ci portano a vivere bene finché i legami vanno bene, ma possono farci diventare distruttivi quando gli stessi legami non vanno più bene ed alziamo tutti i nostri meccanismi di "difesa-resistenza", come la rimozione, la negazione, il transfert, la sublimazione o la razionalizzazione.

Qual è allora il passaggio da attraversare per far sì che la nostra crescita sia reale e non solo anagrafica? Esplicitare i bisogni reali ed imparare a dire e a vivere il negativo per non rimanere nelle nostre ristrette ottiche ingabbiate! In questo senso parliamo anche di "incontri di parresìa", termine che viene dal greco e significa proprio "dire tutto" ciò che ci passa per la mente, sapendo anche aspettare il momento opportuno.

Sembra facile, ma quanti di noi riescono davvero a farlo?
Se volete, lasciateci una testimonianza di come vivete nella vostra quotidiana il "dirsi la verità" e ricordate che:
"La verità ci rende liberi, tutto il resto ci imprigiona" (Mariano Loiacono).

Dott.ssa Gabriella Napolitano
vicepresidente Associazione Alla Salute - Foggia


16 commenti:

  1. E' davvero un post molto bello.
    Complimenti Gabry.
    L'ho letto ieri dopo il sabato di Maria e mi è piaciuto tanto.
    Stamattina ho avuto un incontro che mi ha portato a fare alcune riflessioni e arrivato a casa ho voluto rileggere il tuo post e ho trovato quel che già sapevo esserci.
    Hai dato corpo a quello che ho sentito e le tue parole m'hanno aiutato a esprimerlo pienamente.

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  2. Il tema è interessante e attuale.
    Ma in pratica cosa fate e come si svolge l'incontro?
    Mi fa piacere che la vostra realtà è in movimento e si interroga per crescere.
    Vi seguo con simpatia
    Stefano

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  3. Il post l'ho trovato interessante perché mi trovo anch'io a subire queste situazioni di "omertà" sia a casa che nell'ambiente di lavoro e pure in Chiesa.
    Qualche volta ci ho provato ma è difficile proprio perché non siamo abituati a questo e non lo vediamo fare dagli altri.
    Mi piacerebbe abitare vicino e venire a qualche vostro incontro.
    Vorrei chiedere a Gabriella se non vi facilita il fatto che state al Sud e siete più facili agli scambi.

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  4. In tutti gli ambiti (casa, chiesa, lavoro) puoi trovare situazioni di "omertà" e però sta poi a te scegliere se muoverti o se restare fermo perché magari in fondo ti stanno bene, anche se poi le trovi ingiuste e pesanti.
    Le situazioni di "omertà" possono anche partire da noi stessi e non venire necessariamente dall'esterno, e possono essere il frutto di quello che abbiamo respirato da piccoli e che ci hanno tramesso in eredità.
    Essere figli del Sud non comporta necessariamente essere aperti agli scambi.
    Questa è una cosa che, se la vuoi davvero, la conquisti giorno dopo giorno a prescindere dalla posizione geografica.
    Ci sono molte occasioni per venire ai nostri incontri e ce ne sono molti anche al Centro e al Nord e quindi più vicini a te.
    Puoi consultare il sito e partecipare.

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  5. Se può interessare, ci sono "Associazioni Alla Salute" attive anche in Romagna (zona Rimini/Cesena) e in Veneto (Romano D'Ezzelino,VI).

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  6. Caro Giuseppe,lo so come dite voi che il disagio è diffuso ma da noi in Emilia e Romagna le cose stanno un tantino avanti e giorno dopo giorno vedo che stiamo andando male in casa e fuori.
    Da quello che ho capito la vostra esperienza è molto interessante e dura da molti anni. Rimango dell'idea, comunque, che al Sud queste cose sono più facili da fare.
    Ma il dr. Loiacono lavora ancora, lo si può imcontrare?

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  7. Grazie, per le indicazioni. Comunque, complimenti per il Blog e per tutto il lavoro che fate anche per chi, come me, non vi conosce di persona.
    Buona giornata

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  8. Stiamo organizzando per la venuta del dr. Loiacono a Bergamo nel mese di marzo e sono davvero curiosa di conoscere di persona l'ideatore di questa coraggiosa alternativa a psicofarmaci e psicoterapie. Qui, come associazione di familiari di malati mentali siamo un po' perplessi. Ci stimola sapere, però, che da 34 anni questa esperienza è portata avanti da operatori, utenti, familiari e volontari. Chissà se qualcosa del genere potrà nascere anche da noi dove opera ancora don Giuliano che tanto ci ha parlato del dr. Loiacono.
    Continuate in questa attività benemerita e spero davvero di conoscervi prima o dopo con mio figlio che ancora non è convinto.

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  9. A me il dr. Loiacono pare un ciarlatano escluso dalla comunità scientifica. Che razza di psichiatra è se non usa psicofarmaci e non fa diagnosi. Allora tutti possono essere psichiatri, a questo punto. Questa mi sembra pura follia... e forse lo è mpure lui.
    Anche voi, incompetenti della materia, mi sembrate esaltati di una esperienza che non ha nessuna pubblicazione scientifica. Fate parresia tra di voi, altro che pensare ad altri problemi di poco conto.
    Spero proprio che si faccia chiarezza in questa esperienza confusa e ascientifica.

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  10. Caro anonimo psichiatrico, ti voglio confortare con una buona notizia che sono sicuro ti farà piacere. Il direttore sanitario dell'Azienda a cui appartiene il Centro non vuole firmare la delibera per l'assunzione per un anno del dr. Chiariello e il dr. Loiacono da cinque mesi opera da solo. Il motivo è che il metodo non è ancora validato. In più il Rettore dell'Università di Foggia ha chiesto di sloggiare il centro entro giugno. Come vedi, il tuo desiderio di far scomparire 34 anni di esperienza del metodo alla salute sta per realizzarsi. Penso però che costoro hanno fatto i conti senza l'oste e senza rendersi conto del vespaio di proteste che susciteranno. Se vuoi, ti aggiorneremo in diretta dell'esito del tuo desiderio.
    Non approvo, però, che rimani anonimo.
    Spero che tu stanotte dorma tranquillo e serenase.

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  11. Ciao ragazzi, sono da poco tornato da lavoro e mi sono collegato ora.
    Caro anonimo scientifico, a pensarci bene potresti avere ragione. Magari è davvero un ciarlatano o piuttosto uno stregone oppure un mago-pancione, anche se di pancia non mi pare ne abbia tanta.
    Però per scoprire quale sia la verità dovresti prima conoscerci meglio, non ti pare?
    E dopo, sai quante critiche in più potrai fare?
    Vieni a trovarci qualche volta.

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  12. Karissimi....oggi pomeriggio ho visto x kaso in tv alla "vita in diretta"una signora ke intervistata ha menzionato il centro di alkolologia di foggia e 1 "metodo" ke ha permesso a lei e alla sua famiglia di affrontare e risolvere problemi legati anke alla dipendenza da sostanze.......
    Ma è stato grande il mio stupore,kuando la suddetta ha fatto il nome del mediko ke adotta kuel metodo....nn era Loiakono!!
    NN rikordo bene ma kredo ke abbia detto antolini o kualkosa del genere.
    Faccio un grosso augurio a tutti kuelli ke faranno parresia.........mando un grosso abbraccio agli amministratori del blog e a Cindy partikolarmente kaloroso <3


    Buona Vita!!!
    mimmo

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  13. Dire la verità ci rende liberi! Ma da chi e da che cosa?
    Forse solo da alcune senzazioni, problemi e sentimenti, ma quante altre conseguenze derivano dallo"sparare" in faccia la verità a tutti?
    Molte volte siamo costretti a trattenerci perchè siamo convinti che la "nostra verità" possa fare troppo male a chi la riceve; pensiamo che lasciare le cose così come stanno possa essere sintomo di pazienza e comprensione da parte nostra.
    La "nostra verità" alle volte deriva da un giudizio che diamo su una persona e su di un comportamento.
    allora abbiamo due alternative: sparare in faccia la nostra verità o imparare a guardare quella persona o quel comportamento con occhi diversi, cercando di comprendere e di capire perchè una persona si comporta in un certo modo.
    Anche io sono una grande sostenitrice della verità, ma mi rendo conto che molte volte scelgo di non dirla, perchè ho paura di ferire o di essere ferita dall'allontanamento della persona che la riceve.
    Loredana

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  14. Cara Loredana,
    dire la “nostra verità” su noi stessi ci rende liberi dalle catene che da soli ci mettiamo.
    E possono essere catene forgiate da noi o magari ereditate o anche avute in “dono”.
    Dire la “nostra verità” su quello che noi sentiamo e proviamo, sulle nostre emozioni, sul nostro vissuto e la nostra storia non credo possa fare male ad altri, se davvero ci vogliono bene per quello che solo noi siamo, ma può fare molto bene a noi stessi perché ci toglie un pesante fardello che altrimenti continueremmo a portarci sulle spalle.
    Sta poi alla persona alla quale diciamo la “nostra verità” cogliere il valore del dono che le stiamo facendo e accogliere quelle nostre parti che non ha o non vede, o che magari rifiuta.
    Se si allontana da noi, se si chiude all’ascolto e allo scambio vero e la perdiamo, allora vuol dire che non era veramente interessata ad intrecciare con noi, e quindi perdiamo davvero molto poco.

    Dire la “nostra verità” sugli altri è cosa un po’ più difficile perché prima bisogna conoscere.
    Per conoscere e arrivare a dire la “nostra verità“ sugli altri dobbiamo sporcarci le mani con loro e poi, forse, potremmo dire qualcosa che non sia un giudizio o un pregiudizio.
    Se facciamo questo, allora le critiche diventano il dono più prezioso e non avrai paura di ferire o di essere ferita.

    Altrimenti, è un po’ come quelli che esprimono critiche su Mariano, sul Metodo, sul Centro e su noi tutti, ma poi di fatto né ci conoscono, né hanno avuto o hanno alcun interesse a conoscerci.
    Al massimo ci hanno un po’ osservato da lontano avendo però cura di mantenere la distanza.
    Dietro le critiche che poggiano solo su impressioni, sensazioni, intuizioni o altre cosette così, c’è ben poco se non nodi e debiti propri che ancora non si ha il coraggio di affrontare.

    “Verità” e “Conoscenza” devono andare di pari passo: senza l’una non c’è l’altra.

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  15. E' una cosa bellissima e se potessi capirci qualcosa di più visto che non posso venire a Foggia e che a Salerno non ci sono gruppi, vorrei seguire tramite il blog per cambiare e far cambiare anche gli altri. Qualcuno mi può aiutare? Grazie mille!

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