domenica 31 luglio 2011

Foggia, venerdì 29 luglio 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Quinta giornata.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS



Presidente Dr. Mariano Loiacono


QUINTO RESOCONTO

DELLA SETTIMANA INTENSIVA
organizzata al CMS di Foggia

dal 25/07/11 al 29/07/11


Un grumo di frammenti da far sedimentare.


A inizio mattinata il Dr. Loiacono ha richiamato l'attenzione di tutti su Ivan, un ragazzo psichiatrizzato da più di tre anni, che grazie alla molteplicità delle relazioni vissute in questi 5 giorni, ha mostrato enormi cambiamenti in relazione a se stesso e agli altri, facendosi icona della possibilità di riprendere il viaggio della vita.

E' stata una settimana inaspettatamente intensa e la complessità delle dinamiche vissute, grazie alla giornata di ieri, ha permesso di tracciare gli albori di una nuova prospettiva di relazione verso sé e l'altro. Ci siamo immersi per imparare a riprenderci quello che ci rende primitivi, naturali, le nostre emozioni più profonde e innaccettate e i nostri bisogni insoddisfatti.

Klimt Tree of Life

I bilanci di ieri hanno chiarito meglio cosa questa settimana ci ha donato, focalizzandosi sulle possibilità di cambiamento e sull'abitudine delle nostre modalità di relazione e di comunicazione che, ancora, tanto ci spaventano. Considerando le relazioni familiari sono stati messi in discussione i ruoli dei padri paragonandoli alla funzione del "fuco", il maschio dell'ape domestica, una figura simbolica che dovrebbe imparare a "stare a modo proprio", senza fermarsi solo a servire l'altro, ma vivendo secondo le proprie verità ed il proprio valore. Il ruolo materno, invece, in molte situazioni è stato paragonabile al ruolo dell'"ape regina", figura che impara a vivere per l'altro, traendo nutrimento dai propri figli e annientando il maschio. Due figure ambigue che trasmettono ai figli una certa "dismaturità" facendoli perdere nel lutto di un amore incondizionato, mai vissuto, e nell'introiezione di quei nodi che li hanno incatenati nelle loro profondità.


Sono state affrontate anche le difficoltà di molti rapporti di coppia, nei quali si è puntato a far nascere delle prospettive in modo da non chiudersi negli eventi che finora sono andati male. La soluzione migliore, un po' per tutti, per ora sembra essere la sospensione, una sospensione improntata ad aiutare a riscoprire, prima dei bisogni della coppia, i propri bisogni, dai quali si potrà partire per la costruzione di relazioni più solide ed adulte, anche col proprio compagno.

Ancora una volta, l'incontro con storie diverse, che spesso ci mettono in difficoltà e creano delle distanze, è stato invece, in questi giorni, motore vitale per il cambiamento e la nascita di nuove prospettive, prospettive che potranno arricchire il nostro "sapere emotivo" e ci hanno già regalato un nuovo punto di vista.

Pasqua Ugone
e
Michele Vino

sabato 30 luglio 2011

Foggia, giovedì 28 luglio 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Quarta giornata.

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


QUARTO RESOCONTO
DELLA SETTIMANA INTENSIVA
organizzata al CMS di Foggia

dal 25/07/11 al 29/07/11


E' il quarto giorno: il giorno dei ring!


Per chi non lo sapesse il ring è una possibilità di confrontarsi faccia a faccia tra persone che hanno relazioni più o meno forti (principalmente coppia o famiglia) e che Mariano, arbitro del ring, considera relazioni ferme o già frantumate.

Prima dei ring c'è spazio e tempo per visitare il fiore di Ivan che piano piano sta facendo uscire la sua fragranza: il suo mento non è più rivolto totalmente verso il basso come il primo giorno, i suoi occhi brillano di una luce delicata e speranzosa, i suoi petali sono più colorati. Per festeggiare questi piccoli passi Ivan viene abbracciato e baciato da tante donne perché il corpo non è solo importante in quanto "oggetto sessuale" ma soprattutto ha bisogno di essere visitato in quanto tale, con affetto e dolcezza. C'è ancora la difficoltà della mamma nel vedere e festeggiare i cambiamenti del figlio, il che sicuramente rallenterà i tempi di apertura di questo bel fiore. La mamma di Ivan ci racconta tutto il travaglio attraversato prima di arrivare al Metodo alla Salute: per anni sbattuta tra tanti psichiatri che non hanno fatto altro che cambiare il nome al farmaco da somministrare, fino alla proposta assurda della clinica di Pisa del famoso Dr. Cassano di aiutare Ivan con l'elettroshock, che giustamente ed umanamente la mamma ha rifiutato di fare.

E' venuta fuori anche la proposta di festeggiare il Natale (intesa come nascita di ognuno di ognuno di noi) nel mio territorio, la terra di Bari, il che è anche una speranza per far nascere e far crescere un punto di vista ed una rete più umana e globale per accogliere le sfide, le opportunità e le difficoltà di questa epoca.

Si inizia con i ring!...



La piattaforma è preparata e l'arbitro è pronto; i primi a scontrarsi-incontrarsi sono una madre ed una figlia, Rosa e Carla; la figlia vede la difficoltà della madre nel partecipare alla settimana e fa venir fuori alla madre il blocco legato a due figure per le di riferimento del Centro. Mariano spiega che un blocco nasce quando ci sono due forze opposte: da una parte quella che ci spinge ad essere adulti e dall'altra quella che ci tira alla sponda infantile, per cui quando una persona prima di aprirsi aspetta di essere visitata nella sua parte bambina e questo non accade, noi ci blocchiamo. Saremo cresciuti quando faremo le nostre cose senza il bisogno di un consenso o senza farci intimidire dal giudizio o dalla non considerazione degli altri.

Il secondo ring è tra marito e moglie, Nicola e Letizia: qui c'è una moglie che si sente risucchiata dalle esigenze profonde del marito e che, non facendocela più, quasi come un atto d'amore, ha cacciato di casa il marito, altrimenti nulla si sarebbe smosso. Mariano dice che Nicola accanto a Letizia e con 4 figli, si sente morto e che avrebbe bisogno di far uscire quello che è prima di ritornare nella coppia.

Prima della pausa pranzo c'è tempo per un altro ring familiare, che sarà poi ripreso: quello tra Miriam, Fabio ed Isacco: anche qui l'equilibrio che si era creato e che è durato per tanto tempo, si stava rompendo e come ci insegna la crisi, essa è necessaria proprio per trovare nuovi equilibri, sicuramente più interi rispetto al vecchio equilibrio; anche l'arrivo di Isacco ha in qualche modo offuscato la relazione tra F. e M.che devono riprendersela, relegando la crescita e cura di Isacco anche ad altre persone vicine, nonchè F. deve decidere di stare nella coppia e con Isacco a modo suo ed ascoltando i suoi bisogni, piuttosto che solo come stampella o "papino". Mariano ci da una dimostrazione di quanto un padre poco maschile incide sul figlio, che non sentendosi un territorio definito, rischia di diventare iperattivo.



Quarto ring è tra una neo-coppia, Carlo e Grazia: Grazia, essendo stata abituata a fare da mamma nella sua famiglia d'origine, fa difficoltà a mettere fuori i suoi bisogni, per cui spesso fa al posto di Carlo, che invece avrebbe bisogno di essere più attivo. Mariano spiega che spesso anche nella coppia abbiamo difficoltà a fare attivamente festa perché non l'abbiamo visto mai fare in famiglia. Inoltre Carlo esprime le sue difficoltà con il corpo nella coppia e Mariano gli consiglia di viversi di più i maschi ed il riconoscimento maschile piuttosto che solo quello femminile.

Quinto ring è tra un'altra coppia Luca e Benedetta: anche qui l'equilibrio per cui la coppia reggeva si è rotto da tempo e vengono fuori paure reciproche; B. ritiene di aver fatto per troppo tempo la mamma di L. e che L. non riesce a mettere fuori i suoi bisogni, che lui ancora non vede. Mariano dice che la situazione è abbastanza confusa, solo che B. nella sofferenza lotta, L. si è già arreso e trascina le cose in maniera morta.

Sesto ring è tra la famiglia di Mirko, il padre Stefano e la madre Giusi: viene fuori una certa svalutazione del padre in relazione alla mamma nel rapporto con il figlio, che quindi sente mancare una figura paterna. Mariano dice M. lo sta aspettando, non sarà lui a fare il primo passo finchè non lo farà il padre in maniera attiva; anche perché tante cose hanno bloccato M. nell'adolescenza che si è dovuto costruire da solo, senza accompagnatori.

Settimo ring è tra un figlio, Marco, e sua madre Loretta; M. si sente ancora trattato come un bambino , anche a lui è mancata molto la figura del padre, per cui ha dovuto fare la stampella della madre, vedendola sofferente anche come moglie. L. vede M. ancora come un figlio pericoloso e ancora non lo lascia libero di sbagliare senza giudicarlo.

Ottavo ring è tra Luciano e sua madre Ivana; I. comunica dolorosamente le sue difficoltà verso il figlio, che si immerge anche in un dolore profondo verso un padre che non riesce a vedere la specificità del figlio, ma piuttosto la banalizza e disprezza con sterile senso di superiorità.

Nona ed ultima immersione è quella tra Daniela e la madre: anche qui viene fuori una grande rabbia e dolore di D. verso il padre per averla inclusa nei problemi della coppia e per non essere stata visitata da entrambi nel suo dolore quando ne aveva bisogno. Data la difficoltà di D. nel fare uscire la rabbia ed il dolore, Mariano teorizza che questo accade quando non ci sentiamo un valore.


Dopo questa lunga carrellata di ring ed immersioni si chiude la quarta giorna e ci si prepara comunque a far festa a Villa Terronia, anche perchè come spiega Mariano con la Homelife, è importante saper suonare quella nota del far festa (il la), anche dopo o durante grosse tragedie, indipendentemente da chi siano i vincitori o gli sconfitti!

Filippo Marroccoli


giovedì 28 luglio 2011

Foggia, mercoledì 27 luglio 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Terza giornata.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


TERZO RESOCONTO
DELLA SETTIMANA INTENSIVA

organizzata al CMS di Foggia
dal 25 al 29/07/11


Ieri 27 luglio, terzo giorno della settimana intensiva; come ogni mercoledì la mattinata è stata dedicata al rito dei popoli delle terre danzanti. In particolare il rito di oggi è stato dedicato a alla madre terra come elemento che ci collega con la vita. Donare alla terra, prendere dalla terra parti disperse, nascoste. L'antenato, posizionato al centro della sala è stato il mediatore metastorico (me.me.) attraverso il quale immergersi nelle profondità di ognuno.

Durante la prima parte è stato fondamentale richiamare nell'immaginario collettivo i popoli delle terre danzanti, coloro che hanno mantenuto più a lungo nel tempo il contatto profondo con la madre terra. Il ritmo del cuore, i tamburi, le danze, il corpo che si libera, i muscoli che si tendono e si rilassano in maniera cosi primordiale che ora quasi non la sappiamo riconoscere. La danza parte piano, ad occhi chiusi e piano piano pervade tutto il corpo, l'esterno perde la sua capacità di presa. E' la bellezza infinita di qualcosa che abbiamo dentro ma che non ci permettiamo di tirare fuori.

Si è poi passati alla parte centrale del rito, quello appunto dedicato alla madre terra. Chiunque lo desiderasse ha avuto la possibilità di prendere o affidare simbolicamente alla terra posizionata al centro della stanza, ciò di cui sentiva il bisogno, sporcarsi le mani e poi lasciare la propria traccia su un lembo di lenzuolo da poter conservare (o no).

Il momento è stato molto intenso e alla fine la gran parte dei presenti si è sentita coinvolta da questa fase del rito che è stata poi commentata prima della pausa per il pranzo per scambiare emozioni e sensazioni.

E' stato il primo rito al quale Eka non ha preso parte come conduttrice, lei lo ha sottolineato ed ha dato molto valore a questo e anche a coloro che invece hanno ideato e condotto (bene) questo momento così profondo.

Al rientro la sala aveva preso di nuovo l'aspetto dell'auditorium per lasciare spazio alle interazioni e all'unità didattica condotta dal Dr. Loiacono e trasmessa sul web.

Dopo l'introduzione ed i saluti si è parlato dell'imminente spostamento del CMS presso i locali dell'ex ospedale Colonnello D'Avanzo che avverranno non prima di fine settembre e dei nuovi corsi già in calendario per la seconda parte dell'anno. Si svolgeranno tutti lontano da Foggia, a Nord Italia, a testimonianza che il Metodo alla Salute ora è presente ed opera attivamente in moltissime regioni d'Italia (quasi tutte) grazie a persone formate e motivate alla diffusione di questo nuovo punto di vista globale sulla vita.

Iniziare una ricerca significa avere la volontà di “salire sul monte”, mettersi in ascolto di ciò che ci viene dall'esterno, riflettere e rielaborare prospettive nuove verso cui dirigersi. E' l'angolo β, l'angolo acuto, il momento da ricercare in cui astrarsi dal frastuono di tutti i giorni. Si devono mettere in conto sacrifici, rinunce, la possibilità di dover abbandonare qualcosa a cui siamo fortemente vincolati.



Dopodiché dobbiamo provare a mettere in pratica le nostre rielaborazioni. Provare significa essere consapevoli che si può sbagliare, si può tornare indietro. Cercare di entrare dentro le cose della vita e modificarle sperimentando in maniera creativa. E' l'angolo γ, l'angolo aperto, quello del gioco, della creatività.

Se l'angolo α è un angolo univoco (una voce sola), l'angolo β è l'angolo della molteplicità (molte voci), l'angolo γ è l'angolo dell'intreccio con la vita.

La tentazione di tornare indietro è sempre presente, ma porta a rivivere nello stagnare delle nostre cose vecchie.

L'angolo γ è quello che ammette gli opposti, le contraddizioni; è un momento sacro in cui non dovremmo fermarci di fronte alle incongruenze apparenti ma osare per cercare di maturare una condizione che ci possa portare ad un nuovo punto di vista sulle cose che sia aperto verso l'esterno, alla possibilità di scambio e verso la mutazione continua della vita che non possiamo in alcun modo bloccare.

Accettare l'idea di andare oltre ciò che è Storia per riuscire ad entrare ed uscire dalla Metastoria come fonte di vita.

E' l'angolo π, un angolo aperto, una nuova condizione in cui tempo regole e riconoscibilità esistono ma siamo in grado di modificarle rimanendo in sintonia con lo scorrere della vita.

Grande grande grande Mariano e grandi tutti i conduttori!

Luca Pieroni


mercoledì 27 luglio 2011

Foggia, martedì 26 luglio 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Seconda giornata.



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


SECONDO RESOCONTO
DELLA SETTIMANA INTENSIVA
organizzata al CMS di Foggia
dal 25 al 29/07/11


Secondo intenso giorno di questa settimana MOLTO intensiva, come ieri il nostro Compagnone di viaggio presagiava…

A condurre questo variegato gruppo di viandanti quattro coraggiose donne devote: Annamaria, Annarita, Marilisa e Ermanna.

Imbocchiamo presto presto la strada del risveglio delle emozioni con l’ingresso di “donna Francesca” che con coraggio oggi ha sperimentato una prima modalità di ritorno al suo femminile tagliato. Oggi indossa una gonna e uno scialle, porta i tacchi ed è impreziosita da un velo di colori sul viso. Oggi è bella, femminile e più morbida, e negli occhi le si dischiude una dolcezza luminosa che svela quanto in realtà dietro il non saper-poter ancora esprimere tante parti nostre si nasconde un profondo desiderio di riappropiarcene e di tornare a viverle.

Le conduttrici ci invitano saggiamente a non spaventarci di quelli che potremmo avvertire come giudizi o critiche ma di affidarci all’eventualità che il gruppo può aiutarci a vedere e portare alla luce delle cose che ancora non vediamo. Solo fidandoci e restando aperti a più possibilità ci concediamo di farci interrogare e provocare dai vissuti di questi giorni… regalandoci così opportunità di cambiamento e crescita.

I passi seguenti li muovono Marco, Martino e Mirko, condividendo, con le parole e con il corpo, il dolore per il sentirsi congelati e “schermati”, la paura di non riuscire a emozionarsi davanti alle dinamiche, di non esprimere quello che invece dentro sentiamo molto tumultuoso. Ma non passa molto tempo che le loro paure si sciolgono nelle loro stesse immersioni: le emozioni vengono fuori, un groviglio di dolore e rabbia, rassegnazione e speranza si affaccia sui loro volti e nelle loro parole. E’ importante che noi per primi non ci spaventiamo davanti alle nostre paure per lasciarci aperte altre possibilità rispetto a quello che OGGI ci è visibile e manifesto. L’immersione nella propria sofferenza funge presto da spinta ad immergersi nelle vite di altri: e così Marco, in questo caso il più solidale, colui che quest’oggi ha aperto le danze del cambiamento e del riavvicinamento al maschile, insieme a Martino, accompagna Mirko. E così Mirko accompagna Alberto… Si creano intrecci, cascate di vita! Ogni scorza, anche la più spessa e dura, se si ha pazienza e devozione, può lasciarsi accarezzare dalla molteplicità degli interventi fino a creparsi per lasciare entrare chi oserà non spaventarsi e desidererà scoprire la polpa succosa oltre quella scorza ruvida.

Rosa dà voce al suo dolore silenzioso. Mi emoziona moltissimo quando, pur in una grande solitudine e sovraccarico di oneri pratici, questa donna abbia avuto il coraggio di non accontentarsi di liberarsi da Ivan ma speri ancora di liberare Ivan.

Flavia, Floriana e Vita si aprono ad una dinamica complessa. Donne a confronto, ognuna davanti all’altra con i propri tagli e le proprie soluzioni: la presenza ingombrante di Vita nella vita di Flavia si scontra con la sua presenza trasparente in quella di Floriana. Il dolore di Vita nel suo pianto disperato.

Significativa oggi anche la sottodinamica innescata da Dina con Isacco. Grazie a lei, ma anche a Benedetta, Isacco ha potuto tirar fuori un po’ di aggressività. I versi muti di Isacco, con il tempo e la devozione, finalmente si son fatti grida e pianto chiari, l’irrequietudine si è fatta sfinimento, poi abbandono, poi sonno sereno. E’ stato molto importante far entrare un po’ di negativo nella quotidianità dorata di questo piccolino… Bravi “mammina e papino” a non spaventarsi e a fidarsi del gruppo.

Miglior attore non protagonista quest’oggi è il corpo. Tanti i racconti in cui è il corpo il luogo fisico ed emotivo su cui sono incisi dolori antichi, tagli, assenze, presenze iperprotettive. Parte proprio da qui il titolo della teoria scelto da Luca e creato proprio da Vita:

“Corpo desiderato, corpo rifiutato”.

E’ infatti proprio il corpo lo specchio più fedele delle nostre profondità. E’ da due corpi che veniamo generati, è in un corpo che le nostre prime cellule si assemblano in un nuovo corpicino, è attraverso i nostri corpi che prima di tutto entriamo in relazione fin da quando nasciamo. Un corpo però per crescere ha bisogno di essere visto, esplorato, visitato… Come? Attraverso i bisogni, attraverso il contatto, attraverso lo sguardo. Solo così un corpo cresce, prende forma, può esprimersi, vive. Ma un accompagnatore per far ciò deve lui per primo sentirsi e viversi il proprio corpo e quindi a sua volta dev’essere stato accompagnato a far questo. Quando questo per qualche motivo non avviene quello che accade è che piuttosto che vedere gli altri per quello che unicamente sono si finisce per vederli solo per quello che serve a noi. E così per esempio in un corpo da uomo incoraggiamo la crescita di una sensibilità femminile e in un corpo da donna incoraggiamo la crescita di una personalità maschile. Ma poiché la vita e la natura chiamano e a voce alta rivendicano la bonifica di queste aree paludose il disagio ci dà la possibilità, se osiamo, di invertire la rotta e di tornare alla nostra specificità di corpi, spiriti e talenti.

In questa notte, alla vigilia del rito di mercoledì, auguro ad ognuno di noi di innamorarsi non delle mete ma del gusto e dei sapori del viaggio, e di donarsi di vivere l’immersione nelle terre danzanti come un incontro-riscoperta ognuno del proprio corpo, che sia già o ancora immacolato, profanato, desiderato, violentato, bloccato, amato, ingabbiato, libero. Comunque il Nostro,

Graziana

martedì 26 luglio 2011

Foggia, lunedì 25 luglio 2011. SETTIMANA INTENSIVA al CMS di Foggia. Prima giornata.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


PRIMO RESOCONTO
DELLA SETTIMANA INTENSIVA
organizzata al CMS di Foggia
dal 25 al 29/07/11


Conduttori: Titta, Nicoletta, Maria Grazia, Davide, Dina.


Prima giornata della settimana intensiva di luglio dopo la serata “di accoglienza” di domenica durante la quale abbiamo “rotto il ghiaccio” con le presentazioni dei “nuovi”, abbiamo ascoltato un po’ la storia di Luca R., su cui Mariano ha fatto subito teoria, ed abbiamo fatto gli auguri (a Luca) che ha compiuto 32 anni!

Filippo spiega che il Metodo alla Salute è una strada (meta-odos) per andare al di là (della propria storia, del disagio, della paura di crescere, ecc.) in un viaggio continuo ALLA SALUTE (sarvas) verso l’INTERO, percorrendo ognuno una strada inedita.

Dopo i pensieri di gruppo tipici del lunedì con Ivan che delicatamente fa parlare il bastone della pioggia, chiedendo all’antenata ACQUA un buon augurio di viaggio, si inizia con i pensieri antenati e le presentazioni che subito diventano immersioni. Chi viene qui per curiosità, chi per crescere, chi per aiutare un figlio una figlia in forte disagio…



A. racconta la sua storia. C’era una volta una bimba che… troppo presto, a tre anni, ha conosciuto il dolore della morte del padre la cui bara è rimasta bloccata nella sala da pranzo-stomaco dal dolore della madre, vedova a soli 27 anni in un paesino e in anni in cui “tornare a vivere” per una vedova e un’orfana era un peccato grave. Voglia di vivere che ha cercato aiuto nella religiosità: nell’ ideale di salvare il mondo, nella vocazione di amore,in un padre-prete… ma ha trovato una religiosità che propone la vocazione-suora come rinuncia agli affetti; ma una relazione amorosa cresce nonostante tutto ma con tanti sensi di colpa, tristezza, malessere, rinunce… Anche se ora un cammino di riconciliazione con se stessa e con la madre è iniziato, rimane un’incazzatura forte con la metastoria: perché tutto questo dolore, tutta questa morte?!?

P. denuncia la sua storia di figlia-maschio come il padre l’avrebbe voluta, con una personalità forte ma sensibile, e fin da piccola manifesta un disagio attraverso allergie e disturbi dell’alimentazione giustificati subito da spiegazioni scientifiche. Pur di “non vedere i disagi familiari” i genitori rimuovono i fatti, dimenticano, lavorano lavorano, non pranzano insieme… Storia di figlia che si ripete in una storia di moglie che subisce, ripetendo i meccanismi appresi in casa. La madre ascolta apparentemente impassibile giustificandosi razionalmente, chiamando la figlia “LEI”. Quanto profondo è il suo dolore?!?

D. non sa più a cosa serve essere qui e si confronta con il figlio L. che chiede di essere visto e amato per quello che è, al di là delle sue funzioni di marito, padre… amato anche quando “sbaglia”; il figlio le chiede di far emergere un grumo di dolori ingoiati come bocconi amari uno dopo l’altro. Questa è la vita, dice lei!



Alcune donne cercano di spingere D. a partorire un po’ di dolore. Esce rabbia verso questo figlio che chiede e scappa, si rifiuta.

"MANGIARE LA MORTE-CAGARE LA VITA":

è il titolo per opposti scelto da A. per FARE TEORIA raccogliendo ciò che siamo riusciti a vedere dai punti di vista diversi di ogni individuo.
Filo conduttore per interpretare in modo più ampio e globale i fatti accaduti e colti.
In molte situazioni la morte “fa da padrona”.


Mangiare è un bisogno primario, fa parte della vita.
Cibo morto è il nostro nutrimento: parti di vita degli altri che dovrebbero nutrirci ma spesso sono così morti e così da tanto tempo, così putrefatti… che digerirli è difficile, ci fa star male, ci fa vomitare…
Digerire: saper distinguere il cibo-morte che ci nutre e il cibo-morte che ci avvelena; cibo che attraversa il nostro corpo: ognuno di noi deve maturare la capacità di discriminare ciò che è buono per lui e ciò che si deve eliminare, cagare.
Cagare: dire, esprimere il negativo perché diventi letame "dove nascono i fiori"! Saper dire il negativo e saper accogliere il negativo, che fa male e fa bene: da questa sofferenza accolta e rielaborata nascono relazioni di libertà tra persone autentiche, non più relazioni di dipendenza tra bambini-lattanti che hanno solo la possibilità di ingoiare o rifiutare il nutrimento esterno, ma relazioni mature tra adulti capaci di cercare cacciare, seminare, coltivare il cibo sano che li nutre.

Ermanna


sabato 23 luglio 2011

Foggia, venerdì 22 luglio 2011. RACCONTO GLOBALE DELLA MIA VITA 69 (VI° incontro).

FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono



RED O ARTÙ:
CHE ASINO SEI?



C’era una volta, e c’è ancora, un asino di nome ARTU’ (Asino Ragliante Troppo Umiliato) che viveva felice nella campagna di Isaia e Nadia. Era felice perché aveva da mangiare tutti i giorni, e perché aveva conosciuto un’asina che non aveva bisogno nemmeno di conquistare in quanto era l’unico esemplare maschio della situazione ed era certo di poterla ingravidare; e così è stato. Da questa gravidanza è nato RED (Raglioso Equino Dominante) che non appena divenuto adulto non si è sottomesso ad Artù solo perché lui era arrivato prima ma lo ha sfidato a suon di ragli, calci e zoccolate per stabilire chi fosse il più forte; ha vinto Red così Artù, dopo un lungo periodo vissuto nel privilegio di essere l’unico, si è dovuto sottomettere a questo stronzo di Red montato di testa e anche un po’ antipatico.


La vista di Artù che a testa bassa segue Red standogli ad altezza di culo, ha provocato in Mariano una pena e un dolore per questo asino così sfortunato e una rabbia per Red che, senza averne diritto, è riuscito a detronizzare Artù. Si è attivata così una dinamica metastorica che ha portato Mariano ad interrogarsi e a chiedersi il perché della sofferenza che provava, quale nodo profondo questa dinamica aveva fatto riemergere. Lui sicuramente si è identificato in Artù e l’audace Red gli ha ricordato suo fratello Fernando che, nonostante fosse più piccolo di lui, era quello più visto dal padre perché più vivace, sicuro di sé e prepotente. Ma non è bastato, per sciogliere un nodo in profondità bisogna cambiare le dinamiche attuali altrimenti i meccanismi si ripetono e la crescita non avviene, per cui il nostro caro Mariano/Artù si è chiesto chi in questo momento storico è Red nella sua vita e la risposta è stata i rappresentanti di alcune istituzioni dominanti, universitari soprattutto.


Nei giorni successivi a Trento c’è stata una tregiorni di lavori dove Mariano/Artù ha potuto ragliare e scalciare per dimostrare che, anche se ha fatto la parte del sottomesso fino ad ora, non è detto che la debba fare ancora, le possibilità sono anche altre, per cui le posizioni possono cambiare. Applauso di incoraggiamento!

Ognuno di noi si può identificare in uno degli asini, ma non è buono essere sempre Red e nemmeno essere sempre Artù, come ci insegna Mariano, la vita per essere in crescita ha bisogno che tutte le nostre parti vengano messe in dinamica.

Ancora una volta Mariano, con grande generosità, ci ha reso partecipi delle sue profondità dando a noi la possibilità di interrogarci e far teoria anche sulla nostra vita. Con questo breve post spero di rendere partecipe chi non è potuto essere con noi sperando di aver trasmesso il senso di ciò che è avvenuto il pomeriggio di venerdì 22 luglio.

Vi abbraccio tutti augurandovi di essere degli asini interi!!!


Grazia Pietroforte