domenica 14 ottobre 2007

"Il Cerchio Magico": le emozioni ed il racconto di se stessi a scuola, tra disagio e risorse.

Oggi avevamo piacere di pubblicare sul nostro blog il progetto chiamato "IL CERCHIO MAGICO" (da cui prende il nome anche la ludoteca aperta a Troia, FG) che gli insegnanti Sandra e Raffaele hanno avviato da tempo presso l'Istituto Comprensivo "E. Fermi" di Mondolfo (PU) - Scuola Secondaria di primo grado. (lo potete anche scaricare dal "Download BOX" nero sulla destra della homepage).

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Progetto : Il Cerchio Magico – “Alla ricerca di te stesso”

Presentazione: L’attività di circle time viene riproposta sulla base dei risultati positivi ottenuti con la classe lo scorso anno. Lo scopo principale del progetto è di aiutare l’alunno/a ad esprimere con modalità diversificate le proprie emozioni. Si parte dal presupposto che ogni alunno/a è una specificità e, di conseguenza, dovrebbe rivelarla al gruppo, anche se questo non sempre avviene nel contesto-classe. Pertanto il progetto mira a creare un ambiente “devoto” in grado di accogliere i ragazzi per ciò che sono (il loro "Yahvé") e di facilitare l’intreccio-conoscenza tra di loro.
I docenti (curricolari e di sostegno) svolgeranno una funzione di “accompagnatori” nelle dinamiche di gruppo.
Le modalità utilizzate nella conduzione del gruppo si rifanno al “Metodo alla Salute” ideato e sperimentato dal Dr. Mariano Loiacono presso il "Centro di Medicina Sociale" - OO.RR. di Foggia. Si ritiene che questo intervento, favorendo la conoscenza di sé, possa portare ad un alleggerimento degli alunni e anche alla prevenzione di un eventuale disagio, inteso come allontanamento da se stesso.

Gli incontri saranno strutturati in 4 fasi:
1) Ascolto degli ante-nati (intesi come tutta la vita che c’è stata prima di noi)
Si potranno ascoltare canzoni, poesie, brevi testi scritti da loro o da altri; si potranno vedere foto, disegni
2) Comunicazioni al gruppo
Ognuno potrà farsi conoscere meglio alla classe, mettendo in risalto un aspetto di loro che gli altri non conoscono, potrà comunicare al gruppo qualche piccolo cambiamento nella sua vita o qualche impegno che intende prendere per migliorare e crescere.
3) Racconti
Potranno raccontare piccoli episodi della loro vita accaduti a scuola o fuori dall’ambiente scolastico sui quali poter fare delle riflessioni per rielaborare i contenuti del racconto e far luce sui meccanismi che si nascondono dietro a molte dinamiche di gruppo.
4) Fondo comune
Si cercherà di “fare teoria” sui racconti o sulle dinamiche accadute durante l’incontro, evidenziando i punti in comune che esistono tra i vari racconti, sviluppando la capacità di osservare la vita e di conoscerla. Si potrà far emergere anche il negativo perché dietro alle cose negative, allo star male c’è una grande voglia di creare, di fare venir fuori tutto ciò che la persona è.
Si prevede inoltre la presenza di alcuni esperti per determinati incontri.

Destinatari: alunni della classe IIA
Al Cerchio magico parteciperà anche l’alunna Cristina G., inserita nella classe III A, dato l’interesse mostrato l’anno scorso per tale attività.

Obiettivi:
Gli obiettivi da raggiungere saranno i seguenti:
· saper riconoscere le proprie emozioni;
· saper esprimere le proprie emozioni;
· sapersi raccontare;
· saper riflettere su se stesso e sulle cose che ci accadono;
· saper rispettare gli altri mentre parlano e si raccontano;
· saper attivare il gioco per alleggerire determinate situazioni;
· saper aprirsi a scambi, dinamiche “inediti” tra di loro.

Contenuti: si utilizzeranno alcune fiabe ("La mela Gimagiona", "Vassilissa e la Baba Yaga"…), testi tratti dal libro “Il vento è mia madre”, testi sul Tao, letture della Bibbia sull’albero della vita e l’albero della conoscenza, materiale prodotto dal Dr. Loiacono sull’adolescenza, articoli scritti sulla rivista "Limax".
I contenuti partiranno soprattutto dai racconti dei ragazzi, dai desideri e dai bisogni espressi da loro durante le attività.

Strumenti: si prevede l’uso di foto, disegni, testi, canzoni, racconti, poesie, proverbi, videocassette, oggetti personali, fotocopie.

Tempi: la durata del progetto sarà di 40 ore che verranno svolte, durante tutto l’anno scolastico, nelle ore di lettere con la Prof.ssa Morganti (2 ore settimanali).

Verifica: Verranno prodotti degli elaborati in itinere, dei testi scritti che consentiranno di conservare una “memoria storica” degli incontri. Si prevede periodicamente di fare un bilancio critico sul percorso effettuato e sui risultati ottenuti.
Ogni alunno/a dovrà produrre un “diario di bordo” contenente tutto il materiale realizzato.

Mondolfo, 30 ottobre 2006

Sandra Recchia


Questi sono alcuni estratti dai bilanci che hanno scritto i docenti, gli alunni e i collaboratori alla fine dell'esperienza (dalla nostra rivista "LIMAX"):

SANDRA RECCHIA: docente - "I ragazzi hanno sentito di poter esprimersi abbastanza liberamente, senza essere derisi dai compagni, si sono aperti un po' alla volta e hanno raccontato alcuni loro vissuti personali, belli o brutti. [...] Si sono emozionati, raccontando alcuni loro ricordi dolorosi, che sono diventati momenti di apertura, piccole "immersioni" nel mare della Vita. [...] Eppure ho sentito che i ragazzi hanno tanti "pesi" che non sanno, non possono, non vogliono condividere con gli altri, e indossano delle maschere che li allontanano da ciò che sono; anche perché oggi non esistono ambienti "sacri" dove i ragazzi sono liberi di esprimere i loro dubbi, le loro paure, le loro esperienze belle ma soprattutto le loro esperienze negative, perché si ha troppa paura di non saperle gestire. E questa è anche la realtà della scuola, che non ritengo abbastanza preparata di fronte a certe situazioni, che non vengono ancora considerate compito della scuola. E mi dispiace molto.[...] Quelle parti spesso non emergono nel percorso scolastico, che risulta parziale e non "vede" le specificità e la profondità dei ragazzi. [...] Inizialmente è stata tanta la mia paura, paura legata alle resistenze della classe ma anche al giudizio dei miei colleghi".

RAFFAELE CIMETTI: docente - "Magico come un ambiente in grado di accogliere la vita per quella che semplicemente è. [...] Ma perché se possono esserci ambienti "devoti", gli ambienti che quotidianamente viviamo (la famiglia, la scuola, i luoghi di lavoro, ecc.) non riescono ad essere spirito di movimento per le nostre vite? Perché la scuola è diventata ormai uno stagno per alunni, docenti, non docenti e dirigenti?".

CLAUDIA: educatrice - "Personalmente in questo periodo ho potuto scoprire delle "parti" di me che ancora non mi erano molto chiare, ciò grazie non solo al "Cerchio Magico", ma anche confrontandomi con le persone che hanno fatto esperienza del "Metodo Alla Salute", che ancora conosco poco e che vorrei approfondire. Devo dire che queste parti nuove mi spaventano anche un po', ma in fondo tutto ciò che è nuovo spaventa. Ho scoperto di non saper abbracciare, di non riuscire ad esternare tutte le mie emozioni. Ho scoperto di aver paura degli altri. Mi sono accontentata di piacere superficialmente, a volte i modi gentili e disponibili sono anche un'autodifesa, ma ciò crea soltanto solitudine e aumenta la ferita di non essere veramente capita e amata per quella che sono, per le mie luci e anche per le mie ombre. Forse è proprio questo lato d'ombra che mi spaventa, che spinge a correre al di fuori di se stessi, come le farfalle che per non guardarsi si lasciano attrarre dai tanti fiori, che si lasciano abbagliare dalle tante luci. Ho scoperto anche che se voglio posso: ho smesso di fumare".

ALESSANDRO: alunno - "Condividiamo con gli altri senza essere presi in giro. Ognuno di noi deve essere libero di sfogarsi e di piangere".

MARIA CLAUDIA: alunna - "Con questo gioco riusciamo a conoscerci meglio, a farci conoscere e conoscere gli altri nel profondo. E' bello mettersi in gioco, essere trasparenti, dire ciò che ci sta a cuore. Noi abbiamo la possibilità di descrivere i nostri sentimenti, le nostre emozioni, i nostri stati d'animo. Questo gioco mi piace tanto perché è un modo di liberarci dalle cose che abbiamo dentro. Diverse volte ci è capitato di piangere, perché la sensibilità, la fragilità e il disagio sono parti della nostra personalità che facilmente vengono fuori con il metodo del "Cerchio Magico".

CATHERINE: alunna - "I ragazzi hanno bisogno di liberarsi delle proprie emozioni, di raccontare le loro emozioni e di esprimere i propri pareri su altre persone, ma senza offendere nessuno. [...] Quando la prof. Sandra ci dava la parola, potevamo iniziare a raccontare, o ascoltare musica e ballare, piangere, ridere; potevamo esprimere qualsiasi emozione che ci veniva spontanea in quel momento. Ci consente di parlare con persone che ci stanno antipatiche. [...] In quelle due ore si crea un'atmosfera dolce, rilassante, piena di sorrisi, di attenzione, ma anche di tensioni, pianti, rabbia, litigi, ansie, gelosie, ecc... Si crea un'atmosfera magica! [...] La cosa che mi è rimasta impressa è stata la poesia del prof. Raffaele. Era rivolta al padre morto da pochi giorni e parlava del suo vuoto dentro, della sua infanzia passata non in modo sereno, anzi completamente l'opposto".

YLENIA: alunna - "Mi sono liberata di un peso che avevo dentro a tutti quegli insulti che ho ricevuto".

NICOLE: alunna - "Una volta è venuto un ragazzo down, Marco, ma noi, grazie anche al "Cerchio Magico", siamo riusciti ad andare oltre. Lui si è aperto con noi. [...] Nella vita non si sa mai a cosa si va incontro, la vita è immensa e illimitata".

MARCO: alunno - "Il Cerchio Magico mi ha fatto avere più fiducia in me stesso e mi è piaciuto che sono venute altre persone. Abbiamo parlato del razzismo, del vizio del bere e di chi beve. Abbiamo scritto un testo sulle persone che si drogano. Poi un giorno è venuta Catrin che ci ha raccontato la sua storia. Noi ci siamo divertiti a sentirla, ma allo stesso tempo eravamo tristi perché la sua storia ci toccava. Anche qualcuno della nostra classe ha perso un parente caro o stretto".

MAICOL: alunno - "Cerchiamo di far riemergere le parti di noi più nascoste, liberandole e facendoci conoscere ancora di più".

CHIARA: alunna - "Il Cerchio Magico mi è servito per aprirmi di più nei confronti dei miei compagni. [...] Avevo nove anni quando ho perso mio padre. Quel giorno ero da mia zia e mio padre all'ospedale. Quando mi hanno comunicato la notizia sono scoppiata a piangere e mi sono sentita mancare una persona molto speciale per me, a cui confidavo tutti i miei segreti e che mi consolava ogni volta che ero triste".

ANGELICA: alunna - "Comunque tutto questo anno è stato riflessivo, ho capito tante cose; per esempio che le emozioni si possono esprimere anche tra di noi".

FRANCESCA: alunna - "Martedì scorso la prof. Sandra ci aveva proposto di portare a scuola un oggetto che ci stava molto a cuore. La stanza era colma di peluches, canzoni, foto, giocattoli ... La prof ci ha parlato della "Clessidra del Kairòs" che contiene quattro fasi: i pensieri, le comunicazioni, i racconti e il fondo comune. Per me questa clessidra è come se fossi io, divisa in più parti così da contenere i pensieri per i miei amici, le comunicazioni per fare nuove amicizie, i racconti per far conoscere le mie esperienze agli altri, ed il fondo comune che ci fa capire che siamo uguali nella diversità. [...] Mi sono divertita molto a portare pensieri e a raccontare storie, perché sapevo che nessuno mi avrebbe giudicato".

ALESSANDRO: alunno - "Ci ha permesso di intraprendere un'attività per andare alla ricerca di noi stessi e della nostra personalità, imparando prima a conoscere le nostre emozioni, e poi a svuotarci dei pesi che ci portiamo dentro. [...] Sono venute persone nuove come Cristina, che pur essendo sulla sedia a rotelle, è molto più aperta di alcuni di noi; Marco, un ragazzo portatore di handicap, che sa esprimersi in modo apertissimo e inoltre è anche molto divertente. In questi incontri del "Cerchio Magico" ho scoperto nuove emozioni e ho capito che certe volte sfogarsi è la cosa migliore e che lasciare andare qualche lacrima ti fa sentire meglio. Ho imparato ad ascoltare i compagni, anche quelli un po' bastardi, e a non pensare solo a me. Ho scoperto che si può apprezzare ogni cosa da ogni persona, anche da quelle disabili come Cristina e Marco, che sanno trasmettere le emozioni meglio di chiunque altro. Ho visto che ognuno nel cerchio si apre senza problemi e piange pure senza timore, e si può sfogare".

AURORA: alunna - "Anche se non lo si può notare molto, il progetto mi ha aiutata, in maniera fenomenale, ad esternare la mia timidezza che da tempo grava sulle mie emozioni. Ho imparato a sognare, a credere in me ... e a lottare per portare avanti il progetto con l'aiuto e la collaborazioni dei prof. e dei miei amici".

MARCO: collaboratore anticamente abile - "Nel Cerchio Magico abbiamo parlato delle nostre paure cucite addosso. Per ogni pensiero ascoltavamo anche la musica e abbiamo visto ridendo le nostre foto. Abbiamo ballato e abbiamo anche riso moltissimo. Infine verso le 17 io con Sara ci siamo abbracciati e anche baciati con il nostro affetto".

CRISTINA: collaboratrice anticamente abile - "La cosa che mi è piaciuta di più è stato il bacio che mi ha dato Raffaele. Mi hanno preso in braccio e mi hanno fatto dondolare, mi hanno abbracciato in tanti. Sono stata distesa per terra e avevo la vescica tutta piena. Mi sono sentita bene perché sono stata felice. Grazie alla Sandra che mi ha prestato il marito".