sabato 30 maggio 2015

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte"(FG), 12-17 Maggio 2015.SETTIMANA INTENSIVA DI MAGGIO.




FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia





RESOCONTO DELLA SETTIMANA INTENSIVA DI MAGGIO 2015.




La settimana intensiva, che si è svolta al Centro di Medicina sociale dell’ospedale d’Avanzo di Foggia, rinominata “Fuck you, Mama”, è stata un grande rito di liberazione ed iniziazione collettivo. 
E’ emerso sin dalle prime battute, il bisogno da parte di ogni partecipante di ricontattare le emozioni primordiali non vissute nella quotidianità, deluse già a partire nella nostra nascita e represse nella nostra crescita.

festa della Semina 2014

In un deserto senza vita in cui spesso ci muoviamo, approdare all’oasi del Metodo alla salute è un motivo per abbeverarsi e rigenerarsi, in cui ritrovare fiducia nel prossimo e in noi stessi, felicità e tristezza nei volti delle persone che condividono il nostro stesso viaggio, in un contesto trasudante umanità, sacralità e rispetto reciproco.
Abbiamo vissuto, durante questa settimana intensiva, emozioni profonde, partecipando a dinamiche di vita vera, vissuta; condividendo e scambiando parti di noi stessi, problemi e soluzioni. 

Siamo partiti dal vissuto, dalla pratica o Prassi, per poi approdare alla Teoria, al fondo comune nel quale ci riconosciamo tutti come parte di un Unico. 

Si sono alternate molte dinamiche in questa settimana, che hanno dato modo di esprimere disagi e modi di vivere che ci hanno condizionato la vita fino ad oggi. 
E’ emersa chiaramente la rabbia verso le madri depresse e oppressive, e con il grido di vaf* mamma, si è sciolto un nodo che per tanto tempo ci stringeva la gola e non ci ha ancora permesso di avvicinarci alla figura materna in un modo vitale e creativo. 



Il rapporto tra madre e figlio è il primo rapporto che abbiamo, volenti o nolenti, con un’altra persona oltre noi. 
E’ un rapporto che nasce simbiotico, peggiorando sempre di più nel tempo se non si hanno strumenti adeguati per vederne i meccanismi e poi superarli.
 Spesso è un rapporto di odio/amore, attaccamento/repulsione, male definito nei suoi limiti. 
Come si può odiare chi ti ha donato la vita? 
Come si può respingere una creatura che tu stesso hai contribuito a creare? 
Eppure questo capita, e non in pochi casi. 

L’incapacità di accettare questo dualismo nel rapporto madre-figlio, spesso genera da entrambe le parti sensi di colpa, frustrazioni e rapporti distorti e confusi con noi stessi e con gli altri. 

E’ importante sfogare le cose che ci fanno star male (e troppo spesso non dette per paura di ferire o di perdere la controparte), cacciare un bel VAF* senza nascondersi dietro l’italico proverbio:

La mamma è sempre la mamma”. 

Sicuramente lo è, e aggiungeremmo purtroppo, a volte! 
Bisogna riuscire a separare il bene che una madre rappresenta, dai suoi meccanismi di possesso e di morte. 

Dall’altra parte, quando inaspettatamente arriva una gravidanza, spesso nelle madri si innesca una grande paura, tale da non riuscire ad accettare il proprio figlio, pensando anche all’aborto. 
Il senso di colpa e la solitudine è molto forte e viene trasmessa alla propria prole. 
Questo meccanismo è emerso in maniera molto forte, quando un bambino mostrava segni di indifferenza verso la madre e verso chi cercava di comunicare con lui. I conduttori, accortisi di questo atteggiamento, hanno spinto il bambino verso la madre, mettendo in risalto quanto anche lei stessa non desiderasse, esprimendolo con il corpo, il contatto con il proprio figlio. 
Il contatto di una madre e di un figlio è qualcosa di talmente naturale, genuino, desiderato, ma spesso dimenticato e a volte anche limitato, o visto male, nella vita quotidiana. E’ stato un momento intenso, in cui un po’ tutti si sono sentiti di nuovo bambini e madri allo stesso tempo. 

"Il Femminile di Nuova Specie". - di Michela Garbati

 La mamma rappresentava la Madre Terra che cerca di abbracciarci, di dirci che tutto va bene, che la vita forse non è poi così complicata, e noi siamo tutti un po’ come quel bambino, che vogliamo rifuggire da questa verità così semplice, ma che alla fine accettiamo, lasciandoci andare al suo dolce abbraccio.

Lo stesso desiderio di accoglienza verso la figura materna, è uscito verso la figura paterna
Molte dinamiche hanno attivato e nutrito questi bisogni, anche in situazioni di figli e padri adulti. Partendo dalla delusione e dal mancato soddisfacimento di questi bisogni, si scatena una forte rabbia, soprattutto dai figli verso i propri padri, e viceversa, con soluzioni molto difficili da riconoscere. 
La rabbia, questo veleno che intossica animo, corpo e pensieri, si insinua nella persona e lì vi rimane, la modifica dall’interno, ne determina scelte e strade di vita. 
Bisogna sfogarla, sputarla fuori il più presto possibile, altrimenti si autoalimenta, si ingrandisce a dismisura. 
Le dinamiche che si sono sviluppate durante la settimana, grazie alla capacità dei conduttori, hanno permesso ai figli rabbiosi di reagire, di abbandonare le parti paterne oppressive e di buttare fuori una negatività repressa da una vita. 
In questo modo l’individuo inizia a purificarsi e riavvicinarsi alla figura paterna in maniera più leggera e creativa.
I genitori spesso sono così protettivi da non permettere ai propri figli di viversi esperienze di crescita anche nelle difficoltà, negli sbagli e nel dolore, sia nella positività come nella negatività.

Lo vediamo in natura quando un albero fa cadere i semi sotto la sua chioma, proteggendoli dalle intemperie, ma la sua ombra ostacola il loro sviluppo, causandone quasi sempre la morte nei primi anni di vita.



Nel crearsi della coppia, sia la figura paterna che quella materna sono così incarnate, molte volte in maniera inconsapevole e distorta, che le aspettative di un partner verso l’altro spesso sono la proiezione del bisogno e del desiderio di essere visti e riconosciuti dai propri genitori. 

Un rapporto di coppia diventa spesso una soluzione, un tentativo di soddisfare questi bisogni profondi, creando spesso rapporti simbiotici in cui ognuno svende se stesso, perdendo parti della propria identità.

Durante lo svolgersi di una dinamica tra marito e moglie, è emerso questo meccanismo in modo chiaro. 
Liberati ognuno dalla propria responsabilità con parti genitoriali acquisite e impresse, sono riusciti a vedere il proprio rapporto di coppia con maggiore lucidità e serenità, in cui anche un distacco non è visto come negativo, ma positivo per la crescita di ognuno nella sua specificità.

Ogni evento, ogni dinamica ha bisogno, per essere sanata e capita, di una Teoria di fondo, che riesca prima di tutto a far vedere da dove nascono certi meccanismi distruttivi, di allontanamento dalla vita e da se stessi, e poi di riportare tutte le storie a riconoscersi e a ritrovarsi in un fondo comune. 


E’ emerso dalla settimana l’importanza di acquisire gli strumenti per fare una teoria partendo dalla propria vita e dalle proprie esperienze, in modo da non perdersi o fermarsi in soluzioni già viste e povere. 

Partecipare a una settimana intensiva dà la sensazione di essere presenti allo svolgimento di rituali arcaici che ci appartengono nel profondo ma che abbiamo dimenticato nel corso della storia e della nostra in-voluzione umana continua. 

Molte dinamiche ci hanno ricordato i riti purificatori della taranta, in cui le donne dei paesi del sud, a ritmo di musica, ballando e urlando, scacciavano simbolicamente il veleno della tarantola dai loro corpi, unico modo socialmente accettato per queste donne di esprimere un malessere psicologico all’interno del loro ambiente sociale. 


Come la storia di G., logorata dall’interno che aveva bisogno di tirare fuori "il veleno" per essere finalmente libera. Il gruppo presente faceva da utero, da tribù, da famiglia, pronto ad accogliere il suo malessere in modo che si liberasse e poco a poco si ridimensionasse, perché sgonfiato dal suo potere distruttivo. 

L’energia vitale scaturita da questa settimana, non si ritrova assolutamente nella nostra quotidianità, ma nel nostro animo, nel profondo di noi stessi, dove sentiamo che è quello che realmente siamo,  
che la vita è. 
Dobbiamo solo ritornare a ricordare, a risvegliarci dal lungo sonno in cui ci siamo addentrati, per ritornare finalmente alla nostra interezza, alla nostra umanità.




Isaia, Alberto, Diego e Giacomo.

lunedì 25 maggio 2015

Ancona, lunedì 25 maggio 2015. COMUNICATO STAMPA DELL'ASS.NE ALLA SALUTE ONLUS MARCHE.

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COMUNICATO STAMPA
DEL 25 MAGGIO 2015

UN POMERIGGIO
LETTERARIO GLOBALE
PER USCIRE 
DALL’ORDINARIO
E APPRODARE
ALL’OLIMPO DEGLI DEI.




Sabato 30 maggio, alle ore 16:00, presso la sede della Cooperativa “Anemos” ad Osimo (AN), si terrà un POMERIGGIO LETTERARIO GLOBALE, ispirato alla Teogonia di Esiodo e rivisitato dal Dott. Martino Colicchio. Gli organizzatori del Pomeriggio proporranno un’interpretazione del brano alla luce della Epistemologia Globale, un nuovo punto di vista teorico-pratico elaborato dal Dr. Mariano Loiacono. L’evento è organizzato dalla Fondazione Nuova Specie ONLUS e dall’Associazione alla Salute ONLUS Marche e sarà condotto da Cindy Recchia e Martino Colicchio.

Non si tratterà di proporre un’attività culturale rivolta a pochi: agli “happy few” (ai pochi e felici eletti) come diceva Stendhal. Tutt’altro. Il Pomeriggio Letterario Globale è un’attività alla quale possono partecipare tutti, poiché la cultura appartiene a tutti. I miti, le favole e fiabe, i racconti narrano spesso la storia di personaggi molto vicini a ciò che siamo, alle nostre aspirazioni ed emozioni, ai nostri dolori, alle nostre vite, alla vita. Si evidenzieranno dunque i meccanismi e il fondo comune che ci legano – all’occorrenza – agli dei greci.  


L’Associazione alla Salute ONLUS Marche e la Fondazione Nuova Specie ONLUS, che operano da anni sul territorio marchigiano e nazionale, invitano tutta la cittadinanza a prendere parte al loro evento e vi aspettano numerosi!

Per info:
327-4948077 (Nicoletta)
328-4418462 (Cindy)

venerdì 22 maggio 2015

Triggiano (BA), "Villa Patano".Domenica 26 Aprile 2015.Esperienze di convivenza in terra di Bari.





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BILANCI E PROSPETTIVE


Ci siamo ritrovati in tanti, una quarantina, domenica mattina 26 aprile 2015 a Bari, in una campagna non lontano dall’abitato; è una mattinata soleggiata con un leggero venticello buono per  stare all’aperto
Infatti trascorriamo tutta la giornata in questo posto bellissimo.
Ci siamo incontrati per fare un bilancio dell’esperienza di accompagnamento e convivenza tra Filippo e Marco, esperienza durata diversi mesi e conclusa da poco.


La maggior parte delle persone che hanno accolto l’invito a partecipare è di Bari ma ci sono anche persone venute da più lontano, c’è la famiglia Internò da Taranto, la famiglia Matera da Andria, Nadia Gatta da Trani, Titta da Cerignola, gli abitanti di Casamadre da Foggia (Dina, Daniela, Gioele) ed io da San Severo
E’ sempre emozionante quando ci incontriamo
E' bello vedere che siamo in tanti a voler crescere e a essere sempre di più in rete e che i momenti che viviamo insieme sono sempre densi si emozioni profonde.


La giornata è condotta da Graziana, Rino e Gaetano che introducono la fase dei pensieri facendosi accompagnare da Raffaele Matera che, con poche parole, bene-dice la giornata.
 
Il pensiero che poi ci ha accompagnati per tutta la giornata è il dono che Gaetano fa alla sua associazione e cioè un telo con il Graal alla Salute, e da questo pensiero in  molti riconoscono la crescita di Gaetano che si vede anche nella trasformazione del corpo perché ora se ne prende più cura, infatti ha perso diversi chili e ora  è diventato ancora più bello di prima. 
Attenta Veronica


Nelle comunicazioni, Veronica ci ricorda l’appuntamento a Foggia di giovedì 30 aprile, incontro che si terrà per valutare concretamente la possibilità di fa partire un  Mas.Tr.O. (Metodo alla salute Trattamento ordinario) a Foggia, in attesa che si creino le condizioni ottimali per far nascere un Mas.Tr.O. Sud.


La giornata prosegue ascoltano i protagonisti dell’esperienza: ascoltiamo Marco, il papà Giovanni, Giulia e Filippo e, man mano che  gli elementi emergono, la bravissima Graziana li teorizza, facendo luce sulle dinamiche raccontate e provando a definire le caratteristiche che deve avere un’esperienza di accompagnamento e di convivenza


Tutti gli elementi che emergono ci serviranno ad evitare di ripetere gli errori fatti per inesperienza.

- Il primo aspetto che viene fuori è che c’è 
bisogno di molteplicità: non può essere una sola    persona ad accompagnare una situazione perché sarebbe limitante, mentre l’intervento di altre specificità aumenterebbe le possibilità di dinamiche sempre nuove e per questo più vitali;

- un altro elemento fondamentale è che a sostegno dell’esperienza ci deve essere un gruppo che coordini e che periodicamente faccia dei bilanci per vedere come va e come procedere per andare oltre;

- qualunque esperienza deve essere a termine, poiché si tratta di dinamiche metastoriche sia per chi accompagna sia per chi è accompagnato in quanto poi ci deve essere il rientro nell’ordinario ( storia);

- e a questo punto emerge un altro aspetto importante da curare e cioè l’accompagnamento a rientrare nell’ordinario, accompagnamento che deve essere fatto sia a chi ha vissuto il progetto sia alla famiglia che nel frattempo deve continuare a fare un proprio percorso di crescita.

Senza quasi rendercene conto arriva l’ora di pranzo; sospendiamo il bilancio e ci gustiamo il pranzo, anche questo molteplice in quanto ognuno ha portato qualcosa.


Riprendiamo con un pensiero musicale di Fabio per Graziana che si emoziona e ci emoziona; al termine si lascia andare tra le braccia di Fabio e a condurre il bilancio si introduce Gaetano che è altrettanto bravo e profondo.


Un bellissimo contributo teorico lo da  Gioele
Ci  fa vedere come l’esperienza di Filippo e Marco sia stata vissuta su tutti i livelli del Graal da parte di ognuno e fa un parallelo tra la loro esperienza, quella che si fa nelle comunità terapeutiche e quella che si fa nelle famiglie. 
L’esperienza delle istituzioni si ferma solo al simbolico dove ci sono il paziente e l’operatore, dove l’operatore  decide cosa è buono per il paziente e finito l’orario di lavoro torna nella sua vita senza essersi sporcato della vita dell’altro; nella famiglia vengono coinvolti gli altri codici, quello analogico e anche quello biorganico ma si fa fatica a vivere la parte metastorica in quanto si tende a rimanere fermi nei ruoli di genitore-figlio.


L’esperienza di Casa Donata ha coinvolto tutti i codici: anche se si è partiti con Filippo che accompagnava Marco, è accaduto che sono cresciuti ambedue:

Marco per la prima volta si è allontanato per molto tempo dalla sua famiglia e dalla sua casa, ha fatto l’esperienza di alzarsi al mattino e andare in campagna e tante altre cose. 
Filippo, grazie a Marco, ha potuto osare e mettere fuori altre parti che fino ad ora erano addormentate e anche se al termine dell’esperienza c’è stato un negativo, è una parte benedetta in quanto, per la prima volta, Filippo, ha messo fuori la rabbia e per uno che faceva "il cammello" è una grande passaggio.

Ora bisogna andare piano, Filippo dovrebbe cominciare a chiedere delle cose per sè e lasciare la parte che si carica delle situazioni più difficili senza mai lamentarsi, Marco potrebbe fare esperienza in altre case, ma accompagnato da Giovanni e Giulia dovrebbe lasciare un po’ la casa e fare dei fuori campo per se stessa  distinguendosi da Marco e Giovanni e riprendere il suo di percorso.


Prima di chiudere, i conduttori chiedono ai presenti di raccontare la propria esperienza di convivenza.
Ci danno una bella testimonianza Cataldo, Stefania e Alessandro che, anche a distanza di tempo, stanno raccogliendo i frutti del percorso fatto a Foggia.
 

L’aria comincia a rinfrescarsi, qualcuno comincia sentire freddo, il grande Graal dell’Alsa Bari continua a ondeggiare appeso tra due alberi e una dinamica che mi commuove è l’abbraccio che si scambiano Filippo e Marco.
Termino col ringraziare l’Alsa Bari per aver organizzato la giornata, i partecipanti che l’hanno resa intensa, i conduttori che l’hanno facilitata, Filippo e Marco che ci hanno regalato pezzi della loro storia, il sole che ci ha scaldati, il vento che ci ha accarezzati ed infine voglio ringraziare Mariano,
perché è grazie a lui che tutto questo esiste e perché con la sua assenza continua a spingerci nella nostra crescita.

 

Grazia

lunedì 18 maggio 2015

Foggia, lunedì 18 maggio 2015. COMUNICATO STAMPA DELL'ASSOCIAZIONE ONLUS "ALLA SALUTE" DI FOGGIA. Barbonaggio teatrale.

 

COMUNICATO STAMPA
DEL 18 MAGGIO 2015.


L’Associazione Onlus “Alla Salute” di Foggia organizza per il giorno 21 Maggio p.v. alle ore 19,00 presso la Pinacoteca Civica “ il 9cento” (ex mercato Ferrante Aporti) uno spettacolo teatrale di e con l’attore Ippolito Chiarello:


“BARBONAGGIO TEATRALE”


L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività di raccolta fondi a favore della Fondazione Nuova Specie ed è finalizzata alla ristrutturazione e alla riattivazione di una masseria in agro di Troia dove poter sviluppare le molteplici attività (accoglienza, trattamento, ricerca, formazione…) che il Metodo alla Saluteadotta per il superamento del disagio diffuso in tutte le sue forme di espressione (dipendenze, depressioni, attacchi di panico, disturbi dell’alimentazione ecc…)

Lo spettacolo proposto, tratto dal romanzo autobiografico di Maksim Cristan, (un manager che decide di lasciare beni ed averi e di mettersi in marcia verso una meta non ben precisata), nasce dal forte desiderio di parlare del disagio cui spesso ci si trova a far fronte quando ci sembra di aver perso la capacità di distinguere ciò che realmente si desidera essere e si vuole fare da ciò che si fa perché imposto.
Ma cambiare si può!
Un mondo fatto di persone più realizzate e soddisfatte, meno nervose, che meno devono appigliarsi agli psicofarmaci per essere ciò che non vogliono essere, che si devono mettere la maschera ogni mattina prima di uscire di casa...

“Se hai fatto una cosa che non ti piaceva ieri e se l’hai fatta anche oggi, non sta scritto da nessuna parte che tu la debba fare anche domani”.

La segreteria

venerdì 15 maggio 2015

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), martedì 21 aprile 2015. GIORNATA DI KNOW HOW SUL CORSO DI "EPISTEMOLOGIA GLOBALE E DINAMICHE DI VITA, DIN-GIO.

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PRIMA GIORNATA
DI KNOW HOW
SUL CORSO
DI EPISTEMOLOGIA GLOBALE
"DIN-GIO".
 


Martedì 21 aprile ci siamo trovati all’Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" per un incontro speciale: fare il Know How sul corso di Epistemologia Globale che gli intrepidi Mariano, Giovanna e Barbara avevano condotto a febbraio.

 
Non è la prima volta: la sperimentazione è iniziata l’anno scorso.

Ma sviluppando quella modalità in questo corso Sabrina, Maria Grazia, Benedetta e Gioele avevano frequentato con l’obiettivo di osservare per poi rivelare ciò che ancora non vediamo: quella “magia” che Mariano riesce ad esprimere nei suoi interventi in cui la modalità diventa parte integrante del contenuto che trasmette.


La realtà che ognuno di noi in modo specifico riesce a conoscere è solo una parte di quella esistente.

Più una persona riesce ad avvicinarsi all’origine della vita (codice ontologico) più riesce ad addentrarsi in questo percorso, a contemplare e riconoscere questa profondità, ed infine ad utilizzarla.
In questo senso grazie al suo percorso di crescita che dura da quasi cinquant’anni Mariano ha sviluppato notevoli competenze che esprime nei suoi interventi di teoria-prassi.

 
Dovremmo anche noi come lui da un lato crescere verso la nostra interezza portando a termine prima possibile la costruzione dei nostri codici, e dall’altro sviluppare i globcettori, ovvero dei sensi che il più possibile ci permettano di osservare la storia da un punto di vista globale; osservare la storia ispirati dalla metastoria.

Come approcciare ad un impegno così difficile? Utilizzando due amici che definiscono un metodo di lavoro vincente: il Blow up, ovvero non pretendere di riconoscere tutto ma concentrarsi su delle parti che riteniamo significative e farlo utilizzando la signora L.I.D.I.A., acronimo di “Lento, Incerto, Dubbioso, Inedito, Aperto”.
 
 
Fin dalle prime battute si capisce la ricchezza di contenuti che stanno emergendo e la bellezza della specificità; infatti nonostante avessero analizzato le stesse giornate (il contributo di questa giornata di lavoro si è fermato alle prime battute del corso, molto ancora rimane da fare…) ognuno aveva osservato aspetti diversi e varie erano le modalità espressive.


Due sono i contenuti che più mi hanno colpito di questa intensa giornata.

L’utilizzo delle unità didattiche nell’analisi del corso, soprattutto del Graal delle Profondità, che nella sua semplicità sempre di più sembra sia veramente un faro che può illuminare qualunque cosa.


E il fatto che nel nostro piccolo (in assenza di Mariano) siamo riusciti a fare teoria-prassi.
Parlando dell’accoglienza del corso uno degli aspetti sui quali il gruppo di lavoro si è soffermato è stato l’ascolto dello Stato Quiete.

Beh, durante la giornata Gioele si è autorizzato ad esprimere un suo disagio grazie all’accompagnamento di alcuni dei presenti.


Grazie al fatto che nonostante fosse uno dei relatori c’è stato ascolto anche del suo Stato Quiete, grazie al fatto che un po’ siamo riusciti a transitare dal Chrònos (tempo misurabile) al Kairòs (tempo favorevole) in cui poter riconoscere che le emozioni di Gioele erano preziose e costituivano parte integrante del nostro programma di lavoro.

Non quindi una giornata in cui trasmettere solo contenuti intellettuali, ma una giornata il cui l’obiettivo è stato la crescita in tutti i codici, sia per chi conduceva che per chi assisteva.

Sento che è stato posato un mattone importante nel percorso di questa embrionale ricerca.

E sento anche che… l’appetito vien mangiando. Aspetto fin da ora il prossimo appuntamento!

Flavio

mercoledì 13 maggio 2015

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), lunedì 20 aprile 2015. BILANCIO DELLE ASSOCIAZIONI DI FOGGIA E DEL SUD ITALIA. Incontro per la creazione dI un nuovo Mas.Tr.O.

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BILANCIO DELLE
ASSOCIAZIONI DI FOGGIA.
VERSO LA CREAZIONE DEL
MAS.TR.O. SUD.



Non ricordo bene ciò che è successo durante quel pomeriggio, i contenuti mi sfuggono, come mi succede spesso…


Un’immagine del mio vissuto, però, mi ha accompagnato nei due giorni in cui si sono svolti, presso i locali della Fondazione, due importanti avvenimenti: il BILANCIO DELLE ASSOCIAZIONI di Foggia e il KNOW HOW del CORSO di EPISTEMOLOGIA GLOBALE “Din-Gio”


Un’immagine che provo a raccontarvi nel miglior modo possibile perché le emozioni, a volte, non si riescono neppure a raccontare…


Ero giovane, frequentavo l’Istituto "Romolo Caggese" che si trovava in Via Ascoli a Foggia di fronte al Centro Commerciale…
La mattina facevo tanta strada a piedi all’andare e altrettanta al ritorno.
Mi stancavo molto, la "zoppia" rendeva i miei passi sempre più pesanti man mano che le distanze si accorciavano… Affrontavo il mal tempo o le giornate assolate alla stessa maniera in cui affrontavo il mio disagio.
La stazione era dall’altra parte della città e io facevo il “pendolare”, abitando in un piccolo paese della provincia di Foggia, Ordona.
In treno c’erano i miei compagni di viaggio che non dividevano le mie emozioni e la mia diversità, anzi essa diventava spesso oggetto di scherno soprattutto quando, al ritorno, ero il primo a raggiungere la stazione perché i miei alleati erano la solitudine e il dolore per la mia situazione, non avevo il tempo e la voglia di fermarmi per dilungarmi sulle inerzie, su qualcosa che non mi apparteneva, come facevano gli altri giovani pendolari.

 
Sentivo, lunedì pomeriggio, la stessa fatica e lo stesso desiderio di continuare a camminare, di non fermarmi, di sfuggire allo sguardo indiscreto dei miei amici perché non mi interessavano le “chiacchiere”, le “parole”; mi interessava arrivare all’obiettivo.

Stefano, mio padre, mi ha insegnato, da buon contadino, che, quando i tempi sono maturi, bisogna lavorare, cogliere il prodotto prima che marcisca e non fermarsi ai giudizi, ai diversi pareri, ma andare avanti.

 
È questo il messaggio che voglio dare alle Associazioni alla Salute del Sud di Italia: uniamo le nostre energie per creare un Mas.Tr.O. degno di noi, della nostra forza contadina, delle nostre radici. Andiamo avanti senza fermarci a piccolezze, a cose vecchie e inutili che non sono degne di un progetto: il Progetto Nuova Specie.

Se ci crediamo, andiamo oltre la stanchezza, i luoghi comuni e accettiamo con gioia il regalo meraviglioso che la vita ci vuole fare. Non possiamo permettere che i Gruppi alla Salute finiscano a Foggia, che si interrompa una tradizione legata al Metodo alla Salute di cui hanno beneficiato tante persone.


Non è importante avere il passo pesante, sopportare gli sguardi della gente, il sole, la pioggia. L’importane è andare… Dice Stefano, mio padre: 
“Chi resiste al fumo, resiste alla vita.


Cara Barbara, compagna di viaggio, lunedì il tuo condurre mi ha suscitato queste emozioni antiche, questo mio sentirmi sempre più parte di questo Progetto. Mi unisco, ci uniamo alla tua determinazione e alla tua solidarietà per resistere meglio alle difficoltà che non mancheranno, facendo sì che questo mio, nostro Progetto, non diventi una cosa chiusa, morta, ma un Progetto di “missione, come giustamente detto da Raffaele, che sempre più possa puntare a crescere ed evolversi in qualcosa di nuovo e positivo per tutti.


Francesco de Gregorio
con il supporto emotivo
di Sabrina, mia moglie

sabato 9 maggio 2015

Aula didattica Gianna Stellabotte (FG), domenica 22 Marzo 2015.Supervisione Alsa Bari.




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SUPERVISIONE ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE BARI




È il 22 marzo e ad accoglierci c’è l’aula Stellabotte ancora decorata e impreziosita dal tocco delicato di una coppia, in occasione della V Festa dell’insieme Femminile-Maschile del giorno prima. Sotto un lampadario di fiori e tra muri candidi, Mariano fa entrare gli associati dell’Alsa Bari e li invita a formare tutti un cerchio vicino per chiedere ad ognuno di loro coinvolgimento attivo

"Alcuni Cerchi" Vasily Kandinsky.

Gli altri partecipanti alla giornata invece occupano le file esterne. Molti sono i presenti delle altre associazioni, soprattutto di quelle del Sud Italia.

Dopo una prima attesa per permettere anche agli ultimi arrivati di trovare il loro posto ed immergersi, Mariano fa sedere Graziana, la presidente dell’Alsa Bari, vicino a lui. 

È cosi che la supervisione può cominciare! 



La prima a prendere la parola è proprio Graziana, che fa emergere il vissuto emotivo molto intenso rispetto alla sua presidenza. Lei ci parla delle difficoltà che aveva incontrato e della necessità di far uscire il negativo che aveva anche ereditato, in vari incontri precedenti la supervisione.

Molto coraggiosamente, ci dice anche che nel seguire il consiglio di Mariano di non fare tutto da sola, si è bloccata in certe occasioni, volendo tenere in considerazione l’opinione di tutti. Mariano, a questo punto la interrompe per dirle che avrebbe potuto fare affidamento su di lui e sulla sua vicinanza, senza temere di dargli fastidio.

 Graziana fa emergere le sue difficoltà ad entrare in relazione con lui in passato, cosa che ora emerge e si trasforma poiché lei ha compiuto passaggi importanti in rapporto alla figura di suo padre.


Mariano, quindi, ci dice che se è vero che Graziana avrebbe potuto consigliarsi con lui e mostrargli le difficoltà di una situazione in cui lui stesso l’aveva messa, è anche vero che ognuno degli associati avrebbe dovuto sentirsi la responsabilità di sostenere Graziana, mostrando così l’altro opposto.  

È emerso come nessuno l’abbia concretamente fatto. 
Come gli associati dell’Alsa Bari abbiano tenuto di più all’associazione che ad aiutare Graziana e che in certi casi hanno provato, secondo le parole di Mariano, un gusto quasi sadico nel vedere Graziana in difficoltà.  
 
Mariano da anche poi la possibilità a chiunque voglia commentare o fare uscire un proprio negativo di farlo, in modo da continuare a mettere in dinamica ciò che era arrivato bloccato
Nel raccogliere gli interventi di ognuno, lui cerca di mostrare il buono ma anche l’altro opposto

Foto festa della Semina, Novembre 2014 -Troia, Masseria Stalla del Pro.Nu.S.
Dopo una breve pausa musicale, Mariano espone la sua proposta per il nuovo direttivo ed il ruolo che Graziana dovrà occupare all’interno della Fondazione. Invertendo la locuzione latina promoveatur ut amoveatur (promuovere per rimuovere) in amoveatur ut promoveatur, Mariano propone a Graziana di lasciare la presidenza per dedicarsi più da vicino all’Albero della Conoscenza. 

Essendo lei dotata di “occhi per guardare”, Mariano la vede come una persona in grado di fare Teoria molto bene, essendo la Teoria un saper vedere le profondità e metterle in dinamica, conoscendole.  

Mariano propone anche a Veronica di divenire la nuova presidente, con al fianco il suo compagno Gaetano. A loro vengono riconosciuti i grandi cambiamenti fatti nell’ultimo anno e l’impegno che come individui singoli e nella coppia hanno portato avanti per trasformarsi

Viene anche dato loro tempo per decidere se accettare o no e la possibilità di nominare personalmente un nuovo direttivo. 

Mariano poi raccoglie il senso del pomeriggio in una Teoria globale sull’Alsa Bari, le dinamiche passate e le prospettive.


Il bel titolo di questa teoria è: 
"da frecce a treccia". 

Infatti, da ciò che era stato detto, è emerso come ogni associato dell’Alsa Bari si è comportato come una freccia appuntita, indipendente e pronta a puntarsi e scagliarsi contro. Invece, affinché l’associazione possa funzionare è buono che ogni componente si comporti in modo da formare una treccia di Berenice. 



Ispirandosi alla costellazione omonima ed alle formazioni che assumono in volo gli uccelli migratori, Mariano spiega come ogni associato debba fare la sua parte cooperando con gli altri, con un’intensità e partecipazione proporzionali alla sua crescita e all’impegno che può metterci. 

Come le rondini, che volano a forma di V, sfruttando ognuno la scia dell’altro ed alternandosi alla guida
Ad ognuno viene solennemente chiesto se vuole passare da freccia a treccia, in modo da suggellare una nuova fase con un gesto concreto.

 
Il pomeriggio, ormai quasi sera, si avvicina al termine con una dinamica tra Fabio ed Antonio, padre e figlio associati Alsa Bari, i quali vengono messi uno di fronte all’altro affinché prendano un impegno per trasformare la loro relazione, portando avanti il percorso di cambiamento che hanno entrambi intrapreso.
La supervisione si conclude quindi con Mariano, Fabio ed Antonio abbracciati che cantano la canzone O’ Pate  ( Il padre ) di Nino D’Angelo e l’augurio di queste ultime righe del testo:




“e nun te miette cchiù paura,
pecchè saje ca nun si sulo
quanno 'a vita è contro a te.”


Fabio