domenica 29 giugno 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), domenica 8 giugno 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Quinto e ultimo giorno.

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 Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia




SETTIMANA INTENSIVA
DELLA FONDAZIONE
NUOVA SPECIE ONLUS
"giugno 2014" 

Quinto e ultimo giorno

Domenica 8 giugno 2014 è stato l’ultimo  giorno della settimana intensiva. Come da programma il Dottor Loiacono ha chiamato ad uno ad uno i partecipanti per conoscere le opinioni, le intenzioni e in linea di massima ha fatto per ognuno una sorta di sintesi.

  
 

Particolarmente interessante è stato l’intervento di R. che ha ribadito la sua convinzione che la mamma non ancora sia riuscita ad allontanarsi dalla "Siberia", cioè dalla zona in cui tiene ancora congelate le sue emozioni. È stato davvero singolare scoprire quanta saggezza e capacità di sintesi è possibile trovare in poche semplici parole.

E’ stato bello sentire R. che raggiunto dalla sua famiglia ha dichiarato la sua volontà di perseguire i risultati prefissati di astensione dall’alcool, soprattutto per il suo bambino.

E. non assume più medicinali da circa sei mesi. Suo fratello, intervenuto ha ribadito la necessità che il papà, S. si prenda cura del figlio in prima persona. 


C. presente con sua madre S. ha deciso di seguire il percorso iniziato avendo riscontrato un miglioramento delle proprie condizioni.

G. ha chiesto al figlio G. di avere con lei molta pazienza perché comprendere le dinamiche del Metodo e soprattutto liberarsi dalle maschere costruite durante tutta una vita non è proprio una cosa facilissima.

R. si farà accompagnare nel suo percorso da A.

 

Gianmatteo Ercolino


Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), sabato 7 giugno 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Quarto giorno.

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SETTIMANA INTENSIVA
DELLA FONDAZIONE
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"giugno 2014" 

Quarto giorno

Alla fine della settimana intensiva, nella giornata del sabato, sono previsti i cc. dd. Ring. Dopo aver ascoltato alcuni presenti circa l'esperienza del Rito svoltosi il giorno precedente, si è quindi proceduto con i Ring.

Sul tappeto posto al centro della stanza, si sono avvicendate le diverse coppie, formate da genitori-figli o dai coniugi. Tutti i partecipanti al Ring hanno cominciato con il dire i lati positivi della persona che aveva di fronte per poi passare alle cose negative. Anche durante i ring si sono avute alcune dinamiche a volte molto forti, come quella avvenuta tra S. e V. 


Dopo ogni Ring, le persone uscivano meditabonde, ma sicuri del fatto che molte cose rimaste sopite nelle proprie profondità, con questa modalità erano venute fuori, contribuendo a fortificare il rapporto dei partecipanti, ma soprattutto rendere più chiare quelle situazioni di blocco che le persone si portano dietro, magari da anni, e che non aiutano ad andare oltre
 

Attraverso i Ring, i partecipanti hanno avuto modo di apprezzare meglio la lezione dell’Unità Didattica avvenuta il giorno prima, disvelando praticamente l’importanza dei rapporti, prima di tutto con se stessi e poi nei cc. dd. rapporti forti, come sono quelli tra coniugi, tra figli e genitori e tra fratelli. Infatti, in quasi tutti i casi è emerso fondamentalmente che in ogni relazione è la solidità e l'interezza della base della propria Piramide del Sarvas a contribuire a risolvere blocchi che frenano il naturale dispiegarsi dei rapporti stessi. 


Durante i ring i conduttori, soprattutto Silvio, hanno svolto in modo mirabile il compito di sottolineare gli aspetti più importanti delle dinamiche che man mano si sviluppavano tra i partecipanti, facendo comprendere loro cosa non funzionava nel rapporto forte, cosa li teneva ancora bloccati e cosa sarebbe servito per andare oltre e liberarsi dai blocchi che le persone si portavano e portano dietro più o meno inconsapevolmente. 

 

Nella serata, al terminare della giornata, si è tenuta la festa, obbligatoria per tutti come parte integrante del trattamento. Dopo aver mangiato e bevuto in quantità tutti a scatenarsi sulla pista da ballo tanto improvvisata quanto fantasticamente animata dalla musica e dalla goliardia dei presenti.

Così finiva il sabato della Settimana Intensiva. Tutti a riposare per affrontare al meglio la domenica, giorno di bilancio.



venerdì 27 giugno 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), venerdì 6 giugno 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Terzo giorno.

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SETTIMANA INTENSIVA
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"giugno 2014" 

Terzo giorno

Mattina: iniziamo la giornata con il RITO DEI POPOLI DELLE TERRE DANZANTI. Al ritmo dei tamburi veniamo guidati in un viaggio dentro e fuori di noi, accompagnati ad incontrarci ed incontrare le nostre paure. Ad occhi chiusi la percezione dei sensi ci guida verso ciò che non conosciamo, per quello che siamo. All'inizio del rito siamo stati invitati a scrivere la nostra paura su un biglietto, che abbiamo conservato.

  
In tutto il tempo che ci siamo dedicati ci ha accompagnato il ritmo dei tamburi, che ci ha permesso di liberare la danza. Alcuni sono stati invitati a condividere la loro paura, a raccontarla. Nelle immersioni si sono raccontate, rivissute, liberate emozioni e ricordi a lungo repressi e taciuti.

Storie inimmaginabili di violenza e abusi che sembrano così lontane da noi e impensabili, che solitamente leggiamo sui giornali e che invece sono più frequenti di quanto si pensa, più vicine a noi ma taciute, hanno potuto essere liberate dopo essere state portate per anni come un peso che distrugge, ostacola, condiziona la serenità e la potenzialità di una famiglia.

Nell'ascoltare tutte le immersioni, sentiamo che l'intensità del dolore non è necessariamente legata alla drammaticità dei fatti: anche nella normalità ciò che vivamo come solitudine, conflitto, inadeguatezza, svalutazione può generare un dolore grande e condizionare fino ad annullare il senso di una vita.

Ci ha commosso la grande sensibilità che hanno portato gli adolescenti e la loro capacità di cogliere in modo più immediato quali sono i nodi o i punti critici.
Pomeriggio: dopo una gustosa, meritata e ben gradita pausa pranzo con intensità, leggerezza e tanti sorrisi Angela e Annarita ci conducono nella "visita guidata" della PIRAMIDE DEL Faraone SARVAS, dove tutti ci siamo ritrovati. 

 
 

Ci rendiamo conto che forse a te che stai leggendo le nostre parole non riusciranno a trasmettere l'idea e il senso profondo di ciò che è accaduto e può accadere.
Ci piace concludere con questa esortazione di Rumi (maestro Sufi del XXIII secolo).

VIENI, VIENI,
CHIUQUE TU SIA VIENI!
VAGABONDO, ADORATORE..
ANCHE SE NON CREDI IN NULLA, VIENI!
LA NOSTRA NON E' UNA CAROVANA DI DISPERAZIONE,
VIENI, SEPPURE AVESSI ROTTO I TUOI GIURAMENTI
MIGLIAIA DI VOLTE, VIENI!
VIENI, ANCORA UNA VOLTA VIENI!
(Rumi)

Atmanand e Daniela

giovedì 26 giugno 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), giovedì 5 giugno 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Secondo giorno.

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"giugno 2014" 

Secondo giorno

La giornata si e' aperta con conduttori: Gioele, Michela, Annarita e Graziana  che hanno invitato i partecipanti a sentirsi più uniti tra di loro, e ad  esprimere  lo stato quiete dopo la prima giornata, hanno fatto avvicinare in particolare i più giovani e alcune persone che il giorno prima si erano sentite costrette ad intervenire nelle dinamiche e nelle immersioni che erano accadute.

 

Si e passati poi alla fase dei pensieri antenati che si sono alternati tra musica e scritti. Alle fase delle comunicazioni si e arrivati in modo fluido e quasi automatico.

L. ha manifestato  la sua sofferenza e la sua rabbia nei confronti del padre per la sua assenza con una espressione liberatoria …..vaffanculo !!!!!!
R. ha comunicato di sentire la mancanza del marito che non vede da tempo ed è stata accolta con alcuni abbracci da parte degli  uomini presenti. 

La conduttrice Michela ha comunicato di aver visto nella prima mattinata un diverbio tra K. e A. e di aver colto la sofferenza di A. che non si concedeva di esprimere le sue emozioni stimolandolo a comunicarle nel gruppo, a questo punto A. inveiva contro K. ed entrambi hanno espresso il disagio di non sentirsi visti tra loro. Quando è intervenuto il padre dei due ragazzi A. finalmente si è lamentato di dover fare il padre al posto suo. Per farlo rientrare nel suo essere ragazzo e non adulto un gruppo di uomini ha formato un utero devoto coccolandolo.

D. comunicava di non essere in grado di delimitare il suo territorio rispetto alle invasioni del figlio F. senza essere in grado di esprimere fino in fondo la sua rabbia.

Scendendo nella profondità della vita attraversando il codice simbolico e analogico  si e arrivati a toccare il codice bioorganico con le immersioni.

G. raccontando due episodi dolorosi della sua infanzia in cui si e sentita tradita, metteva in evidenza il messaggio contraddittorio della madre che con il codice simbolico (razionale) la elogiava mentre con il codice biorganico (emozioni) la svalutava .
T. dopo la dinamica avvenuta con i figli A. e K. ha riconosciuto la sua difficolta ad esprimere il suo codice biorganico (emozioni) con il figlio A. in quanto capace di entrare in relazione solo con il codice simbolico.    

L. che non si e mai sentita vista dalla madre in particolare dopo la nascita del fratello. M. con grande dolore e sofferenza ha raccontato più di un episodio di abuso e del tradimento subito da parte della mamma che non le ha voluto credere soffocandole la rabbia e le emozioni. Mentre lei aveva difficoltà ad esprimere il suo dolore , il figlio S. si e caricato della sua rabbia inveendo contro il nonno mente la figlia S. si tratteneva in un pianto strozzato liberato solo nel momento in cui la mamma ha vomitato la sua rabbia, cosi come anche  la figlia più piccola M. che fino a quel momento era rimasta pietrificata per la sofferenza della mamma.

 

Il pomeriggio e iniziato con un risveglio musicale e la presentazione personale dei conduttori. Si e passati quindi alla fase della teoria (Fondo comune) il titolo scelto e stato: LA VITA SENZA EMOZIONI E VUOTA.
E' stato espresso che le emozioni positive e negative sono il sale della vita, che spesso i vissuti negativi mettono un tappo alle emozioni per non toccare la sofferenza impedendoci di sentire sia quelle negative che quelle positive creando un doloroso vuoto che colmiamo con  dipendenze varie che ci danno finte emozioni.
Dovremmo imparare a svuotarci di queste finzioni riuscendo a restare in contatto  con questo vuoto per riappropriarci delle nostre emozioni più vere e profonde



Titti, Donatella, Silvano, 
Raffaele M. e Alessandro P.


mercoledì 25 giugno 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), martedì 3 e mercoledì 4 giugno 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Primo giorno.


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SETTIMANA INTENSIVA
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"giugno 2014" 

Accoglienza e primo giorno

Ci siamo incontrati tutti il martedì pomeriggio nell'Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" presso l'Ospedale Colonnello D'Avanzo a Foggia e ad accoglierci c'era il Dr. Mariano Loiacono. I nuovi hanno avuto occasione di presentarsi e raccontarsi un po' e  così ci siamo ambientati e un po' separati dal nostro tram tram quotidiano.


Il mattino seguente abbiamo iniziato con una caccia al tesoro cercando ognuno la nostra specificita' e di riconoscere noi stessi e le cose che abbiamo nascosto dentro.  Bisogna avere molta fiducia.
"Fides" significa avere fiducia ( dal latino"fides" la cordicella che, tesa nel liuto, puo' anche emettere un suono). E' dentro di noi ed il lavoro del gruppo ci porta lentamente a "lanciarla" nella vita fissandola e superando disagi e paure.

La fase dei Pensieri: abbiamo ascoltato il suono del bastone della pioggia che ci ha fatto capire quanto sia importante l'ascolto profondo rispetto a quello superficiale.
K. J. A. ed S. hanno proposto vari brani musicali di genere RAP: abbiamo ballato e ci siamo divertiti.

Abbiamo proseguito con la fase delle Comunicazioni dove ciascuno ha potuto descrivere i propri cambiamenti o l'inizio di una nuova fase. Mi ha molto colpito la comunicazione di L.: me la sono immaginata come una bimba dentro un negozio di caramelle che non poteva comprare; quando poi si e' seduta in braccio a B. è stata cullata da tutti noi cantando una ninna-nanna. E' stata poi la volta di S. che, stimolata ad esprimere il suo disagio anche con una parolaccia, dapprima ha reagito chiudendosi, ma alla fine si e' abbandonata ad un pianto liberatorio che ha molto alleggerito il suo dolore strettamente collegato a quello della madre.
I conduttori hanno poi chiesto a C., tornato ad una settimana intensiva dopo molto tempo, che impressioni avesse avuto e lui ha risposto che non aveva provato particolari emozioni con nessuna comunicazione.

 

Fase delle Immersioni: in questa fase D., mio zio, ha rivissuto la morte di suo padre, mio nonno, chiamando anche V., mia mamma con cui ha scambiato un lungo abbraccio: mi ha molto  colpito l'affetto che si sono scambiati. B. ha rivissuto una sua confessione da bimbo con il nuovo Don, che in un abbraccio ambiguo gli aveva trasmesso un forte imbarazzo accompagnato da odore di muffa cosi' intenso da ricordarlo ancora.


Fase della Teoria: è stato chiesto ai presenti di esprimere in una frase contenente gli opposti il senso della giornata. E' stata scelta la frase seguente: Piangere e ridere per crescere proposta da Sa. Poi i conduttori hanno sviluppato una teoria seguendo lo schema del GRAALLASALUTE: e' meglio non bloccare le emozioni come succedeva una volta quando ai maschi non era concesso piangere perche' venivano considerati delle femminucce.

Stefano e Battista


lunedì 16 giugno 2014

Troia (FG), lunedì 16 giugno 2014. COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS. Il V Progetto Rainbow a Celle S.Vito (FG).

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COMUNICATO STAMPA
DEL 16 GIUGNO 2014


AL VIA LA QUINTA EDIZIONE DEL PROGETTO "RAINBOW": UNA CONVIVENZA INTENSIVA PER COSIDDETTI PSICOTICI E PER LE NOSTRE PARTI "PSICOTICHE"


Dal 22 al 5 luglio 2014 a Celle San Vito (FG)
si svolgerà la quinta edizione 
del progetto “Rainbow”, una sperimentazione 
avanzata nel campo del trattamento 
del disagio psichico e non, 
con la partecipazione di persone provenienti 
da tutto  il territorio nazionale e dalla Svizzera.
 
Da oltre 40 anni
il “Metodo alla Salute” e il “Progetto Nuova Specie”, di cui la Fondazione Nuova Specie Onlus è rappresentante, hanno messo a punto e collaudato una primizia nel campo del cosiddetto disagio psicotico: un trattamento che non prevede l’utilizzo di psicofarmaci e sostanze sostituive, ma si avvale di dinamiche di gruppo e metastoriche che coinvolgono anche il corpo e le emozioni.
 
Nell’ambito della sperimentazione “Oltre le colonne d’Ercole”, sono stati messi a punto una serie di progetti sperimentali di crescita per cosiddetti psicotici (“Ti ricovero a casa mia”, “Faama”, “Rainbow”) che partono dalla convinzione, appunto, che sia possibile andare “oltre le Colonne d’Ercole” convenzionalmente fissate dalla psichiatria dominante.  
L’interpretazione e il trattamento adottati dalla psichiatria farmacologica risultano essere, infatti, una specie di “Colonne d’Ercole” oltre le quali non è possibile intravedere nessun’altra terra o punto di vista, inquadrando queste forme di disagio in prospettive croniche e senza possibilità di cambiamento.
 
Alla sua quinta edizione, il Progetto “Rainbow”, che quest’anno si svolgerà a Celle San Vito (FG), rappresenta una interessante sperimentazione intensiva sul campo, della durata di due settimane, in cui convivono situazioni cosiddette psicotiche e situazioni asintomatiche, in quanto ogni individuo, anche se non presenta un sintomo evidente, ha dentro di sé parti “psicotiche” che vanno elaborate e messe in dinamica, anche grazie al confronto-scambio con gli altri partecipanti,  coinvolgendo tutti e tre i codici della vita personali.
 
Tali innovative metodologie si avvalgono del nuovo punto di vista messo a punto dal Dr. Mariano Loiacono (la “epistemologia globale” e il “quadrimensionalismo”) che fornisce griglie di analisi e di supervisione delle dinamiche in atto per la durata di tutto il progetto. Sono previsti inoltre, durante la convivenza, incontri di bilancio periodici condotti dal Dr. Loiacono.
 
Durante le giornate del progetto e data la numerosa presenza di partecipanti provenienti da tutto il territorio nazionale e dalla Svizzera, si terranno visite ed escursioni del territorio del subappennino dauno, di cui Celle San Vito è cittadina caratteristica in quanto il paese più piccolo della Puglia, con poco più di 100 abitanti effettivi, caratterizzato dall’uso della lingua francoprovenzale e dal paesaggio naturalistico e boschivo.
 
A conclusione del progetto, sabato 5 luglio, presso la sala conferenze di Celle San Vito, alle ore 9:30 si terrà una conferenza-bilancio aperta alla cittadinanza condotta dal Dr. Mariano Loiacono sul tema: 

“Come trasformare le proprie celle
 interiori in una nuova estate”.

L’evento è co-organizzato con l’Associazione “Alla Salute” Foggia che promuove il “Metodo alla Salute” nel territorio foggiano, e con il tour operator "Svegliarsi nei borghi" di Troia (FG).

Per info: 
3396586614 (Benedetta)


sabato 14 giugno 2014

Crispano (NA), 2 giugno 2014. SUPERVISIONE DELL' ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE CAMPANIA.

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 Prima di iniziare a scrivere questo post, metto su una bella playlist di canzoni della tradizione napoletana, mi sembra il minimo anche per ricreare un po’ di quello spirito che aleggiava ieri, 2 giugno 2014, a Crispano, durante la supervisione della “forse” Associazione all Salute Campania.

 

Ci siamo incontrati in questo piccolo borgo della provincia napoletana, nei locali (molto belli e spaziosi) dell’oratorio del paese. Nell’attesa (un po’ lunghetta!!) che arrivassero tutti i campani abbiamo familiarizzato un po’ con i locali, giocando a pallone nell’atrio e scherzando con la statua di Papa Karol Wojtyla... 
Eravamo in tanti anche “turisti”: da Bari io (Giusi Pascolla), Marina, Gaetano e Veronica (di sangue napoletano però), dalla Romagna Martino e Davide, dalle Marche Sandra e Raffaele.
 

Ha aperto la mattinata Marina che ha seguito, insieme al Gruppo B.A.T., sino ad ora i lavori di preparazione di questo gruppo di campani, tanto desiderosi ma anche bloccati, se vogliamo, da dinamiche che ora cercherò di raccontare. Insieme a Marina a condurre la supervisione ci sono anche Gaetano, Sandra e Raffaele, rappresentanti della Fondazione Nuova Specie.
 

Dopo la presentazione dei forestieri, Raffaele e Sandra introducono il senso di quello che si sta per fare e sottolineano alcuni punti importanti ovvero che “non è sufficiente stare insieme, cosa che a sud sappiamo anche fare, per costruire”. E’ questa solo un’illusione che ci fa credere che stiamo costruendo ma in profondità non scambiamo.
A questo Raffaele aggiunge che è anche importante per chi inizia, avere un minimo di angolo alfa (puntualità, strumentazione, modalità di convocazione delle persone, etc.).
I conduttori, tutti d’accordo, intuiscono che piuttosto che portare i presenti a venire fuori con il negativo tra di loro, è importante partire dal fondo comune che c'è tra i tre nuclei familiari presenti ovvero: la famiglia di Lucia, Mimmo e Francesco, la famiglia di Pasquale, Annamaria, Antonio e Pia e la famiglia di Ernesto e Teresa.
 

Il fondo comune di questi tre nuclei è stato il disagio dei figli che ha spinto loro a mettersi in cammino. Ma questo basta per transitare verso un nuovo punto di vista? E’ sufficiente per ritrovarsi poi insieme per costruire e far vivere l’Associazione?
 

Secondo Raffaele il problema è proprio che queste tre famiglie fanno difficoltà a mettersi insieme perché su tante dinamiche si fanno da specchio e quindi, quando tentano un approccio più vicino, si spaventano e si respingono.
E’ per questo che questa fase risulta essere molto delicata e bisogna andare lentamente, molto lentamente.
 

Prima di entrare nel fenomeno vivo, cantiamo "goccia dopo goccia" e viene spiegata da Gaetano, la regola del C.A.C.AR.E, la griglia di orientamento utilizzata per le supervisioni.
 

Ecco, ho sentito che chi conduceva oggi, non aveva la presunzione di arrivare a costruire chissà cosa ma dall’inizio ho percepito che lo spirito era quello di aggiungere “una goccia” a questo mare.Viene chiesto ai presenti di approfittare di questo momento di “faccia a faccia” per dirsi quello che magari sino ad ora non si è detto o comunque si fa fatica a comunicare, anche beneficiando di persone distinte e autorevoli.


I conduttori, ben intuiscono che per far nascere una “nuova famiglia” sul territorio, bisogna superare la logica delle famiglie d’origine e quindi si sottolinea anche come non è necessario che tutti i componenti della stessa famiglia debbano muoversi necessariamente compatti e con gli stessi tempi nell’adesione e nell’impegno che vorranno dare a questa creatura che sta per nascere.
 

E’così  che si parte dalla famiglia di Francesco, Mimmo e Lucia e viene chiesto ad ognuno di loro di apprezzare e criticare ogni componente della famiglia, aiutati dai conduttori che hanno teorizzato ed aiutato ad elaborare quanto veniva detto, dando anche delle prospettive concrete ai singoli familiari.


Al termine del confronto, ci catapultiamo sulla pizza e su tutte le altre leccornie presenti (ovviamente queste immagini non sono documentate perché avevo le mani occupate…).
Nella pausa, Pasquale insieme ad una schiera di giovani leve del posto (Pia, Antonio, Valeria) e non solo, suona e canta con passione buona parte del repertorio napoletano, qualcun altro balla, chi chiacchiera… insomma il quadretto è piacevole ma bisogna procedere e quindi, dopo un ottimo caffè ci sediamo e ricominciamo questa volta con la famiglia composta proprio da Pasquale, Annamaria, Pia e Antonio, accompagnati anche da Valeria, fidanzata di Antonio che a quanto pare sembra molto legata non solo ad Antonio ma a tutti e che, nonostante la sua giovane età, aiuta ad elaborare le dinamiche familiari, anche molto simili a quelle della sua famiglia. Anche qui, il materiale è tanto e a tratti ho la sensazione che, nonostante sia passato tanto tempo, questa famiglia non si sia ancora formata e soprattutto Pasquale e Annamaria, pur volendosi bene, ancora non si sono incontrati come coppia distinti, senza pesi e vincoli derivanti dalle loro famiglie d’origine. Il lavoro da fare tra di loro come singoli è tanto ma questi napoletani non sembrano scoraggiarsi, anzi a me sembrano quasi contenti delle prospettive che i conduttori e anche gli altri presenti consigliano loro e fanno intravedere.
 

Al termine di questo confronto in cui anche i codici profondi sono venuti fuori non senza difficoltà, i conduttori fanno una somma di tutto quello che è venuto fuori a partire dall’ultima fase di questo gruppo che, negli ultimi mesi, ha mosso diversi passi aiutato dall’intervento delle donne del Gruppo B.A.T., di Gaetano, la presa delle redini di Pasquale, investito del ruolo da Mariano.
 

Non è facile mettersi insieme, ricorda Raffaele anche perché magari vorremmo già arrivare a fare grandi cose. E invece è proprio dalle piccole cose che dobbiamo partire come ci ricorda il proverbio napoletano letto da Davide: “pochi amici e tanta felicità”.
 

Chiude Gaetano ricordando che oggi è la festa della Repubblica e che noi possiamo festeggiare questa che non è una colonizzazione di un posto ma una repubblica fondata su noi stessi, dove viene data centralità alle persone.
E chissà che l’anno prossimo, spera Gaetano, non si possa celebrare la prima festa della repubblica partenopea. Spinge così i più giovani a sperimentarsi, liberandosi anche da soli dalle briglie vecchie che ci tengono imprigionati.
 

Anche Veronica, napoletana di nascita ma ancora in confusione rispetto a queste sue origini, sottolinea che le sembra, rispetto all’inizio della giornata, che le acque sono più fluide e che l’entrare nelle storie di queste famiglie ha dato una spinta importante.

Viene così individuato il trio che condurrà questa nuova fase di sperimentazione per l’Alsa Campania


Occhio! Sono pure tre bell' guaglion'! Pasquale, Francesco e Antonio.
E chissà che tra un babbà e una pizza anche questa terra possa sentire il beneficio di avere un nuovo posto al sole dove riscaldarsi, accompagnarsi e crescere insieme.
 

Ah! se per caso vi fosse venuta voglia di ascoltare musica napoletana, vi consiglio la mia playlist
 

http://www.youtube.com/watch?v=c0T0Ol3WYtslist=PL3C670218709BE8C9 

Buona notte.


Giusi, ballerina ribelle


giovedì 12 giugno 2014

Triggiano (BA), 25 aprile 2014. BILANCIO DEL GRUPPO B.A.T A CASA PASCOLLA-CEGLIE.


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SECONDO BILANCIO 
DEL GRUPPO B.A.T.

...è un giorno di vere e profonde 
"liberazioni" questo 25 aprile..


E siamo "ancora" qui, (come canta Vasco) in terra di Triggiano ospiti di una donna a dir poco straordinaria che ha cura, amore ed è brillante e coraggiosa, Giusy Pascolla, che ci ha gentilmente ospitati nella sua nuova casa dove convive con Cristian al momento in trasferta  lavorativa all'estero, quindi in un momento così particolare e delicato per lei è importante in questa giornata aprire al "Metodo" le porte di casa sua per farci accomodare in un'ampia e soleggiata terrazza coperta da un caldo ed accogliente legno che ci farà un po’ da grembo durante il secondo bilancio dell' "ancora" non nata Associazione alla Salute B.A.T. (la nuova provincia pugliese che unisce i territori di Barletta, Andria e Trani).

Ed è giorno di vere e profonde "liberazioni" questo 25 aprile in cui ricade come celebrazione l'anniversario della liberazione d'Italia dall'occupazione nazista. E come diceva Marco Tullio Cicerone 

"la libertà non consiste nell'avere un buon padrone, 
ma nel non averne affatto"

infatti noi donne della B.A.T.: io (che mi presento) Nadia, Gabriella, Livia, Gina, Angela e la nostra super commissaria Marina. Siamo sedute su di un tappeto con la consapevolezza nel cuore che ci rende libere finalmente di agire senza costrizioni e senza invasioni di truppe straniere nei nostri territori personali

In conduzione Mariano e Marina, dopo l'apertura del pomeriggio con le presentazioni e le comunicazioni di servizio, e dopo aver coinvolto in modo leggero tutti i bimbi che partecipavano all'incontro, hanno invitato me a voler ripercorrere la strada fatta in questi mesi,  da quel 29 settembre in cui ci eravamo lasciati con tanto entusiasmo per portare avanti questo progetto di vita nel nostro territorio, entusiasmo che a distanza di mesi è lì e si fa sentire forte con la gioia che i nostri occhi sprigionano. 

Ma ad un certo punto sono le nostre vite a parlare. La vita di donne che della loro sofferenza hanno fatto un punto di forza e di crescita, di donne come Gabriella con in braccio la sua bambina Gaia, pronte finalmente a liberarsi l'una dall'altra, e ritrovarsi diversamente per poter separatamente viversi delle parti e prendersene altre del loro puzzle, grazie alla "fiducia" che Gabriella metterà in se stessa e nel rapporto con le altre donne del gruppo, affrontando anche le paure di delusioni forse più antiche. Ed è proprio lei a dare il via a questo bilancio, supportata dalla regola del "C.A.C.A.R.E" apprezzando in prima battuta e poi criticando per costruire nuove relazioni. 

Ma ci sono anche altri legami da sciogliere, altre mamme e altri figli, come nel caso di Gina e i suoi figli Antonella e Cosimo, su cui all'interno dei nostri gruppi si sta lavorando molto e con cui, sotto suggerimento di Mariano, faremo dei "contratti" separatamente per poter consentire anche in questo caso di elaborare in modo più libero i loro stati d'animo partendo dalla distinzione tra loro; stessa distinzione che lo stesso Mariano riconosce che sta iniziando ad avvenire tra me ed Angela (che è anche mia madre) con cui posso finalmente ritrovarmi in un rapporto più libero da costrizioni di ruoli e ritrovarci come donne alla pari.

In questa giornata a farci da utero tutta la rete, dal nord a sud, da ogni luogo d’Italia e tutta la magnifica gente che partecipa ai nostri gruppi nella B.A.T., di cui abbiamo mostrato alcune diapositive, le cui parole e i riconoscimenti fatti hanno motivato ulteriormente per poter passare ad una fase di crescita successiva, e tutto ciò reso possibile grazie a lei...
Marina che oggi, oltre ad essere veramente “unica” per noi, fertilizzante puro che ha bagnato queste terre secche e forse inaridite dalle esperienze passate, una donna che grazie alla sua forza vitale, al percorso fatto dalla sua famiglia, alla sua voglia di mettersi in discussione e di mettersi sempre in gioco,  si è liberata dalle ombre che portava dentro per rinascere partendo da ciò che lei realmente è. Oggi esprime la sua profonda specificità e io l'ho scoperta come una grande amica.

Siamo giunti al termine di questo profondo pomeriggio e a segnarlo le nostre bambine Chanel e Gaia che dormono dinanzi a noi dopo le innumerevoli dinamiche. Con la voglia di crescere, con la voglia di lavorare e migliorare sempre di più la  nostra Piramide, ci salutiamo dandoci appuntamento al 29 settembre per verificare i passaggi che faremo e ritrovarci per un nuovo bilancio.

Nadia


martedì 10 giugno 2014

Senigallia (AN), domenica 18 maggio 2014. GIOELE, RIPERCORRENDO I LUOGHI, RIELABORA L'ESPERIENZA CHE HA VISSUTO DURANTE L'ALLUVIONE DI SENIGALLIA A MAGGIO.

MEMORIA STORICA,
VIVA ED
EMOTIVA
 



A SENIGALLIA GIOELE 
RACCONTA I MOMENTI
 VISSUTI DURANTE L'ALLUVIONE...

Come un rito di iniziazione
nel caos, l'acqua battezza
la sua nascita come adulto.




Domenica 18 maggio 2014, ore 6:00 del mattino, c'è il sole. La notte con la presenza di Gioele è trascorsa in un sonno tranquillo, non  interrotto e mi preparo per questo pomeriggio. Gioele ha dato appuntameto alle 16:30, ci incontriamo a Senigallia all'incrocio dell'agave che non c'è più, dove lavora Gioele e dove ho visto passare ed entrare donne nel negozio di parrucchiera di Patrizia e Luciano, accolte e coccolate....anche da Gioele. Siamo arrivati a Senigallia verso le 17:00, senza fretta, in silenzio e attraversando le colline. Moris aveva parcheggiato con Fausto davanti al negozio, Enrico e Ola sono giunti poco dopo dalla Chiesa del Portone. Enrico e Ola avevano immaginato di ritrovarsi in una strada angusta del centro storico.

Dopo l'abbraccio e uno sguardo intorno per appropriarsi del luogo, Gioele indicandoci i livelli della poltiglia ci ha fatto capire l'entità drammatica dell'evento, anche se l'incrocio e ampio e con un parco, presenta una depressione fatale forse non immaginata, fino a quando è diventata anche essa, alveo di un torrente in piena, un movimento di onde di quasi 2 metri e non era solo acqua.

Gioele ci ha condotti come in una via Crucis nei punti dove è corso e si è ritrovato per portare in salvo Liuba, una nonna precoce e madre, che come altre lavora in Italia per contribuire alla sopravvivenza della sua famiglia in Moldavia, e qui ci stava lasciando la vita come Gioele

Gioele prima di Liuba aveva portato in salvo un'altra donna, che teneva stretta a se, e non mollava le borse. Forse contenevano gran parte della sua vita, fradicia e persa e non accolta dagli spettatori del piano di sopra del negozio, prigionieri della loro stupidità, se non fosse intervenuta Patrizia, la donna con le borse avrebbe ancora oggi il fango in bocca, Gioele l'ha vista trasportata come un tronco. Una cliente, che doveva partecipare ad una cerimonia, nonostante i primi segni di allagamento, ha insistito per lavarsi i capelli, non si è resa conto che bisognava fare altro... e forse non solo. 

Gioele e Luciano hanno gridato a Patrizia: "Rimani sul muretto, non ti avventurare"! Già, avevano troppo da fare. Luciano è inciampato in un ostacolo sommerso ed è caduto mentre aiutava Gioele a trascinare la donna con le borse, cercando di farla galleggiare. 

Gioele non ha capito cosa gli è capitato sotto i piedi che gli ha permesso, per un attimo, di rimanere più in alto, dopo aver scavalcato la siepe e l'inferiata di recinzione (piegata dalla pressione del torrente) dell'edificio dall'altra parte dell'incrocio e poi l'agave che non c'è piu' per afferare Liuba. L'anziano signore dell'auto grigia che aveva dato un passaggio a Liuba, cercava di uscire dalla sua auto. Gioele gli ha consigliato di non farlo, Liuba poteva mettersi immediatamente in salvo, andandosene prima, ma non lo ha fatto e ha cercato di aiutare l'anziano signore dell'auto grigia

Liuba era sul tetto dell'auto prima che Gioele l'afferrasse... Liuba significa Amore. Gioele in quei momenti non ha provato la sensazione del freddo, anche se lo era, "ha agito".  

Il torrente non lo contieni, non lo argini, non lo contolli, ti comprime, ti scaglia, ti sballotta, ti destabilizza, ti invade, ti sommerge, è imprevedibile e non ti lascia il tempo di pensare. Gioele si è aggrappato ed ha lasciato, pero' non ha mollato Liuba, nell'imbarazzo drammatico "ha reagito", a turno si sono ritrovati sommersi nel fango. 

Enrico ha citato il "qui e ora", paragonandolo alla meditazione, Moris con gli occhi che cercavano sempre qualcos'altro, focalizza il  sopravvenuto coraggio, il sopravvento del coraggio. L'atto eroico non ti permette indugi, non lo puoi fotografare o riprendere, lo hai vissuto e lo puoi rivivere con la memoria. La Vita non sempre  puoi riprenderla con le immagini, la rivivi in immersioni. A Faustoo-ah! Bo! ..regista-attore e spettatore questo non interessa o sfugge per...., non saluta, sono gli altri che devono salutare, lui al massimo annusa e rifiuta, usufruisce dell'immaginario e fa' di tutto per non farsi coinvolgere, infine si mette in disparte o tiene d'occhio l'auto di Moris per paura di essere abbandonato. E' presente agli stimoli di Gioele, solo se gli togli il respiro probabilmente... intanto fà solo quello che gli piace. 

L'auto grigia tenetela presente, ci ripete Gioele. Gioele ha attirato l'attenzione dell'elicoterro che volteggiava, con difficoltà, c'erano i pini che coprivano la visuale dal basso all'alto. L'uomo si è calato col cavo e ha imbragato l'anziano signore che nel frattempo era riuscito a liberarsi dalla morsa della portiera della sua auto grigia. La pressione del torrente inizialmente non lo permetteva, in seguito e per fortuna, nel vortice si è spalancata. 

Al ritorno a casa, Gioele ci ha fatto vedere un filmato post-evento, l'auto grigia che è servita da boa a Liuba si è rovesciata sul fianco... o tutta? Tutto questo è accaduto in quasi tre ore, solo dopo altre tre cominciavano a gironzolare i mezzi di soccorso, Gioele era arrabbiato e lo è ancora
Il Sindaco, preavvisato, non ha mandato i suoi figli a scuola, e gli altri ragazzi? 

Io  (Gino) ripeto a Gioele (che è anche mio figlio) che avrei voluto essere coinvolto, avrei fatto quello che potevo o semplicemente avrei potuto riportarlo a Jesi o a casa, portagli indumenti asciutti o aiutare Luciano a liberare il negozio dal fango. Dalla sua telefonata non è trapelato ciò che stava vivendo e io sono rimasto all'oscuro. Per questo io e Gioele abbiamo alzato il tono, ognuno per le proprie ragioni o punti di vista, è arriva un auto dei Carabinieri, sicuramente per la segnalazione di un vicino nascosto dietro una finestra. Non ci scomponiamo. 

Caro Gioele, ti sei preoccupato di me nel marasma e non è da poco, ti amo e non ho saputo dirtelo. Grazie Gioele per l'opportunità, grazie perchè era importante che scrivessi io questo post. 

Patrizia vuole non parlare, è emozionata, Ola e Lula si sono ritrovate nel prato, quelli che passano si fermano, un cucciolo fà tenerezza e Andrea è soddisfatto di questo. 

Abbiamo cercato la panchina del parco dove c'era ancora un po' di sole. Il "Padre" Acqua ti fa' crescere (teoria di Mariano) in quel momento si è soli.. unità di pensiero o caos.. la tua vita ti scorre davanti e la vedi.. forse l'inizio dello svezzamento.
Dove non riesco come padre lo fa' la Natura, il padre torrente.

Moris.... Enrico. Gioele raccoglie, Fausto divaga ma salta in macchina con me e Gioele, ci avviamo verso casa a Moie. Moris ci segue solo, Enrico con Ola e Nicola lo troveremo ad aspettarci. Insieme ceniamo e insieme restiamo a dormire, anche Ola. Moris ha ricevuto una telefonata, non mi ricordo se nella notte stessa oppure quella successiva, Michela è al pronto soccorso con problemi respiratori. 

Domani, lunedì, è il compleanno di Gioele, compie 24 anni, lo voglio festaggiare con lui... Gino.

Lui'gino' Tartaglia