lunedì 31 marzo 2014

Urbania (PU), sabato 22 marzo 2014. RITO DEL SOLSTIZIO - solstinizi e solstifatti.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
 Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia





RITO DEL SOLSTIZIO.
SOLSTINIZI E SOLSTIFATTI.



L’appuntamento dell’incontro per il rito è stato nel tardo pomeriggio di sabato ad Urbania, il luogo destinato a tale evento la bella e grande casa di Victoria, Marco e il piccolo Nicola.

Al mio arrivo in compagnia della piccola Ulrike e Nicoletta, ho subito percepito l’atmosfera di accoglienza in quella grande stanza da giorno al piano di sotto, dove era imbandito un bel tavolo variopinto di cose da mangiare dall’aspetto delizioso.
 
Un grande caminetto acceso padroneggiava nella stanza emanando il suo calore, tanti amici tra cui anche una decina di bambini a mettere in ulteriore movimento l’energia già in circolo. Sembrava la notte di Natale!!
 
L’inizio del rito sarebbe cominciato subito dopo cena. Tra saluti e scambi di abbracci, si è dato inizio alla degustazione delle pietanze preparate da Valentina, Victoria e Ombretta! Tutto molto buono e in una giusta proporzione calorica, per non restare appesantiti e goderci le immersioni nel rito.
 
Victoria e Nicola, Valentina e Emma in pancia, Cristian e Ester, Ombretta, Paride, io e la piccola Ulrike, Nicoletta, Monica, Antonio (dalla Campania), Francesca, Lucia, Marinella, Davide, Ulrike e Maddalena, Benedetta, Luca, Ludovico e Valentino, Veronica, Gaetano e Olivia (da Bari), Rosanna con Elisa e Barbara (da Foggia), Eleonora, Moris, Maurizio e Michela, Ferruccio, la Rosy e Cindy.

Eravamo tanti e tutti piacevolmente mescolati in un intreccio di emozioni e curiosità.
 
Alle ore 21:00 circa, dopo aver finito di mangiare, ci siamo raccolti mettendoci in cerchio tenendoci per mano con il camino acceso a fare da testimone, all’inizio di quello che era l’ascolto dello Stato quiete.

Le conduttrici della serata sono state Valentina con Emma in pancia e Marinella; entrambe hanno saputo accompagnarci in modo devoto e solidale, soprattutto ai “Solstiniziandi”.
 
E’ stata fatta una nota introduttiva per ricordare il significato della nascita di questo rito; Ombretta è stata invitata al centro del cerchio leggendo il bel post scritto da lei e Victoria durante lo scorso Natale ad Urbania, dove è nata la proposta di Mariano di festeggiare il Natale dando valore alla vita, piuttosto che il valore dettato dal capitalismo che offre in questo particolare periodo bizzarrie unicamente consumistiche.

Il Rito del “Solstinizio” nasce come proposta dal Solstizio, periodo che contempla proprio i giorni del Natale, fenomeno che si verifica in relazione all’inclinazione dell’asse di rotazione della terra intorno al Sole che determina maggiori ore di buio.
 
Dal buio il Sole lentamente poi in ascesa rinasce fino ad arrivare ad un punto in cui le ore del giorno e della notte sono uguali e qui si verifica il fenomeno dell’Equinozio (“Equi-noctis” cioè notte uguale al giorno).

La vita accartocciata nel disagio non è vita ma è morte; nella difficoltà ma con l’impegno di stare, per potersi migliorare favorendo una crescita interiore, dalla morte si può rinascere.


L’accompagnamento è fondamentale, la Vale e la Marinella si sono dimostrate delle devote ed efficaci accompagnatrici.
 
Il fatto che poi il rito si sia riuscito a fare il giorno dopo della data che sancisce l’inizio dell’Equinozio non credo abbia tolto nessun significato iniziale ma anzi, considerando la crescita delle persone che hanno partecipato come Solstiniziandi, e il loro percorso fatto fin qui, è stato aggiunto un valore alla loro proposta di cambiamento, il punto in cui si trovano ora, fatto in ugual misura di buio e di giorno, in cui è buono introdurre un “Wendepunkt(punto di svolta) per poter continuare a procedere.
 

Il primo rito è stato quello di Nicoletta, a seguire gli altri “Solstiniziandi”.

Il tempo si è dilatato, l’energia è cominciata a fluire nella stanza ed ad un certo punto in tarda serata qualche bambino si è addormentato sopra il tappeto davanti al caminetto.


Valentina e Marinella hanno saputo ascoltare e accogliere, spingere e lasciare, ridare attraverso la scelta degli accompagnatori, il bel valore alla vita.

Grazie al Dj Cristian, malconcio avviluppato da una poderosa e robusta panciera, che ci ha sostenuto alla fine di ogni rito mettendo come sigla il canto risorgimentale: Addio, mio bella, addio.


L’ora tarda che ci siamo ritrovati a fare, ha siglato la stanchezza in ognuno di noi, ma la leggerezza dell’inizio di  un passo compiuto verso l’inedito ha creato un grande e morbido respiro che la vita offre nel momento in cui viene valorizzata.


Fuori ha cominciato ad alzarsi un vento forte, il vecchio lascia lo spazio al nuovo inedito che arriva. Al risveglio l’indomani il Sole era protagonista del giorno ma, il vento continuava a far rincorrere le nuvole e di sottofondo il suono dei tuoni, quasi a voler testimoniare che i cambiamenti portano scompiglio, che una giornata di sole può capovolgersi e diventare una giornata uggiosa ma questo non cambia certo il sentire forte di crescere ancora.


Concludo questo post che ho voluto descrivere raccontandone più il senso o i sensi che hanno cominciato a fluire in quella serata, regalando una frase preziosa scritta da Ekaterina:


“E ora che il tempo del guscio è finito? Ora.” 

Silvia Tarantino
 

mercoledì 26 marzo 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), domenica 2 marzo 2014. II° CORSO "L.A. M.U.S.I.C.A." - Terza giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
"L.A. M.U.S.I.C.A." 
Laboratorio Arte Musicale Universale
Struttura Intima Conoscenza Archetipica 
Logo di Michela Garbati


 

II° CORSO "L.A. M.U.S.I.C.A." 
TERZO GIORNO.




L'ultimo giorno di corso inizia delineando il positivo e il negativo dello spettacolo fatto da tutti noi la sera prima... sì da tutti!! Perché nel G.A.G. (Gruppo Arte Globale), come nei Gruppi alla Salute, la distanza tra palcoscenico e spettatori si assottiglia, così da far coincidere i due punti e formare un'onda carica di energia che spinge in profondità e accompagna tutti al cambiamento, donando una spinta metastorica indistintamente a tutto il sistema. L'energia trasmessa da chi si esibisce fa risuonare chi ascolta e osserva portando tutti a collaborare e far fluire lo spettacolo creando un unico organismo.

Così l'ARTUCE, nuovo termine coniato da Mariano Loiacono per definire questo nuovo tipo di arte, porta a creare un gruppo di lavoro dove nessuno dei colori predomina ma ci si mescola e confonde creando un unico raggio che non esclude nessuna frequenza.

Con la sua solita maestria nel tessere tele e saper aspettare il momento giusto, così da rispettare l'andamento karmico-creativo degli eventi, chiede a Michela Garbati, artista globale, di cambiare fase con la commissione di un ritratto delle profondità di Giovanna Velluto. Così facendo inizia a ricucire la ferita aperta tra le due in seguito a una dinamica lacerante dove si sono scoperchiate le pentole che ribollivano in silenzio nelle profondità di Giovanna durante il primo Progetto "La Finestra di Babich" di quasi due anni prima. Da ottimo accompagnatore che è, Mariano non si sostituisce alle due come una madre apprensiva, ma fa loro vedere una strada da percorrere proponendo di passare un po' di tempo insieme. Ora tocca a loro svegliarsi dal karma che le lega e approfittare della spinta metastorica donata da Mariano per fare un salto quantico, che possa portare la loro relazione ad un livello creativo non più incatenate ad un maschile arrabbiato e distruttivo.

Come dice Mariano questo maschile spinge tutti noi a sabotare il progetto, non mettendo un mattone alla volta con costanza e rifiutando il buono di una strada già battuta volendo distruggere una figura paterna, senza apportare niente di nuovo...

In certi casi meglio far silenzio, magari provando a percepire la vibrazione metastorica, che si manifesta con la radiazione cosmica di fondo, gemito primordiale, eco del Big Bang e della creazione delle stelle.

Mariano riprende il corso facendoci una carrellata su tutte le onde dello spettro elettromagnetico, dai raggi gamma alle onde radio, riportando un significato più profondo a ciò che la scienza ha banalizzato e limitato alla punta dell'Iceberg; ci ha spiegato che le onde più brevi e con più alta frequenza sono le più energetiche, nostalgiche e vicine alla Metastoria, che, però, avendo una forte astinenza della loro fonte, non sono compatibili con la Storia della vita, distruggendola. Le onde, come vibrazione, vengono percepite attraverso i sensi che non si limitano ai cinque ufficiali, ma ce ne sono ben nove: il gusto, l'olfatto e la propriocezione (percezione degli organi interni) sono sensi legati al codice bio-organico (codice delle emozioni che preserva la vita); il tatto, il controllo dell'equilibrio, la percezione del calore e del dolore sono legati al codice analogico (del corpo e della difesa del territorio); mentre la vista e l'udito sono legati al codice simbolico (del linguaggio e della razionalità); in fine un'ultima vibrazione legata al codice simbolico è quella del pensiero che ci porta ad avere intuizioni e comunicare a distanza.

Come ci ricorda il nostro respiro ed il battito del cuore, movimenti del nostro corpo che più rappresentano un'onda, anche il corso arriva ad una fase di decompressione e veniamo pompati pieni di ossigeno metastorico e con le pance ricucite per circolare e ossigenare le nostre case ed il quotidiano ormai asfittico e poter ancora una volta fare un nuovo passo.
Gioele

martedì 25 marzo 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), sabato 1° marzo 2014. II° CORSO "L.A. M.U.S.I.C.A." - Seconda giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia
"L.A. M.U.S.I.C.A."
Laboratorio Arte Musicale Universale
Struttura Intima Conoscenza Archetipica
 
Logo di Michela Garbati



II° CORSO "L.A. M.U.S.I.C.A."
SECONDO GIORNO.


Mariano inizia il secondo giorno ascoltando lo stato quiete dei partecipanti.

Chi vive il codice metastorico  è colui che ha sanato i propri bisogni legati al codice analogico e al codice bio-organico, è qui che si costruisce la propria casa sulla roccia…

E di questo processo salvifico il femminile conosce la strada perché è portato a vivere direttamente le emozioni con più facilità e naturalezza.

Per vivere ed esprimere pienamente il potenziale della propria esistenza è necessario un percorso di discesa agli inferi (infra-sotto) verso le proprie profondità e riappropriarsi di quel patrimonio antico e specifico che dalla nascita c’è stato lentamente usurpato. Solo così il nostro albero della vita avrà una fitta chioma di cui poter godere (Pira-Graal).

Enzo B. ed Ennio, vitonauti solidali che hanno appena beneficiato del recente corso di Epistemologa globale, ci mostrano attraverso il GRAAL-P.U.T. ("potenziale uno - trino") come avviene la stratificazione della storia della nostra vita.

Ognuno di noi nasce con un patrimonio autentico che è il P.U.F.("potenziale uno-trino fondamentale"). Si tratta del fondamento di quello che solo noi siamo e che è unico e specifico. Tuttavia i tagli a cui ci sottopone la famiglia d’origine, la scuola, le aspettative del contesto sociale, producono un congelamento del nostro potenziale che rimane attorcigliato dentro di noi e fa sempre più difficoltà a manifestarsi. L’immagine che Mariano utilizza è quella del serpente arrotolato dell’induismo: la Kundalini. Per cui il nostro P.U.F. diventa "potenziale uno-trino kundalinizzato" (P.U.K.) e rischia di rimanere  li fermo e atrofizzato per tutta la nostra esistenza. E’ quello che accade alla maggior parte di noi umanoidi se non facciamo un percorso faticoso di riappropriazione della nostra profondità. Profondità oscura e misteriosa dato che non sarà mai del tutto conoscibile, essendo essa stessa collegata alla metastoria che è infinita, dinamica, complessa .

Il P.U.K. lo esprimiamo con il Karma che rappresenta le nostre soluzioni di vita, il continuo movimento, gli automatismi che facciamo per non fermarci e vedere con dolore quanto il nostro potenziale originario sia stato selvaggiamente occupato da territori stranieri. E per riappropriarcene dobbiamo continuamente reincarnarci, adottare cioè soluzioni progressivamente sempre più vicine alla nostra autenticità con continui tentativi che ci fanno andare sempre più in profondità.

Per creare questo movimento è necessario che il P.U.K diventi un P.U.S. cioè un "potenziale uno-trino che si sveglia". Il senso di non vita e il disagio diventano insostenibili per cui stiamo male e iniziamo a fare uscire davvero il nostro pus, cioè il dolore, la rabbia. Le emozioni riprendono a circolare e il nostro corpo a manifestarle in una danza di continui e faticosi tentativi di risalita e discesa e man mano che facciamo questo l’esistenza inizia ad avere un senso e la bellezza della vita si manifesta anche attraverso di noi in un viaggio infinito.

Il porto a cui dovremmo approdare tutti noi vitonauti è quello del nostro P.U.M. dove il "potenziale uno.trino metastorico" finalmente si esprime e siamo anche noi finalmente spiriti creatori. Ognuno di noi è parte integrante della metastoria e della sua gravidanza.

Così come per camminare abbiamo bisogno di due piedi, per essere vitonauti e godere del viaggio continuo della vita sono necessarie due parti  fondamentali: vita e conoscenza. In tutte le culture e le mitologie l’uomo si è sempre rappresentato due divinità diverse ma correlate tra loro (nella cultura ellenica ad esempio c’erano Urano (il cielo) e Gaia (la terra).

Per vita s’intende quello che sappiamo e vediamo, la soluzioni che abbiamo trovato; è la nostra parte karmica rappresentata  più dalla terra, dalla staticità. Tuttavia il viaggio continuo in cui siamo immersi ci spinge verso forme di vita sempre nuove e più complesse.  E’ la parte della conoscenza che ci porta a creare nuovi modi di essere e di stare nella vita. E’ questo il momento in cui più noi siamo vicini alla metastoria perché riusciamo ad andare al di là della ormai vecchia storia che ci sta stretta e in cui stiamo male. Prima di fare questo importante passaggio tuttavia c’è un momento "regressivo" di dolore, un senso di morte che taglia soluzioni ormai strette, in cui sentiamo anche la paura per la perdita di vecchie e consolidate identità dalle quali può anche essere difficile liberarsi.

Per ben spiegare questo continuo movimento vitale Mariano utilizza l’immagine dell’onda. C’è una parte superiore che rappresenta la fase della vita karmica ma che poi scende e cade in un movimento di rottura di quel che già è noto e ci fa approdare alla conoscenza dove ci spingiamo a far morire le nostre parti stantie e siamo noi stessi creatori, per poi risalire con un nuovo movimento propulsivo in cui sentiamo la pienezza della vita di un rinnovato equilibrio raggiunto. Ogni onda ci dice che qualcosa è scoppiata, la morte incombe ma si è approdati ad una nuova creazione.

In questo eterno movimento di andata nella storia e ritorno verso il silenzio della metastoria si manifestano le onde karmico-creative che esprimono il viaggio continuo della vita in cui siamo immersi, l’alternarsi della luce e delle tenebre, la necessità di approdare ad un nuovo spettacolo della vita.

Tutta l’esistenza è un campo In.Di.Co. (Infinito Dinamico Complesso) di onde e ogni manifestazione vitale è coinvolta in questo movimento.  Più incarniamo il senso del viaggio, più le nostre parti profonde in movimento emanano vibrazioni verso l’esterno. Il saggio è colui che percepisce ed emana onde a distanza anche senza parlare. Se l’ambiente in cui viviamo invece è molto psicotico, ristretto o se siamo abituati ad esprimerci più con il codice simbolico-razionale, percepiamo ed emaniamo solo poche onde.

Essere più in contatto con la metastoria significa imparare ad ascoltare il continuo flusso di gemiti, vibrazioni di questa enorme massa di onde karmico-creative che ci dilata e immette nel viaggio In.Di.Co. della esistenza e ne amplia il senso della vita stessa.

Rosanna Cotugno

lunedì 24 marzo 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), venerdì 28 febbraio 2014. II° CORSO "L.A. M.U.S.I.C.A." - Prima giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429
Prefettura di Foggia

"L.A. M.U.S.I.C.A."
Laboratorio Arte Musicale Universale
Struttura Intima Conoscenza Archetipica



II° CORSO “L.A. M.U.S.I.C.A.”
PRIMO GIORNO.



Venerdì 28 febbraio si apre il secondo corso “L.A. M.U.S.I.C.A.

Mariano Loiacono accoglie i nuovi partecipanti, ascoltando le ragioni che li hanno spinti ad iscriversi al corso, e ascolta anche  lo stato quiete degli ormai “veterani”.

Inevitabili emergono le considerazioni profonde su quanto il primo incontro-corso abbia inciso e bombardato i vari codici, Renato ad esempio, musicista professionista, pur avendo fatto un concerto di grande successo non è riuscito  a vivere a pieno il momento perché il cercare di sperimentarsi in arti di serie A (arte della vita), porta a sentire l’arte di serie B (l’arte della rappresentazione della vita) come peso della storia.

Mariano ribadisce l’importanza di partecipare al corso senza farsi prendere dai vortici della storia, questo vale in particolare per Giacomo, Gaetano e Guido.

Arriva anche il turno del preside, invitato a leggere la  lettera che G. ha scritto a Mariano dopo la morte di suo figlio cosiddetto "psicotico". G. grazie al percorso fatto col Metodo alla Salute è riuscito a viversi pienamente il figlio e ad  accompagnarlo nella sua malattia come mai avrebbe pensato di fare.
Giunge il tempo per Enzo di innamorarsi del padre, di quelle sue parti maschili che per contrapposizione si è negato ma che adesso sono fondamentali per il suo percorso di crescita.
Slegarsi dalla famiglia acquisita rappresentata dagli amici è un altro passaggio obbligatorio per lui prima di viversi la sua relazione con Maria a 360 gradi.

In conclusione del pomeriggio, Mariano accenna al Pira-Graal (combinazione delle due Unità didattiche: la Piramide e il Graal) che rappresentano foglie e frutti dell’Albero della Vita, e se un albero si riconosce da frutti e foglie, più sono sani radici e fusto, più sono saporiti e verdi i frutti e le foglie.

Come auspicio per il giorno a seguire ha sottolineato l’importanza di non fermarsi al codice simbolico o della razionalità ma di scendere nei codici più profondi, proprio per poter gustare tutti gli elementi del corso.

Giuseppe e Maria

sabato 22 marzo 2014

Aula didattica globale "Gianna St ellabotte" (FG), venerdì 7 marzo 2014. SETTIMANA INTENSIVA. Terzo giorno.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia





SETTIMANA INTENSIVA
DELLA FONDAZIONE
NUOVA SPECIE ONLUS


Terzo giorno.
Rito dei Popoli delle Terre danzanti
& Unità didattica
"Il Cum-munitometro".



La giornata è iniziata con il Rito del Popolo delle Terre danzanti in un clima di assoluta quiete e tranquillità.


Smarrimento e curiosità si sono poi alternate nei momenti successivi fino a quando ho percepito piacevoli sensazioni nel momento in cui sono stata segnata sul volto con del carbone.


Pensavo che oggi fosse una giornata meno intensa di emozioni ed invece non è stato così. Dal contatto corporeo con se stessi e con gli altri mi sono affiorate emozioni che avevo rimosso da un po’ di tempo, forse perché inconsciamente le avevo seppellite, forse perché ad oggi non ho avuto la possibilità di viverle a pieno. Emozioni profonde, belle, liberatrici.
 
E cosa dire delle immersioni? In quante di loro mi sono rivista, quanti frammenti di verità, frammenti di vita vissuta, ormai rimossi, seppelliti nell’animo.

Forte è stata l’identificazione nelle grida di G., nell’arrendevolezza fino a non sentire nemmeno più il dolere fisico di F., fino ad arrivare al paradosso di S. che con “feroce” ribellione si opponeva a quelle che lui riteneva “feroci” ingiustizie, nella liberazione di madre e figlio che, dopo aver superato i tabù da cui erano succubi, sono arrivati a conoscersi.
 

Credo che anche le persone a me vicino si siano riviste in certe situazioni, ma non trovino il modo di ammetterlo, di dirlo ad alta voce, gridarlo addirittura... Sì, perché urlare il proprio dolore ti toglie quel macigno che ti impedisce di vivere, fanno cadere quella maschera che nasconde crude verità, ma mette in risalto certezze a cui credere, a cui dobbiamo appigliarci per andare avanti.
 
La giornata è proseguita nel pomeriggio con l’Unità didattica “IL CUM-MUNITOMETRO una sorta di immagine circolare costituita da un anello superiore, illuminato, nel quale mettiamo in evidenza il modo in cui scegliamo di stare in ciò che ci appartiene (andare a scuola, nelle relazioni, ecc).. ed un anello inferiore, "diabolico" - dal greco δια-βαλλω = diavolo “che scolla”... come il disagio - che è la parte oscura che è in ognuno di noi.
 
L’individuo utilizza l’OBBLIGO-DOVERE, come la più frequente modalità per restare in certe situazioni, modalità più semplice, ma anche più povera.

Tale modalità non è spesso la più auspicabile, perché ognuno di noi deve mirare a raggiungere lo SPETTACOLO, tassello importante per la nostra vita.




E’ necessario essere in grado di oltrepassare il tassello di questo OBBLIGO-DOVERE, per andare a ricercare e a (ri)conoscere il nostro dolore e attraversando quindi gli altri tasselli di questo anello diabolico, anche l’agonia, la morte, e la non vita  che sono in ognuno di noi, per fare il salto doloroso verso quello che è lo SPETTACOLO. E’ un "giro su una giostra" da rifare, ripetere perché, se non ce lo permettiamo, la quotidianità ci porta a ricadere nell’OBBLIGO-DOVERE, mentre è importante stare sempre sulla giostra per migliorare  la nostra vita, le nostre relazioni.


La scrittrice Rossella Pirovano ci dice che dobbiamo ringraziare quel dolore di essere stato parte della nostra vita, perché è stato grazie al suo passaggio che possiamo riuscire a cambiare il nostro sistema di vita. E’ questo l’augurio che faccio a me stessa e a tutti coloro che sono nel profondo di quell’"anello infernale" o del disagio.

Melania

giovedì 20 marzo 2014

Troia (FG), givoedì 20 marzo 2014. COMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS. IV Festa dell'Insieme femminile-maschile.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia





COMUNICATO  STAMPA
DEL 20 MARZO 2014


IL 21 MARZO QUARTA EDIZIONE
DELLA FESTA NAZIONALE DELL’INSIEME
FEMMINILE-MASCHILE.
UN CONVEGNO A PESCARA
PER APPROFONDIRE E RILEGGERE
IL RAPPORTO “MADRE-FIGLIA”.


Si svolgerà a Pescara, presso la sala Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna”, un convegno dedicato al tema “Rapporto Madre-Figlia”, riletto secondo un nuovo punto di vista, più globale.


Il 21 marzo prossimo, come da appuntamento annuale, l’inizio della “primavera” sarà festeggiato dalla quarta Festa nazionale dell’Insieme femminile-maschile, che quest’anno si svolgerà a Pescara.

Superando il concetto di emancipazione della donna e della diversità di genere, il convegno intende presentare un’innovativa ed originale chiave di lettura del femminile inteso come “insieme femminile-maschile”, cioè parti che sono presenti in ogni individuo, al di là della diversità biologica.

La ricerca sull’Insieme femminile-maschile è uno degli ambiti di ricerca avanzati della Fondazione Nuova Specie ONLUS. Il convegno porterà a conoscenza le attività di ricerca da anni sperimentate dal Dr. Mariano Loiacono, presidente della Fondazione Nuova Specie, e da un gruppo di donne. Tra le attività presentate, una interessante sperimentazione legata al progetto “La Finestra di Babich”, giunto alla sua terza edizione, un tentativo di "utero devoto" per la crescita di 18 donne, di diversa età e provenienti da varie regioni d’Italia.

Il convegno vedrà anche la partecipazione dell’associazione “Centro Documentazione Donna”, di Foggia e Pescara, che da anni fa ricerca e documentazione sul femminile. L’idea di questo convegno nasce dalla sinergia tra la Teoria globale del Dr. Mariano Loiacono e la sperimentazione pratica di un Gruppo di Lavoro composto da alcune donne che, dopo esperienze di disagio personale e familiare, attraverso la sperimentazione, progettazione e formazione all’interno del "Metodo alla Salute", hanno deciso di approfondire la ricerca di cui questo convegno è espressione.

Il convegno sarà allietato dalle musiche di artisti abruzzesi e veneti. L’inizio è previsto alle ore 9:30 e si svolgerà per tutta la giornata, presso la sala del Museo di Arte Moderna “Vittoria Colonna”, via Lungomare G. Matteotti, 131 a Pescara.

Per info e contatti:
349-4645709

mercoledì 19 marzo 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), giovedì 6 marzo 2014. SECONDO GIORNO - SETTIMANA INTENSIVA .


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia




SETTIMANA INTENSIVA

DI MARZO 2014.

SECONDO GIORNO.

Oggi, sul palcoscenico terapeutico del ''Metodo alla Salute'', si é iniziato con i testi malinconici e sognanti della musica di un ragazzo che é aveva giá partecipato alla settimana intensiva. Successivamente si é approfondito il dolore di una donna di Rimini. La frustrazione derivante dalle difficoltá di integrazione della figlia é stata ricondotta al rapporto controverso tra lei e la madre. I torti subiti da questo conflitto e il rancore assorbito hanno compromesso subliminalmente il relazionarsi con la figlia.


Una ragazza toscana ci ha poi spiegato, in uno sfogo profondo e disperato con la madre, come le cause del suo disagio siano attribuibili anche alle dinamiche familiari e non solamente alla sua responsabilitá individuale; proprio di quest'ultima lei ha accusato di essere stata troppo caricata, analogamente all'omonima protagonista del film ''Via col Vento''. 

L'episodio che genera sofferenza, l'attaccamento al passato infelice, generano nello sfogo terapeutico un alter-ego intimamente connesso con chi soffre, attraverso il quale il dolore viene digerito, metabolizzato esorcizzato e infine rilasciato. Ed é proprio l'urlo lo strumento ultimo di espiazione, l'urlo straziante, lancinante, cosmico; l'urlo primitivo dell'uomo, l'urlo che risale la china di un disappunto ancestrale, che va dritto al cuore di una sofferenza tanto ingiusta quanto inevitabile; il pianto collettivo di un'umanitá che si chiede perché deve piangere. Forse oggi abbiamo la maturitá e gli strumenti cognitivi adeguati per affrontare ad armi pari la barriera mentale che ci separa da un mondo pacifico e sereno, e da una nuova specie che ridurrá all'indispensabile il dolore emozionale, le controversie e gli psicofarmaci. 


Il canovaccio di questo teatro vivente e improvvisato continua a svilupparsi con la storia di una signora e delle sue vicissitudini familiari. Con un padre alcolista e con quattro fratelli più piccoli, lei vorrebbe dare un perché al suo fardello di sofferenza, vorrebbe ritrovare un'identitá che é stata cancellata da quel senso di morte di cui é stata sempre vittima e che ha tenuto prudentemente sottobanco per tutta la vita. 

La mattinata termina con il racconto della difficilissima infanzia di un ragazzo rom di 28 anni la cui crescita é stata rovinata dall'alcolismo, da violenti litigi familiari, risse da bar e frequenti visite in carcere. Dopo molti tentativi di suicidio e frequenti spostamenti in vari centri di comunitá in tutta Italia, questo giovane oggi si chiede perché é dominato da una forte ansia, da un impulso rabbioso e distruttivo che gli impedisce di dare una svolta di valore al senso della sua vita. Si é intravista una causa nella mancanza d'affetto ricevuto nell'infanzia, conseguenza forse di essere stato uno dei tanti di una famiglia numerosa e allo sbando. Ha poi raccontato di un fatale incidente stradale in cui é stato coinvolto e dove hanno perso la vita alcuni dei suoi cari. Il pianto che ne é derivato é stato silente e sommesso, segno di un dolore gigantesco ben radicato, la punta di un iceberg di cui solo adesso si inizia ad intravederne la forma.


Dopo la pausa pranzo la catarsi si fa da parte per dare spazio alla musica. Viene chiesto al ragazzo con la chitarra di raccontarci di più sul suo immaginario con un altro brano originale. Sia nella musica che nelle parole libere, dai suoi pensieri traspare uno stato di rassegnazione, una sorta di arrendersi all'ineluttabilitá della vita, un lasciarsi andare senza timone al fiume impetuoso delle difficoltá. Poi il padre interviene a sorpresa e lascia fluire liberamente le sue emozioni, spiegando che nel bene e nel male, con l'educazione, le aspettative e gli sforzi, ha cresciuto suo figlio con grande amore. Un padre che vorrebbe conquistare la felicitá con la lotta, con uno sforzo di volontá, e si dispera finché non riesce ad afferrarla; riesce forse a toccarla ma essa è impalpabile e gli sfugge di mano. Il figlio assorbe questo disagio, ma la sua stasi e i silenzi riflessivi che lo avvolgono suggeriscono forse che la strada che li divide dalla serenitá é molto più breve di quanto si possa pensare.



Il titolo scelto per la sessione di teoria é:

''lo spessore della superficialità'' 

La giornata si conclude argomentando la teoria sulla base del titolo e applicandolo alle esperienze della giornata.

Ale

martedì 18 marzo 2014

Aula didattica globale "Gianna Stellabotte" (FG), mercoledì 5 marzo 2014. PRIMO GIORNO - SETTIMANA INTENSIVA .


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS


Registro Persone giuridiche n. 429 
Prefettura di Foggia



SETTIMANA INTENSIVA

DI MARZO 2014.

PRIMO GIORNO.



La giornata inizia con un introduzione sul Metodo alla Salute per poi passare ai pensieri fissi del 1° giorno della settimana in un clima misto tra curiosità, festa ed un pizzico di smarrimento.
Per rompere il ghiaccio si intona l’”Allora Dai” di Giorgio Gaber, dopo che Francesco ne ha letto il testo. 

“Allora dai allora dai le cose giuste tu le sai….allora dai allora dai dimmi perché tu non le fai!”


Segue il bastone della pioggia che tra le mani di Donatello diventa una cascata di parole e pensieri (sua definizione).
Silvio invita qualche ragazza (in primis Manuela) a giocare con il corpo di Alessandro, per il quale è importante la scoperta ed il contatto del suo corpo, desiderio questo che egli si nega ma di cui è costantemente alla ricerca. Viene invitato a transitare da una persona all’altra per raccogliere sensazioni fisiche e corporee (carezze, abbracci, baci) in un clima che già si è trasformato in vera accoglienza.
Segue il tanti auguri per il 63° compleanno di Gianfranco senza candeline e torta ma con tanto amore.
A fare da cornice a tutto questo in modo allegro le splendide barzellette di Antonio.
Sulle note musicali e melodiche Donatello ci fa scoprire il suo talento facendoci ascoltare una sua canzone dal titolo “Piove”; tutti ascoltiamo con stupore e piacere la voce di Donatello in una catena di mani spontanea.

Si passa alle comunicazioni: Emanuele parla del suo disagio di coppia, di suo figlio di 3 anni, della esperienza del padre ex sacerdote, della fuga precoce dalla sua realtà e del senso di tradimento verso il padre.

Si scivola poi lentamente alla fase delle immersioni: Pina racconta della sua gravidanza interrotta e del suo senso di colpa nei confronti di Giuseppe che se ne sentiva responsabile; Giuseppe si è sentito anche padre, visto che quello suo naturale è stato spesso assente a causa della tipologia di lavoro. Pina a soli 6 anni vive l’esperienza del collegio che l’ha portata prematuramente a sviluppare la forza di andare avanti. Oggi ha realizzato che correre non serve più ma che è molto più importante l’affetto familiare rispetto a quello dei beni materiali che ha rincorso per una vita e per necessità.


Francesco e Giada entrano in dinamica fra di loro; entrambi sono provenienti da una coppia genitoriale con disagio molto forte, legato alla dipendenze da sostanze: la scomparsa prematura della mamma quando ancora loro avevano 10 e 12 anni; il dramma di un funerale vissuto da spettatori con un dolore che ancora oggi portano inespresso, con un successivo emigrare per scappare dal giudizio della gente.
Cristina racconta della sua felicità per la nascita della figlia, delusa dalle aspettative del marito che voleva un figlio maschio, del totale abbandono dei familiari e della solitudine al punto che gli unici ad accoglierla al ritorno dalla nascita furono i vicini di pianerottolo.

ALLA NUOVA VITA!!....


Dopo alcuni pensieri musicali tra cui il pezzo di Donatello “Rosastella” e la successiva standing ovation, si passa alla performance di Amanuel. Viene poi regalato a Gaetano un libro dal nome “Il Gabbiano Gaetano”, per bambini di 6 anni, più o meno in sintonia con la sua età…..spirituale!

Teoria- 1° livello
Colpiscono le dinamiche della mattina a molte persone, tra cui anche quella di cercare di interagire con Checco e Miriam, che a più riprese cercano di allontanarsi dalla sala, ma che alla fine della giornata risulteranno veramente bravi; Miriam farà anche da valletta in più di una circostanza.

Teoria-2 livello
Viene scelto da Antonella il tema di Antonio dal titolo:  

Quello che importa non importa, quello che non importa importa: applauso di incoraggiamento!!!

Teoria-3 livello 
La scelta di Antonella si è basata sul fatto che ci si ferma all’apparenza e si trascura l’importanza della profondità; dopo altre interpretazioni del titolo da parte di alcune persone, tra cui Gianni e Renato, i conduttori  cominciano ad applicare il tema alle storie.

Riccardo applica il Graal delle “4 O di stupore”:

- Osannare (codice simbolico o delle rappresentazioni a cui noi siamo profondamente legati in partenza);

- Osare (codice analogico che ci permette di superare le paure) facendo ciò che non si era mai fatto prima

- Ospitare (codice bioorganico o delle emozioni che vanno ospitate nella propria anima)

- Oltrepassare (la parola si commenta da sé…)


Giusy applica il tema parlando della porta che ci fa passare al codice bio-organico e del potere che questo ha per poter superare il codice simbolico ed infine Silvio applica il tema soprattutto alla storia di Pina e poi a quella di Francesco e Giada, nei quali ciò che importa era stato tagliato molto precocemente e, per rendersi visibili, bisogna far vedere ciò che non importa.  Il Metodo, recuperando ciò che siamo noi soprattutto attraverso il negativo (che è ciò che non importa), ci riporta al nostro potenziale creativo che è “ciò che importa”.

Gianni e Mauro