sabato 23 aprile 2011

Troia, domenica 24 aprile 2011. “BUONA PESÀCH, BUONA PASQUA, BUON PASSAGGIO OLTRE” (articolo del Dr. Mariano Loiacono)



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


"LA MIA PESÀCH,
IL MIO PASSAGGIO"
Pasqua 2011


Oggi, giorno di Pasqua - “Pesàch”, in ebraico, che significa “passaggio” - voglio celebrare un importante passaggio di vita che di recente ho attraversato. Premetto che non intendo, con questo, minimamente togliere rilievo alla Pasqua ebraica e a quella cristiana ma intendo testimoniare come queste ritualità religiose-archetipi di vita li ho concretamente vissuti nella mia vita “oggi”, in questo terzo millennio.

La mia “quaresima”, o periodo preparatorio alla settimana santa e alla Pasqua, è iniziata il 7 marzo e si è conclusa domenica delle Palme 17 aprile, ed è stata piena di incontri, difficoltà, sacrifici, rinunce, annunci, spinte devote a farsi attraversare dal “disagio diffuso” senza perdere la speranza in un prossimo “passaggio” nella propria vita. Vorrei ripercorrere, brevemente, le singole tappe di questo percorso preparatorio che è cominciato dopo il 25 febbraio 2011, giorno della nascita della Fondazione Nuova Specie e del mio 63° compleanno anagrafico. Chi segue il Blog ha già avuto modo di leggere i vari Post delle singole tappe pubblicati nei giorni scorsi o, in ogni caso, ha modo, se vuole, di leggerli nell’archivio 2011 di questo Blog, così professionalmente e passionalmente portato avanti da Cindy.

* Lunedì 7 marzo c’è stato il primo “Racconto globale della mia vita, anno 1969”: la nuova serie di incontri che hanno sostituito i “sabati di Maria” per raccontare e teorizzare quanto è contenuto nei miei diari di quegli anni, e ricostruire pezzo per pezzo come è nato il Progetto Nuova Specie e il “Metodo alla salute”.

* Giovedì 10 marzo, incontro su “Riti, codici della vita e mutamento antropologico” per chiarire a Ekaterina, specializzanda in “Sociologia della Multiculturalità”, la base teorica dei riti che da anni vengono fatti il mercoledì mattina durante le settimane intensive. La tesi di Eka sta crescendo bene e sento che il prof. Alfieri (Ordinario di Antropologia Culturale all’Università di Urbino) ne coglierà il valore in sé e prospettico.

* Sabato 12 e domenica 13 marzo, a Senigallia (AN), due giornate organizzate dalla Associazione alla Salute Marche: il 12 marzo c’è stato il quinto “Pomeriggio Letterario Globale”, dal titolo “Babele e Pentecoste”, un incontro interessante per commentare i passi di “Genesi 11, 1-9” e “Atti degli Apostoli 2, 1-13”; domenica 13 c’è stato il primo raduno nazionale delle Associazioni alla Salute regionali e la supervisione dei conduttori dei “Gruppi alla Salute” operanti nella varie regioni italiane.

* Da lunedì 21 a venerdì 25 marzo, c’è stata una settimana intensiva di formazione globale su “Mettersi in relazione e comunicare: le diverse modalità e opportunità”. E’ stato il corso con il numero maggiore di partecipanti (circa 150) che ci ha obbligati a dividere le persone in due gruppi tra la stanza dell’albero della vita e quella in cui normalmente si tengono i gruppi alla salute; è stato davvero bravo Cristian a creare un collegamento via cavo tra la stanza dove stavo io e quella dove in diretta venivano proiettate le riprese video-audio. Lunedì 21 e martedì 22 marzo sono stati interamente dedicati a “La prima festa dell’insieme Femminile-Maschile”: una nuova prospettiva per mettere insieme e far comunicare il femminile e maschile che ognuno porta dentro di sé e che si esprime nei rapporti forti, nel rapporto con i gruppi e nel rapporto col Globale Massimo, ovvero i quattro piani che costituiscono la “piramide” individuale. La Fondazione Nuova Specie proporrà ogni anno questa Festa di primavera. Come altri corsi di nuova specie, è stato un corso teoria-prassi che ha scatenato dinamiche profonde e cambiamenti inediti in molti dei partecipanti.

* Martedì 29 sera e mercoledì 30 marzo, in sei maschi abbiamo dormito e vissuto nella grotta di Anna al “Passetto” di Ancona situata, come dice Silvio, in una bellissima spiaggia rocciosa in compagnia dei quattro antenati più antichi della storia della vita: l’aria, la terra, il sole, il mare. Lì sono avvenute forti dinamiche metastoriche che hanno scosso un po’ tutti ma hanno coinvolto soprattutto Raffaele, avviando definitivamente, dopo anni di onesto e fruttuoso lavoro, la sua quaresima e la sua passione e morte.

Da Ancona, in cinque (io, mia moglie Giovanna, Luca, Lara e Marialetizia), abbiamo iniziato ufficialmente il tour di due settimane in cinque regioni italiane: Marche, Romagna, Lombardia, Veneto, Abruzzo.

* Giovedì 31 marzo, ad Ancona ho partecipato con un mio intervento alla chiusura del “Progetto Cohabitat” tra le varie religioni presenti sul territorio; dopo il bilancio positivo delle varie fasi già espletate, è emersa la possibile prospettiva di continuare a incontrarsi partendo dal “fondo comune” della vita che viene prima delle varie religioni ed etno-culture, e che potrebbe rappresentare una possibile piattaforma di crescita del dialogo e, soprattutto, del “crossingover” o scambio profondo di pezzi diversi tra i rappresentanti delle varie religioni. Al progetto e alla sua chiusura ha partecipato positivamente anche l’ U.A.A.R. (Unione Atei Agnosti Razionalisti). Mi son reso conto che si fa difficoltà a dare valore alle prospettive di nuova specie.

* Venerdì 1 aprile, a Cesena ho partecipato con una mia relazione al Convegno “Perché oggi si sta male? Come si cresce. Esperienze a confronto”, organizzato con grande efficienza e partecipazione territoriale dalla Associazione Alla Salute Romagna. E’ stata una importante occasione per conoscere ed apprezzare l’opera e il pensiero di don Dario Ciani, responsabile della comunità “6 Sadurano” di Forlì, e la metodologia “Retrouvaille” che si propone di aiutare coppie in difficoltà, partendo dalla propria coppia. Molto stimolanti gli interventi di Silvio, sul Progetto “Dall’intolleranza al crossingover” realizzato nel quartiere degli Archi di Ancona, e di Sandra sul Progetto “Il cerchio magico” realizzato in una scuola media.

* Sabato 2 aprile, di mattina a Cesena ho condotto la supervisione dell’Associazione alla Salute Romagna nella residenza di Lucio e Raffaella. Di pomeriggio siamo partiti per Bergamo, ospiti della Associazione “Piccoli passi per…” c/o l’ostello della gioventù di Bergamo.

* Domenica 3 e lunedì 4 aprile, a Torre Boldone si è svolta l’intensa due giorni bergamasca, organizzata dalla Associazione “Piccoli passi per…”: un tempo breve ma intenso per vivere dinamiche forti, spunti di riflessione e di rielaborazione, scambi profondi, speranze di possibili intrecci futuri.

* Martedì 5 aprile, di mattina abbiamo incontrato la psichiatra dr.ssa Bianchi e altri operatori del Centro psico-sociale di Sesto S. Giovanni, con i quali ci ha messo in contatto un loro utente, Alberto. Spero che venga raccolta la proposta da me fatta di sperimentare una tregiorni di “metodo alla salute” nel loro Centro con i loro pazienti e familiari. Non è facile crederci ma i “miracoli” possono avvenire.

Di pomeriggio a Cinisello Balsamo, c’è stata la supervisione della Associazione alla Salute Lombardia e il contatto con persone e associazioni dell’hinterland milanese che si interrogano sul “disagio diffuso” e sulla scarsa efficacia degli interventi psichiatrici tradizionali. Si stanno aprendo importanti aperture proprio grazie alla cronicità che sempre di più favorisce la psichiatria tradizionale nei propri pazienti.

* Mercoledì 6, giovedì 7 e venerdì 8 aprile, c’è stata la tregiorni di Sarnico sul lago d’Iseo (BG) nel regno del “maestro buono”, padre Giuliano Volpi, dove da anni insieme a motivati volontari cresce e opera il Centro Famiglia e il G.A.T. (Gruppo Accoglienza Tossicodipendenti). Per me è stato un piacere condurre le due serate al Teatro Junior di Sarnico che hanno avuto come tema “Il potenziale creativo del disagio” (mercoledì 6) e “Violenze in famiglia” (giovedì 7). Durante la giornata del 7 e 8, Giuliano mi ha coinvolto in colloqui individuali con alcune situazioni già in trattamento. La sera c’è stato l’incontro con i volontari del “G.A.T.” e la nascita di possibili prospettive per il prossimo anno, organizzando una visita presso la nostra realtà di Foggia e possibili progetti comuni. “Se sono rose fioriranno”.

* Sabato 9 aprile, supervisione dell’Associazione alla Salute Veneto a Romano d’Ezzelino (VI), una Associazione in crescita così come stanno crescendo i nipotini di Isaia e Nadia e gli asini della loro fattoria.

* Domenica 10 aprile a Jesi (AN), c’è stata la supervisione della rivista on line “Limax” con l’intera redazione presente. Le difficoltà ci sono ma anche le spinte e motivazioni a continuare. Un numero alla volta.

Di pomeriggio, c/o "La Tartaruga Magica" di Jesi, c’è stato lo stimolante incontro organizzato dal ventenne Joele sul tema “Dalla parte del Baco. Psicofarmaci, economia finanziaria e medicalizzazione del disagio”.

* Lunedì 11 aprile, c/o la domus Rosica-Fanesi, c’è stata la supervisione dell’Associazione alla Salute Abruzzo con il significativo contributo del percorso di Luca e della sua coppia con Marialetizia. Forse nascerà ancora altro e, in che senso, lo si vedrà presto.

* Domenica 17 aprile, c/o la “Comune Urupia” di Francavilla Fontana (BR), c’è stato un incontro sul tema “Relazioni asimmetriche nella coppia, nei gruppi, nelle istituzioni e… disagio sociale”, organizzato da Sonia per favorire un confronto tra il “metodo alla salute”, l’esperienza della Comune e la sperimentazione della scuola territoriale ispirata a Rudolf Steiner. Comincia un po’ di intreccio anche nella mia difficile regione.

Questi gli eventi vissuti e sostenuti nei miei quaranta giorni prima della settimana santa.

Per me si è trattato di un vero e proprio rito di iniziazione, durato 40 giorni, per prepararmi al mio “passaggio-pesàch” che intendo celebrare proprio oggi, giorno di Pasqua.

La recente nascita della Fondazione Nuova Specie mi ha convinto, infatti, che si è conclusa la fase del Progetto Nuova Specie e del “Metodo alla Salute” legata al Centro di Medicina Sociale. Ora devo affrontare la mia “Pesàch” e passare a una nuova fase legata sempre più alle finalità e attività della Fondazione Nuova Specie, essendone anche il Presidente.

Nei quaranta giorni di viaggi e incontri ho confermato ancora più che il “disagio diffuso” è oggi il nuovo diluvio e che servono cieli nuovi e terre nuove. A questo epocale passaggio ci stanno spingendo tutte le maschere del “disagio diffuso” che vanno de-medicalizzate e interpretate davvero come “aiuti contro” per abbandonare un cielo e una terra che producono soprattutto dolore e angheria per noi uomini del terzo millennio. Questa prospettiva è globale e vale per tutti, qualunque sia la nostra identità etno-culturale e la nostra collocazione spaziale, economica, di ruolo, religiosa, simbolica e storico-vitale.

I segni di “Pesàch-Pasqua-Passaggio” ci sono tutti e, dopo 45 anni di sperimentazione e di gravidanza mia personale e del Progetto Nuova Specie, oggi è tempo di essere determinati e di scendere in campo per operare e portare un nuovo soffio metastorico-di profondo cambiamento nella storia ferma e disagiata di questo terzo millennio. O, almeno, provarci consapevolmente e seriamente, pur sapendo che si tratterà di un atto creativo che nessuna previsione o programmazione potrà farci conoscere in anticipo e nei dettagli. Ogni avventura è sempre anche un inedito che si forma sul campo ai margini del caos. L’importante è non aver paura della paura, né immaginare mosse scacco matto o risoluzioni magiche e inerziali.

Personalmente, voglio cominciare oggi a dare ufficialità a questo mio impegno, tenuto in gestazione per 45 anni. Sono consapevole che sono già avanti negli anni, ma sento che in tanti si sentono pronti a vivere questa affascinante avventura in cui siamo tutti “Uguali nella diversità” e ognuno può attingere alla propria specificità, alla propria storia, alla propria creatività. Il Progetto Nuova Specie è un progetto “laico”, ovvero “di popolo” (“laikos”, in greco, significa “popolo”) e, quindi, ognuno ne è protagonista e possibile conduttore-continuatore-critico-riformatore-innovatore.

Un primo obiettivo, per me, mentre continua il mio viaggio metastorico, è quello di costruire a Troia (FG), sul terreno messoci a disposizione dal Comune di Troia, il “Villaggio Quadrimensionale” quale nodo centrale di una rete di nuova specie che deve operare nel locale ed essere costantemente collegata al globale e in scambio dinamico con tutti i villaggi quadrimensionali che nasceranno. L’u-topia è solo ciò che “ancora” non ha un luogo in cui quel progetto è incarnato e sperimentato. Io mi sento un sognatore “concreto” che sa di “crescere insieme” agli altri. Chi si sente “sognatore concreto” scenda oggi anche lui in campo e operi.

Vorrei terminare questo Post con due brevi comunicazioni.

Prima comunicazione. Venerdì scorso, o venerdì santo, al Centro abbiamo celebrato la passione e morte di Raffaele e la risurrezione di Giacomo. Prendendo spunto dagli archetipi presenti nella vicenda di Gesù e nella sua passione-morte-risurrezione, abbiamo incarnato e verificato questi archetipi nelle nostre concrete vite. In questo terzo millennio non basta più celebrare un personaggio straordinario e le sue non comuni vicissitudini. Oggi, queste teorie-rappresentazioni-celebrazioni della vita devono essere verificate-rappresentate-celebrate nella nostra concreta vita e far crescere la nostra “Salus” individuale.

Seconda comunicazione. Nel Progetto Nuova Specie sono rappresentate tutte le età e tutte le variabili socio-culturali. Mi fa piacere che negli ultimi mesi è nato Leandro da Rosa e Paride e, da qualche giorno, è nata Gaia da Gabriella e Giuseppe. Altri neonati stanno per nascere o sono stati da poco concepiti. La vita crea buona discendenza per le persone e per i progetti che sono in sintonia profonda col viaggio della vita stessa e con la spinta metastorica che spinge tutti a “passare oltre”.

E, allora, non mi resta che augurare a ognuno di voi:

“BUONA PESÀCH,
BUONA PASQUA,
BUON PASSAGGIO OLTRE”
,

Mariano Loiacono


venerdì 22 aprile 2011

Francavilla Fontana (BR), domenica 17 aprile 2011. UNA DOMENICA DI "IN-CONTRO" TRA INTERNI ED ESTERNI ALLA "COMUNE DI URUPIA".


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


IL DR. MARIANO LOIACONO

ALLA "COMUNE DI URUPIA"
CON UN GRUPPETTO DI
GIOVANI OPERATORI
DEL "METODO ALLA SALUTE"

Domenica 17 aprile 2011


Cosa succede quando si incontrano una “Comune” e uno “Fuori dal Comune”? Se vi interessa saperlo sarete costretti a leggere queste “corbellerie” partorite dopo una giornata (lunedì) di faticoso studio/lavoro!!

Ieri, domenica 17 aprile, Mariano ha fatto visita, insieme ad alcuni di noi, ad Urupia, una comune nei pressi di Francavilla Fontana (BR).

Le Comunarde Di Urupia

Scopo della visita, proposta da Sonia, era quello di far incontrare due realtà “deliranti, ovvero, il Progetto Nuova Specie e la Comune Urupia.

Ad accoglierci, al nostro arrivo, una natura selvaggia e libera come i bambini che ruzzolavano nel cortile.

Prima del pranzo, le "Comunarde" (ovvero gli abitanti della Comune) più solidali, ci hanno raccontato un po’ delle origini di questa realtà nata all’inizio degli anni novanta dall’incontro tra un gruppo di salentini e alcune persone di origine tedesca, “militanti” della sinistra radicale in Germania.


I principi che regolamentano la vita ad Urupia sono soprattutto l’assenza della proprietà privata e il principio del consenso, ossia l’unanimità delle decisioni (della serie “o siamo tutti d’accordo o non si va da nessuna parte”).

Quello che ci ha descritto Agostino, una delle comunarde anziane, è che ad Urupia si sperimenta un modello sociale più equo, non fondato sul potere asimmetrico quale l’economia moderna ma “su una personale e collettiva ricerca di un mondo migliore, più libero e giusto, nel quale sarebbe anche ora che cominciassimo a vivere, noi che ci avveleniamo il sangue per questo schifo di mondo che invece dobbiamo sopportare”. (Cfr. http://urupia.wordpress.com).

Dopo una breve visita alla masseria e ai suoi luoghi di produzione e lavoro (forno, vigne, cantina, etc.) è arrivato il momento del pranzo preparato con le specialità biologiche frutto del lavoro di Urupia.


Alle 15.30 tutti pronti per ascoltare l’Uomo Fuori dal Comune
.

Mariano ha chiesto a Sonia, di introdurlo e di dire anche un po’ il perché del tema scelto.

Al termine del breve incipit di Sonia… Mariano è partito dall’etimologia del titolo ovvero “relazioni asimmetriche”, specificando che questi due termini insieme formano un ossimoro ovvero così combinati, sono in contrapposizione uno con l’altro.

Tutto filava liscio, agli occhi di chi scrive ma Mariano, con i suoi globcettori mai a riposo, ha percepito negli occhi dei convenuti, una certa “distanza”.

Dopo aver chiesto ad alcuni di loro il parere su questa prima breve parte, alcuni hanno fatto esplicita richiesta a Mariano di raccontare loro della sua vita e del suo lavoro.



Per poter parlare del suo lavoro, o meglio, diremmo noi, della sua “missione in terra”, Mariano si è servito delle unità didattiche, fedeli compagne di strada.

Quindi messe momentaneamente da parte le “relazioni asimmetriche”, il nostro Mariano è partito alla volta della spiegazione del suo lavoro (fosse facile in un paio d’ore!!!) cominciando con il definire la relazione che intercorre tra il disagio e i tre codici antenati e di quanto, nel mondo globalizzato, il codice simbolico- razionale-verbale abbia il sopravvento sui codici più antichi quali quello analogico (il "corpo") e biorganico (le "emozioni"). Mariano ha poi proseguito la sua relazione tirando in ballo il “Cum-munitometro” spiegando come sia facile passare da una relazione fondata solo sulla funzione-ruolo e obbligo-dovere ad una relazione contrappositiva, dismatura, distruttiva. Ovviamente non sono mancati esempi in cui questo meccanismo possa accadere (genitori-figli, moglie-marito, professore-alunni, gruppo politico, gruppo religioso etc.). Secondo questa ricostruzione è ben spiegato l’aumento del fenomeno del burn-out nei servizi sociali e pubblici (comprese le scuole). E dunque quali le risposte della società a questo “disagio diffuso”? Spesso si ricorre alla contenzione e in particolare alla contenzione chimica. Ovvero sostanze psicoattive (legalizzate e non) che portano l’uomo a sedarsi, a “sedersi” soffocando, insieme ai sintomi, anche il potenziale creativo.

UNITA\

A questo punto dell’incontro, anche i più “scettici” hanno mostrato interesse rispetto a questa griglia di lettura del mondo globalizzato di oggi.

Nella seconda parte, Mariano ha parlato della sua proposta concreta per traghettare verso una vita più “in agio”. Ha passato quindi la parola prima a Tonino e poi a Sonia che attraverso le loro storie hanno testimoniato i cambiamenti sperimentati nella loro vita.

Come spesso si suole dire, Mariano è passato dall’"albero della vita" all’"albero della conoscenza", cioè dopo i racconti di Tonino e Sonia sulla loro esperienza concreta con il Metodo alla Salute, ha spiegato, attraverso il “GRAALLASALUTE”, come si strutturano i Gruppi Alla Salute.

Non volendosi far mancare proprio nulla, il nostro epistemologo ha fornito ancora altri ingredienti, sfornando in successione altre unità didattiche quali la "Piramide del sarvas", il "Quadrangolare" (con la quale ha messo in evidenza i quattro motori fondamentali della vita), di nuovo il "Cummunitometro" (parlando dell’"anello simbolico") chiudendo con l’"Unità di crisi" e le fasi necessarie ad un cambiamento.


Dopo circa due ore e mezza di “in-contro” intervallate da alcune domande dei partecipanti, l’"assemblea" si è sciolta tra applausi, ringraziamenti e biscottini.

Questo post è stato scritto
da Giusi e Cristian
che si vogliono “simmetricamente” tanto bene!!!

giovedì 21 aprile 2011

San Marcello (AN), venerdì 15 aprile 2011. IL DOTT. SILVIO BOLDRINI DISPENSA UN SEMINARIO SUL "METODO ALLA SALUTE".


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SEMINARIO INERENTE IL METODO ALLA SALUTE
A SAN MARCELLO (MORO D'ALBA)
TENUTO DAL DOTT. SILVIO BOLDRINI


Venerdì 15 aprile 2011
, presso l’Auditorium dell’Istituto Comprensivo “G. Rossini” di San Marcello, il Dott. Silvio Boldrini (sociologo, counsellor e vicepresidente dell’Associazione "Alla Salute" ONLUS Marche e della Fondazione "Nuova Specie") ha proposto la propria relazione: “METODO ALLA SALUTE: UN INTERVENTO GLOBALE PER DIPENDENZE DA SOSTANZE PSICOATTIVE E DISAGIO DIFFUSO”, per il progetto dal titolo “Educare, Educati” organizzato dall’Unione dei Comuni S. Marcello - Morro d’Alba - Belvedere Ostrense.


Erano presenti gli Assessori alle Politiche Sociali - Marta Cingolani (Morro D’Alba), Renato Spadoni (Bevedere), Graziano Lapi (San Marcello) - e l’Assessore Provinciale alle Politiche Sociali Gianni Fiorentini.

L’incontro è iniziato con un ringraziamento alle autorità e alle persone presenti, poi il Dott. Silvio Boldrini ha cominciato la propria relazione riflettendo sul significato della parola “Educare”, da cui prendeva nome il progetto, facendo riconoscere il significato più profondo e originario di questa parola. L’etimologia della parola educare “e-ducere” vuol dire “condurre, tirare fuori”, questo significa che l’educazione non significa assimilare un’insieme di norme sociali e morali imposte dall’esterno, ma favorire un percorso di crescita per fare emergere ciò che solo noi siamo, la nostra specifica profondità. Le relazioni di coppia, la famiglia, la scuola o qualsiasi istituzione, se fosse realmente educativa, dovrebbe aiutarci a far nascere qualcosa di ciò che noi già abbiamo ma che ancora facciamo difficoltà a riconoscere e ad esprimere. Invece, capita spesso che nelle istituzioni, che ancora sono legate a una logica per opposti come: padre-figlio, professore-alunno, medico-malato, cittadino-delinquente; eliminano i soggetti cosiddetti “maleducati” per conservare la propria idea di educazione senza mai modificarsi, né ascoltare il potenziale creativo di chi viene solamente bollato. In questo senso il Dott. Boldrini ci ha fatto riconoscere come le istituzioni siano croniche e per questo rendono i cosiddetti “maleducati” cronici, in quanto chiudono la vita in opposti che non sono mai modificabili.

Il Dott. Boldrini ha poi presentato l’esperienza del “Metodo Alla Salute”, facendoci riconoscere come una delle caratteristiche dei “Gruppi Alla Salute” sia proprio quella di superare gli opposti, infatti ai gruppi possono partecipare tutti senza nessuna distinzione e, ognuno, compresi i conduttori, si considera “persona in trattamento”. Dopo avere spiegato il significato etimologico di “persona” che significa “maschera”, ha spiegato come tutto ciò che succede nel gruppo, le dinamiche ascoltate e vissute, siano una modalità per “e-ducare” noi stessi a vivere e conoscere le nostre parti profonde, che ancora sono ingabbiate nelle maschere che ci portiamo come risultato di un’educazione che abbiamo solo subito. In questo senso il disagio sintomatico manifestato da chi fa uso di alcool o altre sostanze, i bulli, i mafiosi…. sono la parte finale di un percorso fatto di maschere, per i quali sono nati specialisti per ogni diverso sintomo che si limitano a fare diagnosi e ad intervenire con il solo scopo di reprimere ed eliminare il sintomo. Le comunità terapeutiche, la psichiatria, la scuola, intervengono nei cosiddetti “maleducati” volendoli educare alle proprie norme sociali e morali, ma non riescono a favorire dei veri percorsi di “e-ducazione” come modalità per tornare alle origine del proprio dolore e arrivare ad esprimere la propria specificità.

Perché educare solo le persone cosiddette malate e non la famiglia, la scuola, la stessa comunità? Perché si vede solo il bambino che a scuola è iperattivo e non le persone che vivono intorno a lui? E’ bene che tutti ci interroghiamo e cerchiamo di comprendere meglio il significato della parola “disagio” che viene da “dis-adiacens” che vuol dire “mi allontano da”, significa quindi che il disagio è un sintomo di quando non viviamo vicini a ciò che noi siamo. In questo senso ognuno di noi può considerarsi “persona in trattamento” perché si è allontanata dalle proprie profondità e ognuno di noi può essere importante per “e-ducare” l’altro, anche figlio verso un genitore o un malato verso il medico, ecc.

Il Dott. Boldrini ha poi introdotto l'unità didattica DAL VILLAGGIO-MONDO AL MONDO -VILLAGGIO.


Inizialmente ci ha fatto riconoscere le caratteristiche del Villaggio-Mondo (cf. supra immagine), descrivendo come ogni villaggio si rappresentasse in modo psicotico come l’unico mondo. Inoltre ogni villaggio aveva la propria etno-cultura che definiva i solchi dentro i quali si doveva vivere per l’intera esistenza grazie alla quale c’era un approdo diretto a una parte del “fondo comune” profondo della vita. Questo mondo ha retto per millenni, poi intorno al 1800 lo sviluppo industriale ha cambiato la realtà, anche la sociologia è nata essenzialmente con l’esigenza di riportare l’ordine che si stava già smarrendo.

Dal dopoguerra in poi è avvenuto il passaggio definitivo al mondo-villaggio, in cui ognuno ha smarrito il collegamento con la propria profondità, in cui le dinamiche della logica del capitale hanno portato a una omologazione della vita. La globalizzazione economica ha distrutto molte etno-culture facendo emergere i nodi che erano già presenti nel villaggio-mondo ma che prima venivano ancora contenuti. Sono avvenute tre globalizzazioni: quella economica, quella delle comunicazioni e la globalizzazione del “disagio diffuso”, che significa che il disagio di oggi riguarda tutti, anche chi rappresenta le istituzioni.

Nel mondo-villaggio la strada per raggiungere il fondo comune ci porta ad attraversare una serie di labirinti e ci chiede di relazionarci con tutte le diversità.


L’incontro è continuato con la presentazione del’unità didattica il COMMUNITOMETRO tramite il quale il Dott. Boldrini ci ha fatto riconoscere come oggi nel mondo-villaggio sia sempre più fondamentale che il modo di stare in coppia, la famiglia, la scuola, la politica, la psichiatria, ecc. tenda verso lo “spettacolo”, che è l’ultimo livello del communitometro, che da “spectare” significa “vedere” e quindi aiutarci a riconoscere la propria profondità e, invece, ancora si fondano sul primo livello del communitometro, che è l’"obbligo-dovere", su cui si è fondato il villaggio-mondo. Nel mondo-villaggio sono sempre più evidenti i sintomi dell’anello diabolico del communitometro, tra cui la dipendenza da sostanze psico-attive e, in modo sempre maggiore, il disagio cosiddetto "psicotico". Il dott. Boldrini ha poi spiegato come per il “Metodo Alla Salute” non ha senso distinguere le sostanze psicoattive e, quindi, tra alcool, eroina e psicofarmaci, in quanto hanno gli stessi principi attivi, con la semplice differenza che gli psicofarmaci sono delle droghe legali attraverso i quali le case farmaceutiche si arricchiscono e con i quali si ha l’illusione di risolvere i problemi di chi soffre. In questo senso nei “Gruppi Alla Salute” non si usano psicofarmaci, in quanto come per le altre sostanze psicoattive sono un impedimento per tornare ai propri nodi storici e riprendersi le parti non vissute.

Con l’unità didattica UOMO SEDATO il dottore ha presentato la riproduzione di un uomo seduto, allentato nel corpo, scollato dalla testa, annodato nelle gambe, avvitato nella profondità. E’ una persona che si è costruita una realtà virtuale da solo e si è talmente impoverito, non ha più nessun legame con l’esterno che decide di vivere nel suo mondo. La psichiatria con gli psicofarmaci ci fa rimanere “seduti” nel senso che non ci permette di essere in viaggio, reprimendo le nostre parti profonde.

Il dott.Silvio Boldrini con l’UNITA’ DI CRISI ha poi evidenziato come lo star male è in realtà una spinta benedetta per rimetterci in viaggio ed è questo il senso del percorso nel "Metodo Alla Salute"; che non si ferma a togliere gli psicofarmaci o a superare l’astinenza da qualsiasi sostanza psicoattiva, ma questo passaggio rappresenta solo l’inizio di un percorso in profondità, in cui si deve riattraversare la propria storia per tornare ad esprimersi in modo più intero. In questo senso nel "Metodo Alla Salute" anche l’"accompagnatore" di chi presenta un sintomo, è spinto a fare un percorso personale, in cui si predispone ad essere “e-ducato”, per arrivare a maturare competenze necessarie per sapere interagire con l’"accompagnato".


Infine il dott. Boldrini ha spiegato brevemente come funzionano i “Gruppi Alla Salute” attraverso il GRAAL ALLA SALUTE illustrando i vari momenti dello svolgimento del gruppo, riconoscendo la teoria-prassi su i quali si fondano.



Gli interventi del pubblico presente, che ha partecipato in modo molto attento, hanno confermato il disagio dei ragazzi, della famiglia, della scuola. Ci sono persone che si allontanano da se stesse, questo “disagio diffuso” dove ci sta portando?

La risposta del Dott. Boldrini ha sottolineato che il disagio ci porta ad affrontare le nostre crisi e bisogna cominciare da noi, dalle cose concrete, riconoscendo come sia necessario che gli stessi rappresentanti istituzionali accettino di “e-ducarsi” o il disagio sintomatico sarà sempre più ingestibile. In questo senso ha proposto ai politici presenti la possibilità di ipotizzare un progetto con l’Associazione Alla Salute Marche e ha invitato i presenti (compresi i più dubbiosi e critici) a fare un’ esperienza presso i “Gruppi Alla Salute” settimanali che si fanno ad Ancona e Senigallia. Tra le persone che si sono incuriosite è stato significativa la risposta dell’assessore Graziano Lapi e Marta Cingolani che, ben impressionati dal seminario, si sono proposti di venire a partecipare a un “Gruppo Alla Salute”.

Teresa Severini

Pescara, lunedì 11 aprile 2011. SUPERVISIONE DELL'ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE ABRUZZO.


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono


IL DR. MARIANO LOIACONO

A PESCARA
NELLA DOMUS
ROSICA-FANESI
Lunedì 11 aprile 2011


L’ultima tappa del Tour Alla Salute è stata Pescara nella Domus Rosica-Fanesi, dove si è svolta la supervisione dell’Associazione alla Salute Abruzzo e il punto della situazione riguardo il mio percorso, cioè Luca .

Siamo arrivati da Jesi intorno alle 13,30 e dopo aver pranzato abbiamo cominciato l’incontro, partendo dal raccontare più dettagliatamente le varie fasi del viaggio ai nostri famigliari e come le avevamo vissute.


Per fare ciò, spintaneamente indirizzato da Mariano, ho aperto le danze col mio bilancio ed è stato positivo per me poiché tutti mi ascoltavano attentamente e io sono andato abbastanza a ruota libera nonostante all’inizio fossi emozionato in quanto non mi trovavo a parlare di fronte alla mia, o meglio, alle mie famiglie da diverso tempo, diciamo che per chi assistette all’evento, l’ultimo “incontro” lo avemmo a Natale .


L’esito è stato molto differente questa volta, in meglio intendo, un po’ perché alcune questioni sono state risolte, un po’ per il reale percorso che sto facendo ora che ha effetti positivi anche all’esterno.


Questa parte che mi ha visto come protagonista si è conclusa con lo scambio di impressioni da parte di tutti su di me e di come mi vedevano a distanza di tempo, e con la mediazione di Mariano sulle prospettive riguardo il proseguo del mio cammino, solo che a differenza delle altre volte, sono stato io a fare delle richieste e a manifestare i miei bisogni, e gli altri vedendomi fermo sulle scelte, hanno acconsentito pacificamente donandomi anche una certa tranquillità .


La fase successiva doveva trattare la supervisione dell’A.S.A. ma come sempre è entrata più all’interno della vita dei soci, visto che l’associazione è fatta di persone non poteva non andare sul personale! Questa volta però al centro della scena c’è stata Marialetizia e infatti mi piacerebbe che fosse lei a raccontare come se l’è vissuta, anzi... vieni a scrivere tu vieni vieni...

Vabbè si è addormentata, racconterò come l’ho vissuta io.

Non voglio fare una cronaca perché non credo sia corretto nei confronti di chi ha partecipato alla riunione, perciò mi limiterò, se questo poi è davvero un limite, a esprimere il mio vissuto emotivo.

Io penso che molti soci abbiano scaricato le proprie responsabilità su Marialetizia; in contraddizione a quello che in precedenti sedi l’avevano accusata di essere, per usare un termine forte… un po’ despota, ma non credo che lei volesse prevaricare, ma semplicemente, essendo la persona con un percorso più lungo alle spalle, si preoccupava di sopperire diversi compiti, ora che lei per un po’ non ci sarà la distribuzione di questi compiti su gli altri componenti è sembrata troppo gravosa e questi si sono, come dire, ribellati.

Sono inoltre emersi dei nodi ancora presenti e forti nella sua famiglia che ci hanno spinto a fare delle scelte di vita quotidiana diverse.

L’Associazione ha ancora bisogno di crescere molto perché noi tutti abbiamo anc
ora bisogno di crescere molto, quindi su indicazione di Mariano ci siamo posti degli obiettivi più piccoli, o per meglio dire, più adatti alla specificità di un’associazione i cui componenti sono nostri familiari, diciamo dei passetti più brevi per andare avanti in attesa che l’A.S.A., e tutti noi, saremo pronti a fare un saltoquantico per passi più grandi.

Luca Rosica

martedì 19 aprile 2011

Jesi (AN), domenica 10 aprile 2011. SUPERVISIONE "LIMAX" E CONVEGNO "DAL PUNTO DI VISTA DEL BACO".



FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono



IL DR. MARIANO LOIACONO A JESI

PER SUPERVISIONARE

LA REDAZIONE DI "LIMAX"
&

PER UN CONVEGNO
ALLA "TARTARUGA MAGICA"...

Domenica 10 aprile 2011



Continua il viaggio del dott. Loiacono che dopo essere stato nel nord Italia è ritornato nelle Marche per due importanti appuntamenti che si sono tenuti domenica 10 aprile a Jesi.

Nel primo pomeriggio si è svolto un incontro di “supervisione” della redazione di "Limax", durante il quale si cercato di fare il punto della situazione fra noi componenti e il dr. Loiacono; è stata rinnovata l’intenzione di proseguire il cammino di questo giovane gruppo di lavoro nato all’interno dell’Associazione alla Salute Marche. L’occasione è stata buona anche per ricevere preziosi consigli da colui che ha creato la rivista, fatto crescere e portato avanti per quindici anni. In particolare si è parlato della necessità di sfruttare il prezioso apporto di tutte le associazioni nel reperimento del materiale e della importanza di valorizzare le specificità del gruppo di redazione senza però abusare ne, trascurare il proprio e l’altrui stato quiete e le situazioni di vita che ognuno di noi sta attraversando. Gli spunti che ne sono venuti fuori sono un profondo stimolo per migliorare il rapporto di gruppo e l’organizzazione del lavoro.



[Clicca su queste immagini
per leggere i due primi numeri di "Limax"!]




Più tardi, verso le 17, è stata la volta di un convegno dal titolo: “DALLA PARTE DEL BACO. Psicofarmaci, economia finanziaria e medicalizzazione del disagio”, organizzato presso il locali del circolo Arci "La Tartaruga Magica", grazie all’impegno e all’intraprendenza di Gioele Tartaglia, un ragazzo jesino poco più che ventenne, con l’intento di condividere con il mondo giovanile l’esperienza del Metodo alla Salute.


Durante la relazione il Presidente della Fondazione "Nuova Specie" ha cercato di comunicare alla platea la condizione di crescente disagio nella quale si stanno trovando le attuali generazioni a partire dai fermenti giovanili degli anni ’70.

In tale periodo, infatti, possiamo datare sia l’inizio di un utilizzo “massificato” di sostanze psicoattive (droghe in maniera particolare), sia il conseguente avvio del grande business degli psicofarmaci ma anche, i primi passi della sperimentazione del dr. Loiacono sulle situazioni di disagio e dipendenze di vario genere.

L’intervento era mirato a fare riconoscere ai presenti, intervenuti numerosi, l’evoluzione della psichiatria tradizionale e quanto essa si sia allontanata dalla vita per avvicinarsi al sistema economico: a scapito, ovviamente, dell’uomo.

Al convegno sono intervenuti anche due operatori del Metodo alla Salute: Benedetta Palmieri e Luca Rosica che hanno introdotto e raccontato le proprie esperienze di vita e… sono intervenuto brevemente anche io, "il sottoscritto", in qualità di membro della redazione jesina di "Limax", per far conoscere ed incuriosire la cittadinanza sul fatto che proprio qui a Jesi sta succedendo qualcosa di importante grazie al "Metodo alla Salute" e al Progetto "Nuova Specie".

Personalmente mi sono vissuto i giorni precedenti al convegno con un po’ di agitazione poiché mi ero proposto di accompagnare Gioele nell’organizzazione dell’evento cercando di aiutarlo e supportarlo soprattutto, con il pensiero di lasciare che organizzare il tutto fosse veramente lui, per potersi sperimentare…

La sperimentazione poi è stata semplicemente PERFETTA! Ho goduto nel vedere come tutto fosse sistemato e previsto prima dell’inizio del convegno.

Sento che Gioele ha dimostrato in questa occasione il proprio valore, osando e mettendo si in gioco con naturalezza e leggerezza ma, anche in maniera concreta, riuscendo a portare a buon compimento tutto ciò che ha riguardato l’organizzazione del convegno.

Non so quanto il dr. Loiacono sia riuscito a comunicare ai presenti; per me è stato comunque importante vivere questa esperienza nella mia città.

Luca Pieroni
Associazione alla Salute ONLUS Marche
Redazione "Limax"

domenica 17 aprile 2011

Barletta (BT), sabato 16 aprile 2011 - BEN ARRIVATA GAIA!! INNO ALLA VITA di Mamma Gabri.


M
EMORIA STORICA
,

VIVA ED
EMOTIVA

Cari lettori,

ho il piacere di condividere insieme a voi lo sms che ci è arrivato ieri da Giuseppe Bardi: "Gabriella ed io siamo lieti di annunciarvi che ieri sera alle ore 23:30 è nata Gaia, la prima nascita della neonata Fondazione. Pesa 3,190 kg ed è lunga 51 cm. Mamma e bimba stanno bene".

Facciamo dunque TANTI AUGURI a mammina e papino per la nascita di Gaia! Ed alla principessa diamo il benvenuto nella nostra Storia! BEN ARRIVATA GAIA!

Pubblico ora una lettera, INNO ALLA VITA, che sua mamma ha scritto poco prima che nascesse.

Auguro voi buona lettura metastorica,

Cindy Recchia
Amministratore del Blog

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Caro Mariano,


è difficile rispondere ad uno scritto così complesso e ricco di spunti che potrebbero tutti essere ripresi e condivisi non solo tra donne, interessante sarebbe ascoltare anche il punto di vista dei padri “San Giuseppe”. Tuttavia per me è stato un bombardamento che si è aggiunto a quello che mi sto vivendo man mano che ritorno sull'Insieme Femminile - Maschile. Ci ho ritrovato molti degli interrogativi che anch'io mi sono posta durante la gravidanza ed è questo che brevemente ti dono.

Il sì di Maria, per me, è il sì che ogni donna rivolge alla Vita quando si sente pronta a diventare madre e non è così automatico come potrebbe sembrare. Anche la donna più desiderosa di avere figli, nel momento in cui scopre di essere incinta, combatte battaglie interiori dilanianti … sarò capace di essere madre? Di portare a termine la gravidanza? E il mio corpo? Proprio adesso che inizio a sentirlo più mio, riuscirò a condividerlo con un’altra vita? E se fosse tutta una illusione? E saprò capire ciò che mi vorrà dire questo esserino quando nascerà? Ma quando nascerà, avrò già 42 anni, questa figlia crescerà già sapendo di potermi perdere prima dei suoi coetanei, almeno come probabilità? Saprò essere equilibrata, non troppo dura né troppo accondiscendente? Riuscirò ad includerla nella mia vita senza farla diventare una stampella?

Queste ed altre domande mi hanno attraversata dopo la gioia di aver saputo di portare in grembo una Vita, una Vita che per me ha molto di misterioso se ripenso alla velocità con cui è arrivata in una età non proprio fertile… Eppure questa Vita da subito ha dominato la mia dipendenza dal negativo, ogni volta smentendo tutte le mie previsioni negative e quando le ho detto “sì, voglio essere tua madre” tutte le nausee sono scomparse, ho iniziato a sentire i primi movimenti e a comprendere il senso profondo dell’utero che contiene e fa crescere. La mia pancia era finalmente viva e ancora misteriosamente questo esserino è passato dal misurare pochi millimetri a una bambina formata, che sta per venire al mondo grazie all’utero che l’ha nutrita e l’ha spinta a crescere.

E ancora la crisi, quella di dover lasciare una volta per tutte l’identità di figlia per entrare pienamente e consapevolmente in quella di madre, la voglia di tornare indietro, di essere contenuta io in un utero, ma proprio fisicamente, il desiderio doloroso di sentirmi una madre vicina, di sapere cosa sentiva lei quando aspettava me, una madre che non c’è più, una madre che ha vissuto in solitudine il suo passaggio in sala rianimazione, una madre poco mamma e molto figlia, una madre che a sua volta non ha sentito una madre vicina, una madre allontanata da sua madre appena nata per essere allattata da un’altra donna, una madre rimasta bambina, una madre che con la malattia aveva trovato la maniera per rimanere incinta a vita… come spezzare questa catena? Dubbi, paure, lacrime silenziose, ma ogni volta la spinta di mia figlia a guardare avanti con la conferma che lei cresceva bene.

E gli ultimi timori l’altro ieri, vedere la sala travaglio, la sala parto, ripensare ancora a questa madre che ha terminato la sua vita proprio in un ospedale, ancora la battaglia dentro di me tra Vita e Morte… Un sogno di notte, la pancia sgonfia ma io ancora incinta… Si avvicina il momento della separazione: devo lasciarla andare; mia figlia sta per nascere ed io sto per diventare madre; il “mistero della Vita” si sta trasformando in realtà.

Ringrazio la Vita che mi ha fatto nascere donna regalandomi questa esperienza unica.

Ringrazio Giuseppe e la sua determinazione nel credere che il sogno fosse ancora possibile.

Ringrazio Gaia che ci ha scelto come genitori ed è diventata Vita in me.

E sempre ringrazierò te, Mariano, per aver visto lontano e avermi accompagnata a credere ancora nella Vita.

Gabriella Napolitano,
mamma di Gaia

sabato 16 aprile 2011

Romano D'Ezzelino (VI), sabato 9 aprile 2011. IL DR. LOIACONO SI DEDICA ALLA SUPERVISIONE DELL'ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE VENETO


FONDAZIONE NUOVA SPECIE ONLUS

Presidente Dr. Mariano Loiacono

IL DR. MARIANO LOIACONO

INCONTRA IL GRUPPO
DELL'ASSOCIAZIONE ALLA SALUTE

VENETO
A ROMANO D'EZZELINO (VI)
Sabato 09 aprile 2011


Mariano viene da noi, in Veneto, a Romano!... Che facciamo? Un convegno?!? Un incontro aperto a tutti per far conoscere il Metodo?!? No, il tempo è poco, il Dottore è già super impegnato in questo tour… Usiamo questa visita preziosa proprio per noi, i componenti-partecipanti al G.A.S. Veneto. Il sano egoismo prevale e così Mariano e carovana arrivano per pranzo a casa del Presidente e della Segretaria dell’associazione, Isaia e Nadia, e si mettono in dinamica con figli, nipoti, asini, giardino…

Ore 14:45, il sole è alto, alta pressione, alta temperatura e forte vento. Nella sede dell’Associazione Veneto si comincia a mettere le sedie a cerchio e qualche panca. C’è un po’ di trepidazione… Accompagnato da Isaia che lo annuncia come creatore del Metodo alla Salute fa il suo ingresso, accolto da un caloroso applauso, il ciclone Mariano Loiacono con il suo gruppo di supporto! Tutti esprimono gioia per questo evento, Mariano dona all’associazione una tela originale dell’"Uomo Sedato", molto espressiva e significativa per tutti. Se stiamo nel disagio e prendiamo paura spesso ci blocchiamo o ricorriamo a soluzioni parziali o all’uso di sostanze (anche psicofarmaci)… Ci possiamo anche sedare, ma non riusciremo ad eliminare o risolvere il nostro stare male se non andiamo a vedere dentro di noi e lavorare sui meccanismi che ci tengono prigionieri.

Siamo in tanti e tutti seduti in cerchio dentro questa stanza: una neonata, un bimbo di tre anni, una di sette, figli, figlie, genitori, nonni…

Luca racconta come sono andate le giornate precedenti; Marialetizia comunica che è il loro quarto anniversario “di coppia” e che questo viaggio di vita è anche una prima lunga separazione dal figlio Samuele.

Quindi Mariano accoglie la richiesta di Roberta F. che conosce e frequenta il metodo da un anno e mezzo: le fa raccontare le ultime vicissitudini con il figlio cosiddetto "psicotico", affinché si possa illuminare la sua storia con la teoria.

Mano a mano che Roberta racconta infatti Mariano la stoppa e fa ri-vedere e ri-conoscere i meccanismi messi in atto dai vari componenti. Meccanismi così comuni che ognuno può ritrovare pezzi di sé, di storia sua. Forse il meccanismo nuovo che stiamo sperimentando è quello di permettere a una persona di vivere-realizzare fino in fondo le proprie scelte, anche se distruttive, autodistruttive e non condivise. Ci fa notare come sia importante per i genitori e i familiari lavorare uniti, insieme; ci ha fatto l’esempio delle note musicali: per suonare uno strumento e fare della buona musica non è semplice, però se ci impegniamo e impariamo a mettere insieme le note possono uscire delle bellissime melodie.

Attraverso la storia di Ermanna e famiglia ci ha aiutato a vedere quante volte le nostre indecisioni e ambivalenze ci tengono fermi a modalità infantili che non ci fanno crescere nell’adultità. Il dottor Mariano ha teorizzato sulla difficoltà di CRESCERE, sulla DISMATURITA’ anche con l’uso dell’Unità Didattica “IL COMMUNITOMETRO" - progetto e rigetto.


Imparare a distinguersi dall’altro prima mentalmente, separarsi fisicamente e “decidere”, tagliare delle parti che non danno vita. Ciò vale anche per “le coppie” che in queste dinamiche e percorsi di crescita vivono momenti di unione ma anche di confusione, dove ognuno è dolorosamente chiamato a distinguersi per ri-trovare sé stesso.


Per farci capire meglio Mariano ha usato la metafora del ciclo notte-giorno: se il giorno è fatto di 13 ore di luce e 11 di buio… Una persona, per star bene, dovrebbe viversi pienamente sia il giorno che la notte. Invece la dismaturità ci porta a vivere per sottrazione la giornata: 13 ore di luce meno 11 ore di notte rimangono solo 2 ore di vita. Uno che non decide, che non si distingue, che non prende decisioni né per un verso né per un altro, che non vive pienamente la propria vita, che non paga il prezzo delle proprie scelte… vive solo un’ora o due anziché 13, e non è la stessa cosa. Non conosciamo ricette se non la prassi del Metodo alla Salute: prendersi il tempo per sé, per separasi, conoscersi nelle profondità, decidere su cosa si vuole crescere per un certo tempo contrattato e metterlo in pratica. Cosa voglia dire in ogni singolo caso lo deve dire ogni persona.

La prima parte dell’incontro si è conclusa con il contributo di Roberta R. che ci ha accompagnato con musica e danza a mettere in movimento anche il corpo e a usare anche gli altri codici per stare insieme e alleggerire la serata esprimendo anche il nostro grazie affettivo a Mariano facendolo attraversare il tunnel dell’affettività.

Cena a base di torte salate, pizza, dolci e una bellissima e buonissima pentolona rossa di macedonia preparata da Cristiano e servita da Milo.

Dopo cena chi ha voluto e ce l’ha fatta procede con la SUPERVISIONE DELL'ASSOCIAZIONE e ne approfitta di questo dottore instancabile e disponibile.

Alcuni hanno colto l’occasione per fare il punto della propria situazione.

Dopo aver ascoltato i vari interventi e il bilancio di tutti i presenti, Mariano offre il suo contributo di sprono: riferendosi all’unità didattica della Piramide ha invitato il gruppo a lavorare in profondità sulla “base”. Anche l’associazione-i suoi componenti devono fare un salto di MATURITA’, chi vuole esserci ci sta con consapevolezza, convinzione e responsabilità.


Se ognuno di noi è cellula polivalente all’inizio, in fase embrionale, maturare significa definirsi e avere una propria specificità all’interno dell’organismo.

Grazie Mariano, Giovanna, Lara, Marialetizia e Luca!

Buona continuazione carovana metastorica!

Ermanna,
Nadia,
Chiara,
Davide,
Isaia