lunedì 24 settembre 2012

Fano (PU), sabato 22 settembre 2012. "IL CERCHIO MAGICO" NELLA MIA SCUOLA: SI RIPARTE!

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente: Dr. Mariano Loiacono





IL "CERCHIO MAGICO":
UN CIRCLE TIME
ISPIRATO AL METODO ALLA SALUTE
PER UNA SCUOLA NUOVA,
COLORATA E RICCA DI EMOZIONI.





Carissimi Lettori,
Cari Insegnanti ed Educatori,

ho il piacere e la fortuna di insegnare anche quest'anno nella scuola dove ho lavorato lo scorso anno, di beneficiare quindi della continuità nelle mie classi, con il progetto avviato a gennaio 2012: "Il Cerchio magico", un particolare Circle Time ispirato al Metodo alla Salute.

L'altro ieri, di mattina, approfittando di due ore di sostituzione nell'attuale 2E, abbiamo ripreso, io e i miei alunni, la tanta attesa attività del Cerchio magico.  


Il Cerchio magico svolto sabato, con questa classe, è stato davvero entusiasmante e soprattutto molto emozionante perché i ragazzi ci hanno creduto e si sono immersi. Non avrei mai pensato di riuscire a fare una teoria profonda sui loro vissuti e di poter accompagnare i ragazzi in modo così intimo e naturale

I ragazzi sapevano, dal giorno prima, che avrei riproposto loro il Cerchio ed è stato molto bello per me vedere quasi tutti i ragazzi esultare e qualcuno non lamentarsi, come di consuetudine! 

Eravamo tutti seduti in Cerchio su comodi cuscini, quando ho proposto come pensiero antenato iniziale la lettura delle loro produzioni scritte. Prima di lasciarli alla fine dello scorso a. s., avevo chiesto loro di scrivere una paginetta sulla loro esperienza del Cerchio magico. Eccovene alcune.

Geraldo ha scritto:
Il Cerchio magico è un'attività che abbiamo iniziato a scuola con la prof. Cindy. Si prende una clessidra, quella del Kairòs ("tempo favorevole"), e la si divide in 4 parti.
I pensieri antenati. Prima cosa ci mettiamo in cerchio con delle sedie o cuscini. Poi ognuno di noi esprime un pensiero antenato, cioè un ricordo passato. Saltano fuori degli argomenti davvero interessanti.
Le comunicazioni. Ognuno di noi cerca di comunicare con gli altri attraverso racconti o figure o animali. A me è stato affidato lo scoiattolo perché secondo me sono permaloso e non sto mai fermo.
I racconti. Qui invece ognuno di noi esprime delle emozioni in un racconto che ha vissuto a sua scelta: bello o brutto.
Il fondo comune. Qui, nel fondo della clessidra, si cerca di trovare una soluzione che ci accomuna tutti.
La mia parte preferita è quella dei racconti, perché mi piace esprimermi con gli altri.

Gianpaolo ha scritto:
Ciao Cindy, sono Gianpaolo!
Mi son divertito tanto quest'anno con lei a fare i Cerchi magici! Particolarmente l'ultimo dove ognuno si è assemblato a un animale. Io ero il gatto o meglio sono il gatto e a me è andata bene questa scelta, perché mi piacciono molto i gatti. Mi è piaciuto anche quando Eleonora e Karin dovevano dirsi qualcosa di negativo. Karin, però, mi ha sorpreso, perché io non avrei mai avuto il coraggio di dire tutte quelle cose negative a Eleonora
Adesso la saluto e spero ma che tutti speriamo che lei il prossimo anno possa restare con noi! In caso contrario spero che un giorno, ci rivedremo per fare un Cerchio magico!
I LOVE CERCHIO MAGICO!!
P. S. Spero che ci rivedremo per un Cerchio magico... e non per una Homelife -> cesso ;-) 

Valeria ha scritto:
Secondo me in questi Cerchi magici sono venute a galla cose negative e positive.
Io ho visto questo di positivo e negativo:
1) Siamo riusciti a capire, soprattutto ci siamo "immersi" ognuno nel cuore degli altri e questa mi è piaciuta molto perché abbiamo potuto anche solo per un attimo sentirci come "sorelle e fratelli".
2) Non mi è piaciuto quando alcuni di noi hanno giudicato o commentato i pensieri altrui.
A me piacerebbe rifare questi Cerchi anche in seconda media, perché un po' saremo anche cresciuti e ci sarà qualche altro pensiero da far conoscere agli altri.
Mi sono divertita tantissimo.

Lauretta ha scritto:
All'inizio pensavo che il Cerchio magico fosse solo un passatempo o un gioco per perdere due ore; ma solo dopo il secondo Circle Time ho capito che non era soltanto un gioco ma anche un bellissimo modo per far capire come è veramente una persona: che magari ci può succedere anche il contrario.
A me piacevano tutte le tappe del Cerchio magico, ma quella che mi ha emozionato di più ovviamente sono stati i ricordi: perché era lì che veniva davvero "tolta la maschera" a ognuno di noi. Possiamo dire che in questa tappa di pianti e risate ci siamo tutti sfogati e divertiti.
Il mio Cerchio magico preferito? Forse quello dove abbiamo portato un ricordo di quando eravamo piccoli, perché ognuno di noi ha raccontato la storia della sua foto, del suo peluche o del suo vestitino.
Per i Circle Time dell'anno prossimo vorrei aggiungere il "che cosa pensi di me"? Una persona a scelta chiede a una sua amica o un suo amico in classe che cosa pensano di lei/lui.
In conclusione: cerchio magico = modo per farci conoscere come siamo veramente e fonte di pianti ma soprattutto di risate!!!!

Eleonora ha scritto:
L'ultimo Cerchio che abbiamo fatto insieme mi è piaciuto molto. Mi sono divertita tanto a dire quello che penso degli altri e condividere le mie emozioni. Direi che è stato il Cerchio che mi ha appassionata di più.
Riguardo all'animale che più mi assomiglia, credo che sia stata proprio azzeccata [la farfalla]; infatti qualche volta svolazzo tra le nuvole e quest'animaletto mi dà un senso di calma e bellezza.
Speriamo che l'anno prossimo sia di nuovo con noi, perché è molto simpatica ma anche perché vorrei fare altri Cerchi magici.

Gianluca ha scritto:
Il Cerchio magico mi è sempre piaciuto tranne l'ultima volta perché mi sono molto annoiato invece delle altre volte che era più divertente.
Non ho capito niente del discorso che la Cindy ha fatto sugli emigrati e non mi è piaciuto quando toccava andare in mezzo al Cerchio e parlare di quello che non vuoi dire... A me sembrava un confessionale e questa cosa non mi è proprio piaciuta.
Mi è piaciuto la volta che dovevamo portare un oggetto che ci stava a cuore: io ho portato un pupo e Geraldo le sue scarpine di quando era piccolo, la Grazia il peluche e Fede Scooby Doo.
Se dovessimo fare altri Cerchi magici (io non ne voglio fare mai più) voglio che andiamo fuori quando è caldo e che facciamo le attività belle, non quelle brutte

Cristina ha scritto:
A me è piaciuto molto fare il Cerchio magico anche perché ognuno ha buttato fuori i suoi sentimenti e qualche volta ci facevano anche piangere. E' stato anche un'attività piacevole perché ci ha coinvolto... Peccato che non ne abbiamo fatto qualcuno in più.
Per me il Cerchio magico è stato un'esperienza per stare tutti insieme e parlare dei nostri sentimenti, di cosa pensavamo dei nostri compagni oppure per parlare delle nostre cose.
L'ultima volta che abbiamo fatto il Cerchio magico, è stata la volta più spiritosa, secondo me, e più commuovente. Nella prima parte, [...] mi è stato assegnato il pulcino, forse perché non sto mai zitta... I pulcini in effetti "chiacchierano" sempre... Quindi sono d'accordo con questa scelta.
Non sono sorte solo cose positive, è venuto fuori anche il negativo: per esempio quando Karin ha detto a Ele delle cose negative, ma è stato anche commuovente.
IO MI SONO DIVERTITA TANTISSIMO!
RIUSCIREMO A FARLO ANCHE L'ANNO PROSSIMO?!

Ebbene sì! Penso proprio che la Vita (o Metastoria) ci ha voluto e ci vuole bene. Come accennato all'inizio di questo post, il seguito del Cerchio magico è stato molto positivo e ha posto ottime premesse per questo nuovo a. s. 2012-2013.

Ho proposto alla Vicaria del Plesso di potenziare l'attività del Cerchio magico in 2E; ha accettato.

In questa nuova avventura avrò piacere di coinvolgere le Associazioni alla Salute ONLUS Marche e ONLUS Romagna: la "Marcagna"... Vediamo se i tempi sono maturi per iniziare a passare pian piano dall'angolo β (beta = teoria, ascolto, riflessione) all'angolo γ (gamma = gioco, sperimentazione)... ;-)

Vi saluto tutti e a presto,

Cindy

venerdì 21 settembre 2012

Cesenatico (FC), domenica 16 settembre 2012. ULTIMO GIORNO DELLA SETTIMANA INTENSIVA.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente Dr. Mariano Loiacono

 


ULTIMA GIORNATA
DELLA IV SETTIMANA INTENSIVA
IN ROMAGNA.
GIORNATA DEDICATA AI BILANCI.





Cari Lettori,

eccovi finalmente il sunto dell'ultimo giorno della IV Settimana intensiva a Cesenatico, organizzata molto bene dall'Associazione alla Salute ONLUS Romagna
Non avevo ancora avuto il piacere di partecipare ad una Settimana a Cesenatico, tranne nei pomeriggi riservati alla didattica... Sono rimasta positivamente colpita dallo spirito giovanile, romagnolo, intraprendente e leggero dell'Alsa Romagna.

La Settimana intensiva si è conclusa, come di consuetudine, con il bilancio di tutti i partecipanti. Il Dr. Loiacono si è dedicato all'ascolto di più di 100 persone... fino alle 3:00 di notte!


La mattinata si apre con le impressioni sulla festa di sabato sera, organizzata da Gioele T., festa alla quale quasi tutti hanno partecipato, potendo così "fare festa" e alleggerirsi dopo l'impegnativa giornata dei Ring.
La presenza di molti giovani (e meno giovani) pieni di energia e spigliati, provenienti da tutta Italia (Lombardia, Puglia, Marche, Campania, Romagna, Svizzera addirittura...) ha permesso che si creasse un intreccio-crossingover particolare e vitale di cui ho goduto anch'io e grazie al quale sento personalmente (e non sono l'unica) di essermi potuta riprendere un pezzo importante, quello dell'analogico-corpo, appanaggio di chi sa viversi l'adolescenza

Prima di emergerci nei bilanci dei singoli, abbiamo ascoltato tutti insieme la canzone che Sandro Apollo (allora "persona in trattamento" al CMS di Foggia) e Mariano Loiacono hanno scritto insieme nel '99: l'Avanti Tutta di cui mi piace riportare qui le parole. 

Muri, vetrine, assordanti caffè,
Circoli, amici, lavoro, bignè:
Son solo ombre di un film senza eroi,
Non cerchi più tutto quello che vuoi.

Ed i cortili di un tempo che fu
Non ti ricordano la gioventù.
Pallido il gesto la testa è rapita
E la tua vita di colpo è sfiorita.

Rit. Avanti tutta, avanti, non fermarti più;
La porta è aperta la tua vita è lì
Che aspetta solo di essere riempita un po'
Di sogni nuovi e tanta umanità.

Avanti tutta, avanti, solo non sarai,
Perché in spalla un sacco porterai;
Tante le storie dentro ed i pensieri tuoi
Saranno forti come tu li vuoi.

Puoi ritrovarti s'è quello che vuoi,
Pensa a te stesso, ai sogni che hai.
Non è egoismo, ma senso reale
E con il mondo sarai solidale.

Forte la vita si riprenderà
I pezzi sparsi di un'integrità
Persa nel nulla lasciata marcire,
Senza una meta lasciata morire.

Rit.

Siamo pronti per iniziare i bilanci...
Questa è stata la Settimana delle famiglie, ma anche dei fratelli/delle sorelle. E' stato importante poterci riconoscere nelle storie degli altri, (provare a) riattivare delle parti, abbandonarne alcune, farne sedimentare altre.

Si presentano l'una dopo l'altra le famiglie che hanno partecipato all'Intensiva; si presentano anche i quattro speciali cugini milanesi (Marta, Riccardo, Diego e Amerigo) ribattezzati "cugini Rémi" dal Dr. Loiacono, per i quali si prospetta un intreccio con le gemelle italo-tedesche di Urbania Valentina e Victoria, con Dj Gioiello ;-). 

Il Dr. Loiacono ascolta devotamente lo stato quiete di tutti i componenti delle famiglie, coppie, singoli presenti; si sintonizza su ciò che emerge e aiuta ognuno a fare il punto della situazione, prospettando eventualmente il successivo passaggio, passo o passetto da fare. Rispetta le persone dubbiose rispetto al Metodo alla Salute e coloro che non ancora si affidano ad egli stesso.

Le emozioni sono state molteplici durante la Settimana; sono state suonate ogni giorno tutte le note (vedi "Homelife") e questo ha fatto sì che si sono creati spontaneamente intrecci (anche) profondi tra le persone.
Sta ora a noi intrattenere i rapporti nati durante l'Intensiva, oppure i rapporti già esistenti ma cresciuti dal 11 al 16 settembre 2012. 

Sento di ringraziare Mariano per averci magnificamente accompagnati durante la Settimana e  tutti coloro che si sono messi in gioco sia nella conduzione che nell'immersione delle proprie profondità.

Alla prossima,

Cindy

mercoledì 19 settembre 2012

Cesenatico (FC), sabato 15 settembre 2012. QUARTA GIORNATA DELLA SETTIMANA INTENSIVA.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS
Presidente Dr. Mariano Loiacono

 

 
 
 
QUARTA GIORNATA DELLA
SETTIMANA INTENSIVA
DI SETTEMBRE 2012
A CESENATICO.

Ring!!
 
 
 
 
Come ogni quarto giorno della Settimana intensiva molte famiglie presenti si prestano a partecipare al ring condotto da Mariano Loiacono, Davide Morri, e molti altri conduttori che si interscambiano.

Il Dr. Loiacono seguendo l’inedito del gruppo ha ritardato l’inizio dei ring accompagnando alcune situazioni con teorie puntuali tratte dal sapere dei testi antichi.
 
Dopo di che iniziamo ad entrare nel vivo della giornata che si articola con il susseguirsi di numerose famiglie che hanno cercato di affrontare il proprio disagio.
 
Come è emerso dai giorni precedenti molte persone hanno portato sopra il ring i propri trascorsi personali tra questi il disagio più gettonato riguarda il rapporto tra genitori e figli.
 
Riteniamo opportuno elencarvi quelle che secondo noi sono stati fondi comuni più rilevanti della giornata.
 
Da mettere in evidenza è l’incastro stretto che si può creare nelle famiglie tanto che le varie verità posso ad alcuni suonare come sogni o deliri, dei quali non si riesce mai a definire la concretezza storica come nel ring della famiglia S. nella quale la confusione dei ruoli tra genitori presenti, genitori passati, fratelli e ricordi può creare una pioggia di emozioni che avvelenano la vita di tutti.
 
Molto evidente è il meccanismo di congelamento che avviene quando i genitori non mostrano il proprio vissuto, sia positivo sia negativo, ai figli come nella storia della famiglia C., dove Greta e Matteo, un po’ congelati nel corpo, cercano di far capire che la loro vita di emozioni si è fermata precocemente.
 
Anche la storia dei bellissimi e giovanissimi Paolo e Chiara  lascia capire che prima di costruire nuove emozioni per una nuova famiglia ognuno deve compire autonomamente il proprio viaggio all’interno si se stessi per poter rompere le antiche catene che tutti noi abbiamo: "non" proprio a significare che prima di construire una nuova famiglia ci si deve separare e distinguere da quella di origine.
 
Da sottolineare anche che molti genitori condividono la voglia di muoversi per i propri figli ma l’inadeguatezza dei loro mezzi non permette loro di mostrare l’affetto tanto desiderato dai figli soprattutto in quelle delicate situazioni dove affrontare la paura è un passaggio decisivo! Ne sono un esempio le famiglie di Marina, Fausto e Luigi.
 
A nostro avviso è importante sottolineare come la crescita dei figli e il loro conseguente distacco da quelli che erano i meccanismi bloccanti li porti a potersi porre sullo stesso piano dei genitori o addirittura al di sopra anziché essere sopraffatti dalla timidezza che annebbia ogni cosa (Rachele & company).

E come sempre l’attesissima nota del "La" accompagna la nostra serata! La festa di fine giornata ci attende con trepidazione!
Dj Gioele detto "feat" I q.bisti (non visti) di nuova specie accompagnano la serata danzante che si prospetta energica, sensualissima e all’insegna del puro divertimento goliardico e impudente! ;-)
 

Applausi!

Enrico & Riccardo
 

martedì 18 settembre 2012

Cesenatico (FC), venerdì 14 settembre 2012. TERZA GIORNATA DELLA SETTIMANA INTENSIVA.


Fondazione Nuova Specie ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono

 
 



TERZA GIORNATA DELLA
SETTIMANA INTENSIVA
DI SETTEMBRE 2012
A CESENATICO.

Rito dell'acqua
Unità didattica "Il Crossingover".




E fu sera e fu mattina…

La giornata è iniziata con il rito per il quale eravamo tutti vestiti (anche) d’azzurro per richiamare i colori del mare.


Accompagnati dall’equipaggio di bordo siamo stati invitati a salpare su una grande nave, seduti attorno ad una piscina di carta pesta che rappresentava il mare ci siamo abbandonati ad una musica che richiamava il rumore delle onde e dei gabbiani. Ci siamo lasciati cullare da questo suono respirando in modo lento e profondo. Con la lettura di un brano di Baricco siamo stati portati ad interrogarci su i nostri desideri. Dopo di che ognuno di noi ha scritto il proprio desiderio su di un foglio di carta, ogni pensiero è stato letto e gettato simbolicamente nel mare all’interno di una bottiglietta con la speranza che si avverino. Dopo questi momenti molto toccanti e commoventi ci siamo abbandonati in un ballo collettivo.

 
Alla ripresa abbiamo assistito all’Unità didattica tenuta dal Dr. Loiacono che ci ha illustrato il fenomeno del crossingover. E’ stata espressa la necessità di creare discendenza, ovvero che ci siano altre persone ad avere la capacità di condurre i Gruppi alla Salute. In seguito il negativo viene presentato come un’opportunità per poter crescere, un aiuto contro, andare verso qualcosa che va contro di noi.

Francesca ha letto la lettera che Mariano ha scritto per il Presidente della Regione Puglia dove viene posta l’attenzione sul lavoro svolto presso il Centro di Medicina Sociale di Foggia, ha espresso il suo dispiacere per la chiusura di quest’ultimo in vista del suo pensionamento.
 
Si entra finalmente nel vivo dell’Unità didattica,  il crossingover viene espresso come fenomeno ordinario che avviene continuamente dentro di noi. Mariano avvalendosi dell’aiuto di pasquale ci spiega la differenza fra mitosi e meiosi. Mitosi come duplicazione di cellule uguali fra loro che nascono e muoiono continuamente e meiosi come cellule che rinunciando ad una parte del loro patrimonio per creare una nuova cellula l’idea sarebbe quella di perdere alcune parti vecchie per lasciare posto allo scambio con parti nuove.

 
Si dice che il disagio è l’espressione di una meiosi, in quanto chi presenta un allontanamento dalla vita che lo circonda sta in realtà mettendo in evidenza la staticità da parte della famiglia d’origine, staticità paragonabile ad una mitosi.


Appare sempre più evidente la necessità di rinunciare a parti nostre, per dare spazio ad una crescita e scambio con parti nuove.

 
Così si conclude l’unità didattica.
 
La giornata si conclude con lo spettacolo poetico/musicale l’"Elogio dell’errore" tenuto da Martino e Roberto, il quale ci ha permesso di alleggerirci con profonde risate.
 
Claudia 
e
Diego

lunedì 17 settembre 2012

Cesenatico (RN), giovedì 13 settembre 2012. RESOCONTO DELLA SECONDA GIORNATA DELLA 3^ SETTIMANA INTENSIVA IN ROMAGNA.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono









SECONDA GIORNATA
DELLA SETTIMANA INTENSIVA
DI SETTEMBRE 2012 A CESENATICO.

"Attraversare il dolore porta alla gioia"?


 


Oggi non c’è più il sole, ma pioggia e vento: fortuna che c’è la musica ad accoglierci e, nell’attesa che la sala si riempia, c’è chi si saluta, chi balla, chi chiacchera, chi gioca. L’atmosfera è complessivamente serena.
A condurre le attività sono Marta, Marino, Meris, Valentina e Dina che introduce il discorso sul metodo, soprattutto per i nuovi, facendosi aiutare dai  partecipanti. Così Elisa, con grande chiarezza, ne spiega le caratteristiche partendo dalla prassi, vale a dire dalla sua esperienza. 
Ci parla del disagio della sua famiglia, di come si sia manifestato a partire dai problemi di Luigi e di come la scoperta del Metodo alla Salute abbia aiutato lui e tutti loro a intraprendere quel cammino che, seppur  faticoso, li sta portando di nuovo verso la vita. Certo con lentezza, ma d'altronde e non a caso è proprio la lumaca il simbolo del metodo. Ed è Paola che ci spiega con la sua consueta precisione perché. 
La lumaca è lenta, non fa salti e quindi non evita le tappe necessarie, simbolicamente parlando, alla  rinascita. Procede per gradi, lentamente perché ha fretta. Si porta la casa con sé, ha quindi al suo interno tutto il necessario, ha delle antenne che le permettono di guardare la realtà a 360 e di arrivare anche alla profondità. E’ ermafrodita, ha quindi in sé sia il maschile che il femminile e poi si sporca, come suggerisce Nadia, si compenetra con quello che sta intorno e lascia una scia, un segno. Non ultimo, per nutrirsi ha bisogno di pochissimo, dell’essenziale; non si trascina dietro  pesi inutili e zavorre. 
Alle spalle dei conduttori come sempre è l’immagine del Graal che guida e scandisce le varie tappe del metodo e quindi dalla giornata. E’ importante seguirle, perché tutto ha un senso anche se questo non viene subito compreso da tutti. I “nuovi” talvolta fanno fatica a percepire questa necessità, che può essere scambiata per carenza di democrazia. Ma la lumaca insegna: con la dovuta pazienza tutto acquisirà significato.
Ma andiamo con ordine. Dopo gli interventi di Marino e Renato che pongono l’accento sui vari progetti, sottolineandone la grande valenza, la ricchezza, ma anche la gratuità e le difficoltà che si presentano nel loro svolgersi, si inizia con i pensieri antenati. 
E’ un piccolo partecipante, Maurizio, che dona agli altri il suo bellissimo pensiero musicale: Macuna patata, che vuol dire “senza pensieri”. E’ una partenza gioiosa, Maurizio viene più volte sollevato in aria dal gruppo e poi ci si scatena nella danza. 




E’ importante la presenza dei bambini, che sono l’aspetto fondamentale della vita e, come spesso succede nel metodo, ecco presentarsi l’effetto domino: anche Nicolò vuole, come dire, entrare in contatto con tutti facendosi a sua volta sollevare in aria. 





Si  procede poi con la musica; sono tanti infatti questa mattina coloro che lasciano al gruppo, come Milo e Diego, un pensiero musicale. Ma ci sono anche Noemi che legge due suoi bellissimi Haiku, Lidia che scomoda Herman Hesse per dire la sua sul metodo, Riccardo che evoca il falco pellegrino e Bartolomeo che recita: “meglio un cane vivo che un leone morto”.
A chiudere questa fase una bellissima ninna nanna cantata da Marta che invita le persone a cullarsi reciprocamente e questo dà una nota di serenità e rilassamento.





Dai pensieri antenati si passa alle comunicazioni, ma prima quelle di servizio. Viene illustrato il programma della serata e qui si inserisce la presentazione del libro di Silvio fatta da un conduttore d’eccezione, Francesco, che elargisce al gruppo la sua saggezza da adulto.
E si comincia a entrare in profondità: i conduttori invitano i nuovi a presentarsi, a spiegare le motivazioni della loro presenza. E’ una fase delicata e importante, non è facile  parlare di sé a un gruppo di persone in gran parte sconosciute, ma il clima di accoglienza e condivisione che si è instaurato facilita la comunicazione, stimola le persone a venire fuori con i loro problemi ed è così che si passa in modo praticamente automatico alla fase successiva: quella delle immersioni.
Quando Anna si presenta e coinvolge la figlia Marina si mette in moto una dinamica forte e complessa che ha come nucleo centrale il rapporto madre figlie e figli. 




La sofferenza di Marina che rimprovera alla madre di non essere mai stata vista nel suo essere profondo induce una reazione a catena; altre “figlie” entrano in gioco, come Eleonora che per la prima volta riesce a urlare il suo dolore, la sua rabbia contro una madre che non ha mai sentito tale nei suoi confronti e l’ha quindi ostacolata nel suo essere a sua volta genitore, o come  Chiara e Barbara che si sono riconosciute in quelle angosce esplose prepotentemente.
E’ Chiara a chiamare in causa Mirella rivolgendosi a lei come modello di “ madre assente” ancora incapace di guardare dentro di sé, di riconoscere i propri bisogni  e quindi anche quelli del figlio. La sprona a mettersi in gioco e Mirella generosamente acconsente. 





E’ questo che genera la dinamica più forte della mattinata, quella tra Mirella e il figlio Fausto. Ciò che emerge con difficoltà, ma poi con chiarezza, è la problematicità del corpo, di una sessualità irrisolta e nascosta. E’ sicuramente solo in un contesto così accogliente, quasi un utero, tra la sensibilità dei conduttori e la solidarietà dei partecipanti che dei nodi così complessi possono emergere,  iniziare sciogliersi e acquisire una dimensione meno drammatica.
Così, dopo lo sprofondamento si può ricominciare a salire e a andare “verso la vita”.
Si chiude, dopo questo momento di grande coinvolgimento emotivo, la prima fase della giornata.
Alla 15.30 o giù di lì si riprende.





Le dinamiche della mattinata aleggiano ancora nell’aria e fanno da sfondo all’intensa presentazione di una delle conduttrici, Meris che ha comunicato a tutti il suo disagio e il suo desiderio di fuga, poi vinto, facendo capire come non ci sia differenza tra chi sta da una parte e chi dall’altra. 
Ha così fatto vivere direttamente come il Metodo alla Salute sia un percorso progressivo e che anche i conduttori hanno bisogno dell'aiuto, dell’energia che si viene a creare dentro la rete dei partecipanti.
E’ Dina che ci fa poi comprendere come chi arriva al metodo è spesso alla disperazione, perché nessuno capisce il disagio che sta vivendo. Col metodo, e questo è sottolineato da tutti i conduttori, la loro vita è cambiata completamente.
Renato interviene comunicando come abbia sentito analogia tra la dinamica della famiglia di Mirella e il suo percorso e ha evidenziato che è stato con il progetto Rainbow che è cominciata la sua rinascita. Solo lavorando realmente su di sé si può crescere.
Ha inizio quindi la fase che dà il senso a tutto quello che è successo nella mattinata, quella del fondo comune e della teoria.
I partecipanti sono invitati a parlare di quello che li ha colpiti e coinvolti di più. Molti gli interventi che si soffermano sulle dinamiche tra Fausto e Mirella e di Eleonora, della quale  è apparso evidente a tutti il cambiamento avvenuto soprattutto nell’espressione del viso, quasi a sottolineare come la liberazione del nodo che blocca le emozioni sia in grado di sciogliere anche il corpo.
Altri aspetti emersi sono stati la difficoltà di alcuni genitori a cogliere l’opportunità loro offerta di essere genitori invece che richiedere continuamente visibilità su di loro, la rassegnazione e la staticità di chi continua a rimanere attaccato al proprio disagio o la fuga dal dolore emerso dalle varie storie di vita narrate.
Ecco il momento della ricerca degli opposti centrati sulle dinamiche emerse nella mattinata per trovare il titolo su cui si fonderà, nella fase finale, la teoria.




Il titolo viene scelto da Giuseppe, è quello formulato da Simone ed è il seguente: ATTRAVERSARE IL DOLORE PORTA ALLA GIOIA?
Simone ha formulato questa domanda perché già a Foggia se l’era posta e durante la mattinata si era allontanato dalla sala  per la grande sofferenza che vi circolava.
In alcuni interventi viene però sottolineata la parzialità del titolo rispetto alla complessità delle tematiche emerse, il dolore infatti ci può servire ma dobbiamo fare attenzione che non diventi per noi un alibi, in altri viene ribadita la necessità di percorrere il dolore, ma con consapevolezza. Riconoscerlo e attraversarlo non significa necessariamente arrivare alla gioia, è invece strumento per crescere e giungere all’interezza dopo la frammentazione. 
Se il dolore fa parte della vita, perché produca cambiamento, movimento, è necessario inoltre sapere come “visitarlo”  e da chi farsi eventualmente accompagnare. 
Benedetta stimola a leggere il Graal dal basso e quindi dalle nostre profondità, perché e da lì che inizia il percorso del dolore, e quando si accende può essere spento solo se noi non ci spaventiamo, se riusciamo ad affrontarlo senza avere fretta, perché la strada per risalire “dal giallo al blu” è difficile e molte sono le insidie.
Concludono la fase della teoria Valentina e Dina che si rivolge a Simone e invita tutti a riflettere sul fatto che non si vincono dolore e paura mettendo in atto il meccanismo della fuga: dobbiamo affrontarli fino in fondo altrimenti rimarremo statici.
Dopo la necessaria pausa cena, che serve a rifocillare corpo e spirito, si arriva alla presentazione del libro di Silvio Boldrini Alla ricerca della mia Stella.
Viene illustrato dalla moglie, Michela e da Francesco che ne sottolineano valore e peculiarità. Fa parte della collana Fiabe del terzo Millennio che è interamente finanziata dalla Fondazione Nuova Specie e, come sottolinea Mariano, dovrà essere il primo di una lunga serie di altre fiabe che potranno testimoniare il proprio percorso di vita, come è successo per Silvio.
Il suo è infatti un saggio autobiografico, cioè il racconto di un’esperienza su cui poi, come sempre avviene nel Metodo, viene fatta teoria.
La serata si conclude con un po’ di trambusto: non tutti nell’albergo sono in grado di comprendere quel tanto di “sana pazzia” che aleggia nel gruppo.   

Margherita e Lidia

giovedì 13 settembre 2012

Cesenatico (RN), mercoledì 12 settembre 2012. RESOCONTO DELLA PRIMA GIORNATA DELLA 3^ SETTIMANA INTENSIVA IN ROMAGNA.





FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS 
Presidente: Dr. Mariano Loiacono







PRIMA GIORNATA SETTIMANA INTENSIVA  A CESENATICO:
ASPETTANDO LA PIOGGIA! 


Dopo la serata di ieri dove Mariano ci ha accolto e ha presentato alcuni partecipanti si inizia la settimana.
Prima giornata, prima mattinata. 
Più di cento persone, una buona parte nuove o alla prima esperienza di intensiva. Si parte tranquillamente, cercando di spiegare ai nuovi come si svolgerà il corso, come saran divise le giornate.  I vecchi, i veterani, con la loro esperienza spiegano le fasi del Graal. 





I conduttori  che accompagneranno questa prima giornata sono Paolo, Martino, Angela e Benedetta  e fanno partire i pensieri antenati con una canzone di Giorgio Gaber, “E allora dai!”! 





C’è chi usa pensieri antenati di altri e chi i propri e si spazia un po’ ovunque, da frasi di Einstein a barzellette su mogli ammazzate. Nel frattempo il piccolo Nicola, urla, si dimena, cerca la madre tra le braccia di Marta e non accenna a calmarsi, anche se poi, si calmerà, rilassando la tensione che si era creata in alcune persone.
Queste urla così libere, così naturali, così profonde, fanno emergere il bisogno di urlare represso in Veronica e in tante altre persone. Un urlo collettivo si scatena e si conclude con un grido lancinante, doloroso e solitario. E’ Chiara che si può finalmente permettere di esprimere la sua sofferenza, di riempire il suo vuoto con un urlo antico e represso da chissà quanto tempo.  





Un nuovo giro di comunicazioni e si arriva ad uno dei nodi cruciali di questo disagio diffuso, il rapporto tra padre e figlio.
Diego Tappato inizia un’invettiva contro suo padre Silvano e in men che non si dica, si creano due fronti a sostegno di padre e figlio. Si cerca di "stappare" del tutto Diego e Diego ci sta, si abbandona ed emerge tutta la rabbia. La dinamica è forte, intensa e probabilmente per i nuovi  sconvolgente.  Alla fine però, c’è un abbraccio a terra dove ormai si abbandonano consumati  Diego e Silvano.





Un’ altro Diego arricchisce la casistica e approfondisce l’importanza di (s)fruttare la possibilità di conoscersi, finché ancora si possono creare canali di comunicazione profonda.
La pausa pranzo alleggerisce gli spiriti e appesantisce gli stomaci, perché diciamolo, si mangia bene e per chi vuole anche Vegano.
Tornati in sala si affronta la fase del Fondo Comune dove si  estrae dal vissuto intenso della mattinata una comprensione che leghi e possa essere utile per tutti. “Figli che vogliono essere visti da padri non visti”,  è quello che in questo momento accomuna e avvicina tutti quanti. E’ il tema di Milo che Barbara sceglie tra i tanti proposti . Nel frattempo  Francesco di soli dieci anni  incuriosito aveva chiesto come ci si sentiva a condurre, ed eccolo lì in un attimo tra i conduttori.  Quello che stupisce è l’occhio attento e curioso e la capacità di fare il punto con tre parole, di raggiungere una sintesi nei suoi pensieri già adulti. 
Tante sono le teorie e di tutte si dovrebbe parlare perché non ce ne è una più importante dell’altra, ma quello che emerge più di tutto, è la necessità di essere visti, visti profondamente, non solo osservati  e di venire accolti, accolti profondamente.





Siamo tutti uguali. (...nella diversità!, ndr)
Di nuovo si mangia, di nuovo ci si alleggerisce e si conclude la serata con la proiezione del video sul progetto MALA che ha permesso una vacanza, più o meno tranquilla, ai ragazzi.
La notte c’è chi si riposa e chi va a farsi un bagno o in piscina o al mare, sfruttando forse, l’ultima serata senza pioggia che si avvicina veloce.  


Atmanand

lunedì 10 settembre 2012

Foggia, mercoledì 5 settembre 2012. LETTERA ALL'ON. NICHI VENDOLA. EMERGENZA DEL CENTRO DI MEDICINA SOCIALE.




DIPARTIMENTO DI NEUROSCIENZE
U.O. : CENTRO DI MEDICINA SOCIALE
Per alcoldipendenza, farmacodipendenza e disagio diffuso
Tel. 0881/736392  -  Fax  0881/736393
E-mail: centrodimedicinasociale@ospedaliriunitifoggia.it
Responsabile: Dr. Mariano Loiacono
 


Al Presidente della Regione Puglia
On. Nichi Vendola

E p. c. al Direttore Generale Azienda osp.univ. “OO. RR.” Foggia
Dott. Tommaso Moretti
All’Assessore della Salute Regione Puglia
Dr. Ettore Attolini
All’Assessore del Welfare Regione Puglia
Dr.ssa Elena Gentile


 

Oggetto: 
Emergenza Centro di Medicina Sociale


 


Egregio Presidente,

Le scrivo perché ho necessità di evidenziarle una emergenza delicata, in quanto dirigo come medico-psichiatra il Centro di Medicina Sociale dell’Azienda ospedaliero-universitaria “OO.RR.” di Foggia e, dunque, sono un suo dipendente e Lei è il mio massimo responsabile istituzionale.
 
Dopo 36 anni di lavoro ospedaliero a tempo pieno, il primo marzo 2013 andrò in pensione e si chiuderà una importante sperimentazione da me portata avanti con riscontrabili buoni risultati e significative innovazioni metodologiche nel campo del “disagio diffuso.
 
Insieme a me, andranno in pensione, ingloriosamente, alcune eccellenze e un know how di alta innovazione, messo a punto in questa ultratrentennale sperimentazione presso il Centro di Medicina Sociale, a cui sono emotivamente legato perché ho avuto la fortuna di essere stato il primo medico ad aprirlo e metterlo in funzione in data primo marzo 1977.
 
Come lei sa, in tutti questi anni di sua Presidenza regionale, non c’è stata concessa alcuna occasione di scambiare su questi aspetti e valutarli opportunamente, nonostante a più riprese ciò le sia stato espressamente richiesto da una nutrita rappresentanza nazionale del CONAPIT (Coordinamento Nazionale Persone In Trattamento) e da varie Associazioni alla Salute Regionali. Penso che non lo sentirà come atteggiamento polemico il mio volerle indicare e sottolineare alcune di queste eccellenze e innovazioni, sperimentate in un Servizio pubblico della sua Regione, che il primo marzo 2013 cesseranno di esistere:
- Trasformazione di un centro medico ospedaliero, improntato a un modello sanitario di salute, in un laboratorio antropologico: uno spazio funzionale pubblico dove si è lavorato per l’Uomo e per la sua condizione psico-socio-esistenziale specifica di questo terzo millennio e della fine del millennio scorso, in cui si è vistosamente evidenziato un profondo “Mutamento antropologico che ha segnato il passaggio dalla cultura organica del Villaggio-Mondo a quella globalizzata e frammentata del Mondo-Villaggio. Considerando l’epocale mutamento antropologico in corso, abbiamo preferito sostituire il termine sanitario “malattia” col termine “disagio diffuso” - epistemologicamente  più ampio e più aperto a nuove ipotesi teorico-prassiche, e il termine “malato” con il termine “persona in trattamento” nel quale ognuno si può riconoscere, me compreso. Il cambio terminologico non è stato un fatto fine a sé ma è stato consequenziario a un cambio di paradigma, adottando come nuovo punto di vista l’Epistemologia globale.

Il cambio di paradigma ha richiesto, di conseguenza, un innovativo cambio di modello di funzionamento-operatività del Centro. Nell’esperienza del Centro di Medicina Sociale di Foggia, si sono integrati paritariamente: gli operatori e i volontari; i ruoli istituzionali con i ruoli e le dinamiche metastoriche, esprimibili da ogni partecipante al laboratorio antropologico; il pubblico e il privato sociale; gli spazi istituzionali e quelli della rete sociale ordinaria; il costo istituzionale del servizio (locali del Centro e stipendi operatori) e i liberi contributi-autofinanziamenti delle persone in trattamento; gli strumenti comunicativi dell’Azienda (molto ristretti) e quelli approntati dai volontari e dalla rete sociale; le possibilità di aggregazione-interazione locale e l’aggiunta di scambi periodici strutturati all’interno di una rete nazionale di persone (Comunità globale).
 
- Sperimentazione ultratrentennale del “Metodo alla Salute: una alternativa all’uso di psicofarmaci e di psicoterapie che si avvale di dinamiche metastoriche, ovvero dinamiche di gruppo intensive e continuative per un certo periodo di tempo, che portano a cambiamenti profondi perché coinvolgono tutti e tre i codici della vita di un individuo: il codice delle emozioni profonde, il codice del corpo, il codice simbolico-razionale. La base teorica del Metodo alla Salute è rintracciabile nella Epistemologia globale che viene presentata, a tutti quelli che vogliono, in un corso intensivo della durata di due settimane. Al Metodo alla Salute possono partecipare tutti, indipendentemente dalla diagnosi ricevuta e dalla settorializzazione nosografica vigente che frantuma i vari sintomi e moltiplica i centri specializzati, intervenendo poco o niente sul substrato antropologico-umano che rimane un fondo comune di ogni individuo, sano o malato che sia. Nel Metodo alla Salute vige l’obbligo per i familiari di partecipare paritariamente al trattamento, alla formazione periodica che viene organizzata e alle supervisioni. Ognuno è in grado di vivere, innescare, condurre queste dinamiche che si realizzano sul campo in maniera inedita. In tal senso è un Metodo altamente popolare e diffusibile. Il Metodo alla Salute - integrando in una unica esperienza aspetti curativi, preventivi, riabilitativi, formativi, di reinserimento, di creazione di rete sociale e partecipazione attiva – permette alle famiglie di migliorare contemporaneamente e sinergicamente la situazione dei propri membri -a livello individuale, di coppia, familiare- e di acquisire strumenti e competenze nella gestione dei disagi sintomatici dei propri membri, nella partecipazione attiva e specifica alla rete territoriale e alle iniziative di crescita della salute nel proprio territorio.
 
Trattandosi di un servizio pubblico, è importante evidenziare che vi si accede col codice fiscale e col ticket aziendale, ove previsto. Sono fiero di aver operato sempre e solo all’interno della struttura pubblica e di non aver mai fatto una visita privata o a pagamento, accontentandomi dello stipendio. In riferimento ai criteri aziendalistici vigenti, la produttività del Centro (ricoveri day hospital, ambulatorio) è molto alta, considerando l’esiguo personale messo a disposizione, generando un notevole risparmio su farmaci ed esami diagnostico-strumentali e l’integrazione operativa stabile del volontariato.

- Trattandosi di una assoluta novità nel panorama dei trattamenti disponibili, il Metodo alla Salute ha richiamato al Centro di Foggia persone provenienti da tutte le Regioni italiane: da circa un ventennio c’è un viaggio della speranza soprattutto di persone provenienti dal Centro-Nord. Purtroppo, da noi arrivano prevalentemente giovani, ormai cronicizzati, dopo anni di trattamento tradizionale (ricoveri, TSO, psicofarmaci, case riabilitative psichiatriche, costosi trattamenti presso ambulatori privati). Essendo un trattamento intensivo, per ospitare le numerose persone provenienti da altre Regioni, sono nate delle “domus organizzate dalle stesse persone in trattamento di Foggia, non avendo mai risposto positivamente a queste esigenze le istituzioni pubbliche alle quali è stata evidenziata la necessità di accoglienza. Ovviamente, la positività della metodologia e i buoni risultati hanno permesso a migliaia di persone, durante il soggiorno-trattamento, di apprezzare ancora di più la nostra Regione, migliorandone l’immagine e accrescendo la domanda turistica. 

- Trattandosi di un metodo popolare, di facile accesso e con possibilità di accompagnamento continuativo nel tempo, è stata possibile una consistente diffusione, a livello nazionale, attraverso le Associazioni alla Salute Regionali, attivate da persone interessate e formate durante la frequentazione-fruizione del Laboratorio antropologico di Foggia. Attualmente sono funzionanti le seguenti Associazioni alla Salute: Foggia, Marche, Romagna, Veneto, Lombardia, Abruzzo, Basilicata, Bari. Stanno per nascere le Associazioni alla Salute: Calabria, Campania, Sardegna, Sicilia, Toscana. Da più di un anno, accanto al su citato CONAPIT con sede a Forlì, si è costituito un Coordinamento Nazionale delle Associazioni alla Salute con sede nelle Marche. Le Associazioni Regionali organizzano volontaristicamente nel loro territorio: Gruppi alla Salute, Settimane intensive, corsi di formazione, progetti di crescita e iter formativi, conferenze, favorendo una rete sociale e progettuale di grande arricchimento socio-territoriale in tutti i campi, compreso quello della salute. A tal proposito Le allego un DVD contenente le varie iniziative svolte, nell’ultimo anno e mezzo, in collaborazione con la Fondazione Nuova Specie.

- Lo sviluppo della rete delle Associazioni Regionali e le continue richieste di trattamento alternativo, per gli scarsi risultati dell’approccio tradizionale e per i pesanti effetti collaterali, ha evidenziato la necessità di mettere in rete il Centro e le varie iniziative regionali del Metodo alla salute. Ciò ha spinto alcuni volontari ad attivare e gestire a spese proprie, sin dal 2006, 
grazie ai quali migliaia di persone al mese conoscono e rimangono in contatto col il Centro via internet. Queste due importanti iniziative si sono aggiunte alla rivista trimestrale “Limax, prodotta e autofinanziata dal 1994 fino al 2010 e adesso pubblicata online in formato digitale.
 
- Negli ultimi anni, anche grazie alle mie pubblicazioni e alla versione inglese del sito, molti studenti universitari, operatori, e importanti scienziati internazionali (come Bob Johnson e Fred Baughman) hanno fatto visita al Centro di Medicina Sociale spinti dal desiderio di conoscere e verificare il Metodo alla Salute. Inoltre, il più importante network di farmacovigilanza pediatrica europeo Giù le mani dai bambini” ha realizzato un pregevole video sul Metodo alla Salute con la consulenza della prof.ssa Emilia Costa, Psichiatra dell’Università La Sapienza di Roma. Infine, il Ministero per la Pubblica Amministrazione e Innovazione ha incluso il Centro di Medicina Sociale nel Progetto “Non solo fannulloni” quale esempio di professionalità, di innovazione, di coraggio nello sperimentare nuove soluzioni volte a ridurre i costi, migliorare i servizi, rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese.
 
- In questo trentennio, sono state importanti le collaborazioni con l’Università di Bari (prof. Eugenio Ferrari), con l’Università di Bologna, con l’Università di Urbino (prof. Giuliano Piazzi) con la cui Facoltà di Sociologia è stato costituito il LAM Studium (Laboratorio del Mutamento Antropologico e Studi umanistici) che per sei anni, fino al pensionamento del prof. Piazzi, ha attivato uno stage universitario sul tema “Globalizzazione, mutamento antropologico e disagio diffuso” che si svolgeva sia presso l’Università che presso il nostro Centro.

- Riguardo alle problematiche psicotiche, penso di essere stato il primo a livello internazionale ad averle evidenziate nel 1989 come nuovo trend del disagio giovanile (Sociologia Urbana e Rurale, Dipartimento di Sociologia, Università di Bologna, 1989). Da un anno, in aggiunta al trattamento già operante al Centro col “Metodo alla Salute” e in collaborazione con le Associazioni alla Salute Regionali, sono in fase di sperimentazione in varie regioni italiane (Puglia, Marche, Veneto, Emilia  Romagna, Lombardia, Calabria) progetti avanzati per pazienti affetti da psicosi e familiari, denominati “Oltre le colone d’Ercole (vedere i tanti post allegati nel DVD). Ovviamente sono stati progetti completamente autofinanziati dalle famiglie in mancanza di finanziamento pubblico, pur facendo risparmiare soldi per ricovero, uso di costosi psicofarmaci e comunità terapeutiche che oggi finanziariamente rappresentano una delle maggiori uscite anche per la nostra Regione.
 
Mi fermo qui perché alcuni altri aspetti, per essere compresi e valorizzati, hanno bisogno di essere vissuti e compresi dal di dentro di una esperienza personale, possibile e aperta a tutti, essendo il Centro un Servizio Pubblico al quale si accede con la sola tessera sanitaria.

Concludo, evidenziandole che ho preferito esprimere in questo modo il dolore che sento per l’indegna fine di 36 anni di mio servizio all’istituzione pubblica, alla Medicina-Psichiatria, alla mia città-provincia-regione.


Un po’ ero preparato a questo scomparire del Centro, assieme all’avvicinarsi della mia pensione, avendo già colto negli anni passati importanti segni premonitori:

- La Regione non ha mai risposto alla richiesta di riconoscimento di Centro di eccellenza formulata da parte del dott. Morlacco, poi divenuto dirigente ARES della Regione Puglia.
 
- Progressiva riduzione dei posti letto Day Hospital, assegnati al Centro, nonostante il volume di ricoveri possibili (soprattutto extraregionali).
 
- Esclusione di fatto dalle attività formative della Facoltà di Medicina dell’Università di Foggia.
 
- Precarietà del Medico assegnato al Centro, dopo periodi in cui sono stato da solo a svolgere l’indescrivibile mole di attività e impegni, nonostante l’esistenza in organico del posto.
 
- Il 5 marzo 2012, dopo alcuni anni di martellante pressione, è avvenuto lo sfratto del Centro di Medicina Sociale dalla sua sede storica, nonostante fosse proprietà dell’Azienda, per cederla gratuitamente alla Facoltà di Lettere.
 
- Recentemente, diniego regionale per il rinnovo del contratto di due anni al dirigente medico in servizio al Centro che, di fatto, declina la chiusura definitiva del Centro, nonostante da ben sette anni ho rinviato la mia pensione per formare personale esperto del Metodo alla Salute, nella speranza di poter  mantenere in vita e far continuare a operare un Centro di rilevanza nazionale e di innovatività scientifica.
 
Sono, comunque, fiero del fatto che, pur avendo dovuto affrontare forti e ripetute azioni avversive e pur attraversando enormi difficoltà per sopravvivere nella mia Azienda, nel comune di Foggia e nella mia Regione, sono riuscito a mantenere aperto e funzionante il Centro, anche nei tanti anni in cui sono rimasto ad operare da solo come medico, e portarlo all’eccellenza nazionale che da più parti mi viene di fatto riconosciuta. Dopo 36 anni di onorato servizio, cado sì ma in piedi, e sono orgoglioso di questa mia appassionante avventura che mi fa onore prima di tutto su un piano umano ed etico.
 
Questo è ciò che ho voluto scrivere per sottoporlo alla sua riflessione, un po’ dispiaciuto che Lei in questi anni di suo mandato regionale non ha provveduto a verificare e valutare l’esperienza, anche per tutelare i numerosi cittadini di altre regioni ricoverati presso una struttura sanitaria della Regione che Lei presiede. Personalmente ho stima della sua persona e della sua grande sensibilità antropologica, sociale ed etica. Per spiegarmi questa sua inspiegabile disattenzione, ho sempre pensato che forse è stato informato e consigliato male da persone a Lei vicine. Rimane il fatto, però, che né queste persone né Lei vi siete messe nella condizione di verificare e valutare: due operazioni cardine della vera scientificità che servono proprio ad evitare quei pregiudizi ideologici e/o interessi di bottega, che da sempre hanno fatto abortire nella storia importanti innovazioni, solo tardivamente rivalutate.
 
Attendo con serenità un suo riscontro alla presente, anticipandole che renderò pubblica questa lettera alle persone in trattamento, trattandosi di una questione di interesse generale, in quanto la sorte del Centro di Medicina Sociale di Foggia interessa migliaia di persone su tutto il territorio nazionale e all’estero.
 
Se proprio non ci sarà ancora modo di incontrarci, La invito sin d’ora alla “tregiorni” di riflessioni pre-pensionamento che farò all’interno del Centro, insieme a tantissime persone che spero raccoglieranno il testimone di questa mia entusiasmante esperienza di cambiamento e di innovazione nel campo della salute, delle problematiche socio-antropologiche e delle difficili sfide che accompagneranno a lungo questo terzo millennio.
 
Cordiali saluti.
 
Foggia 05 settembre 2012
Il Responsabile
Dr. Mariano Loiacono